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Autore: GoldenMoon    16/07/2015    0 recensioni
C'è chi dice che l'amore arriva quando meno ce lo aspettiamo, chi pensa che dobbiamo essere noi ad andarlo a cercare e chi, semplicemente, diffida da tutto e tutti. Ma quando cupido è all'opera si può davvero resistere? Un po' d'amore e un po' di imprevisti, una ragazza fuori dagli schemi e...qualche ragazzo. Vi presento Giorgia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La musica era assordante, la pista era troppo affollata. Nonostante fosse ancora marzo il caldo era insopportabile li dentro.
 
Cercò di farsi strada in mezzo alla folla per arrivare alla porta, e dopo interminabili minuti riuscì ad uscire, afferrando il suo cappotto verde da uno degli appendi abiti nell'ingresso. Lo indossò in fretta ed uscì sul marciapiede. 
La calma che regnava nella strada era esattamente l'opposto di quello che proveniva dal locale dietro di lei. Non c'erano macchine di passaggio, e in strada non c'era quasi nessuno. 
Un paio di metri più in là c'erano alcuni ragazzi più grandi, sui venticinque anni, che fumavano delle sigarette e che si passavano delle bottiglie scure, bevendo a turno. Si girarono per vedere chi fosse, poi distolsero subito l'attenzione da lei. 
 
Uno di loro soffermò lo sguardo sulle sue gambe magre, l'unica cosa visibile a causa del cappotto, e poi lo spostò sul suo viso. Lei sostenne lo sguardo un po' a disagio, incontrando degli occhi luminosi e azzurri come i suoi. Sentì il corpo tremare e non era sicura se fosse per il freddo pungente o per lo sguardo penetrante di quel ragazzo. Stringendosi le braccia intorno alla vita, osservò la condensa del suo fiato colorare di bianco l'aria davanti a sè. Non faceva solo freddo. Si congelava.
Sbuffando rientrò nel locale, riappese il cappotto e a fatica raggiunse il tavolino dov'erano sedute le sue amiche Emma e Betta.
 Indossavano entrambe due miniabiti da discoteca, stavano sedute composte con le gambe accavallate una sull'altra e bevevano dai loro bicchieri di Vodka con aria tutt'altro che impacciata. Sembravano molto più grandi, pensò.
D'altronde lei era quella "diversa", l'unica che non frequentava discoteche e pub: Betta l'aveva trascinata in quel posto per farle provare l'ambiente, o almeno così aveva detto. 
Si era divertita, certo, però non sopportava l'alcol e nonostante le piacesse la musica non poteva ballare perché non c'era neanche un centimetro di spazio libero sulla pista. 
 
Si sedette accanto a loro e notò che Emma stava parlando con un ragazzo biondo e piuttosto carino. All'improvviso lui si era sporto e l'aveva baciata, e sotto i suoi occhi increduli Emma aveva risposto prontamente al bacio. Aveva cercato di distogliere lo sguardo, ma era quasi impossibile ignorarli, anche perché erano proprio davanti a lei. Betta l'aveva guardata e si era messa a ridere, guadagnandosi una linguaccia da parte sua. Le sembrava di essere una bambina in mezzo ad un mare di ragazzi che giocavano a fare gli adulti.
 
Poi qualcuno le aveva toccato la spalla, e quando si era voltata aveva trovato gli occhi color ghiaccio del ragazzo di prima. "Ciao" gli aveva detto debolmente "ciao" occhi luminosi e sorriso sghembo. Urgeva una bombola di ossigeno. "Come ti chiami?" Le aveva chiesto, e si ricordava che solo in quel momento si era resa conto che non era esattamente sobrio. Anzi. 
"Gio...Giorgia" "Che bel nome" altro sorriso. Odore di Vodka. "Io sono Luca. Quanti anni hai, Giorgia?" Aveva continuato, avvicinandosi a lei. "Io sedici, e tu?" "Ma va...non ci credo. Ne hai almeno diciotto." Lei aveva scosso la testa, divertita. 
"Grazie per il complimento, ma dicevo davvero. Sul serio, tu quanti anni hai?" Gliene avrebbe dati diciotto o diciannove, ma non voleva fare brutte figure. "Ventuno" le rispose.
-è troppo grande per te- aveva pensato -troppo grande e con troppa esperienza più di te. Lascia stare, che è meglio-. 
 
Più lo guardava, però, più non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Le sorrise di nuovo. "Ti va di andare a bere qualcosa?" Le disse nell'orecchio, a causa della musica che si era fatta più forte. "Io..." 
"Gio! Dobbiamo andare, c'è Marta che ci aspetta. È l'unica con la patente, e se va a casa senza di noi ci tocca tornare a piedi. Sinceramente non mi va granché!" La chiamò Betta. 
Si voltò di nuovo verso Luca, che la fissava quasi impaziente. Forse era troppo diffidente, ma le sembrava chiaro cosa volesse da lei. "Scusa, devo andare...ci vediamo" mentre si alzava lui le prese il polso "Dimmi almeno il tuo cognome, così ti cerco su Facebook" occhi negli occhi, cuore impazzito. "Giorgia Muzzi..." Rispose automaticamente, mordendosi la lingua subito dopo "Gio, dai!" Ripetè Betta, mentre si allontanava dal tavolino. Anche Emma era già andata via. "Ci sentiamo, allora" prese la borsa, sistemò la sedia e si voltò.
 
"Non mi dai neanche un bacio?" Aveva sentito bene?
"Cosa?" Aveva chiesto. "Mi hai sentito..." Era di nuovo vicino, troppo vicino. 
"Sei ubriaco, non bacio gli ubriachi" gli aveva sorriso ed era scappata verso la porta del locale. "La prossima volta non bevo allora!" Le aveva gridato, cercando di sovrastare la musica.
 
-Ottimo, la mia prima festa e ho già fatto colpo su un ventunenne mezzo ubriaco. Qualcuno mi ricordi perché sono single.- 
 
Aveva raggiunto le altre ed era tornata a casa, esausta, confusa e su di giri allo stesso tempo. Ma che le era preso?
Spazio Autrice

Ehilà! Eccomi di nuovo con una nuova storia :D fatemi sapere cosa ne pensate! 
Baci A.
  
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