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Autore: Cloveregga    08/07/2015    0 recensioni
~Diamoci un taglio~:
Storia creata e ideata da Jessica Magnani dal 05/04/2015 al 12/05/2015
Personaggio principale femminile ripreso da un Anime già esistente (Gosick)
visionato e re-interpretato da Jessica Magnani.
Ambientazione e riferimenti a luoghi o persone ripresi da ROLE (scene e storie create dalla fantasia di due persone con personaggi di fantasia) re-interpretate e sistemate dalla sottoscritta. Altri eventuali riferimenti puramente casuali.
(Questa idea di storia ha origine da un discorso che stavo facendo con un amico. Ho pensato potesse essere un buon inizio per qualcosa di romantico.
Alla ricerca di metodi nuovi per scrivere, ho voluto provare ad unire insieme diverse scene già scritte in precedenza col personaggio Victorique; le ho quindi raggruppate assieme ed ecco nata la mia seconda storia)
Ps: Saranno presenti, all'interno della storia, dei personaggi che conoscete bene. Ho premura di dirvi che le parole che diranno e i comportamenti che avranno, sono frutto di fantasia e delle loro menti, interpretati in modo personale.
Grazie e…
BUONA LETTURA!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Davanti ad un bellissimo specchio, Victorique si guardò con indosso un abito che aveva fatto pervenire da un atelier francese, giusto per quell'occasione. Non seppero cosa inventarsi i suoi compagni di facoltà se non una festa mascherata in onore della fondazione dell'università Saint Margherite.

*Narra la leggenda che nella nostra torre biblioteca, proprio sulla cima, vi dimorò il "Monster Charmant", una bambina che, assieme ad un coniglio, vegliò e mostrò misericordia ai deboli. Tutti la adorarono e quando un potente signore volle far sua la giovane, il coniglio la difese. Perse la vita e il potente pensò di aver vinto, ma la bambina morì subito dopo.  Il coniglio rappresentava la sua anima mentre essa era il corpo umano dell'animale. Due entità che costituivano una sola persona.
Io mi sono mascherata da quella bambina, ma senza avere un coniglio*.

Questo spiegò ai suoi compagni, una volta arrivata nel salone adibito a tale festa, con lo stesso abito che la bambina della leggenda indossò all’epoca della storia e della leggenda a essa legata.
Sembrò quasi somigliarle, tali erano i lineamenti, il portamento e l'aspetto; avrebbe potuto ambire al premio come miglior costume della serata.
Fu accompagnata da un amico che indossò un completo tutto rosso molto appariscente, per niente a tema col suo abito, perciò s'intrattenne con lui conversando. La sala utilizzata per allestire tale festività fu l’ampio atrio dell’edificio, caratterizzato da colonne di marmo che fungevano da appoggio alla cupola in vetro sovrastante; i raggi lunari illuminavano alcuni punti bui della stessa.
Per raggiungerla occorreva fare un pezzo a piedi attraverso il giardino, sempre curato e messo in ordine da una squadra di volontari e giardinieri.
Le danze erano in mano ad un giovane appassionato di musica di vario tipo, il quale non chiese molto come compenso, essendo alle prime armi nel settore, una lampada stroboscopica creava scie di luci sparse ovunque, molte delle quali puntavano sull’abbondante buffet che vantava specialità e dolciumi d’ogni tipo. 
Gli invitati e molte altre facce note giunsero in quel luogo, a mano a mano che il tempo passava, ma la noia cominciò presto a farsi sentire, non perché fosse noiosa la festa  di per se, ma perché Victorique si annoiava se non era in primo piano.
Non succedeva nulla d'interessante o di particolarmente vivace.

#Sono un ottimo ballerino Victorique, nessuno potrebbe fare meglio di me#.

*Ne sei sicuro Shion? Non faremo una figuraccia come al tuo solito?
Ho preso lezioni private per questo evento e perciò devo essere la migliore. La migliore di tutte le dame*

#Lo sarai, fidati di me! Sarò anche più bravo di te.#

*Più bravo di me non credo proprio!*

#Se deve essere una sfida, stai certa che non la perderò#.

*Vedremo chi resisterà e sarà chiamato migliore. *

I due amici si trovarono così in mezzo alla sala tra le coppie che danzavano, battendosi per determinare chi tra i due fosse il o la migliore nel ballo. Shion era come un fratello per la ragazza.
Amici sin dall’infanzia, non si persero mai di vista. I diversi obiettivi e progetti li separarono, ma il loro legame era saldo come non mai.
Avendo quasi la stessa età, condividevano molte cose, dalle esperienze, alle gioie degli eventi e ogni tanto, quando avevano del tempo libero, s'incontravano in quelle occasioni. Rivali sin dai primi momenti, questo loro forte senso di competizione si manifestava in qualunque circostanza e momento, senza tralasciare nessun campo. Amagiri Shion aveva un carattere particolare come lo era anche il suo stile: solare ed estroverso come pochi, vivace, pazzerello.
Per non presentarsi sola alla festa, non volendo sembrare una musona, lo chiamò poco tempo prima e lo invitò alla festa.
Lui accettò di buon grado senza dirle di no.

#Allora cosa ne pensi dei miei passi? Non sto arrancando come molti stanno facendo#

*Quel casché mi ha sorpreso, devo concedertelo, ma io rimango la stella del ballo. La mia piroetta era semplicemente magnifica!*.

#Certo Victorique, se lo credi tu…!#

Le danze durarono a lungo.
Fu una questione di principio non cedere o ammettere la propria sconfitta; quando si dice che due cocciuti si mettono a braccetto. L’attenzione fu rivolta tutta verso di loro, che non si preoccupavano per nulla di questo particolare; la loro era una sfida personale. Si poteva pensare che stessero assieme visto quanto erano affiatati, ma se glielo si fosse chiesto, entrambi avrebbero detto semplicemente amici. Loro erano l’eccezione che conferma la regola: l’amicizia tra uomo e donna esiste.
All'improvviso, la figura di una coppia colpì molto la giovane studentessa, facendola rimanere affascinata da tale leggiadria nei movimenti e sicurezza nelle prese. Sguardo perso negli occhi della sua dama, lei con quel sorriso armonioso, un duo sbalorditivo che oscurò loro due amici, troppo presi dalla contesa per divertirsi e dimostrarsi altrettanto luminosi. Shion arrestò la danza, dichiarandosi sconfitto e andando verso il buffet organizzato per la festa, mentre lei rimaneva ferma a fissare la coppia che ricevette molti applausi e ovazioni. Passò molto tempo prima che si destasse da quell’incanto improvviso, scuotendo la testa.
 
*Shion aspettami, vengo anch'io con te. Comunque ho vinto la sfida. Sicuramente. *

I suoi amici di facoltà le fecero i complimenti e si sentì di nuovo soddisfatta di se come prima, ma quella coppia era stata eccezionale in pista. Non ammetteva che qualcuno fosse sopra di lei in nessun modo. Per troppo tempo era apparsa modesta solo per sentirsi amata da qualcuno, ma ora che si sentiva padrona di se, non avrebbe ammesso il secondo posto alla sua coscienza in alcun modo. Con tono indifferente, si rivolse ai presenti incuriosita.

*Conoscete quel ragazzo che ha danzato poco fa?*.

#Io non lo conosco. #

*Frequenta quest’università sicuramente. *

#Non è detto. Io, ad esempio, sono venuto perché mi hai invitato tu amica mia, altrimenti neanche sapevo di questa festa!#.

*In effetti, hai ragione Shion. Perdona le supposizioni affrettate. *

#Di cosa devi scusarti Victorique? Per favore, ci manca solo questa adesso…#

La voce del giovane fu interrotta da uno strano blackout che avvenne contemporaneamente alle sue parole, ma più che un problema tecnico, sembrava piuttosto un effetto creato di proposito dagli organizzatori, come a celare una sorpresa. Era il momento dello spettacolo principale della serata.

:Signori e signore posso avere la vostra attenzione? Credete nella magia e nell'illusione? Credete nel futuro e nelle sue rivelazioni? Io, Carter Cion vi mostrerò tutto questo in questa notte di luna piena, di leggende e di mostri che hanno solcato queste stesse mattonelle secoli or sono!
Non abbiate paura, non osate offendere l’arte della magia poiché subirete la mia ira.
Buon divertimento!:

L'evento organizzato dalla facoltà fu quel meraviglioso spettacolo di magia che tenne a bocca aperta la maggior parte dei presenti già dal misterioso quanto accattivante discorso iniziale.
Con la danza, unita a quei particolari effetti visivi, i trucchi furono stupefacenti e ben gestiti: sparizioni, incantesimi, candele che si sollevavano in aria e giochi di carte.
La giovane maga, somigliante di più a una ragazzina, aveva un abito molto semplice, per niente signorile, la quale però riusciva a rendere raffinato grazie ai lievi quanto imprevisti volteggi che compieva nel mentre danzava,
I suoi capelli erano raccolti in una piccola coda dietro alla testa; fili di seta dorati.
Lo sguardo, secondo le sue parole successive, non poteva esser mostrato per colpa della mascherina bianca che le contornava l’intero viso perché la magia, come da principio, mostra il finale d’esecuzione, ma mai la sua origine.
La vera ragione per cui lei fosse li, era nota soltanto a lei stessa.
Cercava un particolare libro presente nella biblioteca dell’istituto.
Appena fosse finito lo spettacolo, si sarebbe mescolata alle tenebre della notte e sarebbe sgattaiolata alla ricerca dell’oggetto prezioso. Un piano assolutamente infallibile.
Victorique mostrò interesse inizialmente al suo spettacolo, ma non quanto né si possa avere per un passatempo qualunque.
Lei, ragazza dalle deduzioni veloci e con i piedi per terra, non ammetteva cose che non trovavano ragione e fondamento nella scienza, nel pratico, ma dopotutto sarebbe stato divertente metterla in ridicolo e stare, per ora al gioco. Il suo sguardo però si perse spesso su quel giovane danzatore e la sua compagna di ballo, che si trovavano poco dietro di lei tra i vari presenti; un tripudio di emozioni si sviluppò nel suo cuore, tanto che credette di conoscerlo quel giovane. Lo notò pochi attimi dopo ammirare le magie di quella prestigiatrice misteriosa, molto interessato e affascinato dallo spettacolo che stava offrendo agli invitati, che alle volte applaudiva, altre si sorprendeva.
 
*Ivan Hinokami... *

Era proprio lui il giovane che tanto la sorprese durante quel ballo, lo stesso collega con cui lavorò per ben due mesi presso quel locale ed ora suo migliore amico d’università.
Sorpresa mista ad ammirazione fu la sua reazione, mostrandosi arrogante, come sempre nei suoi confronti, salutandolo.
Doveva restare a tema col suo personaggio, sennò che razza di festa in maschera era?
Era un modo per prenderlo in giro con fare scherzoso, senza troppe pretese.
Essendo amici non faceva certo la ficca naso, ma la curiosità di sapere chi fosse la sua accompagnatrice, la rese curiosissima.

*Signor Hinokami, non ci s’imbuca alle feste quando non si è invitati!*.

_Victorique? Mi perdoni, questa sera lei è una lady quindi mi permetta di chiamarla Lady Victorique. Credevo non si ricordasse più di me. Io l'ho scorta subito danzare assieme a quel giovane_.

*Ti sei calato fin troppo nel personaggio. Potrei dubitare sia tu in questo momento visto come ti rivolgi a me. Lo stesso potresti dire di me vero amico mio?*.

_Sono sempre io, unico e inimitabile e poi di fronte ad una signorina come lei, come posso non essere raffinato? Lei merita solo il meglio_

*F….ai meno lo spiritoso Hinokami... E' solo una festa universitaria mascherata, non sono davvero una Lady e poi sarei il "Monster Charmant" per precisare!*.

_Non sto affatto scherzando. Sono stato invitato da una mia conoscente. Oltretutto eri così presa dalla tua sfida che soltanto adesso mi hai saputo riconoscere. Sei un inguaribile testarda competitiva ehhh?
Che sia o no un incantevole mostro è innegabile, ma il premio per la miglior maschera credo di meritarmelo. Non credi? Senti come sono educato e raffinato, proprio come un Lord dell’Ottocento_.

*Sì, devo concedertelo Hinokami. Questo tuo linguaggio spiritoso mi ha sorpreso, ma il premio sappiamo entrambi a chi andrà e tu arriverai secondo.
Su questo non transigo, ne convieni? Sei sempre stato molto più in gamba di me in queste cose, ma poi stranamente i meriti andavano sempre a me. Anche a lavoro era così, come quella volta del dolce!*

_Non sono poi tanto diverso dagli altri; lei mi sorprende Lady Victorique!_

*Sorprenderti? E come potrei? Non posso neanche dirti...*

_Intendevo le magie fatte da quella prestigiatrice. Ho sempre adorato le illusioni e l'occulto. Non si parla sempre e solo di te sai? Questa era cattiva vero?_

*Ahaha te lo sei detto da solo! Comunque dietro ogni suo gesto, c’é una distrazione per compiere la vera magia. Posso dire che è brava, anche se non credo molto a certi spettacoli*

_Davvero? Io sono affascinato da quest’arte_

*Certo è un’arte, ma non m’interessa molto. Potrei svelare ogni trucco*

_Non ne dubito Lady Victorique_

Solo loro due riuscivano a conversare a colpi d’ironia e risate a ogni risposta che si davano. Sembrava recitassero, invece era il loro modo di comunicare normale; anche sul posto di lavoro erano così, come cane e gatto. Nel frattempo che i due si agitavano e incalzavano con la conversazione, Victorique fu scelta come volontaria per il numero finale della prestigiatrice Carter chiamato “Le carte del tempo”.
La giovane avrebbe dovuto pescare una delle tre carte che lei le avrebbe mostrato.
Quella carta avrebbe mostrato alla giovane il suo futuro, manifestandosi per tutta la sala.
Victorique accettò e prese la carta sulla destra, la quale raffigurava una tormenta di neve.
Non appena lesse il nome della carta, si manifestò una vera e propria tempesta di neve attorno a lei che la avvolse totalmente.
Non vedeva nessun altro attorno a sé, se non tanta neve e un vortice che la circondava.
Gli altri vedevano soltanto lei proteggersi da chissà cosa e attendevano il verdetto della maga che sentenziò queste parole.

:Tu, Victorique de Blois, hai ancora molti tormenti nel cuore. Sciogli i nodi del tuo animo e troverai la felicità eterna. Dissolviti neve e diventa luce che illumina il futuro di tutti!:

Detto fatto, la tormenta che circondava la giovane si dissolse, divenendo tante piccole luci che avvolsero tutti i presenti e si riflessero nel vetro della cupola. Hinokami rimase affascinato da tale numero, tanto che lasciò l’amica riprendersi dagli effetti delle illusioni per andare a parlare con la ragazza e farsi svelare tali artefici magici, quali lui amava profondamente.
La serata fu memorabile. Ogni singolo studente dell'università l'avrebbe ricordata.
Victorique fu di un'altra opinione. Dopo il grande spettacolo ci furono altre danze che coinvolsero tutti, persino i più timidi. A scaldare una sedia dei tanti tavoli posti attorno alla pista, fu proprio la studentessa, scontenta di quell'atmosfera troppo festosa per lei. Odiava essere scontenta quando tutti erano dannatamente felici. Ancora scossa dagli effetti di quella carta della neve attivata dalla giovane maga, attendeva l’amico Hinokami che le aveva promesso un ballo subito dopo lo spettacolo, ma né lui, né la signorina Cion si erano più visti. Vedendola provata e triste più del solito, si avvicinò Shion, più carico e incoraggiante di prima.

#Victorique vuoi ballare di nuovo con me? Dai voglio la rivincita e stavolta vincerò io.#

*No, mi è passata la voglia adesso. Scusami Shion.*

#Ma non puoi prenderla in questo modo. A una festa è obbligatorio divertirsi#

*Ti ho detto che non mi va. Vado a casa. Ciao Shion, ciao ragazzi!*

Quanto si sentì sconfitta, come già le era accaduto tempo prima e nulla cambiò questo suo modo di pensarla. Si stava ripentendo lo stesso avvenimento e il suo sguardo divenne vuoto come lo era stato poco tempo prima, durante la crisi.
Hinokami si dimostrò un giovane che sapeva il fatto suo, determinato, sicuro di se.
Era sempre stato così, ma aveva sempre mantenuto le promesse e invece adesso la stava dimenticando, come aveva fatto tempo prima anche un’altra persona a lei importante.
Le parole di Shion non servirono a farla restare e si avviò, lentamente all’uscita della sala, salutando chi conosceva, con un sorriso falso sulle labbra.
Forse la festa lo rese diverso oppure soltanto adesso capiva chi davvero fosse quel semplice cameriere mascherato da Lord.
Non lo conosceva per niente e se ne rese conto.
Persino la sua passione per la magia le sembrava una congettura del momento; quanto si sentì sconosciuta ai suoi occhi parlando con lui, credendo di sapere tutto, mentre fu lui a dimostrarle il contrario.
Appena uscita dalla sala vide Hinokami e Cion andare alla torre biblioteca.
Qualcosa le disse di seguirli e capire che cosa avevano intenzione di fare a quell’ora.
Aprì piano le porte della torre che cigolarono rumorosamente nel silenzio del luogo.
Si sentivano rumori sordi provenire dai corridori sovrastanti a dove si trovava; salì le scale.
Vagò a lungo cercandoli, ma alla fine decise di lasciar correre.
Ciò che avrebbe scoperto era ovvio anche arrivata a quel punto: i due si piacevano e volevano appartarsi come due innamorati.
Si domandò spesso il perché saperli assieme, la turbò al punto di farla arrabbiare, quasi mostrasse una sorta di gelosia recondita.
Loro però erano soltanto amici e nulla più, non doveva essere così possessiva con lui.
Se lui aveva interesse per altre ragazze, era positivo e lei doveva anzi esserci per aiutarlo.
Li vide di nuovo dopo esser salita in macchina per tornare a casa, sorridenti e felici come non mai.
In quel momento sarebbe scesa e avrebbe messo fine a quello che ritenne, essere uno scherzo di pessimo gusto.
Non riusciva ad accettarlo e doveva dirglielo a tutti i costi appena ce ne sarebbe stata l’occasione.
Quell'abito da "Monster Charmant" rimase nell'armadio e mai più utilizzato dopo quell'occasione e gli esami si avvicinarono, annunciando l'arrivo di giornate più calde; era Aprile.
Uno dei suoi metodi preferiti per rilassarsi, dopo molto studio, erano le passeggiate nei pressi del parco.
Vicino alla loro facoltà c’era un bellissimo sentiero che conduceva a un parco frequentato da molti intellettuali, in cerca di serenità nella natura.
Era una giornata meravigliosa, con un’aria fresca a non far pesare la calura del sole che diventava più intenso alle ore di punta.
Guardando il cielo, assorta nei suoi tanti pensieri, non si accorse dell’amico nemmeno quel giorno che le sorrise trattandola da signorina, incrociandolo per strada. Lo aveva fatto di proposito?
 
_Victorique buongiorno!_

*Ciao Hinokami, che piacere.*

_Come va? Una passeggiata fa sempre bene dopo molto lavoro vero?_

*Tutto bene sì. Io passeggio sempre, ma quello che mi domando è perché tu sia qui. Non abiti da queste parti giusto?*

_Uno deve avere una motivazione per andare fuori dal suo quartiere Victorique?_

*Questo tono arrogante risparmiatelo per quella Carter!*

_Ma cosa stai dicendo? Non capisco, per caso hai qualcosa che non va? Sai che puoi dirmi tutto amica mia_

*Non c'è nulla che non vada Hinokami, ma figurati! Niente di niente.*

_Quanto sei orgogliosa Lady Victorique. Degna della pasticcera di due mesi fa!_

*Degna. Degna sicuramente. Quel ruolo era la cosa più bella che potesse capitarmi. Ero felice in quei giorni. Pensavo a fare dolci e nulla mi turbava, ora invece…*

_Cosa Victorique? A quel tempo avresti parlato soltanto di lui, ora invece pensi molto di più a te stessa e questo mi rende felice._

*Dimentica quella parte di me per favore. Non neghiamo che entrambi siamo cambiati e anche tu, è innegabile un cambiamento da parte di entrambi ed io non voglio più ricordare il passato perciò vedimi per la giovane che sono adesso e smettila di rinfacciarmi gli sbagli*

_Tutti siamo sottoposti a cambiamenti. Alcuni positivi, altri negativi. Eppure siamo grandi amici giusto? Io non ti sto rinfacciando nulla, ho solo notato quanto tu sia davvero bella adesso e non più ossequiosa come prima, tutto qui. Ora faresti il piacere di dirmi cosa ti turba?_

*...Si grandi amici...finche' lo saremo*

Victorique fu diretta come si era ripromessa, ma non riusciva a dirgli cosa davvero voleva gridargli a quel suo “grande amico”.
Era presa dalla voglia irrefrenabile di odiarlo, di offenderlo, ma non ci riusciva, come se sapesse che non se lo meritava davvero.
Hinokami non alzò mai la voce nei suoi confronti, anzi si stava offrendo di aiutarla e sostenerla.
Rammentava il loro passato è vero, ma lo faceva soltanto per vedere quanto fosse sbocciato il fiore prezioso, quale lei era. Lui era innamorato della giovane di adesso e non di quella del locale. Solo che aveva accettato il fatto di esserle soltanto amico per non farla soffrire.
Un peso e una colpa che avrebbe pagato caro.
Quali verità perse nel tempo nascondevano entrambi nel cuore.
Lei fu cattiva nei suoi confronti e aveva i suoi motivi.
Ciascuno aveva i suoi motivi e la lontananza che avrebbe seguito non fu d'aiuto.
Lui, era davvero cambiato?
Lei era cambiata?
O erano entrambi un paio di forbici difettose?
   
 
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