Desperate Househusbands – Quell’Appartamento Che Dà A Ovest
Benvenuti in casa Hoshi
-E questo è tutto …-
-Bene. Che facciamo?- chiese il biondino rivolgendosi all’amico
-Beh …- rispose -… io direi che questa possa andare.-
-Se avete intenzione di prenderla, dovete firmare qui ...qui …e qui!-
I due amici scarabocchiarono qualcosa su delle scartoffie e con molta
soddisfazione le restituirono al dipendente.
-Complimenti!- esclamò l’uomo –Ora questa casa può dirsi proprietà della
famiglia …-
-Umh …?- il più grande dei due storse un po’ la bocca aggrottando la fronte,
mentre l’altro sbottò in una sonora risata: -Oh, no! Non siamo sposati!-
-Ci mancherebbe!-
-Scusatemi! Non sareste stata la prima famiglia gay a cui vendo una casa …-
sorrideva imbarazzato
-Adesso questa è casa nostra, giusto?-
-Sì, Sanzo- rispose il moretto
-Dunque …- si girò verso l’uomo -… se ne vada fuori da casa mia!-
-S-sì!- balbettò recuperando le sue cose e sparendo dietro la porta principale
-Ma Sanzo …!- sorrise Hakkai
-Ma tu guarda che gente …ti sembro uno con la faccia da gay?-
-No, direi di no…- Tu guarda se questi sono discorsi…
-L’avete presa col parquet!- esclamò con gli occhi
lucidi –Proprio come vi avevo chiesto! Così quando prenderò le sbronze posso
direttamente dormire sul pavimento!-
-Proprio così.-
-Davvero, Sanzo?- chiese il rosso, questa volta, con gli occhi sommersi dalle
lacrime per la commozione
-Sì. Peccato che non potrai dare feste.-
-Cosa?!-
-Non voglio avere per casa studenti universitari sbronzi. Pensa a cosa succederebbe
se vomitassero nei vasi delle piante di Hakkai.-
Gojyo stette per una manciata di secondi in assoluto silenzio con gli occhi
rivolti verso il soffitto. Sanzo rimaneva di fronte a lui per vedere se davvero
il meccanismo del suo cervello potesse lavorare. Il rosso abbassò gli occhi e
lo guardò: -Sì, ok… hai ragione.-
Mentre Gojyo prendeva le misure per allestire il salotto da vero scapolo e
camera sua da vero sex symbol, Goku saltellava da una stanza all’altra della
casa senza distinguere il bagno dalla cucina. Anzi, forse la cucina era l’unica
cosa che riusciva a distinguere dal resto.
-Perché devo essere io a dividere il bagno con la scimmia?-
-Ehi, bada a come parli, ero-kappa!-
-Semplice …- rispose il biondo -… potrei dirti un miliardo di bugie, ma la
realtà è che io ho deciso così.- e si chiuse la porta alle spalle negando a
Gojyo il diritto di replica.
-Non capisco perché devi avere un nome così lungo!-
-Perché le persone importanti hanno nomi composti, idiota!-
-Certo, genio! Purtroppo non ci entra tutto sulla targhetta del campanello e
della posta!-
-Ma che diavolo stai dicendo? Genjo Sanzo Hoshi, Cho Hakkai e Son Goku… rimane
posto per fare anche un fiorellino a piè di pagina.-
-E il mio nome?!- chiese con occhi sgranati ed istinto suicida
-Perché? Hai intenzione di vivere qui?- domandò Sanzo innocentemente
-Brutto… io ti ammazzo!-
-Ehi! Questo lo dico io!-
-Su, ragazzi, piantatela. È pronta la cena.- intervenne il moretto
I quattro si misero alla tavola ancora priva di tovaglie e merletti, ma quello
che regnava sopra di lei era un maestoso stufato preparato dalle abili mani di
Hakkai.
-Questo tavolo cigola in maniera preoccupante.- notò il ragazzo dai lunghi
capelli
-Già specie dalla mia parte.- continuò Sanzo che era seduto proprio davanti a lui
Hakkai versò la pietanza nei piatti e riportò il pentolone in cucina con
l’intento di coprirlo per bene in modo da mantenerlo caldo.
-Stasera giocano gli Eagle.-
-Che cosa sono gli Eagle, Sanzo?-
-La tua squadra di football preferita, Goku.-
-Ah, sì?-
-Ahah! Forza Eagle!- sbottò il rosso il battendo un pugno sul tavolo esaltato.
-Non sentite questi scricchiolii aumentare?- domandò Sanzo guardandosi intorno,
sorseggiando un bicchiere di vino
-Sì, in effe…- ma il rosso non fece in tempo di finire la frase ed accorgersi
che le gambe del tavolo si erano sganciate. Fu un momento e la tavola in legno
massello gli cadde sui gioielli di famiglia portandogli via qualsiasi sorta di
respiro.
-Gojyo… tutto be…?- ma il più piccolo trovò idiota una domanda del genere quando
vide l’amico cadere all’indietro e tutti i piatti colmi di stufato versarglisi
addosso.
-Ch…Chi ha montato la tavola?- chiese il mal capitato con una flebile voce
-Io…- rispose la saru
-Hai seguito le istruzioni?- la mano di Gojyo tastava l’aria sperando che un
amico corresse in suo aiuto
-Beh, no… Sanzo ci ha fatto degli aeroplanini di carta e li ha lanciati fuori
dalla finestra
Il biondo si schiarì la voce, mentre Gojyo riuscì finalmente ad aprire gli
occhi: -Non è questo il punto. L’avevo detto io di non comprare i mobili all’Ikea.-
detto ciò, si alzò poggiò il bicchiere di vino sul tavolo che andò dritto
dritto a schiantarsi sulla faccia di Gojyo e se ne andò.
-Ecco il pepe per G…- ma Hakkai si fermò sulla soglia vedendo il tavolo
inclinato, Gojyo per terra che imprecava, Goku che lo fissava inespressivo e
cibo ovunque.
-Hak…- mugulava il rosso a terra, ma il moretto corrugò la fronte: -Se non
avevate voglia di mangiare lo stufato, bastava dirlo!-
-Senti, principessa sul pisello, perché non mi hai dato
una mano a ripulire?-
Sanzo se ne stava accanto alla saru a guardare la partita.
-Mi stai ascoltando?!-
-Ssshhh!- lo azzittì infastidito
-Anche io voglio guardare la tv, però se mi avessi dato una mano avremmo finito
prima!-
-Guarda, Miss Panten Pro-V, che se è successo quel macello è stato solo per
colpa tua!- scattò in piedi il biondo
-Colpa mia?! Colpa tua e delle tue istruzioni!-
-Sanzo… posso bere un po’ di birra?- chiese Goku che si trovava esattamente in
mezzo ai due
-Se tu sei rozzo e tratti tutto con rozzezza, non è colpa mia!-
-Se soffri del complesso di Peter Pan e ti metti a giocare con qualsiasi cosa
trovi, non è colpa mia!-
-Sanzo…- Goku si alzò in piedi per catturare l’attenzione del suo tutore -…
posso bere un po’ di birra?- e il litigio si calmò
-Gli Eagle effettuano un bellissimo touchdown!- gli occhi dei due vennero
attratti dalla tv come una calamita. Per pochi secondi tutto tacque mentre la
saru si guardava in torno cercando delle risposte.
-Goku! Levati da lì… presto!- urlò Hakkai che stava correndo verso di lui. Ma
ormai era troppo tardi. Gojyo e Sanzo si guardarono, spalancarono gli occhi e
le braccia, inarcarono la schiena e saltarono uno contro l’altro esultando ed
esclamando sconcerie. Goku prima che potesse comprendere le parole di Hakkai si
trovò travolto dalla collisione perdendo completamente i sensi.
-Goku?-
-Umh…?- la saru riusciva a malapena a vedere il volto di Hakkai
-Goku, mi vedi? Quante dita sono queste?-
-Hakkai, che domande fai? Tanto non sa contare!- intervenne il rosso
-Cos’è successo?- mugugnò il più piccolo portandosi una mano alla testa
-Prima regola del football: non stare mai in mezzo a due tifosi quando la loro
squadra fa touchdown, ricordalo.-
-Ci proverò…- Goku tentò di alzarsi e barcollando si diresse verso la sua
camera. –Ecco, adesso tutti a letto e che non voli una mosca! Domani dovrete
mettere a posto tutti questi scatoloni!-
-Scusa, Barbie dai capelli corti, e tu non fai niente?-
-Idiota, io domani mattina vado a lavoro, a differenza di qualcuno…-
-Buonanotte, Gojyo. Buonanotte, Sanzo.-
-Buonanotte.- risposero all’unisono.
Gojyo camminava sotto il sole cocente e la sabbia sotto
i piedi gli ustionava la pelle. I suoi vestiti erano impregnati di sudore e
diventavano sempre più pesanti. Le labbra si screpolavano in piccoli tagli
sanguigni, la bocca si era impastata e ogni passo diventava sempre più
difficile e cadde a terra. Lanciò l’ultimo sguardo all’orizzonte quando vide
un’oasi davanti a lui che bagnava i corpi di alcune belle ragazze. Il paradiso,
pensò. Non si dette per vinto: si trascinò fino alla riva e bevette avidamente.
–Devi essere molto assetato.- disse la ragazza riparata sotto la palma. Il
rosso alzò la testa, la guardò e rimase estasiato dalla sua bellezza. In fondo
non era altro che un uomo e dunque non poté altro che allargare le braccia e
raggiungerla con un balzo. Era ad un soffio dalle sue labbra quando sentì un
dolore pungente alla fronte.
-Ahia, cazzo!- si massaggiò la parte dolorante. –Stupido comodino! Stupido
letto! Stupido sogno! È meglio metterci del ghiaccio prima che nasca un
bernoccolo sulla mia bellissima faccia.- detto ciò camminò gattoni fino alla
porta premendo delicatamente sulla maniglia. Non doveva fare il minimo rumore
altrimenti il biondino sempre in fase pre-mestruale si sarebbe infuriato. In
punta di piedi attraversò il corridoio illuminato dalla finestra che Goku
lasciò aperta. Ogni scricchiolio sembrava l’esplosione di una bomba atomica.
Giunse al salotto, che parve un campo minato da tutte le loro cianfrusaglie e per
di più non si vede un cacchio! Gojyo si improvvisò acrobata, quando pestò
qualcosa di peloso che iniziò ad emettere un’assordante risata. –Di chi diamine
è questo pupazzo? Basta! Stai zitto!- sussurrava tastando il pupazzo
nervosamente, ma esso non la smetteva. –Stupida bambola! Stupida!- ripeteva
sbattendola contro il parquet, decapitandola. –Pfiuuu, ho temuto di essere
spacciato!- si rialzò lentamente per non perdere l’equilibrio e trovò quella di
strusciare i piedi, anziché fare piccoli passi, un’idea brillante e di sicuro
più silenziosa. –Eheh, Gojyo…sei un genio!- sghignazzava tra sé e sé.
Strusciare i piedi era persino divertente! Si sentiva un bambino che
trasgrediva le regola della mamma. Ma la sua felicità infantile si placò quando
sentì una fitta provenire dal mignolo del piede destro che aveva appena
tamponato lo scatolone pieno di libri di Hakkai. Gojyo, trattenne il respiro
per non urlare ma gli pareva che il dolore così aumentasse.
-AHHHHH!-
-Chi c’è?!- Hakkai si svegliò
-I ladri!- Goku si svegliò
-Prendo il fucile!- e ahimé anche Sanzo
I primi due si piombarono sulla soglia del salotto cercando di agire nel modo
più prudente possibile. –Spostatevi!- esclamò Sanzo puntando il fucile. Si
sentì un colpo e poi un boato.
-Ho preso qualcosa! Ho preso qualcosa!- esclamò entusiasta. Hakkai allungò il
braccio e accese la luce.
Sanzo: -Ah, è solo Gojyo steso a terra. Torno a dormire.-
-Hakkai, secondo te è morto?-
-No, secondo me è solo svenuto dalla paura. Aiutami a portarlo in camera sua,
Goku.-
-Che diamine hai combinato ieri notte?! Prima di
sparare accendi la luce!-
-è quello che potrei dire a te.- rispose leggendo il giornale con la tazza di
caffè sulle labbra. –Comunque…- riprese -… quel bernoccolo ti dona!-
-Ascoltami bene…!-
-Ehhh…- sospirò Hakkai, poi rivolse a Goku: -… se il buongiorno si vede dal
mattino…-
-Riusciremo a sopravvivere?- chiese la saru con la bocca sporca di cioccolato
-Alla giornata?-
-No. Alla convivenza.-
-E chi lo sa?-