Vedi la bellezza in tutte le cose, Aphrodite dei Pesci, anche nella morte, anche nel viso disperato dei tuo avversari che, uno dopo l’altro, cadono ai tuoi piedi nel dolce sonno che gli offri con un delicato gesto della mano. Ti definivi gentile, compassionevole verso coloro che identificavi come traditori, mentre regalavi loro una fine indolore, sommersa da un silenzio così profondo da suonare come una dolce melodia che cullava le loro anime fino all’ultimo istante. Hai scelto di mantenere il tuo fascino in qualsiasi situazione, anche nelle più sgradevoli, perché la vita è arte, e tu ne eri consapevole. Dipingevi giorno dopo giorno il tuo cammino sulla tela che Atena ti aveva offerto, con linee raffinate e dolci colori, sovrastati dal rosso cremisi delle tue rose, macchiate dal letale sangue delle tue vittime. Poteva un fiore così delicato essere tanto fatale? Avevi scagliato la tua arma contro gli ennesimi nemici, ignaro del fatto che sarebbero stati gli ultimi volti che avresti visto. I tuoi occhi brillavano di una sicurezza indissolubile, , quasi più luminosi del sole stesso. Ti ergevi di fronte alla dodicesima casa fiero delle tue innumerevoli vittorie, del tuo sangue mai versato, della tua bellezza mai profanata.
Dov’era la tua sicurezza, nell’ultimo istante, quando vedevi le tue convinzioni svanire lentamente come cenere trasportata dal vento di fronte all’innegabile verità e al tuo vile tradimento? Non immaginavi che la tua dipartita potesse essere talmente inelegante. Paradossalmente, non avevi mai neanche osato immaginarlo. Il tuo viso veniva finalmente violato dalla polvere e dal tuo sangue, che assaporavi mentre quel letale quanto meraviglioso fascio di luce che ti accompagnava nella tua ultima battaglia. Sussurravi il nome del tuo giusto boia e riconoscevi il sapore della colpa. Al crepuscolo, abbandonavi quel meraviglioso mondo insieme al sole e ora, più di ogni altro, desideravi di non cadere nell’ignoto, in quell’oscurità così buia da non ammettere neanche il più piccolo frammento di luce, in quel deserto di disperazione. E il tuo cuore bruciava, la delusione ti lacerava e l’ultima consapevolezza ti assordava.
La tua vita, un dipinto rimasto incompleto.