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Autore: Furetto_furbetto    14/07/2015    0 recensioni
Non avrei mollato. Gli sorrisi e lui cominciò a parlare e a scherzare facendo partecipare tutta la combriccola lì presente. Ogni tanto gli occhi mi scivolavano sul suo fisico, non molto muscoloso, ma neanche troppo magro o poco allenato. Di sicuro non aveva fatto molta palestra ma non si poteva dire che fosse un brutto ragazzo. Non era bellissimo di faccia ma era spiritoso e faceva sentire a proprio agio chiunque, aveva una risata contagiosa seppur rara, poiché era difficile sorprenderlo senza la risposta pronta.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stendemmo gli asciugamani sulle pietre il più velocemente possibile mentre Josh già si toglieva pantaloncini e maglietta, lasciandosi addosso solo un paio di bermuda rossi. Anche Alen e Maxwell si spogliarono velocemente lasciando Alaska per ultima che ancora stava sistemando le bibite nello zaino. Arrivati in acqua si lasciarono sfuggire urli di gioia mentre si tuffavano sollevando schizzi che andavano a bagnare i bambini sulla riva, Alaska li raggiunse poco dopo, appena ebbe finito di aiutarmi a sistemare le borse in modo che gli asciugamani non volassero via.
Dopo un quarto d'ora di nuoto sfrenato durante il quale io ero rimasta ferma a godermi il sole a riva, gli andai a chiamare per pranzare. I panini furono un'impresa, aprirli senza un coltello e metterci dentro del formaggio sciolto non fu una passeggiata, come non fu semplice per Alen scartare i suoi mini-Mars sciolti che, secondo lui, sarebbero stati il suo pranzo. Io dividevo l'asciugamano con Alaska siccome non avevo portato il mio (me ne sarei andata un'ora dopo) mentre Alen insisteva a rimanere su quello di Max per poter parlare con noi. Josh se ne fregava altamente continuando a mangiarsi la sua pizza, l'unica persona che non smerdava insieme a Max che se ne stava tranquillo e zitto gustando la sua focaccia.
A me e Alaska venne la pessima idea di compare una confezione di tic tac al gusto di pop corn che provammo subito dopo mangiato. Se a noi fece parecchio schifo, ad Alen sembrò la fine del mondo e finì con lui che si mangiava altri cinque di quei cosi senza curarsi delle nostre facce disgustate.
Rubai come dolce un Mars al simpatico mangiatore di tic tac e mi sdraiai accanto a Alaska con il sole che mi cuoceva le gambe. Dopo di noi si rilassò Josh sul suo asciugamano, seguito da Maxwell che teneva i piedi sul proprio e la testa su quello di Alen; stessa cosa fece quest'ultimo poco dopo.
Io guardavo il cellulare, sdraiata a pancia in giù, mentre Alaska e Alen si tiravano le pietre per gioco e Josh dava man forte alla sua ragazza prendendo di tanto in tanto una mia gamba.
Posai il cellulare e iniziai a parlare con Alaska quando si furono calmati, ma dopo poco Alen ci chiamò per dirci qualcosa. Era ancora sdraiato a pancia in su puntellandosi dietro con i gomiti e con le gambe divaricate per vederci; guardava sia me che Alaska con uno sguardo strano, quasi malizioso e senza volerlo il mio sguardo finì sul suo pacco, coperto dal costume blu, ma pur sempre in bella mostra. Rivolsi lo sguardo da un altra parte per non arrossire, ma in fondo non avevo visto Alaska esserne turbata e io non volevo essere da meno. Riagganciai gli occhi a quegli verdi di Alen a cui ora era spuntato un ghigno in faccia. Non avrei mollato. Gli sorrisi e lui cominciò a parlare e a scherzare facendo partecipare tutta la combriccola lì presente. Ogni tanto gli occhi mi scivolavano sul suo fisico, non molto muscoloso, ma neanche troppo magro o poco allenato. Di sicuro non aveva fatto molta palestra ma non si poteva dire che fosse un brutto ragazzo. Non era bellissimo di faccia ma era spiritoso e faceva sentire a proprio agio chiunque, aveva una risata contagiosa seppur rara, poiché era difficile sorprenderlo senza la risposta pronta. Non era un genio, ma a me piaceva giocare alla Hermione Grenger con lui, come quella volta che avevamo camminato per ben dieci minuti discutendo su come si riproducono i pinguini, facendo impazzire Alaska. E poi era un fanboy, un divergente ad essere precisi, e la volta in cui in libreria abbiamo preso lo stesso libro dalla saga di Divergent e abbiamo iniziato a fangirlarci come se non ci fosse un domani, esprimendo il nostro amore/odio per alcuni personaggi anziché altri, ho capito che non l'avrei lasciato facilmente.

Mezz'ora dopo iniziai a rimettere a posto la roba per tornare a casa, mi alzai e mandai a Alaska un bacio di saluto mentre lei muoveva una mano facendosi ombra con l'altra per vedermi. Alen intravide il mio bacio e me ne mandò uno molto più ironico senza accorgersi che stavo salutando Alaska e non lui. Arricciai il naso e gli feci una smorfia ma lui si era già girato a parlare con Max.
In realtà non mi aveva dato fastidio quel finto bacio, ma era meglio non farlo capire agli altri.
Josh mi accompagnò fino alla stazione raccontandomi del regalo che averebbe fatto a Alaska quando sarebbe tornata dalla campagna e mi chiese se volessi andare anche io con loro a Milano per qualche giorno. Gli dissi che ci avrei pensato e lo salutai con un bacio sulla guancia.
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N.d.A.
Questa storiella si basa su una mia esperienza personale, per cui, se qualcuno dovrebbe riconoscercisi e non piacersi, lo/la prego di dirmelo con un commento o una mail.
Se sei Alaska, ti prego non mi uccidere :)

  
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