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Autore: Rose Du Rembrandt    21/07/2015    1 recensioni
Dal testo:
" Un gentile tocco sulla spalla destra, il suono di altre lacrime, però non sue, sembrano quelle di una bambina, lentamente si volta. Capelli rossi ricci, occhi verdi e un semplice vestito rosa, era incredulo, pensava che i suoi occhi lo stessero crudelmente ingannando. Lei tese una mano verso il suo viso e lo accarezzò con tenerezza, lui serrò le palpebre a quel tocco e prese quella delicata mano tra le sue, sussurrando piano il suo nome, lei annuì e si strinse a lui, poi tutto si fece bianco. "
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aeris Gainsborough, Sephiroth
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: FFVII
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La pioggia cadeva già da un mese e non accennava a fermarsi, le pozzanghere stavano tramutandosi in piccoli laghi e le strade erano ormai impraticabili, persino i bambini restavano chiusi in casa, nessuno osava uscire con quel temporale, meno lui.

Da tempo faceva visita al cimitero e ogni volta si portava dei fiori bianchi, che a lei piacevano tanto, ricorda perfettamente come ci metteva tutta se stessa per piantarli e farli crescere, dopotutto erano una parte essenziale della sua vita.

Si fermò e guardò il cielo, il mondo sembrava in collera con lui ma non poté dargli torto, con tutto il male che aveva fatto doveva ringraziare il flusso se era ancora vivo, anzi no, doveva ringraziare lei, lei e la sua pietà, il suo animo gentile e semplice, il suo eterno sorriso.
Prese il vicoletto sulla sinistra e attraversò la piazzetta con il cuore in gola, aveva paura, ma come non averne, era d'obbligo provarne, quando metteva piede in quel posto gli sembrava di dover esser giudicato per le sue azioni.

All'improvviso fu davanti al cancello d'ingresso, deglutendo a vuoto spinse in avanti il battente in ferro e iniziò a camminare per il piccolo sentiero fra le lapidi, bel posto per un appuntamento, quasi rise.
Continuò finché non raggiunse un bivio, prese la via a destra e si arrampicò per la piccola collina, il versante era coperto da fiori bianchi, tutti suoi, di lei.

Eccola infine, la tomba che cercava, la raggiunse in pochi passi e la guardò, strinse delicatamente il mazzo che teneva nella sinistra e lo poggiò con estrema delicatezza a terra, si chinò e con le mani scavò una buca profonda un palmo, ci depose piano i gambi dei fiori e la riempì di terra, poi prese l'annaffiatoio li accanto e versò l'acqua fresca sopra la piccola zolla.

Solo allora si concesse il lusso di piangere, cadde in ginocchio e, con le braccia abbandonate lungo i fianchi pianse.
Le sue lacrime si mescolarono alle gocce di pioggia e gli rigarono il viso, singhiozzò più forte, battendo i pugni al suolo, invocava perdono.
Un gentile tocco sulla spalla destra, il suono di altre lacrime, però non sue, sembrano quelle di una bambina, lentamente si volta. Capelli rossi ricci, occhi verdi e un semplice vestito rosa, era incredulo, pensava che i suoi occhi lo stessero crudelmente ingannando. Lei tese una mano verso il suo viso e lo accarezzò con tenerezza, lui serrò le palpebre a quel tocco e prese quella delicata mano tra le sue, sussurrando piano il suo nome, lei annuì e si strinse a lui, poi tutto si fece bianco.

Si risvegliò nudo in mezzo alle nuvole, tutto intorno a lui era luce, poi si accorse della sua presenza al suo fianco, delle sue labbra a un soffio di distanza. Le baciò. Caldo, freddo, gioia, tristezza, dolore, sollievo, tutte queste emozioni lo attraversarono in un unico istante.
Rimasero insieme, distesi su quel soffice letto di nuvole per anni, secoli o addirittura millenni . Sephiroth, per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva in pace con se stesso, il suo animo era quieto e la sua mente sgombra da foschi pensieri, finalmente era libero dal suo passato, si era gettato tutto alle spalle.

Passò altro tempo, si rivestirono. lui la strinse al suo petto e, poggiando la fronte sulla sua pianse ancora. << Perché piangi? >> gli chiese Aeris con un dolce sorriso, Sephiroth alzò lo sguardo su di lei << Perché non dovrei, ti ho fatto del male, a tutti voi ne ho fatto >> << Io ti ho perdonato, lo faranno anche loro, ne sono sicura >> lo spadaccino esitò un poco << E ora? >> << Torna >> << Ma non voglio perderti >> lei si avvicinò e lo baciò una terza volta, poi tutto si fece nuovamente bianco.

Sephiroth osservò la lapide, ora ornata con una scritta. " Riscrivi la tua storia, io ti aspetterò ". Lui questa volta sorrise, si alzò in piedi e posò una mano sulla fredda pietra << Ti amo, giuro che tornerò, e per allora avrò riscritto la nostra storia >>.
Gli volse le spalle e s'incamminò verso un nuovo, radioso, futuro. Ma questa è un'altra storia.

 
   
 
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