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Autore: Susan Lamberster    11/07/2015    1 recensioni
Questa storia è il frutto di un desiderio che probabilmente molte Adommy Shipper condivideranno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2/07/15 Tiger Heat Club-Afterparty

Tommy aveva un unico modo per chiarire una volta per tutte con Adam. Ormai era andato tutto a rotoli e non aveva piú niente da perdere. Si era informato, Adam era ad Hollywood, a casa sua. Le prime foto in un club gay di quella serata erano già in rete, non gli fu per niente difficile venire a conoscenza dell'afterparty organizzato a casa Lambert. Non ci si poteva quasi avvicinare all'abitazione, la musica era assordante, c'era il rischio di uscirne sordo da quell'inferno. Vide un pò di gente fuori, a bordo piscina intenta a scolarsi qualche drink, mentre l'entrata sembrava apparentemente libera, anche se era consapevole che non avrebbe riconosciuto nulla in quella casa per via dell'orda di gente presente all'interno. Era mosso da rancore, si, quello era decisamente il sentimento che lo aveva spinto a guidare da Burbank fino ad Hollywood. Aveva tutte le intenzioni di cantargliene quattro a quella diva viziata, e lo avrebbe ascoltato, con le buone o con le cattive, ma sopratutto gli avrebbe risposto e gli avrebbe chiarito finalmente quell'enorme casino che era scoppiato tra loro. Perché Tommy c'aveva provato, anche se tramite twitter, aveva provato a fargli sentire che nonostante tutto lui esisteva e non avrebbe potuto cancellarlo dalla faccia della terra con uno schiocco di dita. Dio, quanto si era incazzato e quanto avrebbe voluto fargliela pagare, ma oltre a retwittare alcuni messaggi di "odio" diretti a quello stronzo che ormai lo aveva tagliato fuori dalla sua vita, non aveva potuto fare altro e anzi, si era pure sentito in colpa, conscio del suo atteggiamento infantile. Sarebbe andato molto prima ad affrontarlo a viso aperto se non fosse stato per tutti gli impegni che aveva il caro Adam. Il toro va preso per le corna e continuare a cercare di farsi rispondere ad un messaggio o una chiamata, lo aveva decisamente stancato.

Entrò in casa come una furia cominciando a guardarsi attorno per scovare l'oggetto del suo risentimento, non c'era una sola persona che conoscesse lí dentro e sicuramente la stessa cosa valeva anche per Adam, che invitava sconosciuti a casa sua come se fosse la cosa piú naturale del mondo. Avanzando verso la cucina intravide Terrance che lo fissò sbigottito spalancando la bocca in una perfetta "O" muta. Poi il ragazzo si riscosse e lo raggiunse a grandi falcate:
"Tommy, che.. che.." tentó un fallimentare approccio
"Dov'è!?"
"Tommy.."
"Dov'è, Terrance!?" lo fulminó con lo sguardo.
"Non credo che.." poi ebbe un'intuizione e cominció a farsi spazio a gomitate per arrivare alle scale che lo avrebbero portato al piano superiore della casa.

Terrance dal canto suo era rimasto scioccato. Tutto si sarebbe aspettato tranne che rivedere Tommy in una circostanza simile. Preso dalla consapevolezza voló letteralmente fuori di casa per tentare di salvare l'amico cantante in corner con una telefonata, per avvisarlo della furia bionda che stava per catapultarsi nella sua camera da letto. L'idiota peró non rispose.
"C'ho provato, vecchio mio." disse al ricevitore che ormai rimandava l'avviso della segreteria telefonica.

Non poteva crederci, c'era gente persino al piano di sopra intenta ad amoreggiare selvaggiamente contro le pareti e sicuramente in qualche altra stanza. La nausea lo colpí come un pugno prendendolo alla bocca dello stomaco, ma ormai era lí e puntó l'unica porta chiusa, quella che celava la camera di Adam e la spalancó senza troppe cerimonie ne ripensamenti. La prima cosa che gli balzó davanti agli occhi fu un ragazzo senza maglietta seduto sul bordo del letto che stringeva tra le mani una bottiglia mezza vuota di tequila, e piú in lá, vicino alla balconata, Adam, in piedi con un bicchiere sospeso a mezz'aria, capelli sconvolti e camicia tenuta ancora chiusa per miracolo, da un solo bottone. Lo sguardo che gli rivolsero fu di pura sorpresa e un pizzico di fastidio da parte dello sconosciuto.
"Bella festa!" sbottó acido puntando gli occhi ridotti a due fessure, su Adam
"E tu chi diavolo saresti?!" intervenne innervosito il ragazzo
"Lasciaci soli." esordí Adam con tono pacato, ricevendo uno sguardo stranito dal giovane ospite
"Ma.."
"Lasciaci. Soli." scandí, e il ragazzo, stizzito, fu costretto a guadagnarsi l'uscita di scena non risparmiandosi di sbattere ferocemente la porta.
"Ciao, Tommy Joe.."
"Oh, vedo che ricordi ancora il mio nome, credevo di doverti porgere la mano e presentarmi!" Adam alzó il bicchiere con apparente non curanza e ne trangugió in un sorso il contenuto.
"Cosa ti porta qui?" e glielo chiedeva anche? Si lasció sfuggire una risatina di scherno allargando le braccia
"Esigo delle spiegazioni, Lambert. Mi sembra evidente."
"Mh.. non posso affrontare questa conversazione in questo stato, sono ancora troppo sobrio."
"Azzardati a prendere quella bottiglia e giuro, su chi diavolo ti pare, che la faccio volare giú dal balcone con le conseguenze di ammazzare uno dei poveri disgraziati che al momento si trova di sotto!" Adam alzó le mani in segno di resa per poi dedicarsi ad abbottonare la camicia
"Cosa vuoi sapere?"
"Tutto! Dall'inizio, possibilmente."
"Allora, vediamo. Appena libero dalle catene della RCA, la WarnerBros mi ha contattato e sono partito per la Svezia, ho incontrato Max Martin e firmato il contratto, ho lavorato sulle canzoni per un anno e ho inciso il disco nei momenti di pausa del tour con i Queen.."
"Taglia corto Adam, passa alla parte in cui ci sono io." si stava davvero spazientendo e cominciava a sentire un certo prurito alle mani
"Non c'è molto da dire."
"Non costringermi alla violenza, in questo momento potrei non essere capace di trattenermi!"
"Come avrai notato ho cambiato la mia immagine, la mia musica.."
"E quindi?"
"Suvvia, Tommy Joe.." lo vide lanciarsi a peso morto sul letto e puntare lo sguardo al soffitto
"Le cose dovevano cambiare prima o poi.."
"Quindi mi hai scaricato perché non andavo bene per il nuovo Adam Lambert!?" incredulo aveva sbattuto piú volte le palpebre. Non poteva essere.
"Piú o meno è andata cosí.."
"Alzati!!"
"Non ci penso proprio."
"Alzati codardo, guardami in faccia!" lo fece, si alzó e lo fronteggió
"La nostra amicizia allora?! Non andavo piú bene come chitarrista, ma cosa mi dici del nostro rapporto!?" era decisamente furioso.
"Abbiamo combinato solo casini noi due, lo sai."
"Tu hai combinato casini!" lo accusó sicuro del fatto suo
"Non poteva andare avanti cosí, Tommy. L'ho fatto anche per te, per lasciarti libero."
"Cosa diavolo stai dicendo!?"
"Sono stato spinto da due motivazioni. La prima: Avevo bisogno di un cambiamento radicale, non potevo permettere che si parlasse ancora di noi in termini di Adommy. Tu, io, siamo molto piú di questo. Se avessi continuato a tenerti nella band saremmo ricaduti nel solito circolo vizioso, e permettimi, ma sono stanco di quel tipo di etichette. Voglio essere solo Adam Lambert, senza stronzate di mezzo. La seconda: Ho creduto che non fosse giusto tenerti incatenato a me. Abbiamo cominciato insieme, è vero, sei stato il mio bassista e poi il mio chitarrista, ma lo sai anche tu che sei molto piú del 'chitarrista di Adam Lambert'. La gente ci ha cucito addosso un ruolo che non sono piú disposto ad interpretare. Ne ho fatte tante di cazzate, ne abbiamo fatte tante, adesso è il momento di crescere ed è giusto che gli altri lo capiscano e lo accettino. Ho dato un taglio al mio passato, ho fatto tabula rasa per mostrarmi interamente per ciò che sono: Un uomo che vive di musica, senza fronzoli a fare da cornice. Niente glitter, niente provocazioni, niente trucco, solo io, Adam. Lo so che ti ho ferito, ma credevo che troncare cosí sarebbe stata la cosa piú giusta da fare. Ho solo cercato di farti allontanare con il valido motivo del disprezzo, perché mi hai odiato, no?"
"No.." era caduto in una sorta di trance provocata da quel fiume di parole
"No? Ho letto che appoggiavi certe critiche e insulti rivolti al sottoscritto."
"Cristo, Adam! Ero arrabbiato!" sbottó
"Non capivo cosa diamine fosse successo, come fossimo passati dal condividere tutto a non essere che il nulla. Avresti dovuto dirmelo, probabilmente non lo avrei accettato, non subito almeno, ma avrei saputo la verità."
"Cosa cambia?"
"Tutto. Cambia che ti capisco, che comprendo le tue motivazioni. Peró ci sono sempre stato per te e mi aspettavo che avresti fatto altrettanto." appena pronunciate quella parole, si sentí spossato, esausto. Adam sorrise, e solo in quel momento realizzó che non lo vedeva da piú di un anno e che era vero, era cambiato.
"Perché sorridi?"
"Perché continui ad essere la cosa piú adorabile del mondo." spiazzato e sconcertato, aprì e richiuse la bocca senza peró emettere alcun suono.
"Sei venuto fin qui sapendo che ero a casa, sei entrato come una furia nella mia camera rischiando di interrompere qualcosa che sicuramente non avresti voluto vedere, mi hai minacciato con il fuoco negli occhi e poi ti sei spento come niente dopo le mie spiegazioni. Sei sempre tu." e glielo disse con una tale dolcezza nella voce che involontariamente e improvvisamente, il suo cuore perse un battito.
"Sono sempre stato me stesso con te, magari ho mentito al mondo intero, posso persino aver provato a mentirmi da solo, ma con te non ci sono mai riuscito." gli confessó
"Lo so, non credere che non me ne sia reso conto. Quello sbagliato tra i due sono sempre stato io, e non sai quanto mi dispiace per averti fatto star male cosí tante volte da non averne memoria."
"Non mi hai fatto stare male.."
"Non indorare la pillola, Tommy Joe. Non difendermi ancora."
"Hai ragione, ci sono stato da cani per cosí tanto tempo. Ma l'ho voluto anch'io, avrei potuto mollare tutto e non l'ho fatto." "Avevi detto che te ne saresti andato solo quando ti avessi preso a schiaffi dicendoti che non ti volevo piú nella mia vita."
"Lo ricordi.."
"Ricordo tutto, e l'ho fatto, non ti ho preso a schiaffi nel senso figurativo della frase, ma col mio comportamento ho provato a dirtelo."
"E adesso cosa stai cercando di dirmi?" Adam gli fu subito difronte, talmente vicino che dovette alzare la testa per poterlo guardare negli occhi
"Sto cercando di dirti che non ti vorrei nella mia vita, che sarebbe tutto piú semplice se non ci fossi, che probabilmente mi sentirei ancora sicuro dei miei pensieri e dei miei presupposti se non fossi entrato da quella porta. Peró mi rendo conto, adesso che sei qui, che continui ad essere una dannata tentazione esattamente come dal giorno in cui ti ho conosciuto." non riuscí in nessun modo ad evitare di fissargli le labbra mentre gli parlava, e non riuscí a farsene una ragione dell'incredibile incoerenza che aveva sempre contraddistinto Adam Lambert. Tornó a fissare a fatica i suoi occhi, abbozzando un sorriso
"Dio, è da un secolo che non ti vedo e mi rendo conto di essere tornato a respirare solo adesso."
"Com'è l'aria di Hollywood?" lo canzonó dolcemente Adam
"Inebriante e seducente, come sempre, o forse anche di piú."
"Anche l'aria di Burbank non è male.." si sorrisero nuovamente dopo essersi fatti velatamente cosí tanti complimenti e tornarono davvero a respirare nel momento in cui le loro labbra entrarono in collisione riassaporandosi dopo un tempo infinito durato anni.
"Senti, non hai fatto niente con quel tizio, vero?" rise, Adam, di una risata cristallina.
"Tu che dici?"
"Conoscendoti.."
"No, stavamo solo parlando e bevendo. Probabilmente lui aveva altri progetti per la serata, ma io volevo solo parlare tranquillamente."
"Adesso vuoi ancora parlare?"
"Penso di essere stato piú logorroico del solito stasera, direi che non ho altro da aggiungere, a parole almeno.." lo guardó in modo eloquente squadrandolo da capo a piedi come per passarlo ai raggi x
"Se rifiutassi le tue avance quali sarebbero le conseguenze?" decise di stuzzicarlo un pò per vedere fino a che punto avrebbe resistito. In passato lo avrebbe sbattuto sul letto o su una qualunque superficie piana senza batter ciglio.
"È una scelta tua ed io la ripetteró." strabuzzó gli occhi sorpreso, quello che aveva davanti non era l'Adam che conosceva
"Cosa ti è successo?" domandó piú a se stesso che a l'altro
"Non voglio piú impormi sulle persone, benché meno su di te. L'ho fatto troppe volte senza lasciarti la possibilità di scegliere." Gli bastó, quella risposta bastó a metterlo nuovamente in pace con se stesso e col mondo.

Improvvisamente il nero dei suoi pensieri lasciò spazio ad uno spiraglio di luce che lo indusse a riavvicinarsi ad Adam e cominciare a sbottonargli la camicia con fare lento, non per mancanza di sicurezza o desiderio, ma solo per necessità di tempo. Tempo per poter elaborare tutto ciò che era stato detto e sopratutto per soddisfare il bisogno di connettersi con quel nuovo Adam, per riscoprirlo e accettarlo per ciò che adesso era. Adam lo lasciò fare, gli lasciò il tempo necessario per abituarsi a quella nuova vicinanza, lo osservó in tutta la sua calma e consapevolezza, si beó di quei tocchi leggeri e senza malizia che il biondo riservava al suo torace man mano che i bottoni venivano liberati dalle asole, e si prese la libertà di accarezzargli le spalle per rendersi partecipe di quella nuova unione. Tommy portó a compimento l'opera dell'apertura della camicia e fissó con minuzia ogni singolo centimetro di quel torace una volta tanto familiare. Guardó i pettorali piú definiti, la piccola scritta che faceva bella mostra di se appena sopra il pettorale sinistro, e poi scese con lo sguardo indugiando sul ventre tonico. Adam sorrise prima di afferrare il bordo della sua maglietta chiedendogli tacitamente il permesso di sfilargliela, permesso che gli fu concesso con l'alzata delle braccia del biondo che tornò a guardarlo negli occhi. Spogliato della parte superiore del suo vestiario, Tommy tornó alle spalle di Adam per sfilargli definitivamente la camicia e perdersi ad ammirare l'opera d'arte che era diventata il suo braccio destro. Sfioró i contorni di ogni tatuaggio con la punta delle dita rimanendone incantato, non pensava si sarebbe riempito di inchiostro.
"Ti piacciono?" gli domandó piano la voce calda di Adam. Passò con attenzione sul braccio sinistro tracciando con le dita anche il mosaico sull'avambraccio.
"Sono stupendi." glielo disse con sincerità sperando che capisse che non si stava riferendo solo ai tatuaggi ma all'intero suo essere. Adam gli sollevó il viso con due dita prima di chinarsi a baciargli le labbra con calma e lentezza esasperante.
"Non sono di cristallo.." soffió il biondo sulla sua bocca
"Ma sei prezioso, e l'ho capito troppo tardi. Tu meriti di essere trattato coi guanti, Tommy Joe. Niente meno di questo." i suoi occhi si spalancarono per l'ennesima volta in quella serata. Non poteva essere davvero Adam quel ragazzo meraviglioso che gli stava parlando in quel modo.
"Baciami e basta, Adam. Baciami come se non ci fosse un domani. Stai con me come se questa fosse la nostra ultima notte sulla terra." lo sguardo negli occhi di Adam fu la cosa piú bella che un povero essere mortale come lui avesse mai visto. L'intensità e la potenza del mare e del fuoco dimoravano in quelle iridi ormai diventate scure come la notte, e fu semplicemente travolto dall'essenza prorompente di Adam, dal suo calore e dalla portata di un sentimento che non aveva mai capito fosse dedicato a lui. Si amarono come mai era successo, con la passione mai sopita che entrambi ricordavano in maniera vivida e con la dolcezza che solo due anime gemelle possono scambiarsi e condividere.

Ciò che sarebbe successo da quel momento in poi non li preoccupó. Sarebbero potuti restare insieme o si sarebbero divisi ancora. L'unica certezza che albergava nei loro cuori era quella che non si sarebbero mai persi. Divisi o insieme. Nel bene o nel male. Amandosi o detestandosi. No, non si sarebbero mai persi.

  
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