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Autore: winchestersimpala    21/07/2015    19 recensioni
E se la nottata passata con Juliette nelle vesti di Adalind non fosse abbastanza per far recuperare a Nick i suoi poteri da Grimm? E se fosse necessario l’intervento di un altro Grimm? E se quel Grimm di cui Nick ha bisogno fosse proprio la giovane Trubel?
E' la prima OS che scrivo, spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Burkhardt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Casual affair.

 

 

Erano passati ormai cinque giorni da quella bizzarra ma allo stesso tempo fantastica nottata che aveva avuto come protagonisti Nick e Juliette nei panni di Adalind, ma i poteri di Nick continuavano a non tornare e lui continuava ad essere solo un semplice poliziotto di Portland.

Juliette cercava di confortarlo ogni giorno, dicendogli che molto probabilmente ci sarebbe voluto più tempo prima che i suoi poteri tornassero, ma il ragazzo non riusciva a darsi tregua. Ormai l’unico Grimm in quella città era Trubel e lui non si sentiva a suo agio a lasciarla sola ad affrontare quel branco di Wesen che ormai era stazionato in quella parte dell’Oregon.

 

“Non posso lasciare che si occupi da sola di tutti quei Wesen, Monroe”.

“Lo so Nick e Rosalee sta cercando di capire come mai non hai ancora tratto giovamento da quello che hai dovuto fare per riacquistare i tuoi poteri, ma fino a quando non avrà trovato qualcosa tu potrai aiutarla solamente in veste di poliziotto e fidati, non è una cosa da poco”.

“Hai ragione, ma lei è ancora così inesperta, è una novellina nonostante sia un Grimm dalla nascita, temo che un giorno di questi possa succedere qualcosa e ho paura di non essere in grado di aiutarla, dato che ormai non riesco più a distinguere voi Wesen da quando andate in Woge a quando siete normali…”

“Nick, so che ti preoccupa tutto ciò, ma Trubel è una ragazza in gamba. E poi nemmeno tu eri troppo esperto quando hai cominciato ad avere a che fare con noi Wesen. Dalle un’occasione e vedrai che non ti deluderà”.

“Già… Devo tornare al distretto, abbiamo un nuovo caso di omicidio e molto probabilmente avrò bisogno dell’aiuto di Trubel. Salutami Rosalee e ringraziala per tutto quanto”.

 

Il detective Burkhardt uscì dal negozio di spezie e si incamminò verso la sua automobile. Dopo essersi messo al volante prese il suo cellulare e compose il numero della giovane Grimm.

 

“Pronto, Nick?”

“Ciao Trubel, avrei bisogno del tuo aiuto per un caso. Potresti passare al distretto il prima possibile?”

“Proprio al distretto? Non possiamo vederci da qualche altra parte?”

“No, devi venire al distretto, è lì che abbiamo bisogno del tuo aiuto.”

“Va bene, arrivo subito.”

 

Nick sbuffò e lanciò il cellulare sul sedile del passeggero. 

Doveva esserci un modo per riavere la sua capacità di riconoscere i Wesen, un modo che forse la madre del capitano Renard non aveva preso in considerazione mentre preparava la stessa pozione utilizzata da Adalind per andare a letto con lui e renderlo un normalissimo umano; insomma, sono entrambe delle Hexenbiest, possibile che una non riesca a trovare una pozione più potente per annientare quella dell’altra?

Il detective era talmente soprappensiero che rischiò persino di investire un’anziana signora che attraversava la strada dopo essere uscita dal supermercato. Se ne accorse giusto in tempo ed inchiodò sulle strisce pedonali chiedendo scusa alla signora, la quale a causa dello spavento andò in Woge proprio davanti al ragazzo, dimostrandosi un castoriale, proprio come Bud, ma Nick non se ne accorse.

 

Una volta arrivato in ufficio si sedette alla sua scrivania e dopo pochi secondi fu raggiunto da Hank, il quale gli porse una tazza di caffè e gli disse che Trubel era appena entrata nel distretto.

 

“C’è qualche miglioramento o la situazione è sempre la stessa?”

“E’ sempre la stessa, Hank. Avevo intenzione di chiedere al capitano se poteva mettermi in contatto con sua madre per chiederle se c’era qualche altra cosa che si poteva fare per provare a farmi ritornare ad essere un Grimm.”

 

Hank annuì ed in quello stesso istante i due detective furono raggiunti da una Trubel piuttosto nervosa e titubante. Si avvicinò e i tre iniziarono a parlare del caso di omicidio di cui dovevano occuparsi.

 

“La vittima si chiama Alex.” iniziò Burkhardt “L’aggressione è avvenuta in casa sua ed il suo fidanzato ha una grave ferita alla testa ed è in un totale stato di demenza, tanto da non ricordare il suo lavoro, il nome della sua ragazza ed il fatto che avesse effettivamente una ragazza. Ricorda a malapena il suo nome. La cosa strana, che ci ha portati a chiedere il tuo aiuto, è il tipo di ferita che l’uomo presenta alla testa. Non è una ferita che può essere associata ad alcun corpo contundente.”

“Quindi pensi che sia un Wesen?”

“Sono sicuro che sia un Wesen.”

“Okay, vado a fare qualche ricerca sulla roulotte di tua zia. Vi chiamo appena scopro qualcosa.”

 

Trubel uscì dal distretto e Nick si fece coraggio per poi dirigersi nell’ufficio del capitano Renard. Bussò lievemente alla porta per poi entrare nella stanza.

 

“La disturbo?”

“No Nick, dimmi pure”.

“Avrei bisogno di contattare sua madre”.

“Mia madre? E perché?”

“Perché non sto riavendo i miei poteri e vorrei sapere se c’è un altro modo per poterli riottenere. Non posso lasciare che Theresa si occupi di tutto da sola”.

“Va bene Nick, cercherò di metterti in contatto con lei se lo desideri, ma devo avvertirti: può anche esserci un altro modo, ma questo potrebbe non essere piacevole. Sei davvero disposto a rischiare tutto per ritornare ad essere un Grimm?”

“Assolutamente si. Ora che c’è di mezzo anche questa storia del Wesenrein, che vuole vedere Monroe e Rosalee morti solo per il loro matrimonio, sono totalmente disposto a fare qualunque cosa per ritornare ad essere quello che ero prima”.

“Okay allora, vedo cosa posso fare. Ti terrò aggiornato”.

 

Il giovane detective ritornò per l’ennesima volta alla sua scrivania e cominciò a giocherellare con una penna chiedendosi come avesse fatto ad essere così stupido da non accorgersi che quella con cui stava per andare a letto insieme non era Juliette, ma bensì Adalind. 

I suoi pensieri autocommiseranti furono interrotti dalla suoneria del suo cellulare. Il nome che apparve sullo schermo era quello di Theresa.

 

“Nick, ho trovato qualcosa sui libri dei tuoi antenati.”

“Sono tutt’orecchie.”

“C’è questo Wesen che viene volgarmente chiamato ‘testa di piovra’ il quale si ciba dei ricordi delle persone per poi utilizzarli, nella maggior parte dei casi, a scopo lucrativo. Credi che possa essere il nostro uomo?”

“Credo di sì Trubel, anche perché l’uomo di cui ti parlavo prima faceva parte di un progetto top secret al quale avevano un accesso telematico solamente i diretti interessati.”

“Quindi potrebbe essere che questa sorta di piovra umana abbia reso un totale incapace quell’uomo solo per entrare a far parte di quel progetto al suo posto.”

“Assolutamente. E potrebbero essere a rischio tutti coloro che vi stanno lavorando. Devo andare, grazie mille per l’aiuto.”

“Di nulla.”

 

Riattaccò e dopo aver cercato il sergente Wu gli disse di fare una ricerca su questo progetto e su tutte le persone che vi stavano lavorando per poi mandare qualche pattuglia a sorvegliarle.

 

Nick ed Hank stavano per uscire per tornare a casa quando Sean li chiamò nel suo ufficio.

 

“Nick, ho parlato con mia madre”.

 

La voce del capitano era un miscuglio di preoccupazione e desolazione.

 

“L’unico modo che conosce per farti tornare ad essere un Grimm, oltre a quello che hai già sperimentato, è quello di andare a letto con un altro Grimm”.

 

Dopo aver sentito quella frase Nick scattò in piedi incredulo.

 

“Che cosa?! Non è possibile, ci deve essere un altro modo!”

“Nick, è questo l’unico altro modo che puoi sperimentare”

“L’unico Grimm che conosco è Trubel!”

“Significa che dovrai farlo con lei, altrimenti resterai un semplice umano per sempre”

 

Nick era esasperato, ringraziò il capitano per tutto ciò che aveva fatto e si recò subito da Monroe e Rosalee per metterli al corrente di questa nuova ed imbarazzante situazione.

I due ragazzi erano increduli, anche se lo erano meno di quanto si aspettasse Nick. Rosalee ruppe il silenzio.

 

“Nick, non so davvero cosa dire… Insomma, un po’ era prevedibile come cosa, ma so che non è facile scegliere cosa fare…”

 

Monroe intervenne dicendo che doveva pensarci bene, doveva pensare soprattutto a come l’avrebbe presa Juliette, perché cercare di riprendersi i poteri in questo modo sarebbe stato come una sorta di tradimento nei suoi confronti.

 

“Ne devo assolutamente parlare con lei. Insomma, voglio tornare davvero ad essere un Grimm, ma non pensavo che fosse questo il prezzo da pagare.”

“Almeno Trubel è una bella ragazza.”

 

Nick fulminò Monroe con lo sguardo, il quale fece spallucce. Finì di bere il suo bicchiere di whiskey e se ne tornò a casa per affrontare la questione con Juliette.

 

A casa.

 

“Nick, è davvero l’unica soluzione?”

“Si, Juliette. Non piace nemmeno a me come soluzione, ma è l’unica cosa che posso fare per ritornare ad essere un Grimm.”

“Sarebbe come tradirmi Nick, un’altra volta…”

“Lo so, ma non lo farei se non fosse davvero necessario.”

“Vuoi davvero ritornare ad essere un Grimm? Voglio dire, ne sei sicuro al cento per cento?”

“Si, ne sono sicuro. E’ necessario con tutta questa storia del Wesenrein, e poi non posso lasciare che Trubel si occupi da sola di tutti questi Wesen.”

“Allora va bene, chiamala, falla venire qui e spiegale tutto quello che è successo e che sta per succedere.”

 

Nel frattempo Nick ricevette una mail da Wu con la lista di tutte le persone che stavano lavorando a quel progetto top secret ed in quella lista era evidenziato il nome del collaboratore più vicino alla vittima. Nella mail Wu aveva scritto che molto probabilmente la prossima vittima sarebbe stato lui, così aggiunse il suo indirizzo ed un recapito telefonico.

Burkhardt spense il computer e raggiunse la sua ragazza nella camera da letto, la quale si era già addormentata.

 

La mattina seguente.

 

Nick, Juliette e Trubel erano in cucina per la colazione.

Nick mise al corrente Trubel della mail che gli era stata mandata da Wu.

 

“Wu mi ha anche scritto l’indirizzo di quella che potrebbe essere la prossima vittima.”
“Perfetto, vuoi andare a farci un giro?”
“Si, però prima c’è una cosa di cui devo parlarti…”

 

Juliette in quell’istante sorrise a Trubel e dopo averle accarezzato il braccio si sedette al tavolo della cucina.

 

“Okay Nick, di cosa si tratta? Mi metti ansia quando fai così.”

“Sai che purtroppo non sono ancora tornato ad essere un Grimm.”

“Certo.”

“Bene, ho chiesto al capitano di contattare sua madre per sapere se ci fosse qualche altro modo per rendermi quello che ero prima ed effettivamente c’è.”

“Benissimo! E quale sarebbe il problema?”

“Non c’è nessun problema, è solo che per riacquistare i poteri devo andare a letto con un Grimm e quel Grimm sei tu…”

 

Trubel rimase a bocca aperta e dopo essersi seduta chiese a Nick se era davvero sicuro e a Juliette se fosse d’accordo con questa cosa.

Nick le disse che non voleva che lei si facesse del male facendo tutto il lavoro da sola e Juliette le disse che per lei andava bene, anche perché si sarebbe sentita più al sicuro con due Grimm in casa, quindi Trubel disse a Nick che ci stava, anche se l’idea la metteva un po’ a disagio.

 

“Credo che andrò a controllare la casa della prossima vittima”

“E’ meglio che tu non ci vada da sola, Trubel”

“Nick, ho bisogno di stare un po’ da sola, non mi caccerò nei guai, promesso. Juliette, posso prendere la tua bici?”

“Ma certo Trubel, ormai è tua” Juliette le rivolse un sorriso dolce prima che lei uscisse di casa.

 

Mentre pedalava la ragazza dai capelli neri continuava a pensare a ciò che la aspettava, doveva ammettere che l’idea di stare con Nick non le dava fastidio, ma ciò che non le piaceva affatto era che lui tradiva Juliette in quel modo, anche se quest’ultima sembrava convinta della sua scelta di lasciargli fare ciò che riteneva più giusto.

Arrivò nel giro di mezz’ora davanti alla casa di quella che pensavano potesse essere la prossima vittima. C’erano due macchine parcheggiate sul vialetto ma Trubel non vi prestò molta attenzione, si concentrò maggiormente sui rumori provenienti dall’interno.

Sembrava tutto tranquillo fino a quando sentì qualcuno urlare.

Si precipitò verso la porta e la buttò giù con un calcio. Trubel si trovò davanti alla famosa ‘testa di piovra’ in pieno Woge mentre assorbiva i ricordi della povera vittima.

La ragazza si lanciò contro di lui facendolo cadere a terra, quest’ultimo non impiegò molto tempo a liberarsi di lei e a sbatterla contro un tavolino di vetro, che andò in frantumi sotto il suo peso.

 

Nel frattempo Nick chiamò Trubel sul cellulare per sapere come stava andando, ma lei non rispose, così lui ed Hank decisero di andare all’indirizzo che gli era stato fornito da Wu.

 

La lotta tra il Grimm ed il Wesen continuava. Trubel aveva un taglio profondo sul braccio causato da una scheggia del tavolino di vetro ed aveva anche una ferita alla fronte. Il Wesen era proprio sopra di lei e voleva cercare di rubarle i ricordi ma lei, grazie anche ad un impeto di ira, riuscì a spingerlo contro il muro, facendogli sbattere la testa.

Durante la lotta aveva perso il suo machete, così sfruttò il momentaneo stordimento del Wesen per recuperarlo, ma quella non si rivelò una mossa intelligente, poiché quella sottospecie di piovra la colpì alla schiena, facendola cadere e strinse i suoi tentacoli attorno alla sua testa.

Quest’ultimo iniziò ad assorbire i suoi ricordi e grazie a questi si accorse che la ragazza era un Grimm e ne rimase terrorizzato, tanto che la lasciò andare e si rannicchiò in un angolo blaterando parole senza senso. 

In quello stesso istante arrivarono i due detective e Nick, vedendo che Trubel perdeva sangue dalla testa, corse verso di lei e le chiese come stava. Lei rispose che stava bene, così Nick le fece un paio di domande per assicurarsi che stesse davvero bene e che non avesse perso la memoria.

Wu mise le manette al Wesen ed il detective Burkhardt portò a casa Trubel, mentre Hank si occupò di tutto il resto.

 

Una volta arrivati a casa Nick accompagnò Trubel al piano di sopra, nella sua stanza, e la aiutò a medicarsi le ferite. La ragazza si sedette sul letto e fissò Nick per qualche istante.

 

“Devi davvero tornare ad essere un Grimm, Nick.”

“Perché ne sei così sicura?”

“Perché prima, mentre combattevo contro quel Wesen, mi sono resa conto di non poter fare tutto il lavoro da sola. Ho bisogno di qualcuno che mi guardi le spalle ed ho bisogno che quel qualcuno sia tu.”

 

Trubel si vergognò tremendamente di quell’ultima frase, ma Nick sembrò non curarsene e si avvicinò a lei, capendo che quello era il momento adatto per fare ciò che era necessario per ritornare ad essere un Grimm.

Prese il volto della ragazza tra le sue mani ed avvicinò le labbra alle sue.

Dopo il primo bacio ne seguirono altri e Nick si rese che non la stava baciando solo perché era “necessario”, ma perché voleva davvero farlo. Trubel si sentiva allo stesso modo e non esitò a ricambiare il bacio appassionatamente.

Dopo pochi istanti Nick sfilò la maglia a Trubel e la spinse dolcemente sul letto, continuando a baciarla. Quest’ultima gli sfilò la maglia a sua volta e cominciò a lasciargli una serie di baci sul collo. Sentirsi così vicina a Nick la faceva sentire più sicura, la faceva sentire amata, ma soprattutto la faceva sentire bene ed era tanto tempo che non si sentiva così, quindi anche se era una cosa che poteva essere considerata sbagliata, a lei non importava.

Nick passò ai jeans, sbottonandoli e liberandola da quel fascio di stoffa che le stringeva le gambe, per poi ritornare alle sue labbra.

 

Il giorno seguente.

 

Nick, Juliette, Hank e Trubel andarono al negozio di spezie da Monroe e Rosalee per scoprire se ciò che i due Grimm avevano fatto era servito a qualcosa. 

Sia Rosalee che Monroe andarono in Woge, mostrandosi quindi come Fuchsbau e come Blutbad sia a Trubel che a Nick.

All’inizio Nick non riusciva a vederli, ma dopo qualche istante cominciò a vederli come Wesen e loro cominciarono a vedere negli occhi di Nick la tipica oscurità nella quale tutti i Wesen si vedono riflessi.

Nick era ufficialmente tornato ad essere un Grimm, tutti erano felici per lui.

L’unica che non sembrava molto entusiasta era Trubel. Nick le si avvicinò e le chiese se andava tutto bene.

 

“No, Nick.”

“Che succede?”

“Ho deciso di andarmene, non posso più stare qui”

“E perché? Hai detto che non potevi affrontare tutto da sola, che avevi bisogno di un altro Grimm che ti coprisse le spalle… Cos’è cambiato?”

“Il fatto che io sia venuta a letto con te Nick. Non ti vedrò più allo stesso modo e non mi sembra nemmeno giusto nei confronti di Juliette continuare a ronzarti attorno.”

“Quindi hai già preso una decisione…”

“Si, e spero che tu possa accettarla. E’ stato tutto molto bello Nick, davvero. Ma è meglio farla finita in questo modo. Ho già prenotato un volo per New York, starò lì per un po’ di tempo.”

“Va bene Trubel… Ci mancherai, davvero. Sappi che qui ci sarà sempre un posto per te, se mai vorrai ritornare.”

“Grazie mille, Nick. Per favore, non dire agli altri il motivo per cui me ne sono andata, sarebbe imbarazzante. Inventati tu qualcosa.”

“Certo, non preoccuparti.”

“Grazie di tutto, detective Burkhardt.”

 

Nick, non sapendo cosa rispondere e sapendo che se avesse detto qualcosa la sua voce si sarebbe spezzata a causa delle lacrime, la strinse in un abbraccio ed una lacrima gli solcò il viso.

Trubel ricambiò l’abbraccio, godendosi per un’ultima volta la salda stretta delle braccia i Nick e respirando per un’ultima volta il suo profumo. Le sarebbe mancato, avrebbe mentito a sé stessa se avesse affermato il contrario, ma era fermamente convinta che quella fosse la decisione migliore.

Prima di staccarsi da lei, Nick le diede un piccolo bacio sul collo, poi la lasciò andare.

I due Grimm si dissero addio per un’ultima volta, poi Trubel si chiuse la porta alle spalle e si avviò verso l’aeroporto con la vista offuscata a causa delle lacrime.

 

Nick seguì con lo sguardo la ragazza, fino quando la porta non si chiuse completamente. 

Ritornò dai suoi amici, i quali stavano festeggiando, con la consapevolezza che dopo ciò che aveva passato con Trubel non sarebbe più stato lo stesso; dal momento stesso in cui lei se ne era andata, lui sentiva come se una parte di sè stesso mancasse, ma doveva comportarsi come se nulla fosse successo, come se non avesse voluto dire a Trubel che era disposto ad andare a New York con lei pur di non lasciarla sola ad affrontare un mondo che aveva appena iniziato a conoscere. Doveva comportarsi come se tutta quella situazione non lo avesse toccato minimamente e sapeva che tutto ciò, prima o poi, gli si sarebbe ritorto contro.

 
 
   
 
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