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Autore: Jashin99    26/07/2015    0 recensioni
Salve, questa è la mia prima fanfiction, quindi non so se vi piacerà (chissà quante volte avrete letto questa frase); l'ho fatta sull'Aka perché le loro storie mi hanno sempre divertito, e ci ho aggiunto una trama in stile "Notte da Leoni", quindi ne è ovviamente venuto fuori un... deciderete voi se una schifezza o un'opera d'arte, uhm!
Ps: ci ho messo qualche personaggio di One Piece come "sfondo"
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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CHE È SUCCESSO?

Nella base dell'Aka...

-Mmmm...-borbottò Deidara: -Ohi, che mal di testa... Ma che è successo? Uhm.- girò la testa:-Punch?-.

Sì, la sua mano destra era immersa nel punch.

-Cavoli, che è successo?-.

Si guardò attorno: era al centro del salone, e, per quanto provasse un forte mal di testa, dovette riconoscere che la stanza era molto peggio di lui: i tavoli con le pietanze erano distrutti; le patatine erano sparse per terra; la coda che l'altra sera i suoi compagni si divertivano ad attaccare al suo sedere era sul lampadario; e la tv, neanche a parlare com'era ridotta. Non poté trattenere un risolino al pensiero dei soldi che Kakuzu avrebbe dovuto sborsare; ma il risolino divenne un lamento, perché sapeva che il banchiere li avrebbe fatti sborsare a lui. Poi i suoi occhi si posarono su un punto della parete: lì, appeso per alcuni kunai, era appesa una persona, e quella persona era... -Kabuto?-.

Kabuto? Perché diamine Kabuto era nel loro covo, appeso alle pareti, e con un'espressione tanto intelligente quanto quella di Homer Simpson sbronzo?

Dei si alzò gemendo, si avvicinò barcollando al ninja e sfilò uno ad uno i kunai, fino a quando Kabuto non cadde (di faccia) sul pavimento, ma continuando a dormire. Stava per scuoterlo e svegliarlo, quando sentì un urlo proveniente dalla cucina.

Dalla porta che congiungeva le due stanze, uscì Konan, che si stava osservando le mani con una faccia spaventata e schifata.

-Konan, ma che è successo? Uhm!- Chiese Deidara, sperando in un rapido chiarimento.

-Io... io non...- Iniziò lei, ma poi si bloccò e fissò Deidara. Impossibile descrivere la sua espressione: orripilata eppure divertita, stupita e anche sadica, e chi più ne ha più ne metta.

-Tu... tu... il tuo...- Balbettò Konan.

-Perché mi fissi il...-.

Effettivamente, Deidara sentiva un po' di dolore ai paesi bassi. Li tastò per capire cosa succedesse e urlò: -Ma che diamine? Mi hanno castrato!-.

Un sorriso, anzi, un ghigno, si dipinse sul viso della donna: -Non solo quello: guardati il seno!- disse.

Il seno? Ma perché lo chiamava così? Un momento! No, non poteva essere! Deidara abbassò lentamente lo sguardo.

-Oh mio Dio! Sono una donna! Uhm.- Urlò il biondo, anzi, LA bionda. E che donna: capelli lisci, sciolti e gialli più del sole, seno voluminoso, gambe... Oh, piano, parliamo pur sempre di Deidara!

Konan scoppiò a ridere.

-E che ridi a fare!- Fece la terrorista, incavolata nera. Poi si corrucciò e disse: -Ma sai che ridi proprio come Hidan?-.

Non capiva perché ci avesse pensato: era diventato una donna, aveva un tremendo mal di testa, la sua mano era quasi affogata nel punch e non ricordava ASSOLUTAMENTE nulla della sera prima, quindi il modo in cui Konan ridesse era l'ultimo dei suoi problemi, anzi, non era proprio un suo problema!

Sta di fatto che Konan si rabbuiò, e si formò un'alone viola sulla sua testa; poi borbottò qualcosa. -Eh? Che hai detto?- Chiese Deidara.

-Ho detto... ho detto che sono... CAZZO, HO DETTO CHE SONO HIDAN!- Urlò.

Cadde un silenzio di tomba. Deidara stava per dire qualcosa, quando si sentirono dei lamenti.

-Uh... Ma che ci faccio qua?- Kabuto si alzò di scatto: -L'Akatsuki? Perché mi avete portato qui? Dov'è il maestro Orochimaru?-.

-Ah certo, ti abbiamo portato noi qui! Ma che hai in testa! Serpenti?- Sbraitò Deidara.

-Come fai a.... Ma che.... Ahahahahaha!- Kabuto si accasciò a terra, piangendo dalle risate: -Lo sapevo, lo sapevo! Sei una donna!- (e indicava Deidara).

In stile arlecchino, la faccia di Deidara divenne prima rossa, poi blu, poi verde, poi di uno strano colore tra il marrone e il giallo e poi gridò.

In una nave che ben conosciamo...

-Ehi, Zoro!- Disse sottovoce il cuoco.

-Si Sanji?- Fece lo spadaccino.

-Fai silenzio, sta arrivando Nami!-.

I due si acquattarono mentre Nami passava davanti allo sgabuzzino. Stava per passare oltre, quando si sentì un forte grido e i due pirati, presi di sorpresa, si sbilanciarono e caddero fuori dell'armadio, proprio davanti alla ragazza.

-Zoro, Sanji, che state facendo?-.

Nel salone...

Ma torniamo alla nostra storia. Voi penserete che fosse stato Deidara la causa dell'urlo, e invece no! Il suo era stato coperto da un altro grido, che proveniva dalle camere dell'Akatsuki, al piano superiore. Deidara e Hidan/Konan si guardarono stupite, annuirono e, lasciato Kabuto, che stava ancora ridendo, salirono le scale; si fermarono davanti ad una stanza, la stanza di Sasori e di Deidara. La porta era socchiusa e dentro si udivano dei respiri affannosi. Deidara prese la maniglia e spinse la porta.

-Ma davvero?-.

   
 
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