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Autore: hapax    21/01/2009    0 recensioni
Giugno 1987. Il cadavere di un uomo viene trovato all'interno della gabbia delle tigri dello Zoo di Filadelfia. Ventidue anni dopo Lilly Rush e la sua squadra tenteranno di risolvere il mistero partendo da un misterioso messaggio in possesso della vittima. Una fanfiction in puro stile Cold Case.
Genere: Drammatico, Thriller, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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altro-cap Le auto della polizia si facevano strada a sirene spiegate.
Di fronte alla casa dei fratelli Pinter le auto dei detective si fermarono facendo stridere le gomme sull'asfalto: in pochi secondi l'abitazione era già circondata.
Il tenente Stillman parlò dentro al megafono.
- Siete circondati. Uscite immediatamente con le mani bene in vista. Non fate scherzi: i miei uomini sono pronti a sparare. -
La porta d'ingresso si aprì.
Steven Pinter uscì tenendo le mani alzate, poi si inginocchiò e si distese a terra.
Rush e Valens si avventarono sull'uomo e lo ammanettarono; i colleghi entrarono in casa.
- Dov'è Stephanie Curtis, bastardo? -
Pinter provò a divincolarsi dalla presa dei due poliziotti, ma era fatica sprecata.
- Non lo so. -
- Speri che ti crediamo? Avanti, parla! Che le avete fatto? Dov'è tua sorella? -
Le domande serrate della detective non gli lasciavano tregua.
- Non lo so, vi dico! -
Miller, Jeffries e Vera uscirono dalla casa.
- Non c'è nessuno. -
Valens avvicinò la bocca all'orecchio del prigioniero: - Augurati che troviamo tua sorella prima che possa fare del male a quella donna. -

Dopo tre ore, Steven non aveva ancora aperto bocca: era stato interrogato alternativamente da tutti i detective, ma non aveva detto altro che - Voglio un avvocato. -
Lilly Rush entrò per la seconda volta nella stanza, seguita da John Stillman.
- Allora, Steven - cominciò la donna - vuoi deciderti a parlare? -
Silenzio.
- Abbiamo le prove della tua complicità in due omicidi: se non parli peggiori solo le cose. -
Steven Pinter distolse gli occhi dal punto che stava fissando e si girò verso Stillman.
- Due omicidi? -
Rush e Stillman incrociarono gli sguardi: Pinter pensava di essere nei guai solo per un omicidio.
Lilly avvicinò il volto a quello dell'uomo, obbligandolo a guardarla negli occhi.
- Esatto. Due omicidi. - 
La confusione negli occhi di Steven Pinter era evidente.
- Sta per cedere. - disse Kat Miller da dietro al vetro. Scotty annuì osservando la scena: - Lilly e il capo lo faranno parlare. -
- Che senso ha proteggerla? - riprese Stillman.
- Già. Dopotutto, ti sei già preso abbastanza colpe a causa sua. Vero? - continuò Rush.
- Perché non è stata tua sorella ad essere la vittima, tanto tempo fa... -
- Che cosa ti faceva, Steven? Perché l'hai picchiata? -
Pinter chiuse gli occhi. Sudava. Le mani tremavano per l'agitazione.
- Basta! -
Lilly e Stillman tacquero: il loro uomo avrebbe parlato.
- Lei... lei è... cattiva. -
Gli occhi di Steven Pinter erano sbarrati e pieni di paura.
- Dopo la morte di papà e mamma, Mary cominciò a comportarsi in modo strano: all'inizio non ci feci caso, era sconvolta dal dolore, e lo ero anch'io. Poi... cominciò a picchiarmi. -
Stillman lo interruppe: - Picchiarti? Lei era una bambina, tu un giovane adulto: come faceva a picchiarti? -
- La prima volta accadde di notte. Dormivo. Mi svegliò colpendomi alla testa con un piatto. Pensai che fosse sonnambula, invece era sveglia e completamente lucida e... -
Nascose la testa fra le mani.
- ... e osservava affascinata il sangue che mi colava dalla fronte. -
Dall'altra parte del vetro Scotty deglutì.
- Poi fu un crescendo di violenza. Non avevo il coraggio di difendermi: le volevo troppo bene. -
- Finché un giorno non reagì colpendola a sua volta. -
Steven annuì all'affermazione di Rush. Poi riprese a parlare.
- Oltre a essere sadica e crudele, quella volta dimostrò di essere anche furba: uscì di casa correndo, e si precipitò dalla vicina raccontandole che ero diventato violento; la vedova Spencer le credette e chiamò la polizia. -
Kat, che osservava non vista la scena, disse tra sé e sé: - E così quella piccola strega si è fornita una reputazione da angioletto innocente lasciando a suo fratello la parte del lupo cattivo. -
- Che ci sai dire di Paul Curtis? - chiese Rush.
- Stava con Mary, una volta. Poi si è suicidato. -
- No, non si è suicidato. Abbiamo motivo per credere che invece sia stato la prima vittima di Mary. -
Pinter si osservò i palmi delle mani.
- Vorrei avere la certezza che vi state sbagliando, ma purtroppo non ho nulla per smentirvi. Stephanie Curtis ha sempre incolpato mia sorella della morte di Paul, e ho sempre ritenuto che avesse ragione: quell'uomo era succube di Mary, che con lui era estremamente crudele. Era perfettamente comprensibile che l'avesse indotto al suicidio. Ma in fondo è anche verosimile che l'abbia ucciso lei. -
- E per quel che riguarda John Fry? -
- Con John la crudeltà di Mary raggiunse l'apice. -

Steven Pinter scese al buio le scale del seminterrato, da dove usciva la musica a tutto volume: Mary non avrebbe potuto sentirlo. Si sedette su uno dei gradini, a spiare la stanza illuminata solamente dalla luce fioca di una vecchia lampadina.
"Taste me you will see / More is all you need / Dedicated to / How I'm killing you"
John Fry indossava solo i pantaloni: era legato a una sedia, i polsi stretti nel filo di ferro.
Steven rabbrividì vedendo il petto del ragazzo sanguinare.
Mary era accanto a lui, gli sussurrava parole dolci all'orecchio, e intanto la lama affilata del suo coltello segnava sottili linee rosse sul corpo della sua vittima.
"Come crawling faster / Obey your Master / Your life burns faster / Obey your Master / Master"
Il volto di John si deformò in un'orribile urlo.
Steven non lo udì.
La musica copriva quell'agonia.
"Master of Puppets I'm pulling your strings / Twisting your mind and smashing your dreams / Blinded by me, you can't see a thing / Just call my name, 'cause I'll hear you scream / Master / Master"*

- Così la colpa di John Fry fu quella di innamorarsi di una sadica. -
Lilly tentava di mantenere la calma, ma più i nodi giungevano al pettine, più desiderava che quella storia finisse.
Steven Pinter cominciò a piangere.
- Mary aveva deciso di ucciderlo. Io lo sapevo, sapevo tutto, ma volle coinvolgermi; disse che se lo uccidevo assieme a lei saremmo stati per sempre legati da questo segreto: in questo modo io non l'avrei mai tradita raccontando quello che era successo, e lei promise di non farmi più del male. -
- Sai dov'è Mary in questo momento? - chiese Stillman.
- No. E' uscita ieri sera, e non è tornata. -
- Devi aiutarci, Steven! Ha rapito Stephanie Curtis! Deve esserci un posto in cui può averla portata! -
Rush stringeva i pugni: Mary si sentiva minacciata da quello che Stephanie sapeva, e l'avrebbe fatta morire di una morte lenta e dolorosa.
Steven Pinter chiuse gli occhi, cercando di ricordare.
- Non ho idea di dove possa essere. -
Lilly si alzò di scatto, presa da una rabbia improvvisa.
Poi la porta si aprì e Jeffries parlò: - Io e Vera abbiamo qualcosa. -



*Metallica "Master of Puppets" (1986)
  
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