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Autore: Conodioeamore    10/07/2015    1 recensioni
[-Altro - anime/manga vari]
[-Altro - anime/manga vari]Ecco a voi la storia di un ragazzo, di una ragazza e di un pennarello!
Seraphine è una liceale appena trasferita nella scuola del suo vecchio amico d'infanzia Evan. Cercandolo tra gli studenti, scopre che è cambiato totalmente da come lo ricordava! Prima era un ragazzo dolce che quando sorrideva sembrava una bambina, tanto che lei stessa lo proteggeva dai bulli. Ora, invece, Evan è un gran bel figo che ha tanto successo con le ragazze e per di più è anche il presidente del consiglio studentesco. Per non parlare delle sue tendenze maniache e possessive. Potrà tra loro rinascere una semplice amicizia?
(tratto liberamente dal manga pubblicato da "Scanduzioni". Io riprendo solo in parte la storia iniziale, dato che ci sono solo 3 volumi del manga. Proseguirò di mia fantasia. Dato che i nomi dei personaggi non li ricordo tutti, li inventerò)
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Muoviti, o farai tardi!» urla mia madre dalla cucina. Stavo finendo di mettermi l'eyeliner, quando per tutta risposta le dico: «Cinque minuti e scendo.»

Cavolo, devo affrettarmi altrimenti farò tardi il mio primo giorno di scuola. Oddio, non è proprio il mio primo giorno di scuola dato che è quasi metà semestre. Mi chiamo Seraphine Hayes ed ho diciassette anni. Sono potuta ritornare nella mia città natale, San Francisco, perché mio padre è ritornato qui per lavoro. Qui c'è un ragazzo che voglio incontrare, il mio amico d'infanzia Evan. Così colgo l'occasione per frequentare il suo stesso liceo, il John Marshall High School. Ho sentito parlare molto bene di quel liceo e spero proprio di inserirmi nella classe.

Prendo la borsa ed esco dalla stanza, lasciando la porta aperta. Scendo giù in cucina per prendermi un croissant ed uscire. Mia madre non è in cucina, il che mi fa pensare che sia già in macchina ad aspettarmi. Esco di casa e chiudo la porta a chiave. Mi era mancata la nostra vecchia casa di famiglia. Siamo stati lontano da San Francisco per quasi sette anni. È molto cambiata da come era allora.

«Sei nervosa?» mi domanda mia madre una volta salita in macchina. Mi volto a guardarla ed acconsento con la testa. «Un po'. Ma sono anche elettrizzata perché finalmente lo rivedrò.»

«Evan, giusto? Credi che si ricorderà di te?»

«Sì» le rispondo mentre mi allaccio la cintura. Mi isolo completamente guardando fuori dal finestrino. «Deve ricordarsi.» Non sopporterei l'idea che mi abbia dimenticata, perché io non l''ho fatto.

Arrivata a scuola, vado immediatamente nella sala delegati per farmi dire quali materie dovrò studiare durante la settimana. Varco la porta e trovo una ragazza dai capelli neri, che le arrivano fino a metà collo. Sembra una bambolina, ha la carnagione chiarissima e due occhi blu come il mare. «Tu devi essere la nuova studentessa. Ti chiami Seraphine, vero?» mi domanda allegra. Un po' imbarazzata, le rispondo: «Sì, sono io. Mi chiamo Seraphine Hayes.» La ragazza viene verso di me, sorridendomi ancora.

«Vieni, ti faccio fare il giro della scuola. Manca ancora mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni, ne possiamo approfittare per vedere dove sono collocate le tue aule.» Mi porge un foglio sul quale ci sono scritte le lezioni settimanali.

La ragazza esce dalla sala delegati e va in corridoio. Mi affretto a raggiungerla, per non perderla di vista. «Ma che maleducata, non mi sono nemmeno presentata. Sono Alice Jefferson» dice, girandosi improvvisamente verso di me. «Piacere» le dico stringendole la mano.

Iniziamo il giro di tutta la scuola ed arriviamo al secondo piano. «Questa è la stanza dove si riuniscono i membri del giornale scolastico» mi dice, indicando una porta alla nostra destra. «Più giù invece ci sono i laboratori di biologia, chimica e fisica.»

Continuiamo a camminare, però io mi fermo di colpo. «Ah! Giusto. Posso farti una domanda?»

«Certo, sono qui anche per questo.»

Mi porto le mani all'altezza del viso. «Per caso conosci un ragazzo che si chiama Evan?»

Alice mi guarda perplessa. «Evan? Che c'entra col giro della scuola?» domanda titubante.

«Ecco, è un mio amico d'infanzia e so che frequenta questa scuola» le rispondo un po' imbarazzata.

La ragazza si porta una mano sotto il mento. Evidentemente questo gesto l'aiuta a riflettere. «Evan... Ah! Sì, c'è uno che si chiama così!» esorta alzando il dito indice in su. «Reed Evan è il presidente del corpo studentesco.» Evan presidente del consiglio studentesco? Oddio non vedo l'ora di vederlo!

«È davvero carino! Ed è bravo in tutti gli sport, ed è anche il primo della classe! È arrogante da far paura, per questo è popolarissimo tra le ragazze.» Questo non sembra l'Evan che conosco io. Era un piagnucolone ed era preso di mira dai bulli. L'ho sempre protetto, ma era piacevole perché quando rideva sembrava una ragazza. Era carino. Credo non sia qui, probabilmente non è Evan.

«Così conosci il presidente? Presentamelo, ti prego!»

«No, non credo siano la stessa persona!» dico, iniziando ad agitare le mani. Alice sembra esserci rimasta male. «È così? Peccato...»

«Ehi, che state facendo?» domanda una voce maschile alle nostre spalle. Sembra alquanto seccata.

«Ma cosa...?» Mi giro nella direzione della voce. Dietro di me e Alice ci sono tre ragazzi alti su per giù un metro e settantacinque.

«Le lezioni stanno per cominciare!» ci dice il ragazzo al centro, come per rimproverarci. Quel ragazzo ha un non so ché di famigliare. I suoi occhi e la forma della bocca, è come quella di un bambino che conosco. Cavolo, è Evan! È totalmente diverso da come lo ricordavo, però deve essere per forza lui.

«Il presidente del consiglio!» squittisce Alice, in preda ai propri ormoni.

«Evan, sei tu?» gli domando a bocca aperta. Il ragazzo mi guarda perplesso. È lui, non c'è alcun dubbio. Gli salto immediatamente addosso per abbracciarlo. «Lo sapevo, sei tu! È da tanto tempo che non ci vediamo! Credevo di non riconoscerti, sei diventato così macho! Ti ricordi di me?» gli domando sorridendo.

Il ragazzo aggrotta la fronte. «Credo che tu stia sbagliando persona, io non ti conosco.» Non riesco a credere alle sue parole. Come ha fatto a dimenticarsi di me? È vero sono cresciuta, però non sono poi così diversa da come lo ero fino a qualche anno fa.

«Cosa? Sono Seraphine non ti ricordi? Ti proteggevo quando venivi preso in gir...» Il ragazzo non mi dà il tempo di terminare la frase che mi mette il braccio destro intorno al collo come per abbracciarmi. «Oh, sì!» esorta sorridendomi. Sono un tantino shoccata dal suo comportamento. «Cosa?»

«Ti mostrerò la scuola!»

«Evan, per la riunione?» gli domanda il ragazzo con gli occhiali.

«Cancellala» gli risponde secco, trascinandomi poi via.

«Sta sicuramente accadendo qualcosa» dice il ragazzo basso. «Sì, sicuramente» gli risponde quello che porta gli occhiali. Entrambi si mettono a ridere.

È come ha detto Alice, è davvero arrogante. Un ragazzo debole non può trasformarsi in un ragazzo come questo. È l'esatto opposto di Evan, devo essermi davvero sbagliata.

Saliamo le scale e arriviamo al terzo piano. «Ehi sembra un posto tranquillo.»

Mi sento improvvisamente trascinare per la manica del giacchetto. Sento il rumore della maniglia che si apre. In men che non si dica mi ritrovo buttata sopra qualcosa di davvero comodo. Un divano. «Eh? Un divano? Ma dove sono?» Mi guardo attorno. Nella stanza c'è un tavolo, posto proprio al centro. Una libreria attaccata alla parete e questo divano, sul quale ci sono io.

«Nell'ufficio del consiglio studentesco, Piccola Seraphine» mi risponde il ragazzo, sorridendomi e incamminandosi verso di me. Mi prende il viso con entrambe le mani. Costringendomi a guardarlo dritta negli occhi. «Eh?»

«Sì sì, è proprio questa la faccia. La ricordo bene, mi hai sempre protetto.» Il ragazzo sorride. Ora sembra Evan, ha la sua stessa risata! «Grazie» mi dice, dandomi un bacio sulla guancia. «Ma, odio le persone che parlano del passato.»

Mi lascia sempre più perplessa, è veramente cambiato. «Per completare la nostra riunione ti lascio entrare nel consiglio studentesco, sei contenta?»

«Cosa?» Ma che diavolo! «Mi prendi in giro? Questo mi creerà solo problemi!» gli urlo alterata. Provo ad alzarmi, ma vengo ributtata sul divano. Le sue gambe bloccano le mie.

«Il mio problema è che ti metti a rivangare sul passato! Questo è un ordine del presidente del consiglio.»

«No fermo! Non decidere per gli altri! E leva 'ste gambe!» gli urlo. Evan avvicina la faccia verso le mie labbra. «Solo per informarti, i miei ordini sono sempre assoluti. Se disobbedisci verrai trasferita, o peggio.» Il suo indice alza il mio mento. «Eh? No aspetta, non decidere...» Mentre dico la frase, la porta si apre ed entrano i due ragazzi che prima erano con Evan. Entrambi hanno un'espressione sorpresa e maliziosa. «L'avevo pensato che c'era qualcosa di sospetto. Così voi due state già a questo punto!» dice ridendo il ragazzo con gli occhiali.

«Evan sei veloce!» ribatte il ragazzo basso. Evan si alza da me per raggiungere i suoi amici. «Vi state sbagliando di grosso! Lei è solo divenuta un nostro nuovo membro!»

«E basta! La finisci di decidere per me?»

Il ragazzo con gli occhiali sorride. «Capisco... piacere sono Kevin Hill il vicepresidente, piacere di conoscerti.»

«Aspetta, noooo!»

«Un nuovo membro? Io sono Ivan Cox il segretario, piacere di conoscerti.»

«Andiamo d'accordo d'ora in poi» dicono tutti e tre all'uniscono. Che diamine, ma come ho fatto a far sì che finisse così? Io non voglio essere membro del consiglio studentesco. Ora che faccio?

   
 
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