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Autore: Lady_purosangue    25/07/2015    1 recensioni
Questa storia parla di Walter Wright, un giovane soldato americano e Edith Miller, giovane figlia di un Gerarca Nazista.
Siamo alla fine della guerra.
É il 16 marzo 1945 e ormai la corsa verso Berlino é rapida.
La giovane Edith si trova a Koblenz, una città stategiacamente importante per entrambi le parti.
Gli americani stanno arrivando e l'ultima speranza é gettarsi tra le grinfie della morte:
ma se qualcosa andasse storto?
Se il cianuro che avrebbe dovuto ingerire Edith non funzionasse?
Cosa succederà?
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Racconti




Gli schiamazzi dei soldati Americani vennero scuarciati da un suono metallico e forte. In quel momento le immagini dei corpi mutilati dei soldati e delle iridi vuote del padre le tornarono in mente. Edith Impiegò tutte le sue forze per allontanare da se quei ricordi, ancora troppo vividi e taglienti.
Fece qualche respiro profondo per tornare in sé e si diresse verso il bagno collegato alla sua stanza. Nella vasca, l’acqua calda, che una cameriera doveva averle preparato, conoscendo le sue abitudini, lasciava salire verso l’alto volute di vapore che avevano già appannato lo specchio dalla spessa cornice d’oro, mentre la vasca bianca dai piedini dorati per poco non strabordava di bollicine.

Edith odiava tutto in quella stanza. A dire il vero, odiava tutto in quella casa. Suo padre, che ormai l'aveva abbandonata; sua madre, che morta prematuramente non vi aveva mai messo piede; le cameriere, troppo servizievoli; il giardiniere, troppo invadente; i letti troppo alti, le stanze troppo grandi, i materassi troppo duri, i colori o troppo scuri o troppo chiari, li odiava tutti. C’erano dei giorni in cui voleva rompere tutto per poi scappare via. Voleva tornare a vedere i boschi austriaci, dove, da piccola, era andata qualche volta a passare le estati con i nonni. Voleva tornare a Berlino per correre nella neve bianca, indovinando quanti soldati stanno marciando sul manto scricchiolante. Voleva scomparire, affondare nel pavimento per non riemergerne mai più. Voleva immergersi completamente in quella vasca e lasciarsi morire lì dentro.
Ma non lo fece.
Uscì dalla vasca solo quando qualcuno bussò leggermente alla sua porta. Si avvolse un asciugamano bianco intorno al corpo e aprì alla cameriera, che svuotò velocemente la vasca, pulendola.

"Vi serve qualcos’altro, signorina? I soldati sono di sotto... stanno aspettando lei" chiese alla ragazza, tenendo il capo basso.

"No, grazie, Kathrin" le sorrise e si affrettò a richiudere la porta alle sue spalle. Prese un respiro profondo, appoggiandosi con la schiena alla porta di legno e lasciandosi scivolare verso il basso. Rimase immobile qualche istante prima di alzarsi di nuovo.
In un paio di minuti aveva finito di asciugarsi e aveva già indossato un vestito nero che faceva apparire la sua pelle ancora più candida. Si sedette davanti al tavolino da toeletta e iniziò a spazzolarsi i lunghi capelli bagnati.
 
Due colpi sulla porta la bloccarono.

"Sì?" chiese, girandosi verso la porta scura, le dita che intrecciavano i fili oro.

"Ich bin der Soldat Walter Wright. (1) Il mio superiore la vuole" rispose una voce in un tedesco titubante.

"Arrivo" e sistemò velocemente i capelli. Si rassettò i vestiti e lentamente aprì la porta.
 
Un giovane soldato in uniforme gli comparve d ' innanzi,  era lo stesso uomo che minacciava Hans. Agli inizi Edith provò una sensazione di odio nei suoi confronti, ma quando i suoi occhi di ghiaccio incontrarono quelli nocciola del ragazzo tutto sembrò scomparire.
I due si guardarono per qualche secondo poi, Edith si mosse in direzione delle scale.
 
 
 
Walter si scosse all'improvviso, la giovane ragazza si era mossa dalla porta. La figura esile avanzava sensuale verso la balaustra e i lunghi capelli biondi gli omdeggiavano nella treccia.
Il soldato si maledì mentalmente. Quella ragazza era molto bella, ma doveva dimenticarsela, lui era americano e lei tedesca. E poi, l'aveva vista uccidere un ufficiale delle SS a sangue freddo, doveva essere per forza pericolosa, ma la sua mente faticava a credere che una ragazza così piccola e innocente potesse essere una minaccia.
 
"Ich bin Edith Miller." (2) Dichiarò la ragazza ormai a metà scale.
 
"Walter, Walter Wright." Rispose il ragazzo voltando lo sguardo verso Edith, che continuava a scendere le scale guardando dritto davanti a sé.
 
 
Solo nell’atrio Edith voltò il viso verso il giovane, dirigendosi verso la sala da pranzo. Un uomo era seduto al posto di suo padre, attorno all’enorme tavolo di ciliegio e fumava tranquillamente, mentre un altro soldato scrutava il cielo dalla finestra.

"Guten Morgen" (3) la salutò Henry Ettlinger, alzandosi in piedi non appena Edith comparve sulla porta.

La ragazza rispose al saluto e prese posto davanti al giovane soldato dai mossi capelli scuiri che, come aveva scoperto, si chiamava Walter.

I tre soldati parlavano placidamente tra di loro, come se fossero in un ricco club NewYorkese.
Per Edith quelle parole risultavano ignote e confusa. Niente non era più uguale alla sera precedente, suo padre era morto e con quello non si mangiava più in silenzio.
 
Nella stanza risuonavano solo i tintinnii delle posate sui piatti. Secondo suo padre, non bisognava mai mischiare famiglia e lavoro e, essendo il lavoro tutto per lui, spesso non si parlava affatto. Edith  aveva presto imparato a tenere la bocca chiusa. Tante volte taceva tutto: i voti di scuola, le nuove amicizie che aveva fatto e persino i problemi che aveva, per i quali, però, non c’era mai tempo. Solo quando il padre si sedeva sulla poltrona del salotto a leggere il giornale, le chiedeva dei voti, sperando sempre che fossero ottimi, come effettivamente poi erano.
Edith si sentiva sola, si era sempre sentita così. Solo quando stava con suo fratello Albert o con i suoi tre bracchi, i cani che suo padre portava con sé quando andava a caccia, si sentiva in qualche modo viva.
 
Ma in quel momento tutto era differente, quei tre uomini parlavano tranquillamente e quasi le fecero dimenticare il luogo dove si trovava. 
"Ci avete risparmiato del lavoro uccidendo quel soldato, noi la ringraziamo per questo" dichiarò Henry quando ebbe finito di mangiare.
 
Edith alzò molto lentamente gli occhi di ghiaccio verso l'uomo e senza volerlo portò la mano sulle due piastre della collana del fratello.
 
I due si fissarono per alcuni secondi, dopo di che la giovane ordinò imperiosa: "entfernen Sie die Speisen zubereitet, und das Wohnzimmer"
 
Due serve incominciarono a eseguire gli ordini, mentre i tre soldati le aiutavano porgendogli i piatti vuoti.
 
"Era di vostro padre?" Chiese con fare dolce Henry.
 
"keine" (4) rispose rattristata la giovane "era di mio fratello"
 
"Anche io ho perso un fratello, è difficile accettarlo" aggiunse il moro con la sua lingua tutubante.
 
"Mi dispiace" aggiunse il più vecchio.
 
Edith si alzò e avvicinandosi alla finestra iniziò a parlare dando le spalle ai soldati, per non far notare gli occhi lucidi: "Era l'unica persona che mi capiva, l'unica che mi spalleggiava. E se n'è andato. Per seguire gli ideali di nostro padre; che per lo più lui odiava. Ricordo ancora il giorno della sua partenza. Era il 1941 la neve si era sciolta da poco e i primi fiori avevano incominciato a sbocciare. Aveva diciassette anni e una vita davanti... ma mio padre non ha fatto nulla per aiutarlo!" Solo in quel momento su accorse che aveva assunto un tono accusatorio e stava stingendo i poni intorno al pendente talmente forte da rendere le nocche bianche.
 
Si rassettò i vestiti : "Il seguente natale ricevetti una sua lettera... si trovava un Russia e diceva che li era tutto più difficile. Pochi giorni dopo lui e la sua divisione furono colpiti da l'armata rossa... di lui non mi è restato niente oltre questa." Continuò lasciando ricadere la catenina sul suo petto.
 
Poi senza dire ninte si diresse come nulla fosse verso la porta in mogano e uscì dirigendosi in biblioteca. Sicuramente respirare l'odore dei libri l'avrebbe resa molto più tranquilla e avrebbe fatto scomparire quel' ala di inquietudine che si era stretta su di sé.
 
 
 
(1) Io sono il soldato Walter Wright
(2) Io sono Edith Miller
(3) Buon giorno
(4) No
~
   
 
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