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Autore: Holenuvolenegliocchi    24/07/2015    1 recensioni
Il Minotauro è ormai morto. Dal suo corpo si è generata un'enorme roccia al centro del Labirinto. Dalle sue lacrime è nato un prezioso manufatto incantato, capace di mostrare il futuro, il destino, la bellezza, i desideri: Lo Specchio.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fece un respiro profondo, chiuse per un attimo gli occhi e poi avanzò

-- Sono pronta

Era decisa ad affrontare quella prova, era decisa a vedere.

L'enorme uomo bendato annuì, poi si scostò e le aprì la strada per un lungo corridoio.

I due avanzavano spediti.

L'uomo bendato percorreva il corridoio senza indugiare, sicuro dei propri passi: doveva averlo percorso molte volte prima di restare cieco

-- Perché hai quella benda, come hai fatto ad accecarti?-- chiese lei.

L'imponente uomo abbassò il capo e la sua espressione seria mutò in una smorfia di tristezza e rimorso

-- Il mio cuore è impuro

-- Cosa intendi?

-- Vedi, lo specchio permette di essere visto solo da chi ha il cuore puro... Non è stato il mio caso

-- Cosa hai fatto?

-- Mi presentai davanti allo specchio ma le mie intenzioni erano negative, così quando guardai quello non mi mostrò nulla. Mi infuriai, volevo vedere, e così lo specchio, per punizione, cominciò ad illuminarsi e la sua luce fu talmente brillante che mi accecò. Da allora mi fu negato di vedere qualsiasi altra cosa eccetto ciò che c'era nel mio cuore: il buio.

-- Quindi, se non sarò pura di cuore... Lo specchio accecherà anche me?

-- Se meriterai, verrai premiata.

Dicendo così spalancò un'enorme portone d'oro di legno intagliato, rivestito d'oro. Nella parte centrale vi erano decorati dei motivi floreali in bassorilievo. Sulla destra un enorme pomello d'oro massiccio.

Il portone dava su una stanza piccola, illuminata da una serie di torce. Le pareti erano decorate con una tintura d'oro. Al centro della stanza vi era una grossa roccia, nella quale vi era scavata una piccola concavità che ospitava lo specchio, una striscia d'acqua immobilizzata tra le pareti della concavità e contornata da una cornice di alghe e coralli di tutti i tipi e colori.

«E ora cosa devo fare? E se il mio cuore non è puro?»

Il pensiero di poter perdere la vista la terrorizzava, poi abbassò il capo, vide il vecchio medaglione di sua madre, sfiorò l'ametista che vi era incastonato e improvvisamente si calmò, fece un respiro profondo e si pose dinanzi allo specchio.

L'acqua era immobile, come se fosse ghiacciata. La sua immagine riflessa dentro.

Fece ancora un passo e fissò la superficie.

L'acqua cominciò a muoversi. Il riflesso iniziò a distorcersi, fondendosi con altre immagini confuse.

Sembrava che una cascata avesse cominciato a scorrere in quel momento dall'interno della roccia.

Il movimento diventava sempre più veloce, lo scrosciare dell'acqua sempre più forte. Continuò così per alcuno secondi, poi tutto tacque.

L'immagine nello specchio era cambiata, il suo riflesso era scomparso. Al suo posto si stagliava occupando tutta la grandezza della superficie l'immagine di una figura slanciata, alta, un corpo dai tratti delicati e dalle curve morbide e sinuose.

Guardando un po' meglio, quel corpo apparteneva ad un ragazzo; doveva avere la sua stessa età, o comunque, poco più grande. L'immagine ritraeva un ragazzo alto, i capelli castano chiaro bagnati e tirati indietro erano tenuti fermi dall'acqua. Gli occhi, d'un marrone molto leggero, mostravano un taglio delicato e curvo, quasi orientale. Il rossore della sclera sottolineava un contatto con l'acqua salata del mare. Le labbra, doppie e carnose, si curvavano in una smorfia che avrebbe potuto passare per un sorriso. Le ampie spalle erano bagnate e mettevano bene in mostra le clavicole marcate, le cui linee facevano cadere lo sguardo sui pettorali, solidi, grandi. Sotto di loro, l'addome, la pancia e i fianchi formavano un complesso di curve sinuose e armoniche, accanto al quale cadevano morbide le braccia, possenti, pompose, forti e solide: a prima vista sembravano capaci di sollevare anche tutto lo scoglio in cui era scavato lo specchio. Al loro termine le mani, delicate e al contempo dalla presa forte, sottili, con dita lunghe e affusolate, davano un senso di sicurezza e dolcezza che, assieme al senso di protezione che davano le braccia, faceva sentire a casa. A partire dai fianchi, si stagliavano due linee dritte che si incontravano a formare una V all'inguine, dove le parti intime erano coperte da una larga striscia di lino avvolta attorno alla vita. Le gambe sembravano essere la parte più forte e più possente del corpo, sembravano gambe che avevano dovuto sopportare mille fatiche.

Quel corpo, quella figura, quel complesso di curve davano al giovane un aspetto armonico e gradevole.

A lei sembrava che quella figura brillasse, come se fosse un Dio, che risplende come il sole nella luce della terra mortale. Da quando l'immagine si era materializzata nello specchio d'acqua non riusciva più a distogliere lo sguardo, era paralizzata, come se qualcuno le avesse fatto un incantesimo e l'avesse inchiodata lì, con lo sguardo fisso su quel sorriso sbilenco e quegli occhi brillanti. Era la cosa più bella che avesse mai visto.

Poi di nuovo l'acqua cominciò a vibrare, a muoversi, agitarsi e a scrosciare rumorosamente, e quell'immagine divina svanì. Le torce nella stanza si spensero di colpo, e l'uomo bendato la richiamò fuori.

-- Non sei cieca, vuol dire che il tuo cuore è puro.

-- Cosa ho visto? Cos'era quello?

-- Lo Specchio mostra tante cose.

-- Si, ma, che significato potrà mai avere?

-- Perché sei venuta qui, sei giunta al cospetto dello Specchio?

-- Avevo bisogno di verità

-- Lo Specchio di solito ci mostra ciò che bramiamo di più. Talvolta mostra anche il futuro. E altre volte entrambe, nello stesso tempo.

-- Cosa c'entrano ciò che desidero, la verità e il futuro, con quello che ho visto?

-- Lo Specchio non dà spiegazioni, lui mostra, e basta. Capire cosa ti ha mostrato sta a te

Intanto erano giunti all'ingresso della caverna. La giovane liquidò il guardiano dello Specchio con un inchino e se ne andò via.

Nel tragitto verso casa qualcosa la colpì alla testa facendole perdere per un attimo l'equilibrio e facendola finire dritta a terra. Quando si riprese dalla botta si girò verso il lato da cui il sassolino aveva colpito e vide una figura correre verso di lei.

-- Stai bene?

-- Si, grazie -- vedeva ancora un po' sfocato -- Ma tu chi sei?

-- Non importa, al momento importa solo che tu stia bene

La vista tornò ad essere definita e finalmente riuscì a distinguere la figura china su di lei.

Impossibile non riconoscerla.

Quegli occhi la fissavano intensamente, il loro colore era diventato più chiaro e tendente al verde. Poi sfoggiò quell'enorme sorriso inconfondibile.

Era lui, non poteva essere altri che lui: il ragazzo che aveva visto nello specchio.

Quel ragazzo aveva a che fare con la sua vita, ma non sapeva in riferimento a che cosa. Quel ragazzo faceva parte del suo futuro. Doveva saperne di più, su di lui, e sul perché la sua immagine fosse apparsa nello specchio.

-- Sei stato tu a lanciare quel sasso?

Il giovane abbassò la testa, colpevole

-- Non preoccuparti, non fa nulla, me ne vendicherò in futuro-- sorrise dolcemente-- Piuttosto, come ti chiami?

Al suono di quelle parole sollevò la testa mostrando lo stesso sorriso sbilenco che aveva nel riflesso nello specchio

-- Mareius. E tu?

Non aveva mai visto nulla di tanto bello

-- Megara
  
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