SOSPIRARE
Un tempo c’era il mare.
Sogni.
Qui non c’è acqua ma soltanto la roccia,
Roccia e non acqua e la strada di sabbia;[1]
Un deserto fatto di gelidi addii e di venti rabbiosi,
Di radici morte e senza linfa, stupido legno,
Di granelli di stupide coincidenze
Di fumo, e di labirintica non-essenza.
“E’ già pronto il caffè?”,
“Cosa fai questa sera?”,
“Va bene così, serve altro?”.
Lascia stare, è il vento tra le foglie,
Solo il vento
Il turbinio confuso che fanno le foglie
Quando soffia il vento di Ares
Lo sai, no,
Le foglie, è autunno, Leuconoe[2],
Non ci possono far nulla le foglie,
Cadendo nella brina, nel ghiaccio
Mentre sale il caffè
In non faccio nulla di speciale,
Nulla di così speciale
La porta si chiude sbattendo
E tutto annega
Nella roccia
Nella stupida roccia d’un tempo
[1] Da T.S. Eliot, La Terra Desolata, “Ciò che disse il Tuono”, vv. 11-12
[2] “La ragazza dalla mente bianca” presentata da Orazio nella celebre Ode del Carpe Diem.