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Autore: bisy    20/07/2015    4 recensioni
Salve a tutti! ^.^
Per festeggiare la mia decima storia qui su EFP, ho deciso di divertirmi a scrivere questa favoletta.
Parla di un bambino dai capelli verdi che, quando si ritrova senza parole, le confisca a chi ne fa un uso improprio per renderle migliori, per poi redistribuirle al mondo.
Grazie a tutti quelli che la leggeranno e spero che qualcuno decida di guadagnare qualche punto recensendo la mia storiella, mi farebbe davvero piacere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta, in un lontano paesino di campagna, un bambino dai capelli verdi.
Non sto scherzando, li aveva proprio di un verde magnifico, diverso dal colore degli altri bambini della sua piccola scuola.
In foto lo vedevi sempre in disparte rispetto al gruppo, con un broncio grande così.
La prima cosa che lo sguardo catturava, inutile dirlo, erano proprio i suoi verdi capelli a spazzola.
Perchè i suoi compagni di classe lo prendevano in giro? Avrebbero dovuto invidiarlo, loro che in testa avevano chiome smorte e normali, invece di ferire i suoi sentimenti, non trovi?
E invece quelli non smettevano mai di offenderlo ed avevano sempre una brutta parola da indirizzargli. La rendevano sottile ed appuntita come un ago e la conficcavano nell'animo filiforme di quel povero bambino indifeso.
Era proprio questo che a lui non riusciva: trovare le parole per rispondere, per ferire anche lui qualcuno e rendersi giustizia.
Autodifesa verbale o vendetta? Bella domanda, ma chiedilo a lui, non a me. E' proprio lì dietro.
Gli altri andavano a giocare nel parco della scuola coi loro retini, per catturare quante più parole capitavano loro a tiro. Anche il tizio verdino ci provava, ma le parole che riusciva a imprigionare nel suo retino erano solo gentili, dolci e sincere.
A lui toccava sempre ciò che gli altri scartavano. Forse perchè il suo retino era bucato, chissà.
Un giorno però gli insulti degli altri bambini oltrepassarono ogni limite.
-Ciao, sfigato! Facci vedere le parole che hai preso oggi.-
Il povero verdino si scompigliò i capelli per scacciare l'imbarazzo di fronte a quei bulli.
-Ma guarda qua, hai preso un “grazie”, uno “scusa” e un “carino”. Sei ancor più sfigato di quanto immaginassi. Rifatti gli occhi con le nostre parole...-
E detto ciò gli fecero guardare nei loro acchiappa-parole, che erano dei modelli molto grandi.
-“brutto”, “stupido”,...- iniziò a leggere il verdino.
Ormai il suo nome sarà Verdino, perchè quello vero proprio non lo ricordo. Gli sta proprio a pennello, non trovate? Dicevo, Verdino rabbrividiva leggendo quelle brutte parole e non poteva immaginare quale sorta di armi sarebbero potute venir fuori da quel guazzabuglio di offese.
A casa, però, mentre faceva merenda, gli venne un'idea. Le idee migliori si hanno a stomaco pieno.
Quella stessa notte si sarebbe intrufolato nelle case di tutti i bambini del paese per rubare tutte le brutte parole. Così indossò una tutina nera e un passamontagna strappato (da cui spuntavano delle ciocche verdissime) e imbracciò le armi più potenti che era riuscito a trovare nel suo repertorio: i complimenti. Diede loro la forma di scatoline, un po' imperfette ma pazienza, e se le mise in tasca. Poi uscì di casa, dando prima un bacetto sul viso della mamma addormentata, e si addentrò in tutte le case del paese, ma proprio tutte, inscatolando le brutte parole ed annientandole con l'immenso potere delle sue.
Arrivato a casa dei bulli, dovette fabbricare un contenitore ancor più grande e spesso per poterli disarmare delle loro parolacce. Erano davvero resistenti, te lo dico io...
Ma Verdino ce la fece a prenderle tutte e, tornato a casa, le mise in un grande sacco e le chiuse per bene. Ora che erano entrate a contatto coi complimenti erano inoffensive e docili, tanto che non lo mordevano più quando cercava di afferrarle con le sue piccole mani.
Poi si mise il sacco in spalla e distribuì le parole per tutto il paese, un mazzo lì e un altro là in cima.
Alla fine era così stanco che se ne tornò a letto. Che ti aspettavi? Era un bambino!
Il mattino dopo tutti in paese erano diventati più amabili e cordiali e persino i bulli sembravano insolitamente affettuosi.
Verdino allora si comprò un acchiappa-parole coi fiocchi e salutò i suoi compaesani. Devi sapere che nelle fiabe tutti fanno quello che vogliono e quando vogliono, anche se sono solo bambini.
Si mise in viaggio col suo bel retino nuovo e fece il giro del mondo, ripulendolo da tutte le offese che trovava e tramutandole in belle parole.
Ancora oggi, se ti capita di fare un discorso e non sai che termini usare, troverai tanti suggerimenti se ti guardi intorno: Verdino, infatti, attacca le parole ai muri, le lega ai mobili e le sospende al soffitto perchè nessuno rimanga mai senza.
   
 
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