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Autore: unsynchronized    17/07/2015    0 recensioni
La scrittura ha carattere catartico, ma come si possono scrivere i testi delle canzoni se non si vogliono fare i conti con le proprie emozioni?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Wentz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Parole.
Le parole sono fatti. Concreti. E nella sua miriade di fatti, il mondo è composto anche da esse.
Quindi, le parole sono tra i fatti costituenti dell'universo; ma che vuol dire 'universo'? È un qualcosa di oggettivo, enorme, inconoscibile oltre un certo punto? O deve essere considerato relativamente al vissuto di ognuno, alle nostre esperienze, a quello che abbiamo avuto modo di conoscere di persona? Forse entrambe?
I pensieri di Pete quando il cielo si fa tanto scuro non sono mai lineari. Non sono mai legati da un rapporto causa-effetto e si addentrano a un livello di introspezione che risulterebbe impossibile e assurdo durante una qualsiasi altra ora del giorno.
Pete si rende conto di star divagando, e cerca di tornare sui suoi passi, massaggiandosi le tempie con due dita.
Parole. A Pete servono parole che accompagnino la bellissima musica che Patrick ha scritto qualche giorno fa; era pomeriggio, il sole era ancora visibile e i pensieri non ancora strani. Di solito ci riesce. Di solito gli basta raccogliersi un attimo, in solitudine, guardarsi bene dentro e vomitare tutto quello che trova su carta.
'I could write it better than you've ever felt it,' Patrick cantava. E Pete è sempre stato piuttosto convinto di ciò. Pete può sì sembrare un po' idiota, ma non lo è in realtà. Non sempre, almeno. Sa essere profondo. Ma che fine hanno fatto ora le sue abilità di paroliere?
Pete sospira con lo sguardo fisso sul foglio bianco davanti a sé, poggiato sul tavolo. Accanto vi sono una penna, un mozzicone di matita e una gomma consumata agli angoli. Ma non gli viene in mente ancora nulla, e si alza in piedi per dirigersi verso la grande finestra della stanza, spalancata, a far entrare un po' d'aria contro l'afa soffocante di una tranquilla notte di luglio.
Alberi. Stelle, perché il luogo in cui si trova è lontano dalle luci della città. Un quarto di luna, intensa da far sfigurare un po' gli altri corpi celesti, piccoli puntini brillanti al cospetto di una falce così luminosa e illuminante.
Pete si chiede quante coppie stiano contemplando un cielo simile e quante stiano facendo l'amore sotto di esso, rendendolo il proprio tetto. Poi pensa a Patrick. E di lì, i suoi pensieri si bloccano.
Si bloccano perché non vogliono inoltrarsi e desiderano restare su Patrick, perché Patrick ormai detiene e contiene ogni altro suo pensiero e quindi non c'è motivo di continuare a pensare. Su Patrick potrebbe scrivere così tante canzoni, testi, poesie. La sua vena creativa nei confronti dell'argomento 'Patrick' gli sembra essere infinita; e spesso - sempre - dirige i suoi occhi interiori a lui per scrivere. Ogni canzone che ha visto la luce ha dentro di sé un po' di Patrick, e Patrick le canta senza neanche saperlo. Pete sorride appena all'idea.
Ma il sorriso si spegne nel momento in cui Pete si rende conto che è proprio quello il problema.
Patrick in questo momento è lontano, in un altro Stato, con Elisa e Declan, e con la famiglia nella testa e nel cuore come unica cura. Il che pare a Pete giusto e doveroso, ma, diamine, se non lascia un retrogusto amarissimo.
Il suo cervello non vuole collaborare con la stesura del testo perché il cuore non riesce a sopportare un'analisi e una comprensione di emozioni e sentimenti che Pete sta cercando in tutti i modi di ignorare. Una specie di principio di autoconservazione, se gli si vuole dare un'accezione scientifica. Così la scrittura risulta inibita, non avendo materiale concreto su cui lavorare.
Ecco, forse questa è una spiegazione più adatta al fatto che, giunti all'argomento 'Patrick', i pensieri di Pete si blocchino. Ha paura di pensare perché ha paura di soffrire; al 'Patrick pensiero ristoratore e vivificatore', che c'è sempre stato, dal momento in cui Pete ha guardato il cantante innamorandosi perdutamente di lui, si è affiancato il 'Patrick pensiero dilaniatore dell'anima', che si ripresenta nella mente di Pete ogni volta che è da solo, lontano da Patrick, ogni volta che si ricorda che i suoi sentimenti non sono ricambiati e mai lo saranno. Notti come questa, calda e umida e afosa e opprimente, che contrastano col gelo che si viene a creare nel cuore del bassista quando c'è troppo silenzio e troppe stelle per ignorare tale consapevolezza.
Ora però sta pensando a Patrick e Pete non è pronto a scrivere di lui perché non è pronto ad esorcizzare i suoi demoni.
Non è pronto, e non vuole, ma ormai avverte le lacrime formarsi dietro i suoi occhi e il respiro intensificarsi.
Lascia la finestra e il paesaggio; si riabitua alla dimensione domestica e si distacca dal contatto visivo con la natura, crudele, insensibile nel modo in cui gli ha fatto capire, gli ha suggerito che il problema è Patrick e gli ha ribadito che non lo avrà mai. Torna al tavolo, si siede. Prende in mano la penna.

'Sometimes before it gets better,
The darkness gets bigger,
The person that you'd take a bullet for is behind the trigger'
  
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