Una casa diroccata. Un corpo frantumato. Una poesia trasformata in musica come sottofondo.
Il nostro compito è ricomporre questo corpo. Se i frammenti del corpo saranno uniti e ognuno al loro posto anche l'animo gioverà di questa riparazione. Possiamo essere ritenuti angeli custodi. Siamo piccoli, alti poco più di mezzo metro ma siamo una squadra e niente si può contrapporre tra noi e il nostro obiettivo. Questo corpo tornerà intero. Questo animo tornerà vivo.
Ci mettiamo a lavoro. Per nostra fortuna il corpo non è del tutto distrutto. Il busto è rimasto intatto e ha ancora la parte destra del corpo attaccata. Iniziamo il nostro lavoro dalla gamba sinistra. Mike e Tony stanno fissando la coscia mentre io riparo il ginocchio. Sento Vic lamentarsi.
<< Non è che qualcuno mi aiuta con questo piede? >>
Do un ultimo ritocco al mio lavoro per poi raggiungerlo.
<< È come se avesse l'articolazione bloccata, non riesco a metterlo dritto. Se poi non sarà dritto Lei non potrà andare dove vuole, è come impedirgli di raggiungere i suoi obbiettivi. >>
Annuisco pensando a come fare per riparare contemporaneamente l’ossatura e riposizionare correttamente l’articolazione .
<< Ha l'articolazione semi lussata. Proviamo a tirarla verso il basso e riposizionarla.>>
Vic chiama Jaime in nostro aiuto e tutti e tre insieme sistemiamo il piede. Lascio un Vic soddisfatto a controllare l'altro piede mentre io mi avvio verso il braccio sinistro. Sento qualcuno - probabilmente Mike- urlare:
<< Avete visto l'indice? Non lo trovo! >>
Tony risponde:
<< Controlla nella stanza affianco.>>
Mentre Mike torna con l'indice noi sistemiamo il polso e stendiamo le dita per controllare se ci sono fratture. Poi fissiamo alla mano l'indice con attenzione. Il lavoro sta proseguendo bene. Dopo aver dato tutti i ritocchi al corpo ci accerchiamo tutti attorno alla testa. Qui c'è un bel danno, è praticamente esplosa. I quattro ragazzi si dividono due per orecchio mentre io osservo i pezzi che ho intorno. Logicamente cerco il cervello ma nel frattempo chiedo ai ragazzi se hanno visto la bocca.
Loro annuiscono e mi fanno cenno di aspettare.
Tempo tre minuti e stiamo trasportano il cervello alla scatola cranica insieme alle labbra. Io e Mike sistemiamo il cervello ma aspettiamo a collegare il sistema nervoso. Mentre Tony e Jaime aggiustano il naso e le vie respiratorie io, Mike e Vic cerchiamo gli occhi.
<< Ragazzi, li ho trovati ma... C'è qualcosa di strano.>> Raggiungo Vic sotto la finestra rotta e trovo due bulbi oculari gettati li per terra.
<< Sono di colore diverso.>> Osserva Mike poco convinto. Cerco di capire perché ci sono due occhi di colore diverso. Uno è verde e guarda fisso in un punto, l'altro è azzurro e sposta lo sguardo da un punto a un altro della stanza. " Sono inquietanti.".
<< Ragazzi non importa se sono di colore diverso, dopotutto stiamo ricostruendo un corpo a pezzi, è più che normale trovare parti strane. Forza sistemiamoli.>> Loro annuiscono convinti dal mio discorso e portiamo gli occhi vicino al viso.
Con un segno d'intesa io e Vic colleghiamo il sistema nervoso al cervello mentre Tony e Mike sistemano gli occhi e Jaime apre a forza la bocca. Perfetto, il cervello è collegato. Tutti insieme chiudiamo la scatola cranica e aspettiamo che le ossa si riparino da sole. È uno spettacolo fantastico vedere il corpo che si ripara da solo dopo il nostro aiuto; le ossa della scatola cranica si riassemblano da sole, incastrandosi e creando sul momento pezzi mancanti. Subito dopo uno strato di pelle comincia a ricoprire la testa con una velocità impressionante. Sistemiamo i bulbi dei capelli in modo che le ciocche rovinate vengano sostituite. Il lavoro di riparazione del viso è finito. Curiamo i piccoli tagli ed ematomi che Lei si è procurata durante la collisione con la casa, con il cielo e con sé stessa. La ripuliamo dal sangue e dalla terra. Le togliamo di dosso frammenti di vetro e pezzetti di legno.
Ci guardiamo soddisfatti.
<< Ragazzi pronti a far partire questo nuovo corpo? >> chiede Vic con un fremito nella voce.
Noi annuiamo tutti eccitati.
Prendiamo insieme il cuore e lo posizioniamo nel petto, dove c'è un buco. Tutti ci stringiamo attorno a Vic che con una lieve pressione spinge il muscolo al suo posto. Tratteniamo il respiro quando i filamenti delle arterie si uniscono al cuore. La pelle si ricrea coprendo quel buco ormai pieno.
Ci guardiamo negli occhi emozionati.
<< Pronti ragazzi? >>
Annuiamo insieme, poggiamo tutti le mani sulla pelle che ora ricopre il cuore, contiamo silenziosamente fino a tre e simultaneamente spingiamo insieme sul petto una doppia volta.
BUM BUM
Lo facciamo altre due volte. Alla terza il cuore prende il via da solo e noi corriamo a nasconderci dietro un'asse spezzata.
BUM BUM
BUM BUM
BUM BUM
Sì sente un respiro improvviso accompagnato da un sussulto. Poi un respiro più lento e Lei spalanca gli occhi, che brillano di una luce nuova. Che brillano di vita.
Darlin you'll be okay.
Note autore.
Okay è praticamente la rivisitazione di un mio sogno (e vi starete chiedendo -se per caso qualcuno ha aperto questa fanfiction- "Sogni dei cervelli? Dei bulbi oculari che ti fissano?" A quanto pare sì.)
Questo è quello che praticamente è successo. Mi ero spezzata in tante piccole me e stavo impazzendo (letteralmente, visto che avevo iniziato a sentire voci nella mia testa). Poi la mia ragazza mi ha fatto conoscere i Pierce The Veil e piano piano mi sono aggiustata, pezzo per pezzo. Grazie a loro ho ripreso a vivere. Loro sono davvero degli angeli custodi.
Grazie se hai letto questa oneshot scritta all'una di notte <3
(qui c'è il mio tumblr)
Threeara-Alex