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Autore: Dregova Tencligno    12/07/2015    0 recensioni
Sono la figlia di una strega, sono dotata di poteri che in molti non riuscirebbero nemmeno a immaginare. Vivo ricordi che non sono i miei ma sono gli unici indizi che ho per capire la mia natura. Sono stata una figlia, un’oggetto, un'anima, un fantasma. Se i nomi definiscono chi siamo sono stata Pulce, Piccola, Emma, Custode, Amore… Ma solo ad un nome, che ho perso molti anni fa, posso rispondere con certezza… nessuno me lo potrà togliere perché con quello sono morta e sono rinata.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza è seduta sotto un albero nella foresta vicino alla sua casa, è estate e fa caldo. Indossa un semplice abito di lino bianco che le aderisce perfettamente al corpo, ha i capelli raccolti un una lunga treccia e un sorriso dipinto con tratti leggeri e delicati su labbra morbide e carnose, la pelle chiara come la neve che l’ha vista nascere.
Sirenia, questo il nome che i suoi genitori le hanno dato, due persone magnifiche che l’hanno cresciuta come il figlio che il destino non ha mai concesso loro di concepire. Zephyro e Elebene le hanno raccontato che è nata protetta da una nebbia cristallina e da un cerchio di fiamme azzurre, ma lei non ci ha mai creduto.
È bella, anche se questa parola sminuisce com’è effettivamente. Con due occhi celesti magnetici che non si può fare a meno di fissare estasiati e con una voglia a forma di cuore in mezzo alle scapole che attira lo sguardo di tutti.
Timida ma anche coraggiosa, come quando ha affrontato dei mocciosi per aiutare un suo amico di scuola, un ragazzino smunto, pallido e dal raffreddore facile, con i capelli neri con un taglio a scodella, due occhi scuri che sormontano due ancor più scure occhiaie.
È seduta con le gambe accavallate e la schiena poggiata contro il tronco rugoso e comodo di un pino, i suoi occhi viaggiano su parole scritte su un diario che ha con sé da quand’era bambina. Non se ne è mai separata e lo ha letto tantissime volte tanto che sa ogni minimo segno a memoria, ma non ne ha mai abbastanza.
Rail, il suo migliore amico, è addormentato ai suoi piedi e un rivolo di saliva che gli cola lungo la guancia.
Anche se non è il massimo della bellezza e della prestanza fisica, pur anche vero che non lo avrebbe mai confessato neppure sotto tortura, comincia a piacerle in un modo che sconfinava dai limiti dell’amicizia. Sua madre le dice spesso di guardarsi intorno, ci sono molti giovani che giocherebbero carte false pur di ricevere un sorriso da lei, non capisce come mai si limiti a restare in compagnia di una ragazzo che sembra essere perennemente sul punto di morire.
Qualcosa si muove in mezzo ai cespugli muovendosi silenziosamente sull’erba sottile, può essere di tutto a nascondersi nell’ombra, ma non ha paura.
-Ciao Ronan…-
Un lupo dal pelo fulvo e dalle enormi ali esce dal suo nascondiglio con la lingua a penzoloni e la coda che si muove come le ali di un colibrì. Si avvicina alla ragazza e si accuccia al suo fianco.
Lei sospira e lo accarezza, sa che vuole un po’ di coccole, poi muove una mano sull’erba, un movimento delicato e fluido che disegna nell’aria un cerchio, e dal verde spuntano tanti fiorellini bianchi che formano il suo nome, lo stesso della proprietaria del suo diario.
Chiude la mano e i petali si trasformano in farfalle che volano verso il cielo in una omogenea massa ondulante e muta.
 
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