Anime & Manga > Akatsuki no Yona
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Autore: Nico_Tina    26/07/2015    1 recensioni
*Bene bene bene eh eh eh. E’ consigliato leggere questa one shot solo dopo aver letto gli altri capitoli della mia fanfiction precedente che trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3181254&i=1
Non voglio spoilerarvi molto ma da come avete sicuramente capito dal titolo alla fine di questa fanfiction c’è una bella sorpresa. Tutta l’idea si è sviluppata da lì, così ho inventato il contesto giusto. Jaeha viene coinvolto in un evento spiacevole e Hak come sempre è pronto a proteggere Yona da qualsiasi minaccia. Finalmente la principessa dai capelli color tramonto capirà i suoi sentimenti e farà un passo in avanti. Buona lettura!*
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Son Hak, Un po' tutti, Yona
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Stupido smettila di tirarmi addosso degli insetti schifosi!- Kija urla contro Jaeha. Il drago verde continua a tirare addosso al drago bianco piccoli insetti che ha raccolto qualche metro più indietro, facendo finta di non sentire.
-Ehy drago verde ma che ti prende! Quelli possono essere utili per la cena, non sprecarli!- urla Yoon.
Kija rabbrividisce al solo pensiero e caccia fuori la lingua in segno di disgusto.
-Potresti prepararci qualcosa che non comprenda insetti o erbe schifose qualche volta?!- dice Kija a Yoon, ma quest’ultimo incrocia le braccia dietro la testa dicendo: “Dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo, spiacente”. Il drago bianco sbuffa guardando al cielo, mentre Jaeha ridacchia malvagiamente.
-Ehy Hak, da queste parti non ci sono villaggi?- chiedo. Hak al mio fianco si guarda intorno e dopo un attimo di riflessione dice: -No, non mi sembra, siamo nell’estremo sud del regno, è una zona molto più disabitata rispetto a tutto il resto-
-Uffa! E io che speravo di andare a comprare qualche erba medicinale per alleviare questo fastidiosissimo prurito che ho alle mani- esclama Yoon.
Io e “l’allegro affamato gruppo” continuiamo a camminare immersi nel bellissimo paesaggio che ci circonda. Stiamo girando intorno a una montagna, dall’alto riusciamo a vedere il mare a qualche chilometro di distanza e subito sotto lo strapiombo si staglia un grande bosco di alberi poco alti. Ogni tanto il sentiero ci porta verso l’interno, dove tutto è coperto da vegetazione. Poco fa abbiamo attraversato una radura, abbiamo trovato un ruscello dove ci siamo riforniti di acqua e qualche pesce che Yoon e Shinha sono riusciti a pescare. Zeno come al solito si è rimpinzato di bacche e frutta che ha trovato poco distante. Io e Hak intanto abbiamo riparato le mie frecce, che ultimamente si sono rovinate a furia di conficcarle negli alberi. Questa volta ho sentito  la vicinanza di Hak molto più intensamente. Mentre lui intagliava la punta delle frecce con il coltello che gli ho regalato, sentivo che forse il nostro legame è diventato diverso, in qualche modo. Non riesco ancora a comprendere cosa mi stia succedendo, in fondo Hak è il mio compagno di infanzia, lo conosco da sempre, ma solo da poco sta crescendo in me la strana voglia di volerlo ancora più vicino, il desiderio di avvicinarmi a lui in modo diverso, più intimo.
-Yona… Yona?- Hak mi scuote una mano davanti al viso e io ritorno alla realtà. Stavo pensando così intensamente che non mi ero accorta che mi stesse parlando.
-Eh? Scusa, dimmi- gli dico mentre sento le guance diventare più calde. Lui mi guarda interrogativo, poi distoglie lo sguardo.
-Stavo dicendo che oltre quelle montagne laggiù c’è il regno Xing- mi spiega lui indicando con il dito.
Io annuisco e mentre camminiamo mi accorgo che lungo il sentiero c’è qualcuno seduto a terra, con il volto coperto da un cappello tradizionale di paglia. Quando ci avviciniamo mi rendo conto che sotto i vestiti rattoppati e sporchi c’è una donna anziana, le caviglie e i polsi sembrano non avere pelle tanto è magra. Io mi fermo davanti a lei, magari se ha bisogno di aiuto potremmo darle una mano. Tutti si fermano intorno a me. La donna alza la testa e appena vedo il suo viso scarnito e segnato da cicatrici non posso fare a meno di sentire qualcosa dentro di me sprofondare nell’angoscia. Lei sembra serena.
-Ha.. ha bisogno di qualcosa, signora?- dico con voce tremolante.
Lei mi fissa e il suo sguardo quasi mi mette in soggezione. I suoi occhi sono talmente chiari da sembrare spenti, vitrei.
Lei inaspettatamente sorride, ma il suo sorriso sembra maligno. Hak istintivamente mi spinge un po’ più indietro, posandomi una mano sulla pancia, delicatamente. Non so esattamente cosa accade dentro di me, è un misto di paura e dolce calore, il risultato di due sensazioni molto contrastanti.
-No, grazie, non ho bisogno di nulla, cara. Stai attenta- dice l’anziana signora, poi abbassa la testa e il cappello ritorna a nasconderle il viso. Io e Hak ci scambiamo uno sguardo interrogativo, poi facciamo segno agli altri di continuare il nostro cammino. Solo dopo qualche metro più avanti Shinha mi picchietta il dito sulla spalla e mi indica Jaeha che è ancora vicino all’anziana, sporto in avanti verso di lei come se stesse ascoltando qualcosa che lei gli sta dicendo nell’orecchio. Dopo un attimo lui si rialza e ci raggiunge, ma la sua espressione è strana, quasi fredda e distaccata, e non sorridente come sempre.
Per tutto il tempo seguente non facciamo altro che camminare senza sosta, il paesaggio sembra non cambiare mai e io comincio ad avvertire dolore ai piedi. Dietro di me sento un rumore di qualcuno che cade, mi giro nello stesso momento di Hak e vedo che Kija è seduto a terra, con un’espressione sorpresa.
-Jaeha.. ma che ti prende?- dice Yoon sorpreso. Guardo Jaeha e la sua espressione mi incuriosisce, non ho mai visto i suoi occhi così spenti, così privi di vita. Sembra arrabbiato e allo stesso momento sembra avere un ghigno maligno sulle labbra. In fretta si allontana da noi, scomparendo dietro la curva del sentiero.
Tutti noi ci guardiamo esterrefatti. Yoon dice di aver visto Jaeha tirare uno spintone a Kija, senza alcun motivo. Zeno ha gli occhi sgranati, io e Hak ci guardiamo sorpresi. –Forse occhi cadenti non è di buon umore oggi- dice Hak grattandosi il naso e alzando le spalle.
-Yoon che ne dici se ci fermiamo per un po’? Sono stanca e ho male ai piedi, sono ore che camminiamo.. puoi cucinarci qualcosa?- chiedo. Lui accetta senza esitazioni e comincia a tirare fuori dal suo zaino i suoi attrezzi, mentre Shinha raccoglie dei ramoscelli per il fuoco. Zeno comincia a saltellare al solo pensiero del cibo.
Hak va a sedersi sotto un albero e io dopo un attimo di esitazione decido di andare da Jaeha.
Lo trovo dopo circa cinque minuti di cammino, in piedi, pericolosamente vicino al dirupo. Sembra stia guardando qualcosa oltre l’orizzonte. Il cielo sta diventando leggermente arancione per via del tramonto e qualche aquila si diverte a danzare libera nell’aria.
-Jaeha- lo chiamo, ma lui non si gira. Mi avvicino di più a lui e ripeto il suo nome. Lui si gira lentamente e mi guarda, sempre con la stessa espressione malefica di prima.
-Cosa ti succede?- gli chiedo –Sembri diverso dal solito-
Lui si avvicina a me, un po’ troppo devo ammettere. Percepisco una sola sensazione ed è paura. Qualcosa nei suoi occhi mi spaventa, facendomi arretrare, ma lui mi prende un braccio e stringe con forza facendomi male. –Jaeha mi fai male!-
Lui accentua il ghigno e dice –Quella donna… mi ha detto delle cose.. mi ha detto di ucciderti-.
Tutto dentro di me sprofonda in un buco nero di paura e angoscia. Non può essere Jaeha, non è lui, lo percepisco. C’è qualcosa che non va in lui, quella donna deve avergli fatto qualcosa, un incantesimo o qualcosa di simile.
Jaeha mi mette una mano in gola e con l’altra sul braccio di trascina fino al bordo del dirupo.
No, no, no, non può essere, non è vero. Non è lui, cosa sta succedendo?
La paura mi invade, non riesco a gridare con la mano di Jaeha che mi stringe la gola e tutto ciò che riesco a fare è piangere lacrime che mi fanno bruciare gli occhi.
-Addio Yona- dice lui sorridendo e per un attimo sento i miei piedi penzolare nel vuoto. Poi il buio.
****
-Yona? Yona!?- qualcosa di caldo mi colpisce il viso delicatamente. Sento un odore familiare, dolce e rassicurante. Apro gli occhi e mi trovo il viso di Hak a pochi centimetri dal mio, con gli occhi sgranati. Dopo un attimo si allontana e chiude gli occhi, alzando il viso al cielo, come per ringraziare qualcosa, o qualcuno.
Mi rendo conto di essere accovacciata tra le sue braccia solo quando sento le sue mani premere sulla mia schiena. Lui seduto a terra mi sorregge e io non riesco a collegare i pensieri. Poco fa Jaeha stava per uccidermi. Non mi sembra possibile. Hak mi abbraccia circondandomi completamente con il suo corpo. Mi tiene stretta e io quasi non riesco a respirare. Mi lascia solo quando si rende conto che sta per soffocarmi.
-Cosa mi è successo?- gli chiedo. Mi guardo intorno e vedo Jaeha disteso a terra a qualche metro da noi. Ha gli occhi chiusi e intorno alla sua testa c’è una piccola macchia di sangue.
Mi salgono le lacrime agli occhi ripensando alla paura che ho provato mentre sotto ai miei piedi c’era il nulla.
-Ha cercato di buttarti giù dal dirupo, l’ho colpito alla testa ed è svenuto. Non è morto, non preoccuparti. Deve essere impazzito. Per fortuna ho fatto in tempo e tu sei ancora qua- dice inizialmente con voce decisa e man mano abbassando il tono. E’ difficile vedere Hak spaventato, ma in questo momento è tutto ciò che vedo.
Mi si appannano gli occhi per le lacrime e tutto ciò che voglio è stringere Hak più forte possibile, così gli lancio le braccia al collo e mi avvinghio a lui come una bambina spaventata. Lui inizialmente sembra sorpreso, poi avvolge le braccia intorno a me e mi stringe più forte. Mi sento protetta e sicura in questo modo, lui accanto a me. Dopo un po’ mi calmo e allento la presa, ma Hak inizialmente sembra non voglia lasciarmi.
-Scusate il disturbo- la voce di Jaeha mi fa rabbrividire. Io e Hak ci sciogliamo dall’abbraccio e ci giriamo verso di lui. E’ in piedi, si tocca la testa nel punto in cui è stato colpito dal bastone di Hak, dall’espressione che fa deve fargli molto male. Il suo viso sembra essere tornato normale, quasi calmo.
-Ma che diavolo è successo?- chiede lui. Non ricorda nulla. Davvero non era in sé prima.
-Stavi per uccidere Yona, imbecille! Se l’avessi fatto ti avrei ucciso con le mie stesse mani!- scatta Hak alzandosi e avvicinandosi a lui. Jaeha sembra realmente disorientato, mi guarda come per chiedermi spiegazioni ma io abbasso lo sguardo.
-Yona io non ricordo nulla! Perdonami!- Jaeha si inginocchia davanti a me.
-Non eri tu, lo so. Hak, Jaeha era sotto l’effetto di qualcosa di malvagio, lo percepivo. La donna di prima deve avergli fatto qualcosa.
Hak mi guarda interrogativo ma sembra crederci e poi si gira di spalle. Jaeha continua a chiedermi scusa e io continuo a dirgli che so che non era lui. Dopo un po’ smette di chiedermi perdono e se ne va con espressione smarrita, lasciandomi sola con Hak.
La sera è appena calata e le prime stelle hanno cominciato a splendere. Hak è seduto con le gambe incrociate a qualche metro di distanza. Mi avvicino a lui e mi ci siedo accanto.
Da questa altezza sembra quasi di essere immersi nel buio totale. Solo la luna e le stelle offrono un po’ di luce. Io e Hak ce ne stiamo un po’ cosi’, l’uno accanto all’altro senza dire nulla, a guardare dritto davanti a noi.
-Ho avuto paura- dice Hak all’improvviso, senza guardarmi.
Qualcosa dentro di me ricomincia a smuoversi. Sta crescendo e forse sta tentando di uscire. E’ una sensazione calda e rassicurante, come lo è la sensazione di Hak al mio fianco.
-Ho avuto paura di perderti. Ancora una volta. Non me lo sarei perdonato se ti fosse capitato qualcosa. Quando ti ho vista a terra, svenuta, ho avuto davvero il terrore di non poter più rivedere i tuoi occhi e di sentire la tua voce- continua lui.
Cosa sta dicendo? Sembra quasi.. sembra che stia dicendo qualcosa che teneva dentro da molto, come se le parole gli fossero scoppiate in bocca. Sento le guance andare in fiamme e il cuore battere più forte. La sensazione crescente di qualcosa che ancora non ho compreso continua a pulsarmi dentro.
-Hak.. non devi..- cerco di dire ma non so realmente dove voglio arrivare.
-Aspetta.. Yona ti prego, ho bisogno di dirti una cosa e prima che me ne penta, ascolta-.
Era tanto che non mi chiamava per nome. Fui io stessa a pregarlo di chiamarmi ancora “principessa”. Sentirgli pronunciare il mio nome mi fa sentire più vicina a lui.
-Nel momento in cui ti ho vista svenuta ho pregato re Il di non portarti via da me. L’ho pregato di lasciarti ancora nelle mie cure, l’ho pregato affinchè assolvessi al mio compito.. Yona.. io..- si blocca.
In un attimo capisco cosa sento. In un attimo comprendo la natura della sensazione che ho dentro, del calore che mi sta bruciando il cuore e il petto. E’ desiderio. Io desidero Hak con tutta me stessa, desidero averlo accanto sempre e desidero avvicinarmi a lui più di quanto non lo sia in questo momento.
Lo guardo e lui sta ancora fissando il buio davanti a sé, come se stesse cercando le parole nell’aria.
Allungo una mano e gli giro il viso verso di me, così che i nostri occhi possano incontrarsi. E quando lo vedo tutto è certo e sicuro dentro di me. Mi sono innamorata di lui.
Sono innamorata della sensazione che ho sempre provato standogli accanto, ma non lo avevo mai capito.
Sono innamorata delle sue attenzioni e del suo senso di protezione verso di me.
Sono innamorata dei suoi occhi e di ciò che stanno dicendo in questo momento. Che lui prova la stessa cosa per me, da sempre, solo che io non me ne ero accorta.
Lui mi guarda stupito, ma qualcosa nella sua espressione mi dice che forse stava aspettando questo momento. Avvicina la fronte alla mia e riesco a sentire il calore del suo respiro. Tutto ciò che voglio in questo momento è sentirlo ancora più vicino a me, così elimino la distanza tra i nostri visi e poggio le mie labbra sulle sue.
Inizialmente non riesco a credere di averlo fatto davvero. Adesso conosco la sensazione che si prova a sentire il calore della bocca di qualcuno sulla mia, di Hak sulle mie labbra.
Dentro di me qualcosa si tranquillizza, come l’acqua calma di un ruscello che si muove lentamente sui ciottoli. Hak preme di più le sue labbra sulle mie e sento la sua mano salire sul mio collo.
In un attimo lungo un’eternità capisco che forse ero destinata a tutto questo fin dall’inizio, sono destinata a lui.
Le nostre labbra si sfiorano lentamente producendo dentro di me una sensazione piacevole e qualcosa mi spinge a desiderarne di più.
Hak si allontana per un attimo per guardarmi negli occhi ma io cerco disperatamente il contatto così mi getto verso di lui, incrociando le braccia intorno al suo collo e lui mi sorregge con le sue. Ci baciamo ancora e ancora e riesco solo a pensare che vorrei che questo momento non finisse mai.

*Spero vi sia piaciuta, grazie per aver letto la mia fanfiction :)
Tina*

 
   
 
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