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Autore: Lois Lane 89    18/07/2015    1 recensioni
Sofia sa di avere dei problemi di salute, ma vuole andare avanti da sola. ma bene presto scoprirà di avere bisogno di aiuto. Avrà accanto la sua nuova famiglia, i suoi amici e forse qualcuno che le farà battere il cuore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Azzurra Leonardi, Margherita Morbidelli, Nina Cristaldi, Nuovo personaggio, Suor Angela
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sofia vive a Fabriano, al convento degli angeli.

Il convento è gestito da Suor Costanza, la madre superiora; e oltre alle altre suore c'è Suor Angela, un punto di riferimento per le ragazze del convento.

Infatti insieme a Sofia c'erano anche Azzurra, Rosa, Margherita e Nina.

A loro si erano aggiunti Guido, Davide e Carlo.

Ogni tanto il ragazzo di Nina, Gregorio, arrivava per poter stare un po' di tempo con lei.

Sofia custodiva un segreto che non aveva intenzione di condividere con nessuno: soffriva di una particolare forma di anemia per cui il livello di ferro nel suo sangue era praticamente azzerato.

Ma Nina, che dormiva con lei, aveva iniziato a notare qualcosa di strano nel suo comportamento: mangiava poco e una mattina ebbe un forte capogiro che la costrinse a sedersi sul letto.

“Sei sicura di stare bene? Sei pallida.”

“Sto bene, tranquilla. Non ti preoccupare.”

Così dicendo, Sofia prese dei fogli dal cassetto e li infilò nella borsa prima di uscire dalla stanza.

Uscì dal convento e si recò in ospedale: in realtà i fogli che aveva messo dentro la borsa erano ricette mediche.

Il medico che l'aveva in cura le aveva prescritto dei medicinali a base di ferro, ma anche se non era un medico, i dosaggi che le aveva scritto, le sembravano troppo alti; voleva farseli abbassare.

Per questo non aveva preso alcuna pastiglia.

Quel giorno, nello studio del medico, Sofia non riusciva a respirare per via del fumo: il dottore fumava il sigaro, e quello studio sembrava una camera a gas.

“Questi dosaggi sono perfetti. Non c'è bisogno di modificarli.”

Sofia ripose le ricette nella borsa e si alzò dalla sedia: aveva bisogno di uscire e respirare aria pulita.

Ma non appena la sua mano fu sulla maniglia, il dottore gliela bloccò e la voltò, facendole sbattere la schiena contro il muro.

Le prese anche l'altra mano e gliele bloccò, iniziando a baciarla sul collo.

“Basta. Mi lasci andare.”

“Non si agiti. Voglio farla sentire meglio.”

Così dicendo, le strappò la maglia che portava sotto la felpa aperta, ammirando il suo corpo.

Si abbassò e le baciò il ventre; lei riuscì a mettere la mano sulla maniglia e l'aprì.

“Non provi a denunciarmi. Non vincereste mai.”

La ragazza uscì dallo studio e sentì che non aveva quasi più aria nei polmoni; doveva uscire dall'ospedale.

Mentre camminava per i corridoi senza nemmeno capire dove stava andando, delle lacrime iniziarono a solcarle il volto.

Ad un tratto si accasciò a terra e si appoggiò al muro.

Carlo e Margherita erano in quel corridoio e la videro accasciata contro il muro.

“Sofia. Che ti è successo?”

“Devo uscire da qui e tornare in convento. Ho bisogno d'aria.”

Appena finì di parlare, iniziò a tossire.

“Sei pallida. Hai bisogno di ossigeno, vieni con noi. E poi ci spiegherai che cosa ti è successo. Intanto Margherita avverti Suor Angela.”

Dopo di che, Carlo e Margherita aiutarono Sofia ad alzarsi e la portarono in una stanza.

Margherita chiamò il convento e avvertì Suor Angela.

Intanto Carlo dette una mascherina a Sofia, e accese una bombola.

“E' aria pulita. Respira lentamente.”

Dopo un po', Suor Angela e Guido arrivarono in ospedale ed entrarono nella stanza.

“Grazie a Dio stai bene. Ma che è successo?”

Sofia si tolse la mascherina e si sedette sul letto.

“Mi dispiace Suor Angela.”

“Non devi scusarti. Che ti è successo? Puoi parlare tranquilla, nessuno ti giudicherà.”

“C'è una cosa che non ho mai detto a nessuno. Sono anemica. Ma di una forma particolare: il livello di ferro nel mio sangue è praticamente azzerato. Ogni tanto ho dei capogiri. Il medico che mi ha in cura mi ha prescritto dei farmaci, ma i dosaggi mi sembravano eccessivi. Così sono venuta in ospedale per farmi cambiare le ricette, ma lui ha detto che i dosaggi andavano bene.”

“Hai le ricette con te?”

Sofia fece cenno di sì con la testa e tirò fuori le ricette dalla borsa che era accanto a se e le consegnò a Margherita e Carlo.

“Hai ragione. Questi dosaggi sono troppo elevati. Sono capaci di stendere un cavallo. Quante pastiglie hai preso? E dove sono adesso?”

“Nessuna. Le scatole sono ancora intatte. Avevo paura che avessero effetti collaterali. E sono in una scatola nel comodino accanto al mio letto.”

“Bene. Ora a te ci penso io. Ti darò un farmaco più leggero e adatto a te. Così vediamo di rimettere a posto le cose.”

“Ma non è tutto, vero? È successo altro in quello studio.”

“In quello studio non riuscivo a respirare. Lui fumava il sigaro; sembrava peggio di una camera a gas. Stavo per uscire, ma lui mi ha bloccato contro la parete, mi ha strappato la maglia e...”

Sofia non riuscì a terminare la frase.

“Che bastardo. Credevo che non si potesse fumare in ospedale.”

“Infatti è proibito. E il fumo ti ha riempito i polmoni. Devi denunciarlo.”

“Non posso. Ha detto di non provarci nemmeno. Non avrei nessuna speranza di vincere.”

“Questo è tutto da vedere. Me ne occupo io. Risolveremo tutto.”

“Possiamo tornare al convento? Ho bisogno di una doccia e di cambiarmi questa roba.”

“Ma certo. Andiamo.”

Sofia si chiuse la zip della felpa, prese la borsa e con Suor Angela e Guido uscirono dalla stanza.

Carlo le promise che quella sera le avrebbe portato il nuovo farmaco; Margherita andò con loro, avendo finito il suo turno.

Salirono sul pulmino di Suor Angela e tornarono al convento.

Sofia andò nella sua stanza e consegnò a Margherita la scatola con i medicinali che le aveva dato il medico.

“Hai bisogno di aiuto?”

“No grazie. Ce la faccio da sola.”

Margherita la lasciò sola e andò in cucina dove c'erano Suor Angela e Guido.

“Per fortuna non ha preso nulla di questa roba. Le avrebbe fatto solo peggio.”

“Standole vicino saremo in grado di aiutarla. Anche a dimenticare l'aggressione.”

In quel momento entrarono Azzurra, Nina, Gregorio e Rosa.

“Chi è che è stato aggredito?”

“Sofia. Un medico incapace ha pensato di metterle le mani addosso oltre che intossicarla con il fumo del sigaro che stava fumando. E le ha prescritto dei farmaci che potevano farla stare peggio.”

“Che stronzo. Dobbiamo denunciarlo.” disse Nina.

“Me ne occupo io.”

“Ma per cosa erano quei farmaci? Che cos'ha Sofia?”

“Soffre di una particolare forma di anemia. Il livello di ferro nel suo sangue è praticamente azzerato. Carlo stasera le porta un farmaco più leggero.”

“Quindi significa che dobbiamo starle vicino. Ha bisogno di persone che le vogliano bene.”

“Dov'è adesso?”

“Sotto la doccia, in modo da potersi cambiare i vestiti.”

Nel frattempo, Sofia si era tolta i vestiti e li aveva buttati nel cesto dei panni sporchi; la maglia la buttò nel cestino.

Si fece una doccia calda per rilassarsi, e dopo essersi asciugata addosso e i capelli, indossò dei vestiti puliti e scese nel chiostro.

Ad un certo punto, si trovò Azzurra e Nina sedute sulla panchina accanto a lei, seguite da Margherita e Rosa.

“Sapevo che non stavi bene. Ma noi siamo dalla tua parte.”

“Grazie. Credevo di farcela da sola, ma mi sbagliavo.”

“Altrimenti a che servono gli amici? Siamo una grande famiglia allargata.”

Videro un ragazzo avvicinarsi a loro: capelli scuri e occhi azzurri.

Aveva un borsone in spalla e sorrise alle ragazze.

“Ciao. Sapete dirmi dove posso trovare Suor Angela? Sono qui per la stanza libera.”

“E' laggiù, vicino alla colonna.”

Lui sorrise guardando Sofia e si allontanò.

“Stanza libera? Per me Suor Costanza non ne sa nulla. Meglio non essere nei paraggi quando lo scoprirà.”

“Credo che sia meglio andarcene prima che ci incarichi di fargli da guida.”

Le altre concordarono con lei e si alzarono dalla panchina, dirigendosi nella direzione opposta.

Ma dopo aver fatto qualche passo, Sofia si immobilizzò dove si trovava: davanti a lei c'era il medico che l'aveva aggredita quella mattina.

“Sono io il tuo medico. Non puoi andare da un altro. Sei una mia paziente.”

Quando lui la colpì in faccia, Sofia perse l'equilibrio e cadde a terra, portandosi una mano alla faccia, ritrovandosela sporca di sangue: le aveva spaccato il labbro.

Guido intervenne e dette un pugno in faccia al medico.

“Non si azzardi mai più a toccarla. Una denuncia non gliela leva nessuno. Se ne vada e non metta mai più piede qui dentro.”

Il medico se ne andò guardando Sofia.

“Stai bene?”

“Si, grazie.”

Così dicendo, Sofia si recò in bagno a pulirsi la ferita; le ragazze la raggiunsero.

“Quel tipo ha dei problemi al cervello.”

“Probabilmente si. Cambiando discorso, quel ragazzo nuovo ti ha guardato. Quando sei stata colpita stava per intervenire se non l'avesse fatto Guido.”

“Forse stava guardando una di voi. Non credo che stesse guardando me.”

Le ragazze passarono il resto della giornata insieme.

Suor Costanza prese Suor Angela da parte.

“Un nuovo ragazzo? Questo posto è un convento non un albergo.”

“Ma non dice sempre che dobbiamo aiutare gli altri? E' quello che sto facendo.”

“Lui è l'ultimo. Altrimenti è la volta buona che faccio zac.”

Prima di cena, Carlo tornò e consegnò a Sofia il nuovo medicinale.

A cena era presente anche il ragazzo nuovo.

Mentre Nina e Rosa cucinavano, Sofia e Azzurra apparecchiavano la tavola; il ragazzo nuovo si avvicinò alla ragazza e le prese i piatti che aveva in mano.

“Lascia, faccio io. Mi chiamo Giulio.”

“Sofia.” e si strinsero la mano.

Lui le sorrise e finì di mettere i piatti sul tavolo.

Sofia andò a prendere le posate, e vide le facce delle altre ragazze.

“Fate sparire quei sorrisetti dalle vostre facce.”

“Si vede da lontano mezzo chilometro che gli piaci. Siediti vicino a lui.”

“Io ce l'ho già il mio posto. Discorso chiuso.”

Quando arrivò il momento di sedersi a tavola, Sofia fece per sedersi a tavola, ma Azzurra la prese per un braccio e la fece sedere accanto a Giulio, occupando poi il posto dell'amica; Sofia la guardò malissimo.

Sofia fece per prendere la bottiglia dell'acqua, ma Giulio fece la stessa cosa e le loro mani si sfiorarono: lei ritrasse la mano.

Lui prese la bottiglia e versò dell'acqua nei loro bicchieri.

Dopo cena, Sofia fece due passi nel chiostro poi decise di andare a letto, ma quando fu davanti alla scala, si trovò Giulio accanto.

“Vai già a letto?”

“Si, è stata una giornata pesante. Ho bisogno di dormire. Buona notte.”

“Notte. Ci vediamo domani.”

Sofia salì le scale ed entrò nella sua stanza; si addormentò dopo aver indossato il pigiama.

Il giorno dopo, Azzurra accompagnò Davide a scuola.

Sofia scese a fare colazione e trovò solo Giulio; era girato di spalle e non la vide.

Sopra i pantaloni indossava una maglia a mezze maniche aderente, e la felpa era posata su una sedia.

La maglia aderiva alla perfezione ai suoi muscoli; Sofia distolse lo sguardo da lui e si avvicinò al frigo, aprendolo.

Quando si voltò con la bottiglia del latte in mano, se lo trovò davanti.

“Buon giorno. Dormito bene?”

“Si. E ora spostati. Devo fare colazione.”

Così dicendo, la ragazza si sedette a tavola e fece colazione.

“Non hai altro da fare invece di fissarmi?”

“Oggi no. Andiamo a fare un giro?”

Non appena lui la toccò lei ritrasse la mano di scatto e si alzò.

“Non devi più toccarmi. E nemmeno avvicinarti a me.”

Così dicendo, Sofia se ne andò e si recò in biblioteca.

Ad un certo punto, non riusciva più a leggere: a causa dell'aggressione non riusciva a farsi toccare da un uomo.

Gli unici due uomini che le stavano accanto erano Guido e Carlo: si fidava di loro, e sapeva che non le avrebbero fatto mai del male.

Prese il libro in prestito e tornò in convento; trovò Giulio e lo prese da parte.

“Mi dispiace per quello che è successo stamattina. E hai tutto il diritto di sapere perchè ti ho trattato così.”

“Perchè sei stata aggredita in ospedale. L'ho saputo.”

“Se non vuoi più vedermi lo capisco perfettamente.”

“Non ti libererai di me così facilmente. Ti prego di credermi quando ti dico che non ti farò mai del male. Che ne dici se ricominciamo da capo?”

“Che cosa hai in mente?”

“Una cena con me stasera. E vestiti elegante.”

“Non mi sembra di avere possibilità di scelta.”

“Assolutamente nessuna scelta. A più tardi.”

La baciò sulla guancia e si allontanò.

Vestirsi elegante? E che cosa doveva mettersi? C'era una sola persona in grado di aiutarla: Azzurra.

Trovò Azzurra nella sua stanza con Nina e Margherita.

“Azzurra, posso chiederti un favore?”

“Certo. Dimmi tutto.”

“Devo vestirmi elegante e non so cosa indossare. Solo tu mi puoi aiutare.”

“Qual'è l'occasione?”

“Ecco... io, Giulio mi ha invitato a cena fuori stasera.”

Le ragazze la guardarono meravigliata.

“Sarai uno splendore. Non riuscirà a resisterti.”

Più tardi, Sofia si fece una doccia e Azzurra la aiutò a vestirsi, mentre Nina e Margherita pensavano a trucco e capelli.

“Azzurra, non avresti un vestito meno scollato? Questo è troppo provocante.”

“Questo va benissimo. Il modo migliore per farlo cadere ai tuoi piedi.”

“Non è il mio ragazzo. Andiamo a cena come amici.”

“Non ti avrebbe fatto vestire così, se non avesse intenzione di baciarti stasera. Vedrai che succederà.”

“Io non credo. Non mettetevi in testa strane idee.”

“Bene. Sei pronta. Possiamo andare.”

Così dicendo, uscirono dalla stanza: quando furono in cima alle scale, Sofia si bloccò.

“Ho dimenticato il coprispalle.”

Stava per tornare indietro, ma le ragazze glielo impedirono.

“Lascia che sia lui a scaldarti se hai freddo.”

Scesero le scale, e in fondo trovano Giulio: indossava un completo nero con la camicia bianca aperta e senza cravatta.

In mano aveva una rosa rossa; appena vide Sofia le sorrise.

“Sei bellissima. Questa è per te.”

“Grazie.”

Giulio prese la ragazza per mano e uscirono dal convento.

Arrivarono al ristorante e cenarono.

Ad un certo punto, Sofia vide il medico che l'aveva aggredita nel ristorante; e fu presa dal panico.

“Che ti succede? Calmati. Va tutto bene.”

“Il medico che mi ha aggredita in ospedale e picchiata in convento è qui, in questo ristorante. Devo andarmene.”

“Non ti farà nulla. Ignoralo. Non permetterò che ci rovini la serata.”

Dopo cena, i due ragazzi uscirono dal locale e fecero due passi per digerire.

Giulio prese la ragazza per mano.

Tornati al convento, si fermarono vicino al pozzo nel chiostro.

“Grazie. Sono stata bene stasera. A parte il piccolo inconveniente.”

“Non devi ringraziarmi. Sono contento che ti sei sentita bene.”

Così dicendo, prese il viso della ragazza tra le mani e la baciò delicatamente.

Quando si staccarono, si guardarono negli occhi.

“Buona notte.”

“Buona notte principessa.”

Lei si allontanò e salì le scale; poi entrò nella sua stanza.

Quando entrò, vide Azzurra, Nina e Margherita.

Azzurra la fece sedere sul letto trascinandola per un braccio.

“Racconta tutto. E non tralasciare i dettagli.”

“Al ristorante abbiamo visto il medico che mi ha spaccato il labbro. Volevo andarmene, ma lui mi ha detto di ignorarlo. Credo che lo vedrò ovunque vado.”

“Io quell'uomo non lo sopporto più. Ma poi che è successo?”

“Siamo tornati al convento e davanti al pozzo nel chiostro... mi ha baciato.”

A sentire quelle parole, le ragazze abbracciarono Sofia contemporaneamente.

Dopo di che, le ragazze si cambiarono e andarono a dormire.

Due giorni dopo, Sofia si trovava in giro per Fabriano; uscì da un negozio con una sportina in mano e si fermò sul marciapiede in corrispondenza delle strisce pedonali.

Quando il semaforo diventò verde, iniziò ad attraversare.

Ma in quel momento, una macchina dette gas anche se aveva il semaforo rosso e la investì; purtroppo non risucì a evitarla.

Sofia battè la testa sull'asfalto, ma prima di perdere i sensi, risucì a leggere le prime tre lettere della targa.

Carlo e Margherita erano di turno quando arrivò un ambulanza e videro Sofia priva di sensi stesa sul lettino.

“Che è successo?”

“Un'auto è passata con il rosso e l'ha investita sulle strisce pedonali.”

Carlo e Margherita si affrettarono a portarla in una stanza e si occuparono di lei.

Margherita chiamò il convento per avvertire dell'accaduto: fu Azzurra a rispondere al telefono e corse a cercare Suor Angela.

La trovò nel cortile a parlare con Guido e Suor Costanza.

Nina, Gregorio, Rosa e Giulio erano a pochi metri di distanza.

“Azzurra, che succede?”

“Ha appena chiamato Margherita dall'ospedale. Sofia è stata investita da una macchina che è passata con il rosso.”

A sentire quella frase, si precipitarono tutti in ospedale.

“Come sta?”

“Ha un trauma cranico dato che ha battuto la testa sull'asfalto. Ma è fuori pericolo. Dovrebbe svegliarsi tra poco.”

Giulio aveva il cuore in gola: era innamorato di Sofia e qualcuno aveva osato farle del male.

Entrò nella stanza e si sedette accanto al letto per poi prenderle delicatamente la mano tra le sue.

Tutti gli altri erano intorno al letto, e poco dopo Sofia aprì gli occhi.

“Ehi, hai fatto prendere un colpo a tutti. Come ti senti?”

“Credo che qualcuno voglia togliermi di mezzo. Era una macchina nera. Sono riuscita a leggere l'inizio della targa prima di perdere i sensi: EG8.”

“Troveremo quell'auto. Il proprietario si beccherà una bella denuncia.”

Carlo controllò che fosse tutto a posto, poi Sofia fu libera di uscire..

Riusciva a camminare, e Giulio la teneva per mano.

Tornata al convento, Sofia si distese sul letto nella sua stanza e non pronunciò piùuna parola.

“Credete che stia bene? Non ha detto una parola da quando siamo tornati a casa.”

“E' sotto shock. E' normale. E sono riuscito a trovare qualcosa sul pirata della strada. Ci sono solo due macchine che iniziano con EG8, ma solo una è nera. E purtroppo appartiene al medico idiota che l'ha aggredita. Credo che l'abbia investita per impedirle di denunciarlo.”

“Aggressione, tentato omicidio e omissione di soccorso. La galera non gliela toglie nessuno.”

Le ragazze prepararono un vassoio con qualcosa da mangiare e andarono da Sofia.

Quando entrarono, videro che si era cambiata i vestiti.

“Ti abbiamo portato qualcosa da mangiare.”

“Grazie, ma non ho fame. Non ce l'ho con voi, ma voglio stare un po' da sola.”

“Guido ha trovato la macchina. E' del medico che ti ha aggredita. E' giusto che lo sapessi.”

“Non mi sorprende. Vuole farmi tacere.”

“Non ci riuscirà. Presto riceverà una visita dai carabinieri e finirà al fresco.”

Sofia riuscì a mangiare qualcosa, poi passò un po' di tempo insieme alle ragazze.

Ad un certo punto, videro Giulio parlare con un ragazzo.

“Molto carino anche lui. Spero che si fermi qui con noi.”

“Se è così, Suor Costanza non la prenderà affatto bene.”

Le ragazze si incantarono a guardare il nuovo arrivato fino a quando delle grida attirarono la loro attenzione.

In quel momento, Sofia si alzò di scatto dalla panchina e fece qualche passo indietro: il medico che l'aveva aggredita era appena entrato nel cortile con una pistola in mano.

Non appena la notò, puntò la pistola contro la ragazza.

Guido e il ragazzo nuovo riuscirono a disarmarlo e a bloccarlo prima che premesse il grilletto.

Sofia cadde in ginocchio dato che le ginocchia non la ressero in piedi; Giulio le fu accanto.

Scoppiò in lacrime e nascose il viso nel petto di Giulio, che la strinse a se.

“Tranquilla, è tutto finito.”

Il medico venne arrestato e portato in carcere.

Dopo di che, venne svelato il mistero: il nuovo arrivato era il migliore amico di Giulio e si chiamava Thomas.

Durante la cena, Azzurra non toglieva gli occhi di dosso a Thomas, e Sofia se ne accorse.

“Perchè non vai a parlare con Thomas?”

“Ma lo hai visto? Come faccio a parlare con lui? È così carino.”

“Beh.. tu mi aiutato, e voglio ricambiare. Vuoi che chieda a Giulio di presentarvi o ci parli da sola?”

“Faccio da sola. Tu però non te ne andare.”

Azzurra s'avvicinò a Thomas e iniziarono a parlare, mentre Giulio s'avvicinò alla ragazza.

“Come stai?”

“Adesso che quell'uomo è in carcere meglio. Sembra che Azzurra e il tuo amico vadano d'accordo.”

“Così sembrerebbe. Ti va di venire a fare un giro con me?”

“Sarebbe carino. Ma Azzurra mi ha chiesto di restare qui. Vuole che l'aspetti.”

“Thomas è un bravo ragazzo. Ci conosciamo da sempre e sono sicuro che alla tua amica non accadrà nulla. Andiamo.”

Prese la ragazza per mano e insieme andarono in una gelateria e poi al parco.

Quando tornarono in convento, andarono entrambi nella loro stanza.

Sofia incontrò Azzurra in corridoio.

“Scusa se non ti ho aspettato, ma Giulio mi ha trascinato via.”

“Anche Thomas mi ha detto la stessa cosa. Che volevano stare da soli con noi. Sono così carini.”

Le due amiche s'abbracciarono e andarono a dormire.

La vita continuò in allegria al convento degli angeli: con il tempo e i dovuti controlli, Sofia guarì dall'anemia e viveva al meglio la sua storia con Giulio, il quale la ricopriva di mille attenzioni.

Tutti vivevano la loro vita al meglio, e come dice Suor Angela... CHE DIO CI AIUTI!!!!

THE END

ANGOLO AUTRICE: chiedo scusa per l'assenza, ma ero sotto esami. Io adoro questa serie, infatti non me ne sono mai persa una puntata. Spero che la storia vi piaccia. Lois Lane 89

   
 
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