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Autore: mesrandjlaw    07/07/2015    0 recensioni
uhm, salve!
Sto traducendo il libro "La Isla de Eudamon", il libro della prima serie di Teen Angels.
Il libro è di Leandro Calderone.
La mia è solo una traduzione, quindi tutto ciò che leggerete non è frutto della mia mente.
Bhe' spero sia di vostro gradimento. :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 01
La casa Inchausti


Quando Bartolomeo Bedoya Aguero venne al corrente che sua zia Amalia aveva cacciato scandalosamente suo cugino Carlos Maria dalla casa Inchausti, sentì che quella era la soluzione per tutte le sue cattiverie. Tutte le sue cattiverie, in realtà, erano solo una: la rovina in cui era caduto per spendere il patrimonio familiare. A suo padre gli era costata tutta una vita per raddoppiare la ricchezza dei Bedoya Aguero. A Bartolomeo, in cambio, gli bastarono appena pochi anni per finire tutto e sprofondare con lei. Nonostante la sua giovinezza, già era un aristocratico in bancarotta, per questo la notizia della rottura di sua zia con suo cugino era una buona possibilità per recuperare il patrimonio perso. Era il giorno del 10 gennaio del 1986, e stava soffocando per il calore che si era accumulato nel piccolo appartamento di due stanze che condivideva con Malvina, sua sorella minore, quando venne al corrente della notizia. Quello che era successo era uno scandalo: la severa Amalia Inchausti aveva scoperto che suo figlio aveva una storia con Alba, la cameriera, e, prodotto da quell'amore, lei era rimasta incinta. All'apparenza, non si trattava di un semplice amore; il giovane Carlos Maria affermava di essere innamorato della cameriera, e prima di questo, l'anziana cacciò entrambi immediatamente dalla casa familiare ed eliminò ogni tipo di comunicazione con il suo unico figlio. Essendo vedova, era rimasta completamente sola. Prima di ciò, Bartolomeo si avvicinò immediatamente alla sua solitaria zia, con l'intenzione di vincere il suo aiuto. Si vestì con il suo miglior vestito, beige chiaro, mischiò delicatamente gli abbondanti ricci dei suoi capelli, e si mise il suo cappello preferito, intonato con il vestito. Si mise del profumo, simile ad uno molto costoso, e spese una quantità di denaro preferito dalla sua zia. Così la visitò, dopo vari anni senza vedersi, gli diede le sue più sincere condoglianze per ciò che era successo, e si mostrò pienamente d'accordo con la decisione di pulire la vergogna familiare a causa di ciò che aveva commesso il ribelle Carlos Maria. Ritornò a visitarla il sabato seguente, e il seguente, e il seguente. E subito la visita del sabato si trasformò in un'abitudine: prendevano il tè e parlavano dell'impudenza del cugino nel persistere nel dare un cognome così nobile ad una semplice cameriera. Amalia non voleva sentir parlare ne di suo figlio, ne della cameriera, forse, ne del nipote che gli daranno. -Sono una povera vedova senza figli- disse freddamente l'amara anziana -Senza figli no, zietta... Io vi voglio bene come una mamma, mi ami come un figlio!- supplicava Bartolomeo, pensando nei milioni che poteva ereditare da lei. In poco tempo iniziò a visitarla due o tre volte a settimana. Si convertì nel suo confessore. Più tardi iniziò ad occuparsi dei suoi problemi e finalmente riuscì a portare i conti. Era lì, ad immischiare le sue narici nei libri, quando la sua enorme ambizione trovò una misura tanto immensa come la fortuna di Amalia Inchausti. Nelle sue visite ogni volta più frequenti, Bartolomeo iniziò ad avvertire che la governante, la severa Justina, che vestiva sempre di nero e portava i capelli raccolti in un turbante, lo guardava in un modo delizioso. I suoi grandi occhi neri esprimevano qualcosa di inequivocabile: amore. Bartolomeo approfittò di quello, e generando aspettative che non avrebbero mai corrisposto, vinse il suo aiuto. Era buono tener al lato suo una persona di maggior fiducia dell'anziana. Alcuni mesi più tardi, il 21 settembre del 1986, Amalia ricevette un piccolo telegramma da suo figlio, dove gli comunicava che quel giorno era nata Angeles Inchausti, sua nipote. Bartolomeo temette che davanti a quella notizia la vecchia avrebbe riallacciato i rapporti familiari, ma dopo essersi commossa, Amalia si arrabbiò ancora di più, indignata con l'idea che quella bastarda porterà il suo prezioso cognome. E nuovamente si negò di vedere suo figlio e, soprattutto, sua nipote appena nata. Poco a poco, Bartolomeo occupava il posto dell'impudente cugino, e riuscendo che sua zia lo amasse come un figlio. Alloggiata la speranza di che, arrivato il momento, potrebbe ereditarla. Un giornò abbandonò il caloroso posto composto da due camere dove viveva con sua sorella ed entrambi andarono ad abitare nella casa, dove non si parlava quasi del cugino, ne della cameriera, ne della nipote. Era come se non fossero mai esistiti. 

Cinque anni dopo l'allontanamento di Carlos Maria, Bartolomeo era già il signorino della casa. Justina fantasticava in segreto con lui e quello che faranno insieme con quei milioni, ma una notizia inopportuna spazzò le loro fantasie in un colpo. -Mi sposo- disse con semplicità Bartolomeo, come se avesse fatto un commento sopra un clima. -Mi perrrdoni?- esclamò Justina, che marcava molto la erre, aprendo i suoi enormi occhi neri. -Si, mi sposo- ripetè Bartolomeo senza dare più dettagli. E lo precisò con una velocità che fece sospettare Justina delle vere ragioni di quella così affrettata decisione. Le sue paure si confermarono sette mesi più tardi, quando Ornella partorì il suo bambino, che chiamarono Thiago. Era il 24 agosto del 1991. -Ha il neooo degli Inchausti- affermò Justina nel vedere il piccolo bambino che, in effetti, aveva un piccolo neo sulla guancia. Bartolomeo era Inchausti da parte della madre. Il matrimonio di Bartolomeo, e la successiva nascita di suo figlio, angosciarono moltissimo Justina, la cui ossessione per il suo padrone aumentava di ore in ore. Tuttavia si manteneva fedele a lui e ai suoi piani, e accettò intercedersi con la vecchia Amalia, che anche se restava debole in una camera già da molto tempo, seguiva con il controllo assoluto di tutto quello che succedeva in casa. Justina gli assicurò che quella tal Ornella era una ragazza di una buona famiglia, e la zia Amalia era finalmente d'accordo con l'idea che vivesse nella sua casa. Ma nonostante quello che sembrava essere, dal primo giorno in cui è arrivata fino al giorno in cui se ne è andata, Ornella trovò in Justina un'acerrima nemica.




Ecco la prima parte del primo capitolo. 
Spero sia di vostro gradimento, e se vi va lasciate qualche recensione :)
Ringrazio coloro che hanno letto il prologo :)
-Gi
  
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