- Grazie. E' la prima volta che mi succede. - Io rimango imbambolata, non so cosa rispondere.
Mi sento disarmata dal suo sguardo insistente. Balbetto un prego e mi alzo per andarmene. Sono confusa. Riesco a gestire bene le mie emozioni ma questo sconosciuto mi sta trasmettendo qualcosa e non voglio saperlo. Mi allontano senza sembrare maleducata. D'un tratto, qualcosa mi ferma: era la sua mano sul mio braccio e lui mi fissava.
- Ehy! Aspetta! Come posso ringraziarti? - mi sorride.
- Non lo so - cerco di sorridere ma mi sento turbata - magari la prossima cerca di stare più attento. -
- Se dovesse succedere, avrei la mia salvezza.-
- dico, sorridendo. Riusciva a farmi perdere la ragione.
- Non ti preoccupare. Posso sapere come ti chiami? -
- Aurora e tu? -
<< Damien. E' un piacere conoscerti.
<< Scusami tanto, ma adesso devo andare. >> - Afferro il casco come se fosse uno scudo.
<< Aspetta come posso ritrovarti? Magari facciamo quattro chiacchiere!>>
<< Non lo so, scusami devo andare. >> - stronco la conversazione e me ne vado senza voltarmi. Con un passo veloce, quasi correndo, arrivo alla moto, metto il casco e parto. Ero troppo turbata e non ne capivo la ragione. Certo, il mio ultimo ragazzo mi aveva lasciato diverse ferite, alcune più profonde mentre altre si stavano rimarginando. Ma nei suoi occhi, avevo letto qualcosa di indecifrabile. Non capivo proprio. Circa 15 min dopo, ero a casa. Finalmente! Arrivo in camera mia, mi sdraio, seguita dal mio gatto che si accoccola vicino, ronfando. Mi addormento, ma il mio sonno è disturbato da quegli occhi azzurri che mi perseguitano.