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Autore: __Sapphire_    09/07/2015    1 recensioni
Attenzione: SPOILER sul gioco ''Professor Layton e L'eredità degli Aslant.
La fanfic racconta il momento in cui Jean Descole (Hershel Bronev) e Hershel Layton (Theodore Bronev) da bambini hanno dovuto dirsi addio. La fanfic è narrata dal punto di vista di Descole che, ancora bambino, non desidera altro che rendere felice Theodore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hershel Layton, Jean Descole
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 2 : HERSHEL LAYTON

Theodore si avvicina a piccoli passi verso di me. Non ha ancora imparato a camminare per bene, ma fa il possibile. “VA’ VIA! Non ti riguarda!” gli urlo contro. Vedo lo vedo rattristarsi mentre si avvicina a me ancor di più. Sbaglio a prendermela con lui, e lo so. I veri responsabili qui sono solo la Targent e gli Aslant, ma, non riesco a controllarmi. Si mette in ginocchio vicino a me e, con la sua manina mi da alcune pacche delicate sulla schiena. Dai suoi occhietti neri si intravede preoccupazione. Non voglio che se ne vada ricordandomi in questo modo. Lo abbraccio rassicurandolo che è tutto apposto. Theodore è ora stretto a me e ricambia l’abbraccio un tantino impacciato. Mi ritrovo a desiderare che questo momento duri per sempre. Qualche lacrima continua ancora a scendere dai miei occhi, ma stringo i denti per farmi forza.
Il rumore di una macchina che passa a tutta velocità dalle strade vicino a casa nostra mi riporta alla realtà: il tempo vola e non starà di certo ad aspettare che io smetta di piangere per separarmi dal mio fratellino. Mi alzo in piedi, e lo prendo per mano. Penso rapidamente a qualcosa per distrarlo dalla situazione.
“Oh, mi brontola lo stomaco! Andiamo a fare colazione!” è ovviamente una bugia. Non ho voglia di mangiare, ma devo fingere per Theodore. Con la sua mano stretta nella mia ci avviamo verso la cucina. Verso il latte nella sua tazza ed esco alcuni biscotti. Pare essere ritornato tranquillo e mi fissa con attenzione sgambettando, seduto sulla sedia. Divora tutto rapidamente. E’ da giorni che non facciamo un pasto decente. Sorrido nel vedere come cambia facilmente d’umore e come a gli importi solo il presente. Forse dovrei riuscire anche io a prenderla più alla leggera, come lui, ma non riesco. Proprio quando sto per immergere il mio ultimo biscotto nel latte, Theodore pone una domanda che mi fa sobbalzare facendo cadere il biscotto nella tazza. “Hersh, cosha ci facevi nella mia stanza?” il suo tono è innocente, pare non sospettare di nulla e non aver capito nulla. Lo fisso con amarezza. E’ troppo piccolo per capire tutto ciò che sta succedendo. Prima o poi, nell’arco della mattinata avrei dovuto dirglielo. Stavo preparando i bagagli perché desideravo che andasse lui al posto mio con i signori Layton. Dopo un attimo di scombussolamento gli rispondo nel modo più calmo che posso. Devo dimostrarmi forte:“Fratellino, non hai capito? Da oggi tu andrai a vivere coi Layton!” Theodore pare bloccarsi. Mi osserva con sguardo confuso. Lo conosco sin troppo bene per affermare che, non ha capito ancora nulla. Continuo ad osservarlo fisso nei suoi piccoli occhi. Spero che comprenda, perché non so spiegarlo con altri termini. Guarda verso il basso. Pare rassegnato. Rassegnato lo sono anche io. Non voglio piangere. Non DEVO piangere. Guardo verso il basso anche io e scendo dalla sedia dove fino a poco fa stavamo mangiando.
“Vieni, Theo, andiamo a prepararci.” Gli faccio cenno di seguirmi ma rimane immobile senza guardarmi negli occhi. Non so più cosa dirgli, come convincerlo. Quel silenzio pesante che riempie la casa sembra parlare al posto mio e il mio fratellino annuisce tristemente e mi segue.
Nel giro di pochi minuti Theodore è vestito e pronto per uscire. Lo fisso trattenendo le mie lacrime e stringo i miei pugni. E’ probabilmente l’ultima volta che lo vedrò e non voglio dimenticare nulla di lui.
Prendo la valigia e un piccolo zaino per inserire dentro quei pochi abiti che sono ancora rimasti fuori. Assieme decidiamo di dirigerci verso l’ingresso. Sono ormai le 12:00 e i signori Layton dovrebbero arrivare a momenti. Do una mano al mio fratellino a scendere le scale. Non ostante la sua mano sia molto più piccola, cerca di stringere la mia il più possibile. Nemmeno lui vuole lasciarmi, e anche se non trova le parole per esprimerlo, lo fa capire coi piccoli gesti.
Mi siedo sugli ultimi scalini e, senza guardarlo negli occhi inizio a preparare il suo zainetto. All’improvviso Theodore mi smuove un braccio. Cerco di ignorarlo di proposito, qualcosa mi dice che non riuscirò a mantenere un aspetto sereno e pacato per molto tempo.
“Ma io—io non voio andare via!” dice con una vocina imbronciata e leggermente tremolante.
“Avanti, non essere sciocco, vivrai con la famiglia Layton da oggi in poi.” Mi concentro su quel che sto facendo. Piegare e sistemare l’ultima felpa nello zaino. Non devo distrarmi. Non devo piangere.
“Ma… Hershel! Io voio restare con te!” (Ancora quel nome…) La sua voce ora è grave e allarmata. Mi abbraccia e cerca di smuovermi. Capisco così quanto mi sia comportato male nei suoi confronti. Decido di affrontarlo e guardarlo negli occhi. Li ha parecchio lucidi e intravedo qualche lacrima. Devo fingermi poco turbato, se non tranquillo. Devo infondergli fiducia e prepararlo a lasciare questa orribile casa. “No. Non chiamarmi così. Hershel sei tu ora. Hai capito?”
Sta per ribattere, ma non trova le parole. Gli poso il mio indice sulla bocca e gli faccio cenno di calmarsi. Sono pochi gesti, pochi istanti e il mio fratellino comprende la situazione. Capisce ciò che provo io per lui. Si asciuga le lacrime e rimane fermo.
I signori Layton hanno suonato. Mi alzo e lo prendo per il braccio perché altrimenti so che rimarrebbe immobile e mi avvicino alla porta. Non appena la apro Theodore mi abbraccia la vita con delicatezza. Mi impedisce un po’ i movimenti, ma lo capisco e poso la mia mano sulla sua spalla per far capire che gli sono vicino. Osservo i volti dei due individui all’ingresso. Una signora e un signore leggermente anziani ma con un aspetto gentile e affettuoso. Proprio come li avevano descritti. Capisco che il mio fratellino si troverà in buone mani. Tiro un sospiro e cerco di fingere un’espressione serena e calma quanto più posso, poi inizio a parlare.
“Buongiorno signora e signor Layton, vi presento mio fratello Hershel.” Theodore mi fissa come se volesse contraddirmi, ma capisce lui stesso che non deve dir nulla e lascia che i suoi nuovi genitori si avvicinino a lui. E’ leggermente allarmato.
“Sei tu il famoso Hershel, allora! Ci hanno detto che sei un bimbo molto intelligente!” esclama il signor Layton con affetto e soddisfazione.
“Molto piacere, piccolo Hershel!” dice la signora Layton e poco dopo gli accarezza il capo con affetto.
Hershel mi fissa. Non riesce a trovare le parole ma dai suoi occhi si può comprendere tutto. Pare chiedere ai suoi nuovi genitori di adottare anche me. Mi rendo conto che l’anziana ha anche lei compreso i suoi sentimenti. “Lo sapete, no? Purtroppo non possiamo prendermi entrambi…”
“Sì, ma so che Hershel sarà contento! “ esclamo sorridendo. Infondo è questo il mio obbiettivo. Rendere felice il mio fratellino.
“E tu che farai?” Theodore abbassa la testa. Qualunque cosa dica lui sa che è una bugia ed è dispiaciuto per me, che rimarrò solo in questa casa.
“Oh… niente paura! Andrò da un’altra famiglia del villaggio…i Pheeps!” La sua piccola mano si stringe attorno al mio gilè con forza e noto che si avvicina a me. Lui non vuole perdermi, io non voglio perderlo.
“Allora capisco. Beh, è stato un piacere conoscerti!” Mi rendo conto che ormai il momento dell’addio è vicino. Pochi minuti e tutto sarà finito.
“A-a-nche per me!” Esclamo. Cerco di prendere tempo. Voglio stare ancora con lui. Voglio insegnarli tante cose. Voglio rileggere con lui il libro “Il richiamo dello Spettro”. Voglio vendicare con il suo aiuto la scomparsa dei nostri genitori…
Non mi passa altro per la mente.
La signora Layton abbraccia Theodore amorevolmente e fa cenno di andare. Io e lui assieme ci teniamo le mani congiunte. Lui non vuole lasciare le mie. Decido di lasciare la stretta per fargli capire che è tutto apposto.
Pochi secondi e lo fisso da lontano, mentre cammina lentamente ed entra nella macchina dei signori Layton. L’auto parte. Posso lasciarmi andare. Le lacrime scendono lentamente dagli occhi. Non voglio chiudere la porta. Voglio seguire con lo sguardo quell’auto fin quando posso.

Sii felice fratellino, da oggi per te inizia una nuova vita. D’ora in poi sarai Hershel Layton!


L’angolino dell’autrice:
Mi scuso con tutti coloro che hanno aspettato a lungo questo capitolo. Ho avuto un blocco, se così si può definire, e non avevo idee su come impostare il finale della fanfic. Se ci sono errori grammaticali o volete dare consigli scrivete pure. Come nel precedente capitolo, grazie a chi è arrivato a leggere la fanfic fino alla fine. Un grazie speciale va a GreenBlood_, butterfly_heart e MidnightLady per aver letto e recensito il primo capitolo. A presto. :3
  
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