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Autore: lilac    19/01/2009    2 recensioni
Central Maze City, una metropoli come tante dove la corruzione e le ambizioni dei potenti sembrano dettare legge. Le uniche strade per sopravvivere sono l’indifferenza, il cinismo e il disprezzo per i propri simili. Ma, probabilmente, nemmeno queste cose bastano più. L’unica persona in tutta la città che sembra non avere a cuore niente e nessuno si troverà invischiata, suo malgrado, nelle mire del più malvagio e potente criminale istituzionalizzato del paese e, soprattutto, in un disegno ben più grande di lui, che pare coinvolgere l’intera umanità. Tra personaggi misteriosi e misteriosi poteri, scoprirà ben presto qual è il suo destino. Eppure, lui ne è convinto... I supereroi non esistono.
Piccolo Avvertimento: questa storia contiene alcune scene di violenza e linguaggio a tratti colorito.
Genere: Drammatico, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO


Qualche tempo dopo.
Località sconosciuta.


“Così, Nemesis sta già facendo parlare di sé. Immagino sarai soddisfatto di quello che sei riuscito a combinare in così poco tempo.”
L’uomo sposta l’ennesima pedina sulla scacchiera, apparentemente concentrato sul gioco. Poi si lascia andare sulla sedia di legno, facendola dondolare appena e incrocia le braccia dietro la testa volgendo lo sguardo verso il mare. Sembra percorrere con gli occhi tutto il vecchio pontile e si sofferma sulla piccola barca a remi ormeggiata a qualche metro di distanza, solo per un momento, prima di rivolgersi nuovamente al suo interlocutore.
“Con la morte di quella ragazzina tu non c’entri proprio nulla?” chiede quasi sovrappensiero.
“No.” L’altro risponde lapidario, mentre fa la sua mossa. E l’uomo osserva l’alfiere nero abbattere la pedina bianca. Un leggero colpetto e cade; l’altro l’afferra e l’appoggia delicatamente sul tavolaccio di assi, che scricchiola, quando lui si avvicina nuovamente a scrutare la scacchiera.
Non può fare a meno di rivolgere al suo avversario un’occhiata scettica e dubbiosa, quasi di rimprovero, ma questi replica distratto, anche se lo sta guardando negli occhi. “Anche volendo, non ce n’è stato bisogno.” Sogghigna appena. “Un inaspettato colpo di fortuna, se proprio dobbiamo definirlo in qualche modo.”
“Io lo definirei un gran brutto colpo, per Jason.” commenta l’uomo, muovendo un altro pezzo. “Uno dei tanti, a quello che so.” Quella precisazione ha un tono vagamente impensierito.
“Sopravviverà.” L’altro è concentrato sulla partita o almeno così sembra, a giudicare dall’ennesima risposta distratta e distaccata.
Allora l’uomo lo scruta per un momento. Sembra voler intuire i pensieri che si celano dietro quell’espressione così imperscrutabile; poi si decide a chiederglielo. “Glielo dirai?”
“Mi sembrava di avergli detto fin troppo” risponde ancora distrattamente, dopo aver fatto la sua mossa.
“Lo so che lo sai, non fare il finto tonto con me.” L’uomo insiste, tornando a studiare la scacchiera.
“Che so cosa?”
Non lo guarda, mentre l’altro replica con quella domanda, ancora una volta elusivo. E sembra assorto anche lui nella prossima mossa, quando ribatte ormai apertamente.
“Lo so che conosci il modo in cui può evitare di assimilare i pensieri dei suoi nemici.” Sposta il cavallo deciso, la torre nera crolla; la spazza fuori dal campo di gioco con un gesto secco. E si lascia sfuggire un’espressione di sfida appena accennata. “Stai solo aspettando il momento opportuno per suggerirglielo; ovvero quando sarà abbastanza dalla tua parte e non sarà più un tuo nemico, ho ragione?”
L’altro non sembra accusare minimamente il colpo. Si limita a raccogliere la sua torre e a disporla ordinatamente accanto agli altri pezzi perduti, in seguito torna a osservare la scacchiera e si concentra di nuovo.
“Credi pure quello che ti aggrada, non ritengo di certo opportuno rivelare a te quali sono le mie intenzioni.” Risponde senza guardarlo, nuovamente evasivo.
L’uomo sospira, attende la mossa dell’avversario per un momento in silenzio. Poi si rivolge a lui in tono vagamente divertito, come stesse cambiando argomento. In realtà, sembra che sappia bene che l’altro non si farà imbrogliare tanto facilmente. “Geniale il modo in cui riesci sempre a portare acqua al tuo mulino pur non disobbedendo platealmente agli ordini, non c’è che dire”. Il suo avversario solleva di nuovo l’alfiere nero, esita per un momento, poi lo posiziona. “Il modo in cui sei riuscito a farti corrispondere la tua parte di vendetta... La tua personale soddisfazione con Oliver Shark... Ha un che di commovente.”
“Beh, ti ringrazio” sorride l’altro. Poi precisa sornione “Per il geniale, non per il commovente.”
L’uomo torna a concentrarsi sulla partita. In realtà non si aspettava quella mossa. Aggrotta per un momento la fronte. “Non t’interessa di quello a cui potresti andare incontro? Mi risulta che dalle tue parti non si usino metodi tanto spiccioli con chi fa di testa sua.”
“A me, invece, risulta che dalle tue siano in voga gli stessi metodi.” La risposta ha un che di sarcastico e di allusivo e l’uomo sorride appena, accusando la battuta, senza sollevare lo sguardo dalla scacchiera. “Dovresti conoscermi ormai, vecchio mio.” prosegue il suo interlocutore. Si rilassa per un momento e si volta ad osservare il mare. “Non sono propriamente quello che si dice un tipo incline a rispettare le regole.”
“Beh, spero solo che tu stia attento a quello che fai.” Gli rivolge un’occhiata sfuggente, come il tono di quella frase. Ha un’espressione che potrebbe sembrare connivente, ma gli occhi tradiscono una certa irritazione. Poi sembra ripensarci; sorride tra sé e sposta la regina con un gesto deciso. Quel sorriso si trasforma in un’espressione beffarda quando solleva di nuovo lo sguardo su di lui. “Scacco.”
L’altro sembra sinceramente divertito. “Non posso capacitarmene, ora non dirmi che ti preoccupi per me?” gli chiede con aria dileggiante. Per un momento, all’uomo, quello sguardo sembra comunicare disprezzo, ma gli occhi chiarissimi dell’altro giocatore sono di nuovo assorti e completamente rapiti dalla disposizione dei pezzi.
“Potrebbe anche scoprirlo da solo, ci hai pensato?” Il tono della domanda suona come un avvertimento, ma nasconde un’impercettibile incertezza. L’uomo non può fare a meno di fissare il suo avversario, concentrato sulla prossima mossa, con l’espressione curiosa di chi sa che qualcosa a proposito dell’altro gli sta sfuggendo. Qualcosa d’importante.
“Già, potrebbe...” risponde ancora una volta distratto questi, passandosi una mano fra i capelli. “Magari lo farà. Sempre che tutto quello che si dice in giro su di lui sia vero.” La sua espressione si fa per un momento serena, ma non lascia trapelare la minima emozione; e l’uomo sospira, ancora una volta, quasi rassegnato. Ha l’aria di chi si è trovato un milione di volte nella stessa situazione.
“Bah, puoi dire quello che ti pare.” Sbuffa, come fosse arrivato a una qualche conclusione, anche se l’altro non la confermerà. “Ma, in fondo, Jason Shandler ti piace.”
“Credi?” La risposta dell’altro è di nuovo irridente. Non lo guarda nemmeno, si limita a muovere il cavallo e la regina bianca è abbattuta, cade con un tonfo impercettibile e rotola verso il bordo. Poi osserva la scacchiera per un istante, prima di sollevare lo sguardo su di lui sogghignando soddisfatto. “Scacco matto.”
L’uomo osserva i pezzi, per un momento pare realmente sorpreso, poi sospira per l’ennesima volta. Forse ha intuito un errore, forse ammette soltanto la sconfitta. Succede sempre, una volta è lui a vincere, la volta dopo è il suo avversario.
Questi, per tutta risposta, si alza con calma e si allontana senza nemmeno salutarlo; e lui neppure si volta a seguirlo con lo sguardo. Resta ancora seduto, a osservare il gatto grigio accucciato accanto alla sedia vuota di fronte a lui, che inizia a stiracchiarsi lentamente e fa per andarsene. I due gatti rossicci sul muretto, a pochi passi, fanno lo stesso. Quello nero, sul tetto della rimessa, atterra leggero sul tavolo da gioco. Con la coda urta il re bianco, che cade, ma sembra non farci caso. L’uomo si alza a sua volta, senza fretta, rimette a posto il re senza pensarci e altrettanto istintivamente fa per accarezzare l’animale; ma questo si volta di scatto, soffiando e abbassando le orecchie ostile. Poi scappa, seguito dagli altri che erano sul tetto, da quello grigio, dai due rossicci e da almeno altri sette, che si aggirano furtivi per la rimessa ancora per un istante; poi scompaiono.
“Maledette bestiacce!” borbotta tra sé e sé, lievemente indispettito. Pensa per un momento di mettere via gli scacchi e osserva l’ultima mossa ancora sulla scacchiera, poi sembra cambiare idea e si avvicina al molo. Segue con lo sguardo la figura del suo compagno di gioco che si sta allontanando a piedi, lentamente, lungo la spiaggia.
“Ci si vede per la rivincita, D.” Lo saluta ad alta voce e sorride tra sé, mentre l’altro, ormai lontano, solleva il braccio in segno di risposta, senza voltarsi.
Continua a sorridere, rincorrendo qualche pensiero, e la cicatrice che gli divide in due il volto si piega beffarda, seguendo l’incurvarsi delle rughe che si contraggono in quel sorriso. Ha un che di diverso, quel sorriso; sembra quasi rivolto a una qualche, recondita aspettativa.


FINE


Nemesis & D. disegnati da taisa





Questa storia finisce qui... o forse è proprio da qui che inizia, per la gioia di chi non ama i misteriXD.
Per l'ultima volta in queste pagine ringrazio:

taisa: Eh già, questa fine sembra più un inizio, sotto molti punti di vista. I due signori che giocano a scacchi sembrano pensarla come te. Bello il simbolo, vero? E chissà se questo epilogo è riuscito a placare la tua ansia? XD A parte gli scherzi, ti ringrazio per aver seguito la storia fino alla fine, anche se sapevi già dove saremmo andati a finire e, tanto perché non te l'ho ancora mai detto, grazie di tutto!^^

Lely1441: Purtroppo, Jason ha dovuto subire una bella mazzata per scuotersi definitivamente dalla sua apatia ed è stata Molly a farne le spese. Nonostante tutto^^, mi fa piacere che questa parte ti abbia colpito e che tu abbia notato la sofferenza di Jason (in pochi ci riesconoXD). Arrivati al gran finale, tra cattivi bionici in acciao inox e propositi di vendetta, c'è qualcuno che resta a guardare cosa succederà (non mi riferisco solo ai gattiXD), un po' come farò io^^. Spero che anche questo ultimo capitolo ti sia piaciuto. E, anche a te, grazie mille per aver seguito questa storia!

Grazie anche a chi ha seguito fin qui, spero sia stata una piacevole lettura^^.
Baci, lilac.


  
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