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Autore: QUEEN S OBLADIOBLADA    27/07/2015    0 recensioni
Eleanor, decide di andare da una psicologa, Giorgia. Raccontando la sua storia, sapremo che rimase orfana del padre da piccola, morto in un incendio in un manicomio di Amburgo sul quale stava indagando da tempo, e sul quale aveva scoperto cose mostruose. Eleanor crede che la sua psicologa sia fin troppo normale per essere una strizza cervelli, ma quasi per scherzo, scambiandosi di ruolo, Ele diventerà la sua psicologa e scoprirà che Giorgia ha un passato che ha voluto dimenticare. Anch'essa lavorava come infermiera in un certo manicomio d'Amburgo...
Ok, dalla trama sembra non essere attinente alla fantascienza... leggete e capirete, se vi va!
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Tu devi essere Eleanor Rigby, sono la dottoressa Giorgia Esposito, piacere!” disse la donna porgendo la mano alla paziente
“Piacere mio dottoressa!”
“Prego si accomodi ed inizi!”
“Beh vede non so nemmeno io perché mi trovo qui, di sicuro avrei molto bisogno di parlare ma non so da dove iniziare…”
“Inizi semplicemente dal principio!”
Giorgia si ritrovò in un corridoio pieno di porte, tutte da aprire, dove si trovavano i ricordi della paziente. Aprì la prima e vide una bambina felice giocare con i propri genitori.
  “Sono nata a Liverpool da papà inglese e mamma italiana, ho passato una bella infanzia in Inghilterra!” Poteva udire la voce di Eleanor raccontare.
 “Poi ci siamo dovuti trasferire in Germania per il lavoro di papà George”
La psicologa aprì un’altra porta e vide tutto ciò che Eleanor le stava raccontando
“Sai faceva l’investigatore e ormai era di troppo per l’Inghilterra. Mamma Lucia faceva le pulizie in un rinomato albergo di Amburgo.
Mi ricordo il periodo in cui papà investigò su una casa di cura per malati mentali di minore età… un manicomio di bambini e adolescenti insomma. Un parente di un paziente lo ingaggiò perché credeva che in quell’edificio succedessero cose orrende ed era preoccupato. In effetti dopo qualche mese credo scoprì qualcosa di scottante, perché tornò a casa con un’espressione che non dimenticherò mai ”
Giorgia poteva vedere tutto:
Quella sera George tornò a casa con una strana espressione sconcertata, mista a paura
“Appena in tempo per la cena!” Le disse la moglie Lucia premurosa, la quale non mancò di notare lo strano comportamento del marito
 “Tesoro che hai?”
“Forse non avrei mai dovuto accettare quest’incarico cara…”
 Esordì il marito mentre i due si dirigevano in cucina
“George mi fai preoccupare così!”
Eleanor era seduta e pronta per mangiare, non capitava sempre che George tornasse per la cena, e la vista del padre la rese felice
“Ciao papààààààà!”
“Eleanor…io e tuo padre dovremo parlare, puoi andare un attimo a rimettere bene la tua cameretta?”
Eleanor odiava quando i genitori le nascondevano delle cose. Era piccola si, ma molto curiosa, quindi restò nascosta dietro la porta per origliare
“Quell’uomo non è paranoico Lucia, dentro quel manicomio succedono davvero cose orribili! Sai cos’era l’Aktion t4 dei Nazisti vero?”
“Eleanor, in camera tua ho detto!” Disse Lucia, che aveva capito che la figlia era ancora dietro la porta della cucina
“Si mamma scusa!”
Rispose mortificata, correndo in cameretta sua.
                                 
“All’ora non avevo idea di cosa fosse l’Aktion t4…ma adesso lo so”
“Aktion t4, dove migliaia dei così detti pazzi, o delle persone con handikap furono sterilizzati durante il periodo fascista!” Parlò Giorgia, sempre più interessata alla storia
“La -razza pura- degli ariani non doveva in nessun modo essere messa a rischio da eventuali incroci tra i così detti idonei, e non idonei, perciò pensarono bene di sfruttare problemi fisici o psicologici per rinchiudere queste persone con la scusa di curarle, ma il loro intento, nel migliore dei casi, era sterilizzarli” continuò Eleanor
“Per quanto ne so io buona parte fu uccisa…ed è terribile se questa clinica, come dici tu, avesse davvero avuto un metodo di cura con stampo nazista…”
“Ecco vedi, papà si era svegliato un giorno decidendo di volerli denunciare e passare prima da loro per diffamarli! Quando entrò li dentro qualche paziente decise di mettere a fuoco la struttura… tutti coloro che si trovavano li in quel momento morirono, credo che gli unici che si salvarono furono i medici e le infermiere che non erano di turno in quel momento…anche se un poliziotto…”
Dopo un mese dalla morte di George un poliziotto si presentò a casa loro
“Signora Lucia vedova Rigby?”
“Si sono io entri pure!”
I due entrarono a casa. La bambina decise di nascondersi, già sapeva che la madre l’avrebbe mandata in cameretta
“Signora, il verdetto ufficiale ha chiuso il caso come-atto di pazzia da parte di un paziente-“
“Invece?”
“Ormai è un caso chiuso, questo che le dirò è semplicemente un mio parere, non ho alcuna prova di ciò che sto..”
“Non importa parli!”
“Suo marito forse aveva scoperto qualcosa sulla clinica…qualche affare losco, forse non è un caso che l’incendio sia scoppiato proprio quando George si trovava li!”
Lucia ascoltava con un volto pieno di dolore.
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La prima seduta con quella paziente finì. La psicologa si affrettò a tornare a casa, e con foga iniziò a cercare qualcosa nel suo comodino. C’erano solo vecchie carte e giornali. Quando trovò quello che le interessava lo rilesse molto attentamente con un’ espressione stupita e preoccupata.
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“Lei è una psicologa insolita sa!”
“Come mai lo dice Eleanor?”
 “Lei sembra una persona normale, senza complessi o traumi”
 Ci sono persone, che apparentemente non presentano nessun tipo di complessi, sanno essere molto spensierate, dedite al gioco e al divertimento. Sembrano non presentare alcun tipo di ferite nella loro vita. Ma per alcune di esse, a quanto pare, non è così…
 “Perché, vorrebbe provare a psicoanalizzarmi?” Disse ironicamente Giada
“Sarebbe bello! La psicologia mi ha sempre incuriosito!”
“Prego!” Disse Giada alzandosi e scambiandosi di posto con Eleanor, che aveva stampato sul volto un’espressione compiaciuta.
Eleanor si ritrovò in una struttura con molte luci colorate ed altrettanta gente che ballava e pareva divertirsi. Il posto rispecchiava completamente il suo carattere libero e divertente.
Le persone si trovavano persino vicino le porte che Eleanor non esitò ad aprire, anch’esse molto illuminate. Vide una bimba disegnare.
Ne aprì un’altra: Giorgia stava imparando a suonare la chitarra insieme ad una sua amica, pareva divertirsi!
In un’altra ancora vide la psicologa studiare psicologia, e riportare a casa una laurea.
Ad un tratto Eleanor intravede una porta, circondata da un’atmosfera diversa rispetto le altre. Nessuna di quelle persone osava ballare li vicino, pareva che nemmeno alle luci andasse poi tanto di fare luce su di essa. Ele si avvicinò con un po’ di timore misto a curiosità
 “Hey…la festa è dillà, vieni!” disse Giorgia non appena la ragazza si avvicinò li
Eleanor decise di entrare lo stesso. Il posto sembrava una vecchia cantina. Aperta la porta si ritrovò una scalinata di pietra tutta rovinata da percorrere.
“Non voglio che scendi li, vieni a divertirti fuori!” La pregò la psicologa
Scese le scale, trovò una stanza piena di umidità e giocattoli per bambini. Un vecchio scatolone si dimenava, così la ragazza si avvicinò per vedere cosa conteneva: Un book di disegni:
Giorgia vestita da infermiera circondata da ragazzini e bambini sorridenti
Giorgia che si trova sul corridoio vicino a una porta riservata a pochi medici e uno di essi che la sgrida
La struttura tra le fiamme e, i ragazzini, infermieri, medici che urlano disperati
 Giorgia con le buste della spesa in tutte e due le mani davanti alla clinica in fiamme
“Ti ho detto che non mi piace se entri li!” Ripeté più arrabbiata la psicologa
Eleanor venne risucchiata dentro lo scatolone, e si ritrovò in un’altra stanza, più grande, altrettanto buia e lugubre. Questo luogo era pieno di persone, ma no, non ballavano ne’ si divertivano! Avevano il volto coperto e urlavano
“Giorgia, perché non ci hai salvato”
“Aiutaci Giorgia!”
 “ESCI DI LI HO DETTO!” Urlò Giorgia adirata.
Eleanor venne catapultata nella realtà.
“Dove si trovava la clinica?”
“Ad Amburgo!” risponde ansiosa Giorgia
“La stessa clinica su cui indagò mio padre!”
“Suppongo di si!”
“Perché non me lo ha detto subito?!”
“Deve credermi Eleanor, io non ne sapevo nulla di questa storia!” Disse la psicologa con voce spezzata
“Lo so, ho visto!”
“Non volevo crederle quando mi ha detto quelle cose dell’Aktion t4, insomma, io non mi sono accorta di nulla e lavoravo li ma…”
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 Giada si avvicinò furtivamente in una stanza ed un medico vedendola, le urlava contro:
“Infermiera Esposito, lei non può stare qui! E’ zona riservata solo a pochi personali addetti. Qua curiamo i ragazzini, e c’è bisogno che si sentano protetti e ascoltati, non fissati come un fenomeno da baraccone!”
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“Ma poi ieri ho pensato a tutte le cose strane che ho vissuto e…e ho capito di lavorare per sporchi nazisti!”
“Oh, non è colpa sua dottoressa, senta…io non mi sono mai interessata alla faccenda ma, forse i documenti delle indagini si trovano…”
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Eleanor decise di andare a trovare sua madre. Passò un bel pomeriggio con lei. Approfittando di un momento di assenza da parte di Lucia, frugò nell’armadio dove sapeva esserci tutti i documenti e le indagini del padre. Prese ciò che le interessava e decise di leggerlo l’indomani con la psicologa
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“E’ terribile! Hanno portato l’Aktion t4 all’esasperazione!...Trasformare quei piccoli pazienti in esseri umani perfetti, senza difetti, né fisici né mentali!” Disse Eleanor
“Costruivano dei robot identici ai pazienti da curare…Prendevano tutti i loro ricordi, resettavano quelli brutti. Eliminavano qualsiasi tipo di disturbo, sia psicologico che fisico, facendoli diventare individui -idonei- e poi…” Giorgia fece fatica ad assimilare ciò che aveva letto
“E poi il vero paziente veniva ucciso, perché impuro e non –idoneo-!”
“Ecco perché tutti i pazienti uscivano sani e ripuliti da quella stanza, e venivano ridati alle proprie famiglie!”
“Hey, mio figlio aveva un occhio più piccolo dell’altro! Signore, la chirurgia plastica fa miracoli!” Disse Eleanor sprezzante
“Quella clinica era attiva da ventenni! Forse usavano il medesimo metodo, siamo circondati da robot Eleanor!”
 “L’unico modo per distinguerli, sarebbe vedere dietro la loro schiena, li gli mettevano un numero di serie!”
“Io… ho paura, e se fossi..”
“Ma tu non eri in cura!”
“Si ma lavoravo li!” Disse Giorgia alzandosi e, dando le spalle ad Eleanor, alzò un lembo della maglietta.
“Hai…hai un numero di serie!” Disse scioccata Ele.
Giorgia disperata si ributtò sulla sedia, e trattenne a stento le lacrime
“Forse lo hanno fatto perché sono Ebrea?” Disse Giorgia
 “Evidentemente non sono riusciti a toglierti tutti i ricordi brutti. Quello dell’incendio è rimasto…sembravi davvero una donna senza ferite!” Disse Eleanor seriamente preoccupata per la sua psicologa
“Donna? Ma io sono morta vero? Perché questo corpo con le ossa di ferraglia e nervi elettrici porta solo i ricordi di lei!”
“Non dire così! Mi dispiace tanto Giorgia!” Disse Eleanor alzandosi e abbracciando la donna. Alzando le braccia, le si sollevò un lembo di tessuto…qualcosa si poteva intravedere
-527C/315°-
Un numero.
Mi chiedo come ancora nel 2015 ci possano essere nel mondo persone fasciste, che siano così dichiaratamente o non. Non critico chi all'epoca credeva a questi ideali, o comunque non aveva il coraggio di non crederci, ci mancherebbe. Ma ora? Non siamo proprio capaci di imparare dalla storia per evitare che certe cose riaccadano? Sarà la cupidigia di cui tanto Dante scrisse nella sua commedia? Credo di si, è l'unica risposta. Sentirsi forti, chiamare varie etnie "razze" per avere tutta la gloria a scapito di alcune di esse, è questo che ci fa stare bene? Vogliamo una società perfetta, e pensiamo che il modo migliore sia sterilizzare chi ha qualche difetto, fisico o mentale (Aktion t4)?Oppure una società aperta mentalmente e che non abbia bisogno del cecchino che ci dica cosa è giusto e cosa non, perchè capace di autoregolarsi (in linea di massima)? Puoi essere libero di esprimere un ideale socialista, comunista, votare la destra, la sinistra, o startene a casa durante l'elezione, ma non puoi rivendicare la libertà di espressione su un movimento/ideale che è di per se il simbolo della non tolleranza e della non libertà di un uomo a godere di tutti i suoi diritti che (anche se prima non erano scritti) DEVONO essere automaticamente acquisiti dalla nascita, anzi, dallo stato di embrione.
Detto questo spero che la storia vi abbia intrigato. Per la questione della psicologa che lavorava in un manicomio e che poi prese a fuoco mentre lei non era dentro, ho preso spunto da un gioco che teneva un mio amico appiccicato allo schermo della tv, ma sinceramente non ricordo quale fosse…Lasciate una recensione se vi va, mi farebbe piacere!
  
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