Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: Hoshi_Rin    16/07/2015    0 recensioni
Un amore fraterno che porta al crollo della fiducia e alla costruzione di qualcosa di più profondo.
E' una storia protetta da COPYRIGHT. Qualsiasi tipo di plagio o riproduzione non autorizzata può essere punibile legalmente.
Caterina Losi©2015
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2.



«Hai già dato un'occhiata alla casa?» domandò Thomas addentando un trancio di pizza margherita.
Claire smise di masticare imbarazzata e guardò fisso il piatto. Per sua fortuna Thomas non se ne rese conto. Se le porte erano tutte – o quasi – chiuse, perché le faceva quella domanda? Magari nemmeno lui lo sapeva, visto che aveva visitato la casa poche volte e probabilmente neanche per più di mezz'ora, coi suoi genitori dentro. Passò lo sguardo prima sul fratello, sui suoi capelli ancora bagnati, poi sui fornelli dietro di lui, pensando a cosa dire. «No. Ho dormito dopo aver fatto una doccia e mi sono svegliata poco fa.» mentì lei, subito invasa dal rimorso per quella bugia. Thomas annuì mentre mandava giù un boccone. «Però, prima di scendere, ho provato ad aprire qualche porta, ma sono tutte chiuse a chiave.» ammise lei dopo qualche secondo di silenzio.
«Davvero? Non ci ho fatto caso. Ad ogni modo non saprei nemmeno come aprirle. Le chiavi le hanno quelli.» Con quelli doveva riferirsi ai genitori. Claire rimase ferita da quel modo di chiamarli.
«La biblioteca è aperta.» continuò Claire.
Thomas posò la pizza prima di portarla nuovamente in bocca e fissò Claire. «Ci sei entrata?»
Claire diventò rossa come il pomodoro sulla sua pizza. «Sì.» disse con voce flebile.
Il fratello scrollò le spalle, indifferente. «Sarà pieno di quelle sottospecie di libri dei vecchi.» Ancora una volta, il modo in cui Thomas si riferiva ai genitori la urtò parecchio, e lui dovette accorgersene, perché distolse lo sguardo da quello della sorella e tornò a concentrarsi sulla pizza. Claire immaginò che neanche volesse scusarsi per quel modo di parlare. Ogni volta che nominava i genitori, diventava un'altra persona, più arrogante e fredda.
«Vado in camera mia.» disse lei, alzandosi da tavola, arrabbiata col fratello per quella sua impassibilità.
«Ti piace leggere?» chiese lui all'improvviso.
Claire si fermò sulla soglia della cucina. «Sì. Perché?»
«Allora dopo torniamo insieme in biblioteca.»
Il cuore della ragazza si fermò un attimo, poi riprese a pompare velocemente. «Perché?» chiese nuovamente.
«Non amo leggere, ma il libro che ho letto ultimamente mi ha preso molto. Erano anni che non vivevo un'avventura del genere. Da un punto di vista letterario, intendo.»
«Va bene.» Claire rimase addossata alla parete della porta, a braccia incrociate sul petto, aspettando che il fratello finisse di mangiare.

Thomas ripulì in fretta la cucina e buttò fuori casa i cartoni della pizza. Quando ebbe finito prese Claire per un gomito e la portò al piano di sopra, nella biblioteca. Appena vi furono entrati, la ragazza lanciò uno sguardo verso lo scaffale dal quale qualche ora prima aveva visto il luccichio, ma non ricordava il punto esatto in cui questo si trovava, dato che il sole era ormai calato. Dietro di sé, Thomas prese ad aggirarsi nella libreria, probabilmente in cerca del libro di cui aveva parlato.
«Quali libri leggi?» disse mentre con un dito scorreva i diversi dorsi, soffermandosi sopra alcuni particolari ed estraendoli dallo scaffale per dargli un'occhiata.
«Quasi tutto, ma mi piacciono molto i gialli.» rispose Claire, mentre una luce le si accese negli occhi. Amava parlare di libri, così dimenticò subito di essere arrabbiata col fratello. «Il massimo è leggerli di notte! In una casa del genere, poi, isolata da tutto...» Fissò Thomas, che la guardava a sua volta con un sorrisetto divertito.
«Sei tale e quale a papà.» Claire rimase stupita. Fino a poco fa, a cena, Thomas aveva chiamato i suoi genitori in modi piuttosto dispregiativi, invece ora aveva usato un termine così vicino da farle capire che ancora si sentiva parte della famiglia. «Per i gusti in fatto di libri e il tuo modo di parlare. Per il resto sei identica a mamma.»
La ragazza pensò al giorno in cui aveva visto sua madre all'ospedale, al suo risveglio dopo due settimane di incoscienza. Non le era sembrato si somigliassero più di tanto, ma probabilmente era dovuto al fatto che la donna che aveva conosciuto quel giorno era sciupata e con un viso talmente stanco da non far trasparire la sua bellezza. Claire focalizzò l'attenzione sul viso e sì, si rese conto che delle somiglianze c'erano: il taglio e il colore degli occhi, lo stesso naso piccolo e fine, la bocca a forma di cuore. Sorrise e seguì il fratello mentre si muoveva tra una libreria e l'altra.
«Tu, invece, leggi poco, è così?» chiese per non insistere su ciò che Thomas aveva appena detto.
«Per niente!» esclamò lui, ridendo. «Magari ogni tanto, ma non sono attratto dalla lettura. Infatti, volevo consigliarti questo, l'ultimo che ho letto.» Thomas le porse un libro dalla copertina marrone. Claire se lo rigirò tra le mani, ma non c'era segnato né il titolo né l'autore. Guardò con aria interrogativa il fratello.
«Che cos'è?»
«Non saprei. Quando ero piccolo, papà lo consultava spesso, e dopo averlo letto aveva un sacco di idee per una nuova storia.» Claire sussultò al sentire nuovamente uscire la parola papà dalla bocca del fratello. Cominciava a pensare che magari lo dicesse solo per compiacerla e non farla innervosire.
«D'accordo, allora, lo leggerò.»
«Poi mi aspetto una tua recensione.» disse lui mentre si avviava fuori dalla biblioteca. «Ammesso che tu riesca ad arrivare alla fine del libro.» aggiunse con un ghigno decisamente misterioso che Claire non gli aveva ancora visto fare. Prima che potesse ribattere, Thomas era già uscito. Claire prese la sua affermazione strana come una sfida, così uscì anche lei dalla stanza con un sorriso compiaciuto, dirigendosi verso la sua camera da letto.

La mattina dopo, Claire si svegliò con il libro marrone aperto sulle prime pagine, di fianco alla sua faccia appoggiata al cuscino. Si tirò a sedere sbadigliando e chiuse il libro, posizionandolo sul comodino. Guardò l'ora e rimase stupita: erano le dieci e trenta passate. Non aveva mai dormito così tanto, soprattutto perché il giorno dopo doveva sempre andare a scuola. Scuola?! Balzò giù dal letto, aprì l'armadio e si mise addosso le prime cose che trovò, poi pensò alle scarpe che prese da sotto il letto e si infilò senza nemmeno allacciare le stringhe. Uscì di corsa dalla stanza, noncurante del fatto che fosse tutta spettinata, e fece irruzione in cucina col fiatone.
Thomas si trovava ai fornelli, estremamente tranquillo, cosa che diede molto fastidio a Claire, che avanzò fino alle sue spalle pestando i piedi a terra. Lui non diede segno di accorgimento, oppure la stava semplicemente evitando, così Claire sbuffò talmente forte da costringerlo a voltarsi.
«Buongiorno anche a te.»
«Buongiorno? Non mi hai svegliata per andare a scuola!» esordì lei dopo aver perso la pazienza. «Dico, io avrei molte, decisamente troppe verifiche, in questo periodo da poter permettermi il lusso di stare a casa, e tu stai qui a preparare la colazione come se niente fosse?»
Thomas rimase composto a fissarla, poi si voltò a togliere la padella dal fuoco. Dopo aver lasciato scivolare le uova e la pancetta su due piatti, si sedette al tavolo. Sembrava stesse valutando bene ciò che aveva da dire. «Sai, nemmeno io potrei permettermi di perdere delle lezioni, ma sono qui per te. Siediti e facciamo colazione, per favore.» Claire si sentì all'improvviso in imbarazzo e si morse il labbro inferiore, ma obbedì. Quel ragazzo le sembrava sempre più strano e mostrava certamente segni di bipolarismo: un attimo prima la accoglieva a braccia aperte, sorridente e contento di rivederla; la volta dopo diventava scontroso e distaccato, per poi ripetere nuovamente il processo. «Sei stata incosciente per due settimane. Pensi di poter andare a scuola ad affrontare le verifiche e, con esse, lo stress di fine anno?» continuò lui, indifferente.
Claire ammise mentalmente che Thomas aveva ragione. Non aveva studiato niente ed era indietro di un paio di settimane rispetto ai suoi compagni di classe: recuperare tutto in quelle ultime settimane di scuola sarebbe stato un suicidio. Guardò il bicchiere pieno di succo d'arancia davanti a sé, le mani appoggiate alle ginocchia e un'espressione contrariata. Dal momento che non rispondeva, Thomas parlò di nuovo. «Sei esonerata fino alla fine dell'anno scolastico.»
«Come farò, allora, a recuperare tutto?»
«Ecco, ora viene la parte noiosa: dovrai studiare tutto quest'estate e dare un esame a settembre per essere riammessa nella tua classe.»
Sconfitta, Claire si buttò indietro sulla sedia. Doveva immaginarlo. Si piegò in avanti, prendendosi la testa tra le mani e scuotendo il capo.
«Non avrai pensato che ti avrei portata a scuola conciata così, comunque!» esclamò Thomas inorridito guardando la testa della sorella. Claire sentì la nota ironica nella sua voce, così si mise a ridere.
«C'è del caffè?»
«Lo sai che non fa bene, alla tua età.»
«No, non lo sapevo. E tu quando hai cominciato, di grazia?»
Non sapendo come ribattere, Thomas sorrise e si alzò per prendere la caffettiera. «Touché.»

Finita la colazione, Claire non sapeva proprio cosa fare, ora che non doveva nemmeno andare a scuola. Dopo aver girato per la casa e aver dato un'occhiata al giardino che sembrava invitarla all'ombra del salice piangente oltre la fontana, pensò che sarebbe andata avanti a leggere il libro.
Passando nel corridoio che portava alla sua camera, notò che la porta della biblioteca era aperta. Sentì un improvviso moto di curiosità, così andò sul pianerottolo delle scale per assicurarsi che Thomas stesse ancora lavando le cose della colazione. Quando sentì il tintinnio delle posate sotto il getto dell'acqua, decise che aveva la strada libera e si rinchiuse in biblioteca.
Non sapeva esattamente cosa stesse cercando, ma cominciò a guardare incuriosita ogni scaffale più da vicino, in particolare quello in cui il giorno prima aveva visto lo scintillio. Tirò fuori tutti i libri, sentendo di starsi avvicinando alla sua meta, ma quando anche l'ultimo volume scivolò via dalla mensola lasciando dietro di sé soltanto una scia di polvere, Claire si sedette a terra delusa. Cosa si aspettava di trovare, in fondo? Magari quello che aveva attirato la sua attenzione era un segnalibro plastificato che, insieme ai raggi del sole, aveva fatto qualche gioco di luce.
Dopo un attimo di sconfitta, riprese a rovistare nelle altre librerie – anche se questa volta senza svuotarle –, ma senza alcun risultato. Stava per rinunciare, quando lanciò uno sguardo alla possente scrivania in messo alla stanza. Fece un giro intorno a essa fino a dare le spalle alla finestra e si sedette sulla vecchia poltrona di pelle marrone. La porta alla sua destra era ancora chiusa, così decise di dare un'occhiata anche ai cassetti che ora si trovavano a pochi centimetri dalle sue mani.
Molto lentamente – e tenendo d'occhio la porta – Claire aprì il primo cassetto. Carte, buste, qualche matita... niente di interessante. Anche i seguenti due cassetti mostravano più o meno lo stesso contenuto, ma quando arrivò all'ultimo, Claire trattenne il fiato. Sul fondo del cassetto si trovava un grosso album bianco con scritto Ricordi di famiglia a caratteri dorati. Lo prese tra le mani, accarezzandone la copertina e soffermandosi sulla piccola frase scritta in corsivo. Non riuscendo a trattenere la curiosità, lo aprì per dargli un rapido sguardo. La prima foto in bianco e nero ritraeva due giovani. Il ragazzo era bello, coi capelli corti e mossi, e abbracciava da dietro la ragazza dai capelli corti e con un taglio tipico degli anni '80. I suoi genitori. Scorrendo le pagine vide altre loro foto, come quelle del loro matrimonio – sembravano così felici quel giorno –, fino ad arrivare a quelle di una prima gravidanza. Doveva essere Thomas. Claire sorrise vedendo la mano del padre che accarezzava la pancia della madre. Nelle seguenti pagine non trovò alcuna foto, ma vide segni di colla e pezzi di carta, come se le avessero strappate via tutte. Confusa, Claire proseguì e poco dopo arrivarono finalmente le foto di un piccolo Thomas coi capelli scuri e gli occhi verdi che faceva il bagno in una bacinella gialla. Diede particolare attenzione alla figura della madre. La stessa espressione stanca e afflitta che le aveva visto all'ospedale continuò per almeno altre due pagine di album, finché finalmente il sorriso riapparve, insieme ad un nuovo pancione. Thomas, un bimbo di soli cinque anni, sedeva triste vicino alla madre e sembrava non voler guardarla. Claire sapeva che i bambini di solito erano molto felici quando la loro mamma rimaneva incinta, ma Thomas non ne sembrava affatto contento. Forse perché i genitori non gli prestavano particolari attenzioni. Forse perché avevano saputo che era una femmina e Thomas avrebbe voluto un fratellino. Forse, forse, forse. Claire si poteva basare solo su supposizioni, soprattutto perché non ci teneva a chiedere direttamente a Thomas il motivo del suo malumore.
Dopo qualche pagina arrivò finalmente alla sua nascita. Una piccola Claire dormiva tra le braccia della madre, che le accarezzava delicatamente una guancia. Ancora una volta, però, sua madre non sembrava molto felice. Due parti dovevano averla segnata, ma, ancora una volta, Claire non poteva sapere il perché di quella fiacchezza. Guardò le altre foto nella pagina, e in nessuna di quelle sei si trovava Thomas. Claire si accigliò, scorrendo ancora le pagine, ma di Thomas non c'era traccia.
«Cosa stai facendo?» Claire sussultò. Non aveva sentito la porta aprirsi, tanto meno Thomas entrare. Gli lanciò uno sguardo confuso mentre se ne stava sulla soglia della biblioteca e si accorse che aveva una strana luce negli occhi. Sembrava arrabbiato e allo stesso tempo preoccupato, mentre la sua cassa toracica si alzava e abbassava in fretta. Guardò dietro di sé, alla finestra, e si rese conto che doveva essere quasi mezzogiorno, perché il sole ora si trovava proprio sopra la casa.
«Io...» Non sapeva cosa dire. Quando Thomas perdeva la calma lei non sapeva mai come rispondere, soprattutto perché non conosceva in anticipo il modo in cui lui avrebbe potuto reagire. Prima che potesse aprire bocca, Thomas si avvicinò minacciosamente, sembrava stesse per esplodere. Posò le mani sulla scrivania e la guardò dritto negli occhi, ma Claire distolse subito lo sguardo, incapace di non provare imbarazzo e cercando di nascondere l'aria colpevole che aveva assunto. Aria colpevole per cosa, poi? Cosa aveva fatto che non andava? Era così sbagliato curiosare nell'album della sua famiglia? Non poteva sorridere guardando le foto della sua, della loro infanzia? Stava per porre tutte quelle domande, una dopo l'altra, quando Thomas la bloccò sulla poltrona, stringendole forte un polso. Claire soffocò un grido di dolore, cercando di ricacciare indietro le lacrime mentre guardava prima la sua mano ormai sbiancata e poi fratello.
«Metti giù quell'album ed esci da questa stanza. Subito.» Contrariamente a come Claire si aspettava, Thomas parlò con un tono calmo, forse troppo misurato, e apatico, anche se la presa sul suo braccio si faceva sempre più forte. Era abituata che le parlasse in quel modo, ma non se lo fece ripetere due volte. Spinse Thomas quel poco che le permettesse di liberare il polso e lasciò cadere l'album nell'ultimo cassetto della scrivania. Lui indietreggiò e Claire notò che stringeva i pugni, quindi, prima che potesse farle ancora del male, passò velocemente oltre al fratello, dirigendosi in camera sua e chiudendosi la porta alle spalle.
Finalmente riprese a respirare. Non si era resa conto che fino a quel momento aveva trattenuto il respiro. Si sedette a letto e guardò il polso arrossato, lasciando che le lacrime scivolassero sulle guance.


 

Caterina Losi©2015-All rights reserved
Questa storia è protetta da COPYRIGHT. Ogni tipo di plagio o riproduzione senza autorizzazione è punibile legalmente.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: Hoshi_Rin