Non sapeva dove andare e cosa fare, ma almeno ora era al sicuro. O così sperava.

Alisea non si aspettava di essere costretta ad andarsene di casa, ne tanto meno di dover rubare una scialuppa dalla nave dei suoi genitori e partire per il mare aperto. La cosa gli sembrava molto irreale e invece era vero. Ci si poteva aspettare però di essere attaccati dai pirati, ma era notte fonda, sarebbe stata dura vederla anche se fosse stata vicina. E anche se fosse cosa avrebbero potuto volere da una piccola barca a vela come quella?

Adesso stava navigando sperando di trovare un luogo abitato dove nascondersi, anche un piccolo villaggio andava bene. Aveva viaggiato molto con quei mercanti dei suoi genitori anche se aveva solo quindici anni credeva di potercela fare anche da sola, dopo tutto era brava con l'asta.

Le acque scure gorgogliavano tranquille nella notte. Le stelle che tempestavano il cielo notturno brillavano come diamanti. Non pensava di avere qualcosa di cui preoccuparsi. Tirò fuori la coperta e si addormentò sulle assi tra il mormorio delle onde.

Qualche minuto dopo aver chiuso gli occhi si ritrovò nel suo paese d'origine. Dopo qualche istante diluviava, passi metallici schizzavano sulle strade. Alisea, con il cuore in gola, continuava a correre stringendosi il mantello alla gola, mentre da dietro gli angoli delle strade echeggiavano voci che gli gridavano -Strega!... eretica!-

Non era ancora rinvenuta dal sogno quando sentì un boato. Uno scoppiettio e un improvviso caldo. Si svegliò di soprassalto con gli occhi davanti alla vela che andava a fuoco. Era evidente che qualcuno gli aveva tirato addosso un barile di polvere da sparo che aveva incendiato la vela. Alisea guardò le fiamme tranciare l'oscurità della notte poi si alzò. In quel momento notò che tentare di spegnere l'incendio era inutile, il barile era ai piedi dell'albero maestro gli restava pochissimo tempo prima che esplodesse. Ormai il suo bastone era in fiamme, compreso il nastro rosso che aveva fatto da impugnatura per molti anni di allenamento con il suo maestro. A quel punto corse verso la prua e si buttò nell'acqua gelida. Sentendosi i brividi correre in tutto il corpo nuotò lontano dalla nave. Una volta ad una certa distanza vide l'albero maestro spezzarsi e cadere in acqua mentre l'incendio divorava la nave con un una lentezza straziante.

Analizzò la situazione. Si trovava in mezzo al nulla con la barca in fiamme e nessuna idea di dove andare. Si disse con sarcasmo che era messa bene. Si voltò in tutte le direzioni non vedendo altro che mare. Non sapeva nemmeno dove si trovava. Decise di nuotare dove tirava il vento.

Nuotò per un tempo che gli parve interminabile. Alisea sentiva le forze abbandonarla. Nuotava più che poteva con il cuore che minacciava di esplodergli in petto. Più si sforzava e più andava a fondo. Rischiò di affondare quattro volte finché. Guardando l'orizzonte, vide nel buio la costa di un'isola. Cercò di riprendere fiato. Le forze la abbandonarono per la seconda volta e si sentì tirare verso il fondo dell'oceano. Un mare d'acqua la sorpassava. Agitò le braccia e tornò a galla sputando acqua. Si diresse verso l'isola. Si trascinò ancora con le ultime forze, finché, ormai spossata, non giunse sul bagnasciuga. Si spinse con i piedi lungo le rocce. Si sentiva così debole che ad ogni passo rischiava di crollare in acqua. In quel momento si sentì stordita e crollando sui sassi e si addormentò.