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Autore: Juliet88    08/07/2015    0 recensioni
Una spugna per cancellare il passato,
una rosa per addolcire il presente
e un bacio per salutare il futuro.
(Guy de Maupassant)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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88888888 E poi vidi lui, in lontananza, mentre mi stava osservando.
Chuck Bass.

Era circondato da due spilungone, con delle scollature che mettevano bene in mostra le grazie che la Natura aveva offerto loro (o forse il chirurgo), le lunghe gambe incrociate, mentre con il tacco a spillo giocavano con il pantalone di Chuck.
Fisicamente era rimasto uguale, ma qualcosa mi diceva che all'interno era cambiato.
Continuava a osservarmi, fisso, ma senza un'espressione stranita, o scioccata...solo stoica.
Io, ovviamente, sostenevo lo sguardo, cercando di capire cosa stesse pensando.
Ad un certo punto, decise di alzarsi da quel divanetto blu, spostando senza cura o cortesia le gambe delle due giovani "fanciulle", la direzione verso cui si muoveva era abbastanza scontata.
Notai la sua andatura, sempre un po' ancheggiante, ed il color nocciola dei suoi occhi farsi sempre più intenso, in collegamento con i passi che faceva verso di me.
Cercai di assumere una posizione che apparisse sicura, quindi misi una mano su un fianco, e distesi leggermente una gamba.
Quegli istanti sembravano eterni.
Ma eccolo più vicino, e più vicino.
"Waldorf, ci stavamo giusto annoiando ultimamente...ma che piacere rivederti" disse, con il solito tono suadente.
Lo sguardo fu interrotto da squilli del cellulare, originatisi da quasi tutta la sala.
"Salve, Upper East Side. E' da un po' che non ci sentiamo, giusto? Mi mancate così tanto...in questo ultimo periodo ho un po' raffreddato il rapporto con tutti voi, ma state tranquilli, sono tornata, e più carica di prima. Ma guarda un po' chi si rivede?! Blair Waldorf avvistata da Lily Van Der Woodsen, di nuovo tra noi newyorchesi.
Che c'è Blair? Stanca di baguette e macarons? O forse sentivi la mancanza di qualcuno? La mia, di sicuro.
Sapete di amarmi, xoxo, Gossip Girl."
Scelsi di ignorare l'aggiornamento di Gossip Girl, e alzai lo sguardo verso Chuck, decisa a continuare la conversazione.
"Vorrei poter dire la stessa cosa, Bass." risposi, acida.
Lui fece un ghigno di disapprovazione.
"Su, sappiamo entrambi quanto ti sia mancato, non cercare di nasconderlo"
Io feci una finta risata.
"Vedo che non hai perso la tua ironia, sono piacevolmente sorpresa"
Lui sorrise.
"Mi dispiace dover interrompere quest'interessante conversazione, ma Lara e Bessy (credo siano questi i loro nomi) stanno attendendo, e sarebbe scortese potrarre la loro attesa" sussurrò.

"L'attesa accresce il desiderio" dissi, istintivamente.
"Vero. D'altronde hai imparato dal migliore. Au revoir." E così dicendo se ne andò verso quelle due ochette.
Mi girai, e tirai un sospiro, non so se di sollievo. Decisi di cercare Serena, e la trovai poco dopo, avvinghiata al collo di Humphrey.
"S, puoi venire un secondo? Scusa Humphrey" dissi, con un falso sorriso.
"Certo, B."
"Hai letto Gossip Girl? chiese, come se pensasse che il motivo per cui volevo parlare con lei fosse il post di Gossip Girl.
"Si, ma...non volevo chiederti questo."
Ci fu una pausa di silenzio.
"Ho incontrato Bass, e mi è sembrato di rivedere il Bass della St. Jude, cinico e sciupafemmine. E' una mia impressione?"
"Blair..." sospirò, quasi come se fosse una lamentela.
"Si, beh...lui è un po' tornato indietro da quando te ne sei andata. Più volte abbiamo tentato di riportarlo in carreggiata, ma non ne ha voluto sapere, in questi anni si è dedicato senza risparmarsi al lavoro, e alle donne"
"Immaginavo. Ma mai nulla di serio, giusto?"
"Blair!"
"Che c'è? Si tratta di semplice informazione" dissi con ovvietà.
"No. Ma non è questo il punto. E' tornato come a quei tempi, è di nuovo indifferente, freddo, sprezzante, scettico. Tranne con Lily, con lei ha sempre conservato una sorta di riverenza, gratitudine. "
"Grazie per le informazioni, S" dissi, schiacciandole l'occhio.
Ci furono altri attimi di silenzio.
"Blair, devo forse ricordarti il motivo per cui te ne sei andata?"
Subito mi immobilizzai.
"S..." fu tutto quello che riuscii a dire.
"Scusa, Blair, ma non posso perderti di nuovo. Non voglio che tu vada di nuovo lontano"
"Lo s-so. Sta tranquilla, non succederà. Ero solo curiosa, tutto qui" dissi, con un sorriso lieve.
Lei mi prese le mani, e poi tornò a scambiarsi effusioni con Humphrey.
Li guardai con ammirazione, e anche un po' di invidia, mentre decisi di andare fuori a prendere un po' di ossigeno.
Il vento leggero mi scompigliava i capelli, ed era così rilassante...mi sedetti accanto alla fontana al centro del sentiero, sfiorando la cresta dell'acqua. Presi il cellulare e rilessi quello che Gossip Girl aveva scritto, finchè non fui interrotta da piccole urla e risatine, provenienti dalle zone buie, ai lati del locale.
Subito drizzai le orecchie, un po' timorosa.
"Shh! dobbiamo fare piano, altrimenti ci sentono" disse una voce femminile.
"Meglio, se ci vedono. Mi eccita di più" replicò una voce maschile.
"Ti piacciono le sveltine?" disse, ansimando la ragazza, le cui parole mi provocarono una smorfia di nausea.
"...non proprio. L'attesa accresce il desiderio." rispose, l'uomo.  
Sul mio volto un sorriso malinconico.
Seguirono rumori di baci, e rumori di foglie che si spostavano. C'erano centinaia di invitati a quella festa, ma io non nutrivo alcun dubbio su chi fosse nascosto lì vicino agli alberi.
Mi venne voglia di mettere la testa sott'acqua.
Mi imposi di ignorare la situazione, e tornai dentro, alla festa, tra me e quell'individuo non c'era più nulla da lungo tempore, e niente ci sarà.

"Buongiorno, B!" mi svegliò una voce armoniosa, insieme a fastidiosi raggi solari che entravano dalla finestra.
"Serena, ma che ore sono? chiesi, assonnata.
"Le nove del mattino, su, sveglia! "
"Buongiorno signorina Blair!" si aggiunse anche Dorota, accompagnata da odore di caffè e croissants.
Mi misi a sedere nel letto.
"Possibile che non possa dormire nemmeno nel mio letto?" chiesi, retorica.
"Non lamentarti. Ho avuto un'idea. " disse, Serena, con gli occhi che scintillavano.
La guardai incuriosita e impaurita al medesimo tempo.
"Perchè non organizzi una festa, per rendere ufficiale il tuo ritorno a New York?"
Ci pensai un attimo.
"E' una bella idea..." dissi, infine.
"Bene, allora non c'è tempo da perdere, abbiamo una festa da pianificare."

Passammo tutta la mattinata a curare la lista degli invitati, a ordinare catering e cibo da servire, non ci fermammo un attimo.
"Dom Perignon del 96" dissi, a un certo punto.
"No, dell'88" replicò Serena.
"96"
"88"
"96"
"88!"
"S! Non insistere, il 96 è una della annate migliori" risposi, un po' adirata.
"B, ma cosa dici! L'88, quella sì che è stata un'annata con i fiocchi!"
"La festa è della sottoscritta, per cui sarà la sottoscritta a decidere" dissi, e mi immaginai di avere un martelletto di legno come nei tribunali.
Serena alzò gli occhi al cielo.
"Prenderò entrambe, d'accordo? Sei una viziatella!" dissi, con ironia, e suonò come il bue che dice cornuto all'asino.
Cominciammo a ridere insieme.
Una miriade di inviti e feste in sole 48 ore. Era evidente che ci trovassimo a Manhattan.
Non mi ero accorta di quanto la mondanità, i complotti, le feste, l'upper east side mi mancassero...
"Signorina, che colori vuole che utilizzi per le decorazioni?" esordì, Dorota.
"I colori della mia nuova stagione, un po' di pubblicità fa sempre bene. Lavanda e acquamarina andranno bene. Utilizza un po' di dorato.
"Sarà fatto."
La giornata volò tra le varie attività che organizzare una festa comporta. Inviammo mail agli invitati, e fatto sistemare la casa, mentre l'ora d'inizio si faceva sempre più vicina.
Mi feci un bagno veloce, indossando poi un vestito coordinato ai colori scelti per i dettagli.
I primi ospiti cominciarono ad arrivare, e stava procedendo tutto nel migliore dei modi. La musica, l'atmosfera, era tutto perfetto.
Come Blair Waldorf esige che tutto sia.
"Blair, sei incantevole questa sera. E' così bello che tu sia tornata...." disse, Cyrus.
"Grazie Cyrus. E permettimi anche di ringraziarti...ringraziarti per esserti preso cura di mia madre, ,mentre io ero lontana"
"Non ringraziarmi, lei merita tutto il bene del mondo, è una donna meravigliosa." esclamò, con franchezza.
Guardammo entrambi verso di lei, mentre parlava con Lily, e lei si girò, con aria interrogativa, probabilmente si stava chiedendo perchè la stessimo guardando entrambi.
Io e Cyrus sorridemmo.
Andai a prendere un bicchiere di champagne, e vidi Serena, parlare animatamente con Nate.
"Dai, Nate...non abbiamo più diciotto anni! Devi prenderti le tue responsabilità!"
"Serena, lo so...lo so! Ma non voglio ferire i suoi sentimenti, capisci?"
"Ma così ferirai i tuoi!" rispose, S.
"Ehilà, che succede?" chiesi, avida di curiosità.
"Nulla. Nate  è rimasto uguale a quasi dieci anni fa!" esclamò Serena, evidentemente con una frase che aveva tutta l'aria di essere una frecciatina.
"Serena, non è proprio così...io, io..."
"Ma quanto la fate lunga! Qual è il dilemma?" domandai, andando dritta al sodo.
"Sto con una ragazza, Chelsey...credo tu l'abbia vista ieri alla festa di Lily"
"Oh, si...la ragazza con le Yves Saint Laurent dell'anno scorso, giusto?" interruppi.
Serena fece cenno di si con il capo, sorridendo.
"Lei. Però, io...io non sono più innamorato di lei, o forse non lo sono mai stato, non lo so. Ma il fatto è che..."
Alzai le sopracciglia per esortarlo.
"Nate, sta tranquillo. Dovresti sapere che puoi parlare di tutto qui. Se non lo fai con i tuoi migliori amici...con chi altro?" dissi, toccandogli il braccio.
"L'ho tradita, con Jenny Humphrey, non una sola volta. Io mi sono innamorato di lei" pronunciò, come se si fosse liberato da un cruccio.
"Bene, non che condivida la storia d'amore con Humphrey XX, ma se Serena sta con Humphrey XY, non ci vedo nulla di male. Lascia questa ochetta, e avrai risolto il problema" risposi, con chiarezza.
"Blair, credi non ci abbia già pensato? Ma c'è una questione...lei non è molto "tranquilla" come ragazza"
"Mi spiego meglio, è molto possessiva e leggermente strana, e l'ho capito quando ho tentato di lasciarla pochi giorni fa" continuò, preoccupato.
"Mmm, di bene in meglio" esclamai.
"Adesso che ci penso...nessuno sa mortificare la gente come ci riesci tu! Se solo mi dessi una mano..." sospirò, con gli occhi angelici.
"Nate, davvero vuoi il mio aiuto per lasciare una ragazza?"
"Non è una ragazza qualsiasi, lei è un po'...schizofrenica" disse, sussurando l'ultima parola.
"D'accordo, d'accordo."
"Grazie Blair! Ti va bene domani all'Empire Hotel?" domandò, schioccando un bacio sulla guancia.
"Andrà benissimo."
E così dicendo gli scompigliai i capelli, e andai a fare un giro per il mio salone, controllando che tutto andasse bene.
Mi fermai a parlare un po' ovunque, con diverse decine di persone. Non c'era angolo in cui andassi senza che qualcuno mi cominciasse a parlare di qualche stupido argomento. A un certo punto ne ebbi abbastanza, e decisi di uscire sopra, nel tetto del mio palazzo.
La vista da lassù era qualcosa di incredibile, di fantastico. Le persone apparivano così piccole, in confronto a tutto ciò che le circondava.
I cartelloni pubblicitari risplendevano, illuminando la via e le strade, mentre riuscivo a vedere Times Square, e la Fifth Avenue.
C'era una leggera brezza, che sfiorava appena la pelle, rinfrescando un po'.
Ero in pace con il mondo, anche solo per quei pochi istanti, ma la calma che quel posto mi aveva suscitato sembrava mi appartenesse da sempre.
"Solo io ho l'esclusiva con i tetti, dovresti saperlo" una voce fin troppo nota a me stessa, provenì dalla parte più ombrosa.
Subito mi girai verso quella direzione.
"Pensavo non fossi venuto, stasera." risposi, sorpresa.
"Allora mi hai pensato...interessante."
"Non farti strane idee, Bass. Non ti ho visto accanto a Nate e pensavo avessi rifiutato l'invito"
"Dovresti conoscermi, non mi comporterei mai così ingratamente"
"...E sei venuto qui per passare la serata sul mio tetto?" chiesi, ironica.
"Sarei sceso tra uno o due minuti" affermò.
"Oh...è già andata via?" chiesi, inarcando le sopracciglia, finalmente a conoscenza del perchè si trovasse lì, e la ragione non era solo da cercare nella sua passione per i piani alti e le viste mozzafiato.
Lui rise.
"Si, ma sta tranquilla, non ho sconsacrato l'onore del tuo palazzo" disse, sarcasticamente.
"Oh, ti aspetti dei ringraziamenti a questo punto?" chiesi, poggiandomi al cornicione.
"Come mai, se posso chiedere, non hai continuato la missione del giorno? Non è da te" continuai.
"La tipetta ha deluso le mie aspettative. Mi stavo annoiando..."
"Di sotto ci sono altre ragazze con cui potresti tentare la sorte" lo provocai.
"No, per stasera non si fa nulla. La routine è la morte della giovinezza. Ogni tanto bisogna infrangerla, non credi?" rispose, sull'attenti.
"Nessuna persona potrebbe essere più d'accordo di me"
"Allora, quanto ti sono mancato in questi anni?" disse, con arroganza.
"Se si trattasse di te, sarei potuta restare a Parigi altri mille anni" risposi, con ulteriore spavalderia.
"Attenta, così mi ferisci..." sussurrò, prendendosi gioco di me.
Era ovvio che voleva giocare, voleva divertirsi con me. Evidentemente trovava piacere a torturarmi, a stuzzicarmi, vedendo dove e in che punto sarei caduta, ma si sbagliava se credeva che sarebbe successo.
"Forse adesso dovrei fingere dispiacere, se non erro"
"Waldorf, mi sembri troppo cinica...cos'è? Hai per caso mancanze di sesso?"
Come osava, stupido idiota.
"Ti assicuro che la mia vita sessuale procede deliziosamente bene, grazie per l'interessamento." dissi lentamente, dimostrando aria di sufficienza.
Mi ricordai dell'anello che mio padre mi aveva regalato lo scorso anno, un meraviglioso solitario di zaffiro. Cominciai a giocarci, proprio sotto lo sguardo di Bass, che ebbi la soddisfazione di veder posare proprio nel punto in cui volevo si fermassero i suoi occhi.
Non disse niente, si limitò solo a guardarlo.
"Sarà meglio tornare alla festa, potrei prendere in considerazione la tua proposta di trovare una valida alternativa per la mia serata, adesso che mi ci fai riflettere" affermò.
"Potrei avere accesso alla lista degli invitati, così da scegliere la mia prossima conquista?"
"Potresti, ma ho un offerta migliore. Che ne dici di andare nella stanza degli ospiti, accanto alla stanza di Serena, in modo da..."
"Vuoi raggiungermi tu?" irruppe, con un sorrisetto che faceva saltare i nervi.
"Giammai" risposi, secca.
"Volevo semplicemente dirti di attendere in quella stanza, sceglierò io per te. Che ne dici?"
"Sembra insano, mi piace."
"Ma qui arriva la difficoltà. Le dirò di bendarti, e non potrai vederla fino alla fine del...ehm dell'amplesso."
"Vedo che non hai perso l'amore per i giochi erotici, complimenti Waldorf." sussurrò.
"Ci stai?" chiesi, attendendo una risposta.
"Non potrei mai tirarmi indietro di fronte a una competizione del genere"
Sorrisi maliziosamente. La situazione mi divertiva, perchè avevo in mente non di scegliere una ragazza qualunque, avevo già pensato alla ragazza perfetta per quell'incontro con Chuck.
Nelly Yuki.
Andai di sotto, e mentre cercavo con lo sguardo Nelly, Serena si avvicinò a me, chiedendomi dove fossi finita.
Le dissi che ero stata con il catering, controllando che tutto procedesse per il meglio. Sembrò quasi convinta.
Continuai a cercare Nelly, e la trovai, dopo poco tempo, seduta sulle scale, giocando con il cellulare.
Alzai gli occhi al cielo.
"Nelly!" esclamai.
"Blair, ciao. " rispose al saluto, un po' indispettita.
"Come stai? Sei divina!" dissi, io in falsetto.
"Sto...bene. Grazie."
"Ascoltami bene, ho una notizia sconvolgente che ho appena scoperto, e che dorebbe interessarti molto"
Lei mi guardò, curiosa.
"Ero di sopra con Chuck, e parlavamo dei vecchi tempi...di quando eravamo alla Constance, ti ricordi?"
Non rispose.
"Bene. Io gli ho chiesto cosa rimpiangesse di quegli anni, e non puoi immaginare, mi ha detto che sei tu. Il suo più grande rammarico sei tu! Perchè è sempre stato attratto da te, ma non ha mai avuto il coraggio di mostrarsi interessato" dissi, tutto d'un fiato.
Lei non sembrò molto convinta.
"Chuck? Io? N-non ho mai sospettato che provasse qualcosa per me..."
"Mi ha chiesto di darti questa busta...adesso io devo andare a cercare Serena. Ci vediamo dopo!" esclamai, dandole una piccola lettera su carta bianca.
Nel foglio avevo scritto le indicazioni per la stanza, e una sigla, la sua sigla.
La osservai da lontano, sperando che il piano andasse come previsto, ed ebbi la gioia di vederla guardarsi intorno, e poi procedere verso le scale.
Nessuna situazione riusciva a divertirmi come queste.
La seguii, senza farmi scoprire, e la vidi entrare nella porta giusta.
Aspettai un quarto d'ora circa, appostata lì di fronte, prima di vedere finalmente uscire una Nelly Yuki con le guance rosse, e un Chuck visibilmente scosso.
Sapeva che ero lì nei paraggi, e aspettò che Yuki scendesse di sotto, prima di appoggiarsi al muro e invocare il mio nome, con un tono un po' seccato.
Uscii dalla "trincea" che mi ero costruita ridendo a crepapelle, osservando la faccia adirata di Chuck.
"Questo è giocare basso, Waldorf."
"Piaciuto lo scherzo?" chiesi, ancora tra risate.
"Vedo che diverte molto più te che me" ribattè, sulle sue.
"Questo è molto più che evidente!"
"Nonostante questo, ti dirò...sono piacevolmente sorpreso dall'ex alunna di Yale, non pensavo fosse così brava sotto le coperte" affermò, malizioso.
"Ovvero, tu mi stai dicendo che ti è piaciuto?"
"Proprio così. Sorpresa?"
"I-io? No! Per niente! Sapevo la fama di Yuki, è per questo che l'ho selezionata."
"In tal caso, Waldorf...ti faccio i miei complimenti. 1 a 0 per te." pronunciò, lentamente con il suo solito modo di parlare così fastidioso.
Gli sorrisi appena, e girai i tacchi, disturbata per l'esito che non avevo messo in conto.
La festa continuò normalmente, con un Chuck Bass stranamente calmo, e una Nelly Yuki indubbiamente esagitata.



  
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