Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: alberodellefarfalle    25/07/2015    2 recensioni
Salve a tutti. Questa è una prova. Chi mi conosce sa che pubblico solo storie originali, quindi questa è la mia prima ff. Siate clementi. Ho voluto provare e dato che Robert Pattinson mi piace molto (ho avuto la mia fase da Twilight anche io), ho deciso di cimentarmi con lui. Ovviamente è tutto di fantasia. Vi avviso che non essendo un'amante del gossip non mi sono basata su un evento particolare, ho solo immaginato come potrebbe essere Robert Pattinson (e come spero che sia) se si ritrovasse a Roma per lavoro e lì conoscesse una comunissima ragazza italiana. Titolo omaggio al film "Vacanze Romane" con Audey Hepburn e alla canzone omonima dei Mattia Bazar. Non mi resta che augurarvi buona lettura.
NB In data 7/1 ho aggiunto una piccola frase finale che chiarisce l'epilogo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vacanze Romane
 

Party con sorpresa - parte 1 -

Il patto era: darsi quattro materie in due mesi. E c’ero riuscita. Mi ero sentita una pazza, sfinita, isterica, ma c’ero riuscita. Adesso finalmente stavo facendo il viaggio che avrei dovuto fare da troppo tempo: ero a Roma. C’ero stata una sola volta nella mia vita, alla laurea di mio cugino. Avevo rimandato per troppo tempo, ma la sessione estiva era stata estenuante e avevo finalmente deciso di accontentare il mio desiderio. Mio cugino mi aveva invitato milioni di volte, ma prima la maturità e l’università poi mi avevano trattenuto. Mi ero fatta prendere troppo, tanto che avevo rinunciato ad avere una vita sociale particolarmente piena. Avevo i miei amici, ci uscivo, non ero mica una suora, ma lo studio prima di tutto. Avevo un sogno e realizzarlo era il mio primario obiettivo. Niente da stupirsi se quello era il primo viaggio che mi concedevo da … dalla gita di quinto anno. Direte: che vita triste! No, non lo era. Io ero e sono felice. Studiavo quello che amavo, sarei diventata quello che volevo, ma soprattutto avevo pochi amici, ma buoni, e una famiglia che mi amava. Vivevo in una terra in grado di offrirti la neve d’inverno e il mare per sei mesi, la primavera calda e i colori e i profumi autunnali. Andava bene così. Ma Roma è Roma e mio cugino, con il suo lavoro, mi offriva come prima serata una festa esclusiva. Ero nervosa. Perché? Perché mio cugino lavora nel mondo del cinema e non sapevo chi mi sarei trovata di fronte. Avevo optato per un vestito nero con gonna plissettata e scollo all’americana, acquistato l’estate prima, a cui avevo abbinato sandali e pochette rossa. Eyesliner nero e rossetto rosso, una goccia di profumo. Semplice, ma elegante. “Wow, cuginetta, dovrò tenerti d’occhio!”spintonai mio cugino “Non fare lo scemo. Allora, mi dici chi ci sarà?” lui fece di no con la testa e io sbuffai. Andammo a piedi, essendo casa di mio cugino in centro. Salimmo all’ultimo piano di un palazzo e ci trovammo di fronte una sala elegantemente addobbata, ma molto semplice. Si apriva su una terrazza, che offriva la vista della città. Meraviglioso! Mi sentivo un poco Cenerentola. “Grazie, è tutto così bello.” Abbracciai mio cugino “Su, ti presento alcuni miei colleghi.” E conobbi Chiara, Simone e Pietro. Poi fu la volta di alcuni produttori e di un paio di registi. Mi sentivo veramente in una favola. A poco a poco la sala si riempì di gente e la musica di sottofondo fu ricoperta da un discreto chiacchiericcio, mentre i camerieri avevano già preparato tutto per il buffet. Avevo perso mio cugino da circa mezz’ora. In fondo per lui quella serata significava lavoro. Era fortunato anche lui: faceva un lavoro che amava e che comprendeva anche serate come quella. Mi affacciai alla terrazza. Roma era bellissima. Quando ero più piccola pensavo che Roma era la mia città e che prima o poi mi sarei trasferita lì. Con il tempo avevo cambiato progetti, ma era pur sempre una città meravigliosa e restava, insieme a Parigi, una delle città in cui sarei voluta andare a vivere almeno per qualche tempo. “Ti annoi?” mi girai verso mio cugino, ricomparso chissà da dove. “Non dirlo nemmeno per scherzo. È un posto bellissimo, in una città bellissima. Grazie per avermi invitato e non ti preoccupare, lo so che stasera questo per te è anche lavoro.” Lui annuì e mi diede un bacio sulla guancia “Ah, Héloïse. Arriverà un ospite speciale. Non andare in brodo di giuggiole.” E si dileguò. Chi doveva arrivare? Avevo visto registi, produttori, compositori. Alcuni registi li conoscevo, qualche produttore lo avevo sentito nominare da mio cugino. Ma nessuna faccia nota, tipo attori o cantanti. Chi sarebbe arrivato di così importante da potermi far andare in “Brodo di giuggiole”? Io non ero tipo da gridolini e svenimenti. Io non avevo nemmeno un attore preferito. Amavo film e cartoni, ma mi interessavo poco alla vita privata degli attori e con la vita che conducevo, non ero nemmeno una cinefila. Mio cugino aveva esagerato, come al solito.
E poi successe: sentii un brusio proveniente dalla sala. L’ospite speciale era arrivato. Curiosa, mi avvicinai alla finestra, ma non riuscii a distinguere nessuno. La sala ritornò alla normalità e io pensai ad un falso allarme. Ritornai così a guardare la città. Era così bella, con le luci, i monumenti che si scorgevano il lontananza. “Bellissima.” Pronunciò qualcuno alle mie spalle. Non potevo che essere d’accordo con l’ospite inglese. Quando mi girai la terrazza era quasi deserta. Decisi di rientrare anch’io per andare a mangiare qualche cosa. “Sei stata fuori tutto questo tempo?” annuii a mio cugino “Sai che amo Roma.” Mi accompagnò al buffet “Ma ci hai messo anni per venirmi a trovare.” Lui me lo rimproverava sempre “Si, lo so. Ma sai l’università …” scosse la testa, proponendomi un finger food, che guardai curiosa. “Lo dici sempre, ma una vacanza una volta tanto …” lo bloccai “Lo so, hai ragione, ma sono qui. Cos’è?” chiesi “Pesce squisito.” Disse un uomo che si unì a noi. “Dovresti provare anche quello rosso.” Annuii, mandando giù “Allora, non ci presenti, Bob?” Bob era il soprannome che avevano dato a lavoro a mio cugino, non so nemmeno bene per quale motivo. Del resto non c’entra nulla con il nome di battesimo: Gianni. “Lei è mia cugina Héloïse, che finalmente mi è venuta a trovare.” Mi ritrovai a stringere la mano di un uomo brizzolato, molto affascinante, in un elegante completo blu. “Piacere, mademoiselle. Sono Philip.” “Piacere mio. E non sono francese.” Sorrisi. In genere me lo chiedevano tutti, per il mio nome. “E io che volevo sfoggiare il mio francese.” Disse qualcuno alle spalle di Philip, che prontamente si spostò per permettermi di vedere un ragazzo in completo nero, con camicia bianca aperta sul collo. Credo che rimasi a bocca aperta, fino a una leggera gomitata di mio cugino e una sua risata. “Bastardo, potevi dirmelo.” Sussurrai tra i denti. “E perdermi la tua faccia?” Sghignazzò. Il ragazzo si avvicinò puntando i suoi occhi verde chiaro su di noi. Strinse la mano a mio cugino “Lui è Gianni, detto Bob.” Disse Philip in inglese. Mio cugino sorrise al nuovo arrivato, mentre io mi godevo la scena, pensando di essere in qualche sogno da cui non mi ero svegliata. Facciamo una pausa: avevo detto di non avere attori preferiti e non ero una da gridolini e svenimenti, ma caspita, Robert Pattinson è Robert Pattinson e anche io avevo avuto la mia fase da “Twilight”, fase che forse non era passata del tutto. Quindi trovarmelo di fronte era sicuramente scioccante. “Piacere di conoscerti, Robert. Philip ci ha praticamente sfiniti per questa serata, sapendo che saresti arrivato.” Philip ridacchiò imbarazzato “Ehi, era il mio asso nella manica.” Disse in italiano e Robert lo guardò interrogativo “Dice che eri la sua sorpresa.” Spiegai io in inglese. Robert si mise di fronte a me, osservandomi con i suoi magnifici occhi verdi. Credo di non aver mai visto nulla di simile in vita mia. Avevo letto commenti di ragazze su internet e qualche ff e non potevo che concordare con tutto. “Piacere, Héloïsenonsonofrancese.” E mi porse la mano, che io strinsi sorridendo “Mais je parle francaise. Je suis très desolé pour mon englais, qui n’est pas bon comme mon française.” Robert si portò la mia mano alle labbra e fece un delicato bacia mano che mi fece sospirare. “Enchantè!” disse. “Posso sfoggiare lo stesso il mio francese, allora.” Ritornò a parlare in inglese e mi guardò per capire se io riuscivo a seguirlo. Annuii. “Scusatemi, non mi sono presentato.” Io e mio cugino ci guardammo e scoppiammo a ridere “Credo che significhi che sanno chi sei.” Aggiunse Philip, anche lui divertito. Robert Pattinson (se non lo dicevo ogni volta, rischiavo di non credere ai miei occhi) si passò una mano tra i capelli, imbarazzato e io ricordai di aver letto una cosa su quel gesto, come se fosse una sua abitudine. Non so cos’era ma era uno spettacolo vedere i suoi capelli castani ondeggiare tra le sue mani. Sorrisi e lui parve rilassarsi. “Sto morendo di fame!” esclamò e io mi scostai per mostrare il tavolo con mille prelibatezze alle mie spalle. Si avvicinò per curiosare, mentre io osservavo le sue spalle larghe. Quante ragazze sarebbero volute essere al mio posto? Milioni. “Allora, piaciuta la sorpresa?” mi voltai verso mio cugino e lo fulminai con lo sguardo “Si, ma avresti dovuto dirmelo. Ho fatto la figura del pesce lesso. Credo che non gli piaccia che anche qui lo trattino come un divo con tanto di fan sbavanti.” Mio cugino si mise a ridere “Ma tu non eri quella che non aveva attori preferiti e non chiedeva l’autografo a nessuno?”mi prese in giro. Era un discorso che avevamo fatto tante volte quando eravamo più piccoli. “Si, ok, ma è normale che sia rimasta sorpresa, non credi?” annuì. Non mi si poteva di certo dare torto. Fu in quel momento che Robert si girò verso di noi e io rimasi per un attimo incantata a guardarlo. Certo che era proprio un bel ragazzo. “Voi non mangiate? Sembra tutto così buono.” Ci avvicinammo e ci servimmo. Con i piatti pieni ci allontanammo dal tavolo e ci trovammo in un angolo insieme a Philip e Robert. Dire che mi sentivo un pesce fuor d’acqua era poco. Io ero una studentessa, timida e riservata, con pochi amici e una vita normale. Loro erano uomini del cinema, in modo diverso, ma quello erano. Mio cugino si muoveva in quel mondo ormai da sei anni, Philip era un produttore e Robert era … beh lui era Robert Pattinson. 

*La storia è totalmente inventata e con questa non voglio recare offesa a nessuno

AUTRICE: Ovviamente sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate. Fatemi sapere ... so che è ancora poco per capirci qualcosa. La seconda parte arriverà presto. Baci.
 
  
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