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Autore: Kodocha    22/07/2015    6 recensioni
Piccolo consiglio: NON LEGGETE QUESTA STORIA.
Non è orrenda, di più! O_O
L'unico motivo per cui non la elimino è dovuto dal fatto che è la mia primissima storia, dunque ci sono in qualche modo affezionata! ^.^"
Se poi avete tempo da perdere e coraggio a sufficienza... beh, leggetela pure, ma ricordate che vi ho avvertiti! :P
***
In una calda giornata d'estate due bambini si incontrano per la prima volta in un parco e diventano quasi subito grandi amici. Purtroppo pochi mesi dopo la bambina deve trasferirsi in America insieme alla sua famiglia, ma i due si promettono che la loro amicizia durerà per sempre, nonostante tutto. Questi due bambini si chiamano Akito Hayama e Sana Kurata.
Dieci anni dopo, in una scuola a Tokyo c'è una nuova arrivata, una bellissima ragazza dai lunghi capelli ramati...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Innanzitutto volevo ringraziare chi ha messo la mia storia tra
le preferite/seguite/ricordate e chi ha recensito o letto soltanto :)
Inoltre ci tenevo a riferirvi che questo capitolo è quello che
in assoluto mi è piaciuto di meno, ma non so perchè, forse a causa
del troppo caldo e dell'esaurimento causato dagli esami universitari,
non sono riuscita a fare di meglio XD
Cercherò di rimediare nei capitoli che seguiranno ^.^
Detto questo, se vi è rimasta anche solo un briciolo di voglia
per leggere questa storia, vi auguro BUONA LETTURA! ^.^


  


Restarono a fissarsi per qualche intenso secondo, con i volti a pochi centrimetri di distanza l'uno dall'altro, senza proferire parola.
Sana avrebbe voluto dirgli tutto, confessargli finalmente i suoi sentimenti, urlargli contro che l'amava, dirgli quanto si era sentita vuota quando avrebbe voluto stare con lui, ma appena ci provava le parole le morivano in bocca, per quanto si sforzasse non riusciva ad esporsi, forse perchè era consapevole che la posta in gioco era troppo alta.
Dopottutto a cosa serebbe servito dirgli la varità?Lui l'avrebbe sempre e solo considerata un'amica e nulla di più.
Akito dal canto suo voleva a tutti i costi sapere se Sana, come lui, provasse qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia.
Perchè si, si era reso conto, anzi era finalmente riuscito ad ammettere a sè stesso di essere perdutamente innamorato della sua "migliore amica".
Inizialmente pensava che si trattasse solo di una semplice infatuazione, ma poi, con il susseguirsi dei giorni si era ricreduto.
Tutto le piaceva di lei, dalla sua vivacità al suo essere buffa, addirittura trovava piacevoli quei momenti di tachicardia che avvenivano ogni qual volta che lei gli sorrideva.
Sana era l'unica persona che l'aveva sempre accettato così com'era, con i suoi pregi e i suoi difetti.L'unica che pur di vederlo felice aveva fatto di tutto per aiutarlo quando ne aveva bisogno, senza chiedere mai nulla in cambio.
Era riuscita a farsi strada dentro di lui, arrivando fino al suo cuore, come nessun'altra prima di allora.
Ma a causa di una serie ostacoli era stato costretto a sopprimere i suoi sentimenti, fare finta di nulla, sperando che un giorno finalmente sarebbe riuscito a considerla semplicemente come un'amica.
Invece ora le parole di Kamura avevano fatto nascere in lui mille dubbi, e la speranza che tra loro potesse nascere qualcosa.
-Patetico- pensò, eppure anche in quel momento non riusciva a smettere di sperare.

«Akito lasciami andare immediatamente» sbraitò, cercando di liberarsi dalla sua presa.
«No o almeno finchè non mi avrai detto come stanno realmente le cose Kurata»
«Dirti la verità significherebbe mettere a rischio la nostra amicizia è questo quello che vuoi?
«Il fondamento per una buona amicizia è la sincerità Sana, senza di essa che razza di rapporto è?»
«Questo è vero, ma...»
«Niente ma, parla anche perchè altrimenti non ti lascerò andare»
«A meno che non venga qualcuno a salvarmi»
«Hai lasciato il cicalino in classe, non puoi chiamare Rei»
«Dannazione!» imprecò sottovoce.
«Allora?Ti decidi a parlare?»
«Non mi va di farlo, non puoi obbligarmi»
«Smettila di fare la bambina!»
«Senti chi parla, quello che mi tiene incastrata vicino al muro per obbligarmi a parlare»
«Non ho avuto altra scelta»
«C'è sempre una scelta»
«Tipo scegliere di dirmi se quello che ha detto Kamura durante l'intervista corrisponde alla verità»
«Ma si può sapere perchè ti interessa tanto?»

Scocciato da quella conversazione, lasciò la presa, distolse gli occhi da lei per poi posarli sul pavimento.Strinse i pugni con così tanta forza che le nocche erano sbiancate; era nervoso e lo si percepiva chiaramente.

«Sei una sciocca»
«Eh?Una sciocca?Senti tu stupido che non sei altro io...»
«Si, una sciocca. Come fai a non capire che se le parole di Kamura fossero vere le cose potrebbero cambiare? Che finalmente io e te...»
Strabuzzò gli occhi «Io e te cosa?»
«Sai che ti dico? Non importa, lascia perdere» ringhiò, per poi allontanarsi da lei.

Sana restò lì immobile ad osservarlo mentre percorreva il lungo corridoio scolastico.
Non sapeva esattamente il perchè, ma sentiva che in qualche modo a causa del suo comportamento lo stavaperdendo.
In quel preciso momento si chiese se avrebbe mai potuto fare a meno di lui.
La risposta fu semplice: No, non voleva e non poteva.
Cosa poteva dirgli allora per fermarlo, per convincerlo a restare?Due semplici parole le uscirono improvvisamente dalla bocca, era stata una cosa istintiva ma allo stesso tempo sentita e voluta.

«Ti amo...» fu quasi un sussurro ma che, non si sa come, non scappò all'udito di Hayama che si diresse
nuovamente verso di lei.

-Fa che non mi abbia sentito, fa che non mi abbia sentito, fa che non mi abbia sentito- furono le uniche cose che riuscì a pensare mentre Hayama si avvicinava sempre di più a lei.
Giunto dinnanzi al lei si limitò a guardarla dritto negli occhi, mentre il colorito della carnaggione di Sana diventava di un rosso così intenso da far invidia ad un peperone

«E-E ora c-che succede?P-perchè sei tornato indietro?»
«Quelle parole...le ho immaginate oppure l'hai dette per davvero?»

Deglutì. «Q-quali parole?»

-Ma come ha fatto a sentirmi?Cioè lui era lì e io ero qui a diversi metri di distanza. Che abbia un udito più sviluppato rispetto agli altri?Una cosa è certa, Akito Hayama non smetterà mai di sorprendermi-

«Non provare a recitare con me Sana»
«Recitare?E come potrei farlo, non sono mica un'attrice io»
«Bhe, forse in un universo parallelo lo sei»
«Come no, e magari lavoro in un programma televisivo chiamato "il giocattolo dei bambini"»
Affrottò la fronte «Il giocattolo dei bambini?»
«Non so dirti esattamente da dove mi sia uscito questo nome, però mi piace»
«Solo tu potevi...aspetta un momento, non starai mica cercando di cambiare argomento spero»
«Chi io?Ma per chi mi hai presa?» -Sgamata-
«Allora?»
«Allora cosa?»
«Poco fa, mentre percorrevo il corridoio mi è sembrato sentirti dire una cosa...»
«C-cosa?»
Sospirò rassegnato «Lascia perdere avrò immaginato tutto, ci vediamo in classe»
«No, aspetta...non andare»
«Dammi un buon motivo per restare» disse fermandosi ma rimandendo di spalle

-Avanti Sana, se ce l'hai fatta una volta puoi farlo di nuovo.Non fare la codarda!-

«Perchè le parole che hai sentito prima, le ho dette per davvero...non le hai immaginate»

Non credeva che avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo, ma sapeva che dopo quel giorno il loro rapporto sarebbe cambiato ugualmente, quindi cosa le restava da perdere?
Poco distante da lei vi era un Akito a dir poco sorpreso da quelle parole. Dopo essersi voltato si avvicinò a lei, e si limitò ancora una volta a fissarla, come se volesse leggere nei suoi occhi se quelle parole corrispondessero alla realtà.Non riusciva a crederci.
Lei lo amava. Lui l'amava. Allora perchè non provarci?

«Sai credevo che non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo, ma è giusto che tu sappia la verità. Ogni volta che ti guardo, che mi rispecchio nei tuoi occhi provo strane sensazioni mai provate prima...perdo completamente la ragione, ho le farfalle nello stomaco, il cuore che batte come mai aveva fatto prima e le gambe iniziano a diventare molli, come se fossero di gelatina e penso che questo sia, si insomma, amore...»

Akito, rapito dalle sue parole non si era nemmeno accorto che si era avvicinato sempre di più verso di lei

«So ora cosa mi risponderai, che hai già un ragazza e che mi consideri solo un'amica e credimi io rispetto la tua decisione, però sentivo che era giunto il momento di dirtelo, non potevo tenerlo ancora dentro e...»

Non riuscì a terminare il discorso poichè le labbra di Akito si poggiarono delicatamente sulle sue.
Inizialmente rimase sorpresa da tale gesto, ma poi si lasciò andare ricambiando quel bacio tanto bramato e atteso. Fu un bacio dolce e casto, ma che esprimeva tutto quello che non poteva essere detto a parole.
Entrambi in quel modo si scambiarono il "ti amo" più sincero che possa esistere.
Si staccarono solo quando dovettero riprendere fiato.
Akito appoggiò la sua fronte su quella di lei e continuò a fissarla intensamente, con uno sguardo magetico e intenso che solo lui possedeva.

«E questo bacio cosa...cioè si, insomma...cosa sta a significare?»
«Significa che anche tu non mi dispiaci»
«Che nel "dizionario Akito Hayama" vuol dire che...»
Si morse un labbro «Che...io...»
«Che tu?»
Arrossì «Si, beh...io...»
«Sei diventato rosso come un pomodoro» esclamò divertita
«Ma cosa dici?Non è affatto vero»
«Si invece, non ti facevo così timido sai?»
«Io non sono timido»
«Oh si che lo sei»
«No che non lo sono»
«Allora dimostralo»
«Io...»

In tutta la sua vita era sempre stato un tipo sicuro di fronte al sesso femminile, aveva avuto così tante ragazze che sapeva benissimo come rapportarsi con loro, ma con lei tutto era diverso.
Di fronte a Sana non riusciva ad essere il ragazzo deciso e sicuro di se che tutti conoscevano, davanti a lei diventava un vero e proprio...come lo definiva lei?Ah si, stupido.

«Con tutti questi "io" sembra che tu voglia imitare il verso dell'asino»
Inarcò un sopracciglio «Il verso dell'asino?»
«Si, perchè l'asino fa "io io io" no?»

Inizialmente la guardò perplesso per poi scoppiare in una rumorosa risata

«E ora si può sapere che hai da ridere?»
«Sei così buffa»
«Io buffa?Ma ti sei visto tu?Tsk!» borbottò voltando per un attimo la testa di lato e gonfiando le guance.
«Si sei buffa, ma è anche per questo che...» fece un profondo respiro per prendere coraggio e poi continuò «TI AMO» disse scandendo bene le ultime due parole.
Questa volta fu lei che dopo aver sentito le tanto attese "paroline magiche" si alzò in punta di piedi e unì le sue labbra a quelle di Akito. Quest'ultimo ricambiò subito il bacio, cingendole la vita con una mano e accarezzandogli i capelli con l'altra.


Le sensazioni che provavano non appena le loro labbra si incotravano, i cuori che battevano all'impazzata come mai prima di allora, gli sguardi che entrambi si dedicavano dopo ogni bacio, tutto ciò sembrava confermare quello che albergava nel loro io più profondo: si amavano alla follia.
Ad un tratto però Sana si staccò da Akito e assunse un'aria triste, quasi preoccupata

«E ora che ti prende?Ho fatto qualcosa che non va?» chiese appoggiando la fronte sulla sua
«No, non è questo...solo che...come la mettiamo con Fuka?Cioè...tu e lei siete fidanzati e...»
«Non siamo fidanzati, usciamo solo insieme»
«E dov'è la differenza?»
«Bhe, non abbiamo una relazione seria»
«Mettila come ti pare, ma comunque non mi sembra giusto nei suoi confronti»
«Le parlo appena ne avrò l'occasione, va bene?»
«E se non la prenderà bene?»
«Non ti nascondo che mi dispiacerà, ma non posso continuare ad illuderla»
«Di certo non sarà un'impresa facile»
«Conoscedola farà di tutto per metterci il bastone tra le ruote»
«E forse ci riuscirà...»
«Forse si, forse no, chi può dirlo»
«Quindi non sei sicuro che tra noi durerà?»
«Sana ascoltami, io garantisco che ci saranno tempi duri.Garantisco che a un certo punto uno di noi,o tutti e due,vorremmo farla finita. Ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia,lo rimpiangerò per tutta la mia vita. Perchè sento nel mio cuore che sei l’unica per me» (**)
Sorrise «Non ti facevo così dolce sai?»
Ghignò «Sono un ragazzo pieno di soprese, che credi?»
«A quanto pare si!»
«Ora sarà meglio tornare in classe o ci daranno per dispersi»
«Già, hai ragione»
«Su andiamo»

                                                     *           *          *


«Sai Aya oggi avevo pensato di fare un salto in quel nuovo negozio che ha aperto in centro»
«Sai che ci avevo fatto un pensierino anch'io?Dicono che vende roba carinissima e di tendenza»
«Perchè non ci andiamo insieme allora?»
«La trovo un'ottima idea, ti aggreghi anche tu Sana?»
«Sanaaa!»
«Sana, ehy Sana. Terra chiama Sana!»
«Mmmh?Vi serve qualcosa?
«Ma si può sapere cosa diavolo ti prende?Sembra che tu abbia la testa tra le nuvole»
«Perchè dici così?»
«Beh innanzitutto perchè non ti sei accorta che stavamo parlando con te, ma soprattutto perchè hai un espressione da ebete stampata sul volto»
«Sempre gentile tu, vero Hisae?»
«Sincera cara Sana, sincera»
«Smettetela di punzecchiarvi voi due. Piuttosto Sana, non pensi che tu ci debba raccontare qualcosa?»
«A cosa ti riferisci?»
«Guarda che non sono stupida, da quando tu e Akito siete rientrati insieme in classe,vi comportate in modo strano»
Arrossì «Ma c-cosa dici, non è affato vero»
«Suvvia, non negare l'evidenza. Non fate altro che scambiarvi sorrisini o occhiatine, è chiaro che sia successo qualcosa tra di voi» esclamò sorridendo maliziosa
«Dai Sana, confidati con le tue migliori amiche»
«Beh vedete a dir la verità poco fa...»

«Tesoruccio»

Tanto per cambiare Fuka approfittando che non ci fosse alcun insegnante in classe, si precipitò addosso ad Akito, attaccandosi al suo collo.

«Mi sei mancato sai?»

Nel guardare quella scena Sana si incupì visibilmente.
Sentiva qualcosa di fastidioso muoversi dentro di lei, qualcosa che era scattato non appena lei si era gettata tra le braccia di Akito.
Avrebbe voluto andare lì e staccarla da lui con la forza, ma dopottutto che diritto aveva per fare ciò?Nonostante quello che era accaduto tra loro poco fa, era ancora Fuka la sua ragazza, non lei.

«Sana ti senti bene?» le chiese preoccupata Aya «Ad un tratto sei così pallida»
«No è che...niente, non è successo niente, scusate ma ora devo andare» detto questo corse via dall'aula sotto gli occhi confusi delle sue due amiche.
Akito, che aveva assistito alla sua reazione, dopo che con non poca facilità riuscì a staccarsi dalla presa di Fuka, le corse dietro deciso a fermarla e quando ci riuscì la strinse forte a sè.
Sapeva che la scena di poco fa le aveva causato una grande sofferenza e non avrebbe mai voluto che accadesse ciò.

«Akito lasciami andare, è tutto sbagliato, tutto»
«Come puoi definire uno sbaglio quello che c'è stato tra noi?»
«Tu hai già una ragazza e io non avevo alcun diritto di fare quello che ho fatto»
«Ti ho già detto che appena ne avrò l'occasione le parlerò, prima mi ha preso alla sprovvista e non ho potuto farlo...»
«Si può sapere cosa sta succedendo?»
Si voltarono in direzione della persona che aveva appena posto quella domanda «Fuka...»
«Akito, si può sapere cosa diavolo stai facendo?»
«Non vedi?Abbraccio la donna che amo»

A quelle parole sussultò.
Da quando aveva incontrato per la prima volta Sana al centro commerciale, aveva subito capito che tra lei e Akito ci fosse qualcosa e da allora aveva fatto di tutto per allontanarli, per sciogliere quel legame che li teneva uniti, in modo tale che lui si rendesse conto che in realtà era lei la persona giusta per lui.
Pensava anche di esserci riuscita, ma a quanto pare si sbagliava...

«Mi stai forse lasciando?» sussurrò con voce straziata e appena percettibile
«Credimi Fuka mi dispiace. In questi mesi ho provato a ricambiare i tuoi sentimenti, ma per quanto mi sia sforzato non ci sono riuscito. Il mio cuore appartiene e apparterrà sempre e solo a Sana»
«Non pensare che la cosa finisca qui.Me la pagherai Akito, me la pagherete entrambi» disse prima di scappare via in lacrime
«Non pensi di essere stato un pò troppo duro con lei?»
«Può darsi, ma solo in questo modo sarei riuscito a farglielo capire una volta per tutte»
«Se vuoi andare da lei a consolarla puoi farlo, non me la prendo»
«Perchè dovrei?Il mio posto è qui con te, lo è sempre stato»

Detto questo le sollevò il viso in modo tale da incastrare i suoi occhi con quelli di lei, ma quando le loro labbra erano ad un soffio di distanza qualcuno interruppe quel magico momento

«Guardateli sono proprio dei piccioncini»

Entrambi si voltarono e videro la maggior parte dei componenti della loro classe intenti ad assistere alla scena.Inutile dire che ciò portò all'immediato distacco tra loro, che assunsero un espressione "leggermente" imbarazzata

«N'ero sicura, sapevo che prima o poi si sarebbero dichiarati»
«Lo sapevano tutti Aya, era fin troppo evidente»
«E-e voi cosa ci fate qui?» chiese Sana, portandosi le mani sul viso per nascondere il rossore.
«Dopo il vostro strano comportamento di poco fa, abbiamo deciso di seguirvi e abbiamo assistito a tutta la scena»
«Volete dire che eravati lì fin dall'inizio?»
Annuirono «Esattamente»
«Ma come? Non vi abbiamo nemmeno visti»
«E ci credo, eravate troppo impegnati per accorgervene»
«Basta smettetela!Che imbarazzo!»
«Oh su avanti, non fate i timidoni ora»
Akito sbuffò «Che idioti»

Mentre Sana pensava ad un modo per uscire da quella situazione così imbarazzante, notò che tra "gli spettatori", non c'erano solo i componenti della loro classe, ma anche Naozumi.
Quest'ultimo la guardò dritto negli occhi e dopo averle regalato un sincero sorriso si voltò e se ne andò.

«Scusate ma ora devo andare»
«Non ti lasceremo andare così facilmente Sana, o almeno non prima di averti preso in giro come si deve»
«Mi dispiace ma non posso restare, devo chiarire una cosa con una persona» detto questo se andò lasciando gli altri particolarmente stupiti dalla sua reazione. Girò per l'intero istutito alla ricerca di Nao, ma di lui sembrava non esserci alcuna traccia.
L'aveva cercato anche nella sua classe, ma i compagni le avevano riferito che dopo l'intervista non aveva fatto più rientro.
Dopo aver passato alcuni minuti a riflettere su dove potesse essere finito decise di andare sul terrazzo dell'istituto, il luogo dove ogni giorno si incontravano per pranzare insieme e scambiare quattro chiacchiere.
Arrivata a destinazione lo trovò lì con le braccia appoggiate sulla ringhiera, il vento che gli scompigliava i capelli e lo sguardo lontano e pensieroso

«Nao...»

Sentendosi chiamare, il ragazzo si voltò e rimase non poco sorpreso nel trovarla lì

«E tu cosa ci fai qui?Mi sembrava di aver capito che non volessi avere più nulla a che fare con me»
«Ho detto quelle parole durante un momento di rabbia, non le pensavo per davvero»
«Capisco...»
«Dimmi la verità, hai detto quelle cose durante l'intervista per aiutarmi vero?»
Trasalì «Ma come hai fatto a capirlo?»
«Il sorriso di poco fa valeva più di mille parole»
Sorrise amaramente «Sai, avevo capito che Hayama provava qualcosa per te, era impossibile non notarlo e anche se non mi sta particolarmente simpatico ho deciso di aiutarti. Sapevo che le mie parole avrebbe portato ad una vostra dichiarazione»
«Però continuo a non capire perchè tu l'abbia fatto, cioè ieri mi hai confessato di provare qualcosa per me e ora mi spingi tra le braccia di un altro, perchè?»
«Vedi Sana, quando si provano determinati sentimenti per una persona metti la sua felicità prima della tua ed è quello che ho fatto io, anche se questo significa far soffrire me»

Nell'ascoltare quelle parole, calde lacrime rigarono il suo volto.
Si avvicinò a lui per poi stringerlo forte a se «Scusami per come ti ho trattato prima, ma non potevo immaginare che in realtà tu volessi aiutarmi, pensavo che l'avessi fatto per vendicarti dopo il mio rifiuto»
«Non preoccuparti, chiunque avrebbe frainteso.Anzi, mi ritengo fortunato»
«Fortunato?»
«Si, almeno non mi hai colpito ripetutamento con il tuo piko come invece avevo previsto»
«Non ti nascondo che la tentazione era forte»
«Immagino!»
Si sciolse dalla presa «Che ne dici di restare...amici?»
«Certo, amici!» le sorrise «Ora però sarà meglio che tu vada prima che il tuo ragazzo si ingelosisca»
«Già,hai ragione»
«Allora ciao Sana»
«Ciao e grazie, per tutto»
«E' stato un piacere e mi raccomando, sii felice»
«Lo sarò e auguro la stessa cosa anche a te Nao, perchè te lo meriti, davvero»


                                            *             *            *

Al termine delle lezioni, Hayama decise di accompagnare la sua ragazza a casa.
Non l'aveva mai fatto prima d'ora, visto che dopo una lunga giornata scolastica aveva sempre preferito rifugiarsi in camera sua e riposarsi, ma con lei tutto era diverso.
Anche se era stanco, voleva trascorrere più tempo possibile in sua compagnia.


«E' stato carino da parte tua decidere di accompagnarmi a casa»
«Abiti a pochi isolati da casa mia, quindi non mi costa nulla farlo»
«Dizionario Hayama=Per me è un immenso piacere accompagnarti a casa»
Roteò gli occhi al cielo «Tu e Sasaki mi avete stancato con questo "dizionario Hayama"»
«Non è colpa nostra se ci vuole un'attenta traduzione per ogni cosa che dici»
«Cambiando argomento, cosa vi siete detti tu e Kamura prima?»
«Mi ha rivelato che ha detto quelle cose durante l'intervista per aiutarci, sapeva che ciò avrebbe portato ad una nostra dichiarazione»
«Non sapevo che avesse la sfera magica.Gli regalerò un cappello a cilindro per ringraziarlo»
«Ma la smetti di fare l'antipatico?»
«Sono diversamente simpatico Sana, non antipatico»
«Io invece penso che tu sia geloso»
Ridusse gli occhi in due fessure «Io non sono geloso»
«Certo, non sei geloso e non sei timido» ironizzò
«Esattamente»
«Come no. Comunque, nel caso non te ne fossi accorto siamo arrivati»
Fissò la sua abitazione «Ecco la reggia Kurata»
«Non è colpa mia se a mia madre piacciono le case maestose»
«Quindi ora dobbiamo salutarci»
«Non necessariamente, perchè non entri a bere qualcosa?Sempre che tu non abbia già qualche impegno»
Ghignò malizioso «Signorina Kurata non la facevo così diretta»
«Signorino Hayama non fraintenda le mie azioni, è solo un invito a prendere qualcosa da bere, nulla di più»
«D'accordo, dopottutto non ho nulla di meglio da fare»
«Dizionario Hayam...»
«Non osare continuare Kurata»
«Ehm...ok, per questa volta ti risparmio»
«Questa si che è una prova d'amore»

Aprì la porta d'ingresso «Sono tornata»
«Bentornata figliola» spostò lo sguardo da sua figlia al biondino che aveva al suo fianco «E questo bel giovincello chi è?»
«Ehm...un amico, l'ho invitato a bere qualcosa»
Fece un leggero inchino «Il mio nome è Akito Hayama, piacere di conoscervi»
«Oh che ragazzo a modo, ottima scelta figliola»
«Si può sapere da quando in qua inviti i ragazzi in casa?Sappi che la cosa non mi piace per nient...» la predica di Rei, fu interrotta da un "delicato" colpo di piko sulla testa, ovviamente quello in formato gigante.

«Signora Misako si può sapere cos'ho fatto per meritarmi di essere colpito con il piko?» chiese massaggiandosi la parte dolente
«Rei Sagami, smettila una buona volta di essere così protettivo e geloso, Sana non è più una bambina»
«Si ma...»
«Niente ma, piuttosto va in cucina e riferisci alla signora Shimura di portare loro del the e biscotti»
Sbuffò «Si, signora...»
«Scusatemi ragazzi, ma non posso trattenermi ulteriolmente devo proprio tornare a scrivere il mio nuovo libro "Diavoletto in paradiso", ma voi accomodatevi pure in salotto»
«"Diavoletto in paradiso"?Ma che razza di titolo è?»
Sorrise serniona «Un titolo originale»
«Se lo dici tu mamma...»
«Allora ciao Akito, spero di rivederti presto»
«Lo spero anch'io e grazie signora»
«Chiamami Misako, "signora" mi sa troppo di vecchia zitella»
«V-va bene...»
«Allora ciao ragazzi e mi raccomando fate i bravi!» esclamò per poi allontanarsi con la sua fiammante macchinina rossa

«Ora capisco da chi hai preso» ironizzò Hayama
Sollevò un sopracciglio «Cosa vorresti insinuare?»
«Ma niente, dico solo che in famiglia siete un pò "strani"»
«Beh si, mi duole ammetterlo ma è vero» fece spallucce «Su andiamo in salotto e preparati a gustare i biscotti della signora Shimura, ne rimmarrai estasiato»
«Se lo dici tu»

«Questo salotto è grande quanto la mia casa» commentò guardandosi intorno.
«E' molto utile per organizzare delle feste, tipo quella di metà compleanno che si terrà il giorno della vigilia di Natale»
«Allora facevi sul serio quando hai parlato della festa, pensavo scherzassi»
«E perchè mai avrei dovuto farlo?»
«Beh, con te tutto è possibile»
«In effetti...beh, ora scusami ma vado un attimo a cambiarmi. Questa divisa scolastica non la sopporto, è troppo...»
Ghignò divertito «Stretta?»
«Esatt..aspetto un momento, non mi starai dando della grassa spero»
«Assolutamente no, possiedi solo una cover per gli addominali»
Finse una risata«Ma quanto in qua siamo così simpatici?»
«Da sempre»
«Sei uno studipo!E poi mica sei perfetto tu!»
«Si che lo sono, ma non preoccuparti neanche tu sei male»

Si limitò a rispondergli con una linguaccia prima di salire in camera sua per cambiarsi.
Nel frattempo Akito prese posto sul divano mentre ammirava quella stanza illuminata da grandiosi raggi solari.Dopo un pò sentì qualcuno sedersi accanto a lui, ma non si voltò, sapeva che era Sana.
Tuttavia notò che quest'ultima non proferiva parola, cosa che di certo non era da lei.

-Possibile che si sia offesa per quello che le ho detto prima?Eppure credevo avesse capito che scherzassi.Ah, le donne!-

Con non poca facilità, vista la sua timidezza, allungò la sua mano cercando quella di Sana e quando la prese, un piccolo particolare lo confuse...perchè la mano era così grande?

«Scusami per prima... » disse mentre si voltava nella sua direzione, per poi trovarsi davanti la faccia di Rei confusa quanto la sua.
Nello stesso istante i due, fecero scorrere i loro sguardi fino alle mani intrecciate che, ovviamente, lasciarono di colpo.
Un gelido imbarazzo scese nella stanza, Rei portò una mano alla bocca e si schiarì la voce

«Suppongo che tu pensassi che io fossi Sana...o almeno spero»
«Certo che si, che domande!»
«E dimmi...lei ora dov'è?»
«E' salita in camera sua a cambiarsi»
«Capisco, beh, sarà meglio che vada ho diverse commissioni da sbrigare»
«Ok, la saluto allora»

Rei si avviò verso la porta d'ingresso, ma mentre stava per uscire si fermò restando di spalle

«Ah Akito...»
«Si?»
«Trattamela bene, non farla soffrire. Sana è una ragazza straordinaria e merita solo il meglio»
«Puoi stare tranquillo, farò di tutto per renderla felice»
«Bene...allora ciao» lo salutò per poi uscire, chiudendo la porta dietro di se.

Poco dopo Akito sentì due mani coprirgli gli occhi

«Indovina chi sono?»
«La fata turchina?»
«Ma lo sai che sei proprio simpatico oggi?E' l'amore che ti fa essere così?»
«Guarda che io lo sono sempre stat...»
Non terminò la frase poichè rimase pietrificato dinnanzi a tanta bellezza.
Sana indossava dei stretti jeans che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e affusolate, aveva i capelli raccolti in una coda alta, ma ciò che attirò di più la sua attenzione fu un top striminzito che lasciava ben poco all'immaginazione

«Akito Hayama sbaglio o mi stai guardando il seno?»
Cercò di riprendere un certo contegno «Meline Sana, meline!»
«Razza di pervertito non sono meline»
«Hai ragione, hanno più la forma di una pera, sono perine»
«Io ti ammazzo stupido che non sei altro!»
Disse prima di lanciarsi su di lui per poi iniziare una divertente lotta di sollettico.
Tra loro era così, bastava poco per battitbeccare, ridere, scherzare, proprio come facevano da bambini.

«Ahahahah ti prego Aki smettila»
«Ti arrendi?» le chiese continuando a solleticarle la pancia
«Si...si, mi arrendo ma ti prego smettila di farmi il solletico»
Si fermò, ghignando soddisfatto «The winner is...AKITO HAYAMA!»
«Goditi questa vittoria, perchè sarà l'ultima!»
«Credici Sana, credici»
«La speranza è l'ultima a morire»
«Ma è la prima a prenderti per i fondelli»
«Non sempre...» disse Sana mentre appoggiava la testa sul suo petto, lasciando una frase puramente allusiva, che lui colse subito
«Già, dopo oggi non posso che darti ragione»
«Non mi sembra ancora vero sai?Dopo tutte le sofferenze, dopo tutte quelle notti insonni passate ad inzuppare il cuscino di lacrime, finalmente c'è un noi...»
Si rattristò «Non immaginavo che stessi così male per me...»
«Beh, lo sapevo nascondere bene»
«Ribadisco che secondo me potresti fare l'attrice»
«Ancora con questa storia?»
«Scherzi a parte...posso chiederti una cosa?»
«Certo, dimmi»
«N'è valsa la pena stare così male per me?»
«Certo che n'è valsa la pena. Vedi l'amore è come una...AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH»
«Ma che ti prende?Perchè ti sei messa ad urlare all'improvviso?»
«Il compito per domani!Non l'ho ancora finito»
«Non ti resta che correre in camera tua a finirlo allora, non hai altro tempo da perdere»
«Si ma, mi dispiace lasciarti così...»
«Non preoccuparti, avremo tutto il tempo a nostra disposizione per recuperare»
Sorrise divertita «E' una minaccia?»
«Lascio a te libera interpretazione!Prima che vada però vorrei che tu rispondessi alla mia domanda»
«Troverai la risposta nel compito che presenterò in classe domani»
«Non mi resta che aspettare un altro pò allora»
«Già...»
«Ciao allora...melina» la salutò, per poi unire baciarla con trasporto.
«Ciao...stupido» gli sussurrò ad un soffio dalle sue labbra.


Dopo averlo accompagnato vicino alla porta d'ingresso, si diresse in camera sua per continuare il compito che l'indomani avrebbe dovuto leggere davanti all'intera classe.
In teoria l'intenzione di completarlo c'era, ma in pratica era troppo impegnata a pensare a quello che era accaduto durante la giornata.
Sentiva ancora le sue guance prendere foco, aveva impresso nella sua mente l'immagine di lui che si avvicinava al suo viso, ricordava i suoi occhi, meravigliosamente ambrati e vivi, mentre appoggiava con entrema dolcezza le labbra sulle sue.In quel preciso momento tutti i suoi dubbi, preoccupazioni, incertezze scivolarono via, lasciando spazio ad emozioni uniche, mai provate prima di allora.
Si diede un pizzicotto sul braccio per riprendersi; ora doveva pensare esclusivamente al compito, al resto ci avrebbe pensato l'indomani.


                                                        *        *         *


«Buongiorno ragazzi»
«Giorno Prof.»
Prese posto accanto alla cattedra «Se non erro per oggi è prevista la consegna del suo compito, giusto signorina Kurata?»
«Esatto professore»
«E mi dica, è riuscita a portarlo a termine?»
«Beh si, ma ammetto che non è stato semplice per me. Infatti non sono soddisfatta del risultato»
«Questo sta a me giudicarlo. Prego si accomodi vicino alla cattedra e ci esponga le sue riflessioni sull'amore»
«D'accordo...»

Imbarazzata ai massimi livelli, si alzò dal suo posto e si diresse verso la cattedra.
Era agitata, durante i suoi studi in America non l'era mai capitato di dover leggere un suo compito davanti all'intera classe e il fatto di non essere soddisfatta del risultato peggiorava solo la situazione.
Sentiva un nodo alla gola che le impediva di parlare, ma quando si girò verso Akito, quest'ultimo le sorrise e non si sa come quel semplice gesto riuscì a farle trovare il coraggio sufficiente per sconfiggere la timidezza.
Fece un respiro profondo e iniziò:

«Una delle domande più frequenti, ma allo stesso tempo complicate, che l'essere umano si pone durante la sua vita è: che cos'è l'amore?
Per dare una risposta adeguata ho effettuato varie ricerche, sfogliato libri su libri e mi sono resa conto che la parola
"amore" è una delle più utilizzate nel linguaggio comune, ormai se ne sente parlare ovunque.
Su quest'argomento si scrivono poesie, romanzi, canzoni, eppure sembra difficile dargli una definizione precisa che metta d'accordo tutti.
Ho addirittura cercato un significato obiettivo sul dizionario dove c'era scritto "Affetto intenso, assiduo, fortemente radicato per qualcuno"
Ma una tale frase cosa dice di noi?
Tutte queste definizioni non mi bastavano, volevo sapere di più. Così un giorno al parco, mentre guardavo i bambini giocare allegramente, mi è venuta una sorta di lampo di genio, se così la si può definire e ho deciso di chiedere il significato dell'amore alle creature più pure del mondo: i bambini.
Avete capito bene, i bambini!Anche loro hanno un cuore, fatto di emozioni altrettando incatevoli, disarmanti e devastanti di quelle degli adulti, ma a differenza di quest'ultimi riescono a guardare il mondo con positività e con un'innocenza che non fa distinzioni, non crea pregiudizi e non alza barriere.
Vi riporto qui alcune delle loro risposte:

Koari 7 anni mi ha risposto

"Per me l'amore è quando nonna aveva l'artite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei e aveva l'artite pure lui"

Taro 8 anni invece mi ha risposto

"Quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata"

Infine Yuri, 6 anni mi ha risposto

"Quando io e il mio amico litighiamo ma subito dopo torniamo a giocare insieme come prima"

Queste risposte mi hanno fatto capire che l’amore ha moltissime forme, esiste l’amore per la famiglia,l’amore per il prossimo,l’amore per gli animali, l’amore per gli amici e non soltanto l'amore per il nostro/a lui/lei.
Ho capito che l'amore è il più bello e il più complesso dei sentimenti e in un certo senso può essere definito come "Il Sentimento", perché in qualche modo racchiude in sé tutti gli altri sentimenti, come la felicità, la tranquillità, l'eccitazione, ma delle volte anche rabbia, paura e dolore.
Quest'ultimi tre a volte sono talmente forti ed assidui che ci fanno sentire annullati, inutili, al punto tale che alcuni di noi vorrebbero non averlo mai provato, perchè per quanto possa essere dura da accettare, l'amore è anche questo.
Dopotutto com'è quel detto? "Non c'è rose senza spine". Infatti credo che la rosa sia il simbolo dell'amore per antonomasia.Non c'è rosa senza spine, non c'è spine senza sangue, non c'è sangue senza dolore, non c'è amore senza spine, sangue, dolore.
Ma allora vi chiederete, perchè nonostante tutte queste sofferenze, l'essere umano si ostina così tanto nel cercare la propria anima gemella con cui condividere il resto dei suoi giorni?
Perchè tutti vogliono arrampicarsi su una rosa?
La risposta è semplice: una volta essersi arrampicati su per la
rosa, perdendo tempo, provando dolore e sofferenza a causa delle spine, si riesce ad arrivare in cima e una volta arrivata lì te ne freghi delle ferite, del dolore, della sofferenza che hai passato, non t'importa più di nulla, capisci che n'è valsa la pena.Perchè nonostante tutto l'amore è una cosa meravigliosa, che si rende vivi, ci rende folli, ci rende migliori, senza di esso nulla più avrebbe senso.»


* * *

(**) Cit. tratta dal film "Se scappi ti sposo" :)
Ps: Nel tema dell'amore (orrendo lo sò, ma ripeto non ho saputo fare di meglio XD) mi sono ispirata anche ad alcune frasi che lessi tempo fa su internet, quando feci una ricerca sull'amore. Il motivo che mi spinse a fare tale ricerca? Non lo ricordo XD è passato troppo tempo XD forse per la tesina per il diploma, quando ero indecisa se portare come argomento "L'amore" O_O

Ok, basta, mi sto dilungando troppo X'D
Grazie per l'attenzione, a presto :*
   
 
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