Libri > Il Labirinto - The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: Stillintoyou    08/07/2015    5 recensioni
[Il Labirinto/The Maze Runner][Il Labirinto/The Maze Runner]Passò un sacco di tempo prima che quel dannato rumore smettesse di darmi il tormento.
‹‹ E ora? ›› pensai, poi alzai lo sguardo quando sentii che qualcosa, sopra di lei, si stava muovendo.
Della luce entrò all'interno di quella sottospecie di stanza, o cella, o quello che era.
Socchiusi gli occhi per l'improvviso impatto con la luce esterna, e qualcuno balzò a pochi centimetri da me.
‹‹ cosa c'è nella scatola? Un fagiolino nuovo, vero? ›› disse qualcuno dall'esterno.
Mi sentivo come se fossi imbavagliata, squadrando il ragazzo che si era inginocchiato per guardarmi in faccia.
‹‹ Oh caspio... ›› inclinò la testa, assumendo un espressione stranita. Si mise in piedi
‹‹ Newt? ››
‹‹ Non ci crederete mai... ›› alzò il volto, rivolgendosi alle persone che si erano raggruppati attorno all'uscita di quella... scatola, a quanto pare la chiamavano così.
‹‹ A cosa non crederemo mai? ››
‹‹ È.... una ragazza ›› il ragazzo abbassò nuovamente lo sguardo su di me ‹‹ Ci hanno mandato una ragazza. ››
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 photo anigif_zpskfzip5l9.gif




Sono morta.
Me ne ero fatta una ragione dal momento in cui avevo chiuso gli occhi.
Sono morta.
Vedevo ancora gli occhi lucidi di Newt, che mi guardava come se stesse osservando il mondo cadere e frantumarsi in mille pezzi. Un'altra volta. Come se non ne avesse già passate abbastanza. Doveva soffrire, era come se quello fosse sempre stato il suo unico scopo in tutta la sua esistenza. Soffrire per il bene di qualcun altro. Soffrire per il bene più grande. Farsi le spalle larghe per il bene di tutti, sopportando pesi che un ragazzo della sua età non dovrebbe nemmeno conoscere. Cosa aveva fatto di tanto grave?
Sono morta.
E non avevo potuto fare altro che lasciarmi andare, anche se volevo lottare per la mia vita, ma non ne ero stata in grado. Avevo lasciato indietro le persone che amavo.
Avevo lasciato indietro i miei amici. Forse avevo lasciato indietro una famiglia. L'unica che avevo, l'unica che sentivo come tale.
Forse.
O forse no.
Riaprii gli occhi. O almeno, credevo di averlo fatto.
Ero morta.
Avevo davvero aperto gli occhi, o era solo uno stato conscio di una vita dopo la morte?
Nessuna risposta, la mia mente era completamente vuota di qualsiasi spiegazione che potesse essere minimamente... accettabile, o comunque degna di essere definita tale.
Quindi, che cosa era successo? L'avevo fatto davvero? Avevo aperto gli occhi?
Vedevo tutto buio attorno a me. Nemmeno uno spiraglio di luce. Non un rumore.
Niente.
Il vuoto più totale.
Ero viva o ero morta?
Passai le mani lungo il mio corpo. Ero nuda. Completamente nuda. Sentii la mia pelle liscia. Sentii le cicatrici. Sentii il mio corpo.
Ero sdraiata su una superficie fredda. Poco dopo mi misi seduta. Dovevo capire cosa mi era successo. Cosa stavo vivendo, ma, soprattutto, se stavo effettivamente vivendo.
Dove mi trovavo? Ero forse nel Limbo? Era questo che c'era dopo la morte? Il nulla più assoluto?
«Salve, signorina Elizabeth.» Una voce riecheggiò nel vuoto. Allora non ero completamente sola, no? Era una voce di un uomo. Non sapevo da dove venisse.
«O forse dovrei dire “Bentornata a casa”? Si starà probabilmente chiedendo dove si trova, perché è al buio, cosa sta succedendo... è semplice. Si trova nella base della C.A.T.T.I.V.O.. Ora la prego di coprirsi con il telo che sta sotto di lei. Entrerò nella stanza per darle qualche delucidazione.» Era una voce nell'oscurità.
Sentivo il mio cuore battere così veloce che riuscivo a sentirlo nelle orecchie.
Telo? Non vedevo nemmeno me stessa, come caspio potevo vedere un telo?
Cominciai a tastare la superficie sotto di me. Per un bel po' non trovai nulla, ma quando finalmente la individuai, mi coprii alla svelta.
Ed allora le luci si accesero di botto.
Mi guardai le mani. Erano bianchissime. Ero completamente bianca.
E quel posto... io l'avevo già visto. C'erano luci al led, computer, sedie...
Io c'ero già stata.
Entrò un uomo che doveva avere una cinquantina d'anni e indossava un camice da scienziato. Indossava degli occhiali e teneva in mano una cartellina. Sembrava proprio il classico ritratto dello scienziato, ma non aveva un aria particolarmente seria.
Subito dietro di lui, c'era un uomo che sembrava vagamente... un ratto.
«Salve, Elizabeth», disse quest'ultimo, «vedo che ci rincontriamo».
«Io... sono morta? Questo è un sogno?», domandai d'istinto. La mia voce quasi mi sembrava diversa, ma non lo era.
L'uomo con gli occhiali, che aveva trascinato una sedia davanti a me e aveva incrociato le braccia, scosse la testa. «No, non stai sognando. Noi della C.A.T.T.I.V.O. ti abbiamo presa una volta che i tuoi compagni Radurai ti hanno sepolta e ti abbiamo portata qui. Ti abbiamo lavata alla svelta e ti abbiamo curata. Sai, qui abbiamo diversi esperti. Non eri esattamente morta, la Marchiatrice aveva un veleno particolare che ti è entrato in circolo appena ti ha punta. È chiamato “il Costume della Morte”. In pratica, crea uno stato di morte apparente, che dura qualche ora, poi ci si risveglia come se nulla fosse. Tutto questo per riaverti qui con noi, Elizabeth», spiegò gentilmente. «Sei speciale, e tu lo sai.»
Non sapevo perché, ma avevo la sensazione di potermi fidare di lui. Mi sentivo al sicuro. Lo stesso non potevo dire dell'uomo dietro di lui, che mi guardava con aria di superiorità.
«Che è successo?», domandai, e l'uomo col volto da ratto schioccò la lingua
«Non ricordi nulla di ciò che è successo prima che tu andassi nella Radura?», chiese gentilmente lo scienziato, ed in tutta risposta scossi la testa.
«Visto? Non ricorda proprio nulla! Te l'avevo detto che sarebbe stato uno sforzo inutile! Dovevamo lasciarla lì, d'altronde ci si è spedita lei stessa!», rispose l'altro, sbuffando rumorosamente.
«Janson, potrebbe cortesemente tacere?»
Janson? Justin aveva parlato di lui.
L'uomo davanti a me sorrise, cercando di sembrare ancora più cordiale di quanto già non si fosse dimostrato. «Elizabeth, ricordi dei D2MH, giusto? So che te lo ricordi. Sei fuggita tu stessa nella Scatola del Gruppo A, stavi fuggendo.»
«Da cosa fuggivo?» La cosa non mi piaceva affatto.
«Da tutto. Eri stanca di lavorare a questo progetto. Non eri d'accordo sul fare del male ai Soggetti ed eri stufa di farlo contro la tua volontà. Hai cercato di liberarci contro i D2MH, quasi ci sei riuscita. Ma era solo un diversivo per poter fuggire. Abbiamo cercato di fermarti, ma avevi manomesso tutti i sistemi di sicurezza. Ti sei presa un calmante, il Filtro per dimenticare, poi ti sei sostituita ad uno dei ragazzi che doveva andare nella Radura e ti sei spedita tu. Quel ragazzo... beh, penso sia fuggito all'esterno. Tanto peggio per lui, non sarebbe sopravvissuto comunque.»
Tralasciai le domande su quel ragazzo. Non volevo sapere cosa intendesse con quel “non sarebbe sopravvissuto comunque”. Non sembrava nulla di positivo ed avevo problemi ben più importanti di quelli riguardanti una persona che nemmeno conoscevo.
«Cosa volevo dimenticare?»
«Tutto ciò che hai fatto, credo. Probabilmente ti sentivi in colpa. O forse sapevi semplicemente troppe cose e non volevi più portarne il peso. D'altronde, Elizabeth, hai solo diciassette anni. Il mondo è cambiato troppo e... non è più un bel posto come poteva esserlo prima. L'Eruzione ha dannatamente fatto una strage di questo posto... le persone non sono più le stesse. Viviamo col costante terrore di sapere chi sarà il prossimo Spaccato. Noi ci impegniamo per trovare una cura. Solo che ogni tanto, per quanto questo posto sia sicuro, qualcuno di noi si ammala lo stesso e viene subito messo in quarantena. Ma non preoccuparti, quelli che si ammalano sono per la maggior parte persone che vengono da altri dipartimenti, novellini insomma. Ci disfiamo subito di loro, quando sono malati. Il giorno prima che andassi lì, un novellino ti ha svegliata nel cuore della notte per provare un vaccino inventato da lui. Ed era solo in fase sperimentale. Era stato uno scienziato che dopo aver addormentato tutti gli altri ed ha lasciato sveglia solo te per provarlo, solo per paura di testarlo direttamente su sé stesso. E quello scienziato era malato. Aveva l'Eruzione già in fase piuttosto avanzata. A dire il vero, non è stata la prima volta che è successo qualcosa del genere.»
«Ah, per l'amor di Dio!», balbettò Janson alle sue spalle. «Arriviamo al sodo. Tornerai a lavorare per noi, oppure noi ti manderemo nella Zona Bruciata a marcire insieme agli Spaccati!»
Zona Bruciata? Gli Spaccati?
Il sole brucia la zona.
«Non dire stronzate, Janson. Così la terrorizzi più del necessario, dannazione! Sta’ tranquilla, Elizabeth. Nessuno ti farà più del male. Sei al sicuro qui. Tuo padre è molto preoccupato per te e vuole vederti.»
Mio padre? Mio padre... Non ricordavo nemmeno che faccia avesse.
Non sapevo se quella fosse una cosa positiva o se dovessi sentirmi in qualche modo triste per quello.
Chiusi gli occhi, strizzandoli lievemente. Volevo soltanto tornare dai miei amici.
A pensarci bene... ero sorpresa del fatto che in verità non m'interessasse di lui, di mio padre.
E se prima avevo desiderato di fuggire dalla Radura. Se prima l’avevo odiata al punto di voler fare qualsiasi cosa... ora volevo solo tornare lì. Volevo farlo, solo per poter fuggire assieme ai miei amici.
Quella era la mia vera famiglia, ormai. Quel gruppo di ragazzi con una sola cosa in comune: la voglia di sopravvivere, di fuggire, di vedere il mondo esterno.
«Non ti ricordi di lui, non è vero?», domandò l'uomo davanti a me. «Hai lo sguardo assente.»
Scossi la testa. Era così gentile, non volevo rispondergli male. Ma ero tentata di farlo, perché mi sentivo dannatamente nervosa. Mi metteva irrequietudine, volevo tornare indietro. Quello era il mio unico chiodo fisso.
«No», risposi, cercando di tenere un tono calmo. «Ma non m'interessa. Voglio tornare lì. Voglio tornare dai miei compagni. Ho bisogno di sapere cos'è successo a loro.»
«Non preoccuparti, stanno bene. Tra poco Thomas e Teresa passeranno alla Fase Uno del test. Staranno bene. Dunque, vuoi vedere cos'è successo? Bene.» Si avvicinò ad uno dei computer e cominciò a premere diversi tasti. Fece illuminare gli schermi.
Mostravano la Radura. I Radurai erano a lavoro in tutti i posti. La vita continuava, come al solito. C'erano tutti, ma non riuscivo a vedere l'unica persona di cui mi interessava davvero.
Magari è nel posto segreto..., pensai, sentendo un vuoto improvviso.
«Contenta?»
«Che fine hanno fatto i D2MH? E i cadaveri di George e Justin?»
«I D2MH sono morti dopo la morte dell'Alpha, mentre George e Justin sono stati presi proprio come abbiamo preso te. Abbiamo analizzato i loro corpi e, sopratutto, il loro cervello. Non abbiamo riscontrato nulla di utile per la cianografia.»
«Cosa succederà adesso?», sussurrai. Perché sentivo che non sarebbe accaduto nulla di positivo?
«Una volta completato il test del Labirinto, passeremo alla Fase Due.» Si girò a guardarmi. Sul suo volto comparve un improvviso sorrisetto ambiguo. «Prenderemo i Radurai e li manderemo nella Zona Bruciata... e tante, tante altre cose. Tutte per un bene più grande, ricordi?»
Non sapevo cosa fosse la Zona Bruciata, ma quel nome non prometteva nulla di buono.
«Forza, ora andiamo. Adesso ti vesti e raggiungiamo tuo padre. Ti sta aspettando.»
«Finalmente! Comportati bene, mi raccomando... tuo padre è il capo di questo posto», esordì Janson, quasi con un tono di ammirazione.

Fortunatamente, non fui costretta a stare al mio posto precedente.
Mio padre... lo avevo immaginato in modo diverso. Era felicissimo di rivedermi, mi strinse in un abbraccio fortissimo e quasi si mise a piangere. Era contentissimo, sul serio... ma io non sentivo nulla. Mi sentivo svuotata di ogni sentimento, non provavo nulla. Nulla.
Non vidi nessuno dei “Quattro d’élite”. Ancora pochi giorni e sarebbe terminato il mese, quindi, tra poco, nella Radura sarebbe arrivato il nuovo Fagio.
Vero, non facevo nulla che riguardasse il mio lavoro precedente. E come avrei mai potuto farlo? Non avrei mai fatto del male ai miei compagni, e gli altri lo sapevano. Al contrario, avrei fatto di tutto per liberarli.
Ma mio padre mi promise che a breve sarebbe terminato tutto, e aggiunse che in ogni caso non ci sarebbe stato nulla che io avrei potuto fare. Mi confessò che anche lui odiava dover guardare quei ragazzi all'interno di quel posto, ma che era per un bene più grande.
Non riuscivo a credere a quelle parole, e nemmeno lui sembrava crederci. Era come se avesse avuto in mente un nastro registrato con quella sola falsa spiegazione.
Mi spiegò che lui era uno dei fondatori del Quartier Generale della C.A.T.T.I.V.O., ma che prima di tutto questo, era stato un dottore di fama mondiale. Uno dei primi ad aver scoperto e visto quella malattia che aveva messo il mondo in ginocchio.
Aveva scoperto che io, lui e mia madre eravamo, fortunatamente, immuni agli effetti del virus. Si era messo a cercare un vaccino, assieme a mia madre. Test su test ogni giorno.
Era stato contattato dalle persone che volevano creare questa grande associazione e avevano richiesto il suo aiuto.
Lui non voleva, non era d'accordo con la storia della cianografia. Ma la scelta era semplice: o li avrebbe aiutati, o sarebbe morto. Saremo morti tutti. Non avremmo trovato ospitalità in nessuna delle città sicure. Le poche rimaste. E non voleva fare questo né a me né a mia madre.
Mia madre... anche lei era stata una grande dottoressa e scienziata. Lo era stata davvero... poi la malattia l’aveva colpita. Forse la sua immunità non era permanente. Forse lo stress aveva solo peggiorato le cose.
Mio padre era divenuto il capo di quel dipartimento, e aveva cercato in tutti i modi di salvare mia madre.
«Sarò sincero, piccola mia, probabilmente è ancora viva», mi disse. «Ma non è più qui».

Dal giorno del mio ritorno in quel posto, avevo passato la maggior parte dei miei giorni con mio padre. Aveva bisogno di me, anche se non ricordavo nulla di lui.
Mi mostrava delle foto di famiglia, mi raccontava aneddoti e di com'era stato il mondo prima che la malattia prendesse il sopravvento ovunque...
Mi raccontava molte cose. Ma la mia testa era sempre nella Radura. Ogni giorno, ogni secondo.
Ed ero sempre lì ad osservare tutto ciò che accadeva, attraverso gli schermi che erano sparsi per tutto l'edificio. Li osservavo senza poter muovere un dito.
Ero lì a guardare Newt che si rifugiava sempre più spesso nel posto segreto. Spariva per ore.
Guardavo i Velocisti continuare le loro uscire nel Labirinto, ignari del fatto che, tanto, non sarebbe cambiato niente. I piani erano altri. Ed io volevo tornare lì, aiutarli. Non sapevo come, ma avrei voluto fare la mia parte.
Era tutto dannatamente straziante. Lo era stato fino alla fine... ma c'era davvero, una fine?
Mi stavo recando verso l'ufficio di mio padre, mentre in una delle ampie sale per gli incontri dei grandi capi, era in corso una riunione.
Papà era lì con loro, quindi io avrei dovuto aspettarlo nel suo ufficio. Potevo fare ciò che volevo.
Ma ero curiosa di sapere perché quella riunione, quel giorno, fosse così importante come aveva fatto intendere lui.
Visto che quella stanza era di passaggio, mi avviai verso di essa. Dopo qualche attimo di esitazione, una volta lì davanti, decisi di poggiare l'orecchio contro la porta e di origliare.
Non capii granché del discorso, a parlare era una donna con una voce davvero seria. Captai solamente una parte di ciò che stava dicendo...
«La prima parte del piano è stata avviata. A breve i Soggetti termineranno, finalmente, la Fase Uno e avremmo un'ottima cianografia tra le mani con eccellenti risultati, nonostante l'inconveniente di sua figlia, signor Richard. Abbiamo corso un bel rischio, ma abbiamo ottenuto risultati veramente strabilianti! E questo è stato veramente ottimo. Tuttavia, come ben sappiamo, non è ancora finita qui. Teniamoci pronti, perché appena termineremo la Fase Uno, cominceremo subito con la numero Due. Niente pause, non possiamo permetterci di sprecare un minuto in più e non possiamo sbagliare nemmeno di una virgola. Ricordatevi, è per il bene più grande.»

{Angolo dell'autrice}

Okay pive, con questo super breve epilogo (se così possiamo definirlo!) è terminata ufficialmente la FanFiction.
Ora, risponderò a qualche domanda che mi è stata fatta nel corso della FF e che magari qualcuno di voi ha ancora:

 

- Ma la FanFiction fa parte del libro? nel senso, è ufficiale?
- No, è una fanfiction a tutti gli effetti. Non esistono D2MH, Marchiatrici, Elizabeth, Justin, George, Jillian ed Evangeline.
Tanto meno è stato Newt a creare i dolenti. O almeno, non c'è scritto da nessuna parte ahahah

- Perché Newt è OOC?
- Questa è una cosa che mi è stata fatta notare una sola volta, e rispondo ora in modo chiaro e preciso.
Per un mio punto di vista, non è OOC, ma forse da autrice sono piuttosto di parte, e forse è anche perché io riesco ad inquadrare la situazione dato che la storia la sto scrivendo io.
Vi spiego subito, comunque, perché giustamente tutti meritano di capire (sopratutto ora che la storia è terminata!):
La storia è ambientata UN mese prima dell'arrivo di Thomas e Teresa, per cui ancor prima della storia ufficiale.
Essendo passato comunque un mese prima, ho deciso di giostrarmi questo tempo nel miglior modo possibile, facendo accadere delle cose che avrebbero modificato il carattere di Newt.

Una persona sottostress, come lo era lui essendo anche il secondo in comando, giustamente reagisce come meglio può per salvaguardare sé stesso, ed io ho deciso di renderlo un po' più "chiuso" in sé stesso, che diffidava delle persone che lo circondavano, tranne che dei suoi migliori amici.

D'altronde nella radura si sopravvive, se uno muore gli altri imparano a non commettere i suoi errori e vanno avanti nella loro vita. Ho voluto rendere questo concetto piuttosto chiaro, anche attraverso Newt.
Tuttavia, ho deciso anche di dare una spiegazione al suo comportamento futuro (quindi nella versione ufficiale del libro di James). Il suo essere così disponibile, gentile e "protettivo" verso gli altri.
L'arrivo di Liz, quindi, che come ultima cosa gli chiede di aprirsi di più verso gli altri.

La sua perdita avrebbe modificato questo lato di lui, rendendolo anche leggermente più vulnerabile alla morte dei suoi compagni (come per esempio Chuck).

- Come mai questi nomi per i personaggi?
- A dire il vero, questa è una cosa che non mi ancora stata chiesta (perché a nessuno frega un caspio! *applausi*), ma ci tengo a dirvela comunque, perché c'è un botto di lavoro dietro.

... No non è vero. Ci sono solo poche ricerche AHAHAH ma  ci tengo a dirvi che non è stato un lavoro fatto alla caspio di cane!
Comincio col dirvi che il nome di Justin e George compaiono nel film, quando viene inquadrata quella parete con i nomi dei radurai (grazie regista, anche se da raduraia ti maledico per aver messo una cosa che non c'entra niente. Però mi hai suggerito dei nomi, a qualcosa sei servito!).
Da lì, ho cercato a cosa potevo collegarli.
TUTTI I NOMI inseriti all'interno della FF appartenevano a scienziati o comunque persone importanti!
Justin, ad esempio, è Justin Capra, inventore del Jetpack.
George, pensavo a George Washington, ma a pensarci bene, per quanto sia stato importante, preferisco le cose più complesse, così ecco a voi George Alexander Kelly, psicologo, matematico e pedagogista! Ideatore anche della teoria della psicologia dei costrutti.
Evangeline, la ragazza asiatica ribelle che Janson chiama Jocelyn, anche lei non ha un nome a caso, ma Jocelyn Bell-Burnell è stata un'importante astrologa.
Elizabeth, invece, possiede il nome di Elizabeth Helen Blackburn, premio Nobel per la medicina nel 2009, ottenuto per le scoperte sull’enzima telomerasi (assieme a Carol W. Greider), è la presidentessa della American Association for Cancer Research.
Queste scoperte un domani potrebbero essere applicati per la ricerca della cura contro il cancro.
Per Jillian invece non ho fatto nessuna ricerca, lei non rientra nella categoria scienziati nemmeno nel racconto.


- Ci sarà un seguito?
- Sì, ci sarà un seguito, probabilmente, ma non ora.
Premetto che purtroppo non ho più così tanto tempo come quando ho iniziato a scrivere questa FF al quale mi sono affezionata parecchio, quindi, se scriverò il seguito, non farò capitoli così lunghi come questi. Anche perché qui mi potevo sbizzarrire, non avendo una trama da seguire, invece se dovessi fare sia La fuga che La rivelazione sarò costretta a seguire la trama... Chiaramente modificando diverse parti per personalizzarla il più possibile.
Perciò, vi terrò aggiornati in qualche modo! Magari, quando la pubblicherò, vi manderò un messaggio privato o qualcosa di simile. Non penso che terrete la storia nella biblioteca personale, dato che è finita e non ci conto nemmeno, perché vi posso capire ^^

- Come mai hai voluto trattare il classico argomento della prima ragazza nella radura?
- Altra domanda che non ricordo se mi è stata fatta o sono io che mi sogno le cose.... E va beh.

Comunque, in modo stupido, all'inizio pensavo che non fosse stato ancora trattato (sogna, sì.....) e la trovavo una cosa carina e nuova. Ad ogni modo, non importa, perché sin dal primo momento ho voluto proporre la cosa in modo da essere il più credibile e originale possibile.
Mi sono sentita più motivata una volta scoperto che era un argomento già trattato.
Non volevo far girare tutta la storia solo attorno ad una storia d'amore tra Newt ed Elizabeth, se no sarebbe stato troppo noioso e pesante sia da scrivere che da leggere.
Dovevo oltretutto trattare l'argomento con i guanti, perché comunque stavo lavorando su una fanfiction tratta da un libro, rischiavo di fare spoiler troppo grandi o comunque di sforare veramente troppo dalla trama originale!

Detto questo, pive, se avete ulteriori domande non esitate a mandarmi un messaggio privato o a lasciare un commento! Sarò più che felice di rispondere a tutto! ^^
Vi terrò aggiornati in caso iniziassi il seguito di questa FF.
Grazie mille per le recensioni che avete lasciato, mi ha fatto seriamente piacere e mi ha fatto amare ancora di più questa mia passione.
Non smetterò mai di dirlo e di ringraziarvi!
A presto, pive!

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Labirinto - The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Stillintoyou