Capitolo
I°:
Il
sole stava calando, ed ormai la notte si stava avvicinando.
Accompagnati
dalla luce del tramonto, due ninja camminavano nei pressi di un fiume
dall’acqua cristallina, era armai molto tempo che i due viaggiavano, ed erano
piuttosto stanchi, così uno di questi parlò.
-Che
ne dici se ci fermiamo Kisame?-Disse quello che stava davanti, alzando
leggermente il suo cappello di paglia, l’altro che gli stava dietro, era un
omaccione molto alto con una spada sulle spalle.
-D’accordo
Itachi…ci accampiamo qui?-
-Si,
mi sembra un buon posto, più avanti c’è una grotta, potremmo passare la nottata
lì, poi domattina c’incammineremo…-
-Perfetto,
ma quanto manca per arrivare a Konoha?-
-Un
altro giorno e mezzo e saremo lì…-L’altro annuì semplicemente, e così si
diressero verso la piccola caverna e lì quello più alto si sbarazzò del
cappello, mostrando dei capelli blu notte, due occhi tondi e piccoli, e delle
branchie sul volto bluastro. Il suo coprifronte era tagliato da una linea
orizzontale, che significava il tradimento del suo villaggio, il villaggio di
Ame, nel paese della pioggia.
L’uomo
dalle fatture di squalo, slacciò un po’ la sua tunica nera, con le nuvole rosse,
la giubba dell’Akatsuki, l’organizzazione di cui facevano parte, per poi
fermarsi ad osservare l’altro che gli dava le spalle. Era un po’ più basso di
lui, ed aveva rimosso il cappello, mostrando una lunga chioma di capelli neri
legati in una coda bassa.
La
sua calma era snervante. Come se fosse una statua inanimata.
-Itachi,
c’è qualcosa che non va?-Domandò Kisame.
L’altro
si voltò mostrando il viso pallido, e gli occhi color pece, sottili e ben
delineati, occhi che incantavano, in tutti i sensi.
-No,
è tutto a posto…-Disse semplicemente, per poi slacciare la sua giubba e
prendere un kunai e che infilò con una notevole forza, nella parete, per poi
appenderci la giacca.
-Io
torno subito!-Disse Itachi, uscendo dalla grotta e allontanandosi.
-Itachi
Uchiha… che mistero della natura…-Brontolò l’altro ormai rimasto solo.
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La
corrente era forte, troppo forte, l’acqua entrava nella bocca ad ogni tentativo
di prender aria, e poi calava giù, giù nel acqua, tornava a galla e di nuovo
sotto. Stava affogando, sarebbe affogata, l’acqua passava anche attraverso le
narici, e l’ossigeno era svanito. Sbatté contro un albero. E il fianco le duole
dalla botta, la vista le si stava annebbiando, forse a causa dell’acqua, delle
lacrime, e del dolore. Non vedeva più nulla.
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Itachi
si avvicinò alla riva del fiume, e portò le mani nell’acqua, era più o meno
fredda, ma si sciacquò ugualmente il viso, presto sarebbe giunto a Konoha. La
terra che aveva abbandonato, tradito. Guardò il suo riflesso nell’acqua.
Traditore.
Ecco cos’èra. Un assassino traditore.
Alzò
lo sguardo e notò qualcosa che galleggiava, spinto dalla corrente, e si dimenava
come una furia, cercando probabilmente di resistere alla corrente.
Era
un bambino forse, Itachi si sedé per osservare con un sorrisetto sul viso.
All’inizio gli sembro divertente vedere come quel bambino cercava di sfuggire
alla morte, era patetico, da solo non c’e l’avrebbe mai fatta, però
d’improvviso, si accorse che i loro occhi si stavano inquadrando, e qualcosa in
lui si turbò.
Come
se un fulmine l’avesse diviso a metà dalla testa ai piedi.
Deglutì
spaventato, si alzò meccanicamente e camminando sull’acqua con grande maestria
nel dosare il chakra, si avvicinò e prendendolo per il collo della maglia lo
sollevò, tirandolo via dall’acqua e lì si accorse che si trattava di una bambina.
Tornò
sulla riva, mentre lei tentava di riprendere fiato e tossiva acqua.
Una
volta che l’ebbe spinta sul parato, la bimba rimase immobile, con le mani al
collo, a tossire, aveva bevuto davvero molto.
Itachi
la fissò allungo, osservando i particolari capelli color miele della bambina,
lunghi fino al sedere, lisci e lucenti, appiccicati dall’acqua.
Strana,
era davvero strana, un po’ paffutella e le guance piene. Era Carina e Buffa.
La
piccola smise finalmente di tossire e tentò di parlare.
-G-gra-zi-e…
p-per-r av-ver-m-i… sal-va-to…-Mormorò fra i singhiozzi e le lacrime, Itachi la
guardò impassibile.
-Come
sei finita nel fiume?-Chiese con tono atono.
-Sono
caduta…-Rispose la bambina asciugandosi gli occhi ma senza risultato, perché
continuava a piangere e tremare.
-Cos’
hai da piangere!? Sei viva no… non sei felice? Volevi morire?-Lei lo guardò
come se fosse spaventata, e scuotendo forte la testa con un “no” si allontanò
strisciando a terra col sedere.
-N-no!
È che mi… sono persa!-Disse piangendo la bambina.
Itachi
sorrise nel vedere la bambina disperarsi, la vedeva molto sofferente, di solito
la sofferenza altrui gli piaceva, gli piaceva vedere come gli altri soffrivano,
era da lui, uno spietato assassino, un uomo dal cuore di ghiaccio. Insomma
Itachi Uchiha.
Però
vedere quella bambina, vederla soffrire, gli faceva disgusto, disgusto per se
stesso, nel credere di provar piacere nelle vedere le lacrime della bambina,
lui non era così davvero.
Giusto?
O forse era davvero uno spietato e crudele assassino? No, non lo era.
-Da
dove vieni?-La piccola smise di singhiozzare, tenendo le mani strette in un
pugno verso gli occhi per strofinarli.
-V-vengo
d-da Konoha!-Itachi si sorprese, ed il suo primo pensiero fu quello di alzare i
tacchi ed andarsene fregandosene della piccola che lo guardava disperata.
-Capisco…-Disse
però, non poteva davvero andarsene, non era così crudele.
-I-io…
il mio papà mi ha detto che non devo mai parlare con gli sconosciuti! Devo
andare! Grazie per avermi salvato!-Disse alzandosi e facendo un piccolo inchino
per salutare, fece qualche passo di corsa, ma Itachi la prese per un braccio.
La
piccola si spavento, ed iniziò a dimenarsi terrorizzata.
-Aspetta…
Konoha non è da quella parte…-Lei si fermò per guardarlo, aveva due occhi neri
molto profondi, i capelli lunghi, ed un coprifronte, del villaggio della
foglia. Il suo stesso villaggio. Ma il logo, era attraversato da una linea
orizzontale. La piccola sgranò gli occhi color miele, capendo chi era
quell’uomo. Un traditore! Perché suo padre, nonostante ne lui, ne qualche altro
parente fosse un ninja, sapevano però che chi portava un taglio sul coprifronte
era un mukenin, ovvero un criminale.
-T-tu…
mi u-ucci-d-der-rai! Lasciami!-Itachi la trattenne mentre la piccola cercava di
fuggire.
-No,
non ti ucciderò! Stai buona! Se fai la brava, ti riporterò a casa…-Annunciò il
ragazzo, la bambina si fermò e lo guardò allungo.
-NON
È VEROOO! AIUTOOO! TU MI VUOII RAPIIIREEEE! AIUTOOO!-Gridò con tutto il fiato
che aveva in corpo.
-Ehiiii!
Ehiii!-Itachi la tirò su prendendola da dietro il colletto della maglia,
alzandola da terra la squadrò, indossava una maglia a maniche lunghe bianca e
verso il collo c’era un colletto rosa, e verso il petto un fiocco rosso, e
sotto una gonna blu che arrivava più o meno sulle ginocchia. Itachi notò anche
uno stemma sulla divisa, e lo riconobbe come quello di una scuola che si
trovava a Konoha, una semplice scuola elementare, quindi la bambina non
frequentava l’accademia per diventare ninja. Incrociò i suoi occhi e gli sembrò
di perdersi in un mare, un mare di miele.
-Mettimi
giù!-Pregò la bambina, Itachi l’accontentò, e si inginocchiò poggiandosi sulle punte dei piedi e le mani
posate sulle gambe, guardò la piccola e sorrise, la bambina lo fissò sorpresa.
-Tranquilla…
non ti voglio rapire piccolina, io sto andando a Konoha, se vuoi potrai fare il
viaggio assieme a me… ma solo se farai la brava…e non mi darai fastidio, ti
prometto che ti riporterò a casa-Lei lo guardò, poi voltò il capo,
effettivamente non sapeva dove si trovasse casa sua, sapeva solo che aveva
camminato, ma non ricordava più in quale direzione.
-V-va
b-bene!-Itachi si alzò, si voltò cominciando a camminare verso il rifugio. Ad
un tratto si sentì afferrare per un polso, il suo primo istinto fu quello di
allontanare la mano, insomma spezzare il contatto, poi voltò il capo di scatto
e vide la bambina che lo tratteneva, e i suoi occhi erano colmi di lacrime e lo
guardavano.
-TU…
TU NON SEI CATTIVO VERO! SE… SE IO MI FIDO DI TE, TU NON MI FARAI DEL
MALE!??-Urlò la bambina, l’Uchiha invece si pietrificò.
Lui,
lui non fare del male, ma lui faceva del male a tutti, ne aveva fatto anche al
suo fratellino, ed adesso si trovava dinanzi una bambina che lo pregava di non
fargli del male. A lui. Chiedere di non fare del male? Ma era possibile? Forse
si, perché ormai lui aveva promesso che l’avrebbe riportata a casa, e lo
avrebbe fatto.
-No,
non ti farò del male… te lo giuro…-La bambina spalancò gli occhi, le lacrime
scomparvero e comparve un sorriso.
Itachi
stava facendo tante promesse, tanti giuramenti, eppure, non sapeva spiegarsi
tanta sicurezza, o per meglio dire, com’è che un tipo come lui si stava
prendendo tanta premura per una bambina, sconosciuta.
Però
era così carina! Sembrava il suo fratellino Sasuke da piccolo, o era una sua
impressione?
-Seguimi,
poco distante da qui c’è una grotta, è lì che mi sono accampato per la
notte…-Lei annuì, Itachi fece il primo passo ma si accorse che la piccola gli
teneva ancora la mano, la guardò ma lei non accennava a lasciarlo lasciandolo
perplesso.
-A-asp-petta…
I-io…-La piccola abbassò lo sguardo diventando rossa.
-Cosa
c’è adesso!?-Domandò l’Uchiha con un tono un po’ freddo ed irritato, la bambina
alzò gli occhi per incontrare quelli del ragazzo.
-Tu…
tu sei… un Mukenin vero?-Itachi rimase a bocca semi aperta, poi sorrise
leggermente.
-Si…-Rispose
semplicemente, la bambina tornò a guardare per terra, diventando triste.
-Ecco…
ma… io so che i Mukenin sono pericolosi, perché sono assassini e traditori… e
fanno del male…-disse lei sempre a testa calata.
-Ma
io ti ho giurato che non ti avrei fatto nulla… io mantengo sempre le mie
promesse, è una questione d’orgoglio…-La piccola alzò di scatto il capo
spalancando gli occhi sorpresa dalle parole di Itachi, che per la verità
nemmeno lui sapeva da dove sbucavano.
-Anche
il mio papà, dice sempre che bisogna avere un orgoglio o non si è una persona
vera e leale, ne con gli altri ne con se stessi!-Spiegò sorridendo la bambina,
anche Itachi abbozzò un sorriso.
-Il
tuo papà eh! Sarà di certo preoccupato vero?-
-No,
lui non sa che mi sono persa, vedi, mio padre viaggia molto… e io resto sola…-
-Davvero?
Tuo padre è… un ninja?-Domandò l’Uchiha leggermente preoccupato, se il padre
fosse stato uno shinobi, sarebbe stato un problema, e avrebbero dovuto
eliminarlo, ed in effetti, anche la
bambina sarebbe stata un problema, loro erano sotto copertura, in
missione segreta, e lui che aveva fatto, aveva salvato una bambina, e gli aveva
promesso di portarla a casa, va bene che facevano la stessa strada, ma aveva
agito in modo sconsiderato. Però a risollevarlo furono le parole della bimba.
-No,
mio papà non è un ninja, lui… suona! È un musicista… suona nella banda di
musica! Per questo viaggia molto… e io resto a casa finche non torna, ma ieri o
forse l’altro ieri… io… sono stata cattiva…-Spiegò la bambina intristendosi
ancor di più, Itachi si calò di nuovo, e gli prese le manine.
-Come
ti chiami?-Chise lui.
-I-io?
Io mi chiamo… Luna…-
-Che
bel nome che hai…-
-Grazie…
e tu come ti chiami?-
-Ecco…
veramente, non potrei dirti il mio nome, sai sono in missione segreta, però… se
mi giuri, come io ho giurato a te di riportarti a casa, che non lo dirai mai a
nessuno, te lo dirò…-La piccola lo guardò attentamente gli occhi del ragazzo.
-Te
lo giurò sulla mia anima che possa essere dannata! Non lo dirò mai a nessuno! E
poi tu mi hai salvata dal fiume! È una questione di orgoglio!!-Il mukenin
sorrise.
-Io
mi chiamo Itachi…Uchiha Itachi…-La piccola lo guardò un po’ strana, quasi
sconvolta, l’Uchiha pensò che la sua reputazione fosse nota anche alla bambina.
Un grande guaio, cosa gli diceva la testa oggi!
-Ti…
chiami… Itachi…-Il mukenin deglutì, maledicendo il momento in cui gli aveva
rivelato il suo nome, la piccola lo guardava in modo strano, Itachi doveva
pensare a come poteva sbarazzarsi di lei, doveva farlo, ma non voleva, non
riusciva nemmeno a pensarci! Santo cielo stava entrando nel panico!!
-Che…
brutto nome!-l’Uchiha si risvegliò da suoi pensieri, rimanendo a bocca aperta.
Questa
non gliel’aveva mai detta nessuno. Trovava il suo nome brutto!!
Tuttavia,
tirò un sospiro di sollievo, che non riuscì spiegarsi.
Non
ucciderla era un sollievo.
-Ah…ahahah…-Ridacchiò
lui irritato, non era vero che il suo nome era brutto!
-Scusami,
se ti ho detto che il tuo nome è brutto… ma “donnola”… di solito portano
sfortuna, morte e distruzione…-Luna si accorse che Itachi la stava guardando un
po’ paranoico.
-Ma
comunque, per me, sono proprio carine le donnole… -Disse con dolcezza.
Lui
la fissò per un po’ e sospirò per poi ridere.
-Ah
davvero, allora lo prendo per un complimento!... Or su andiamo…Tu sei bagnata
fracida, nella grotta accenderemo un fuoco! Forza prima che ti venga un
malanno!-I due s’incamminarono.
-Bello!
Così non vado a scuola!-Disse la bambina euforica, Itachi rise.
-Brava…
ma prima mi stavi dicendo che ieri… o forse l’altro ieri…-Itachi si sentì
stupido, molto stupido nel dire quella frase come un bambino di sei anni, non
era da lui.
-Cosa
ti è successo, prima che cadessi nel fiume?-Le chiese.
La
bambina prese fiato, e sorrise birichina.
-Io,
lo sai bello io, io.…-La piccola sembrava tutta entusiasta e orgogliosa nel
raccontare ciò che aveva fatto, ma poi si bloccò.
-Io…
ho… ho…marinato la scuola…-Ammise rallentando, quasi come se avesse paura di
una qualche punizione, e difatti Itachi si fermò, con le mani sui fianchi.
-Cosa?!...
–La bambina strizzò gli occhi.
-S-si…
mentre scappavo, un bidello mi inseguiva, ma sono finita nel bosco, ho
camminato tanto tanto, ma… poi… non lo so si è fatto buio, e c’erano dei cosi,
che facevano rumore, sembrava che nel bosco ci fossero tigri, orsi, lupi,
serpenti, insetti schifosi! Ho avuto tanta paura, e ho continuato a scappare
per tornare a casa, ma il bosco non finiva mai! Mai mai!-Luna aveva iniziato a
parlare in un modo molto più infantile, ma infondo era una bambina.
-Poi,
ho visto il sole, ero tanto stanca, e così penso che ho dormito da qualche
parte, non lo so per quanto tempo, poi mi sono svegliata, e si stava facendo di
nuovo buio, avevo tanta fame e sete! Così ho trovato il fiume, volevo bere, ma
poi… non lo so sono caduta! Shig!-La piccola cominciò a singhiozzare e lasciar
scendere qualche lacrima, Itachi si sentì indeciso e sorpreso.
-Ehmm…
Ehi, Ehi… non ti preoccupare, adesso non ti succederà più nulla di brutto! Ma
smetti di piangere! Io non le sopporto le persone che frignano chiaro!-Disse
lui un po’ duro. Luna cercò di asciugarsi le lacrime.
-V-va
bene!-
-Brava
Luna…ora seguimi!-Lei annuì energicamente, lo seguì fino ad arrivare in una grotta, ed entrarono.
-Oh
Itachi sei tornato!-Sbottò Kisame appena lo vide.
-Kisame…-Disse
con un tono quasi seccato l’Uchiha, e solo in quel momento Kisame si accorse
della bambina nascosta dietro il moro.
-Eheee??-Itachi
si spostò per mostrare al compagno la trovatella.
-E
lei chi diavolo è!? Itachi, ma… -
-Lei
è Luna… l’ho trovata qui vicino, stava annegando e l’ho salvata, lei farà il
viaggio insieme a noi… tanto vive a Konoha…-Kisame la scrutò allungo.
-E
se dovesse cacciarci nei guai…-
-No,
sta tranquillo, me ne assumo io la piena responsabilità…-Kisame sospirò, sapeva
bene che quando il suo compagno si metteva una cosa in testa era irremovibile.
-Fa
un po’ come vuoi… ma ti avverto… se succede qualcosa, gli spezzerò quelle
gambette!!-Luna si spaventò chiaramente, non si aspettava che assieme ad Itachi
ci fosse qualcun altro, e così terrorizzata dall’aspetto inquietante e dalle
parole tremende di Kisame arretrò prima lentamente, poi iniziando a correre,
l’Uchiha accortosi dell’accaduto, guardò male Kisame.
-Bravo!
L’hai spaventata!-Itachi sbuffò, Kisame lo imitò.
-Uffa…
che ne sapevo che si spaventava per così poco…-Disse facendo le spallucce,
mentre Itachi la inseguiva, ed in un batter d’occhio l’aveva raggiunta, ma Luna
che si guardava le spalle, non si era accorta che il Mukenin era già davanti a
lei, che gli finì contro cadendo col fondoschiena a terra.
Nei
suoi occhi c’era molta paura, Itachi lo comprese subito, nonostante le lacrime.
-Luna
Konoha non è da ques!-Non poté finire la frase perché la bambina si era
abbassata e gattonando veloce era
passata fra le gambe del ninja, ed aveva ripreso la sua corsa furiosa.
Itachi
sbuffò, fregato da una bambina! Ed era anche una testarda!
La
seguì ancora, finché non la trovò a terra, caduta a causa di una radice
rialzata.
Se
ne stava lì a piangere stesa a pancia sotto, con la testa fra le braccia e
contro il terreno. Lui rimase a qualche metro di distanza.
-Luna!-La
chiamò Itachi, la piccola non rispose.
-Perché
sei scappata, ti avevo giurato che non ti sarebbe accaduto nulla…-
-Perché
non mi hai detto che c’era uno con te… quello sembra molto cattivo!-
-È
vero, non te l’ho detto, ma… non devi preoccuparti, stava solo scherzando… non
ti fidi più adesso?-Luna rimase in silenzio per un po’.
-Non
lo so… ci sto pensando…-Itachi inspirò. Doveva ricordarsi che aveva pur sempre
a che fare con una bambina di forse sei
anni.
-Hai
pensato?-Domandò lui spazientito.
-Hmm…
no… forse… eciù! Eciù!...-La piccola starnutì ripetutamente, Itachi alzò una
sopracciglia.
-Allora,
guarda che io non ho poi così tanta pazienza, sai dovresti ritenerti
immensamente fortunata, è la prima volta che salvo qualcuno…il sole è ormai
tramontato, preferisci restartene qui da sola, o venire nella caverna con me… e
Kisame…ma lui non ti farà niente…-Lei si alzò.
-Ok…-Itachi
sorrise soddisfatto, si voltò incamminandosi, ma ad un tratto si fermò per
voltarsi di scatto, Luna era circondata da un branco di lupi.
-Luna!!-Itachi
fece per muoversi, ma si bloccò era meglio ragionare, perché la bambina era
terrorizzata, e gridava.
-Luna!
Non muoverti!!!-Niente da fare la piccola gridava, piangeva, alla vista degli
animali ringhianti, che si avvicinavano minacciosi.
Lei
completamente terrorizzata, si alzò e tentò di correre via gridando, ma in quel
momento i lupi balzarono all’attacco.
Luna
si voltò per vedere le bestie che si scagliavano su di lei, ma proprio quando
parve che ormai per lei fosse giunta la fine, un arma colpì il primo lupo,
facendolo finire al suolo, privo di vita.
Luna
si voltò di scatto, e capì ciò che era accaduto, Itachi aveva lanciato un kunai
nel petto del lupo uccidendolo.
Il
restante dei lupi gli ringhiò contro tenendosi a debita distanza.
-O
andate via, o farete la stessa fine del vostro compagno… vi avverto… non
sfidatemi cagnacci!-Disse l’Uchiha sfoderando nei suoi occhi il potentissimo
Sharingan.
Luna
guardò sorpresa ed incuriosita il moro, eppure ricordava che i suoi occhi erano
neri! Mentre adesso erano rossi con dei segni verso il centro. Un prodigio o
qualcosa di brutto!?
I
lupi, decisero di battere in ritirata, probabilmente spaventati dal forte
Chakra di Itachi e la sua pericolosità.
Luna
rimase in silenzio per un po’, seduta e stringendo la terra, poi quasi
meccanicamente, si alzò piano e dopo correndo e gridando si precipitò verso il
ragazzo.
-ITAACHIIII!
AHHAHA!!-Luna si avvinghiò, piangendo, contro una gamba del Mukenin che in
principio rimase sorpreso e forse anche sconvolto dal gesto impulsivo della
bambina, ma in seguito si sciolse come non si sarebbe mai aspettato, la prese
per le spalle per allontanarla un po’, e piegarsi potendo così guardarla negli
occhi.
-Luna-chan…
è tutto passato… stai tranquilla…-La bambina lo fissava, fissava i suoi occhi,
mentre i proprio gettavano lacrime.
-Itachi…
che cos’hanno i tuoi occhi? Non stai bene?! È tutta colpa mia!!-Disse
mortificata la bambina, Itachi rise.
-No,
no, sto bene! I miei occhi… ecco questo è lo sharingan… la mia abilità
innata…-Lei sembrò calmarsi.
-Ah…Ma
che cos’è? Una cosa brutta!?-
-No,
no, anzi! Diciamo che è un potere speciale che avevano solo quelli del mio
Caln…-
-Ah
ho capito… abilità innata… una cosa “enedita…eledi..talia…”-Itachi ghignò
divertito mentre la bambina si contorceva nelle parole.
-eReditaRia…
con la erre! R di rana!-Luna lo fissò.
-“Ereleditalia”!-Esclamò,
Itachi rise di nuovo scuotendo il capo.
-Uffa!
Non lo so dire! È troppo difficile! E poi ho solo sette anni! Ecciù! Ecciù!
Ecciù!-Disse lei arrabbiata.
-Ok,
va bene, andiamo, stai già prendendo il raffreddore! Ti verrà un malanno…-
-Buono,
così non vado a scuola!-Esclamò lei tutta contenta.
-Hmmm….
Questo è quello che credi tu… se non vai a scuola diventerai un asino… poi non
sai parlare, hai visto…non sai dire ereditaria…-Luna mise il broncio, per poi
starnutire ancora, Itachi si alzò e sembrò allontanarsi dandole le spalle, ed
in quel momento mentre si voltava per assicurarsi che lo stesse seguendo se la
ritrovo si fianco, che gli prendeva la mano. Quel contatto provocò ad entrambi
una scossa ed un brivido, molto intenso, ma lo ignorarono.
-Aspettami…
-Disse la piccola, Itachi si limitò ad annuire, lasciando che Luna gli tenesse
la mano.
-Comunque
grazie, per avermi salvato… di nuovo…-
-Hmm…
d’accodo… ma non farmi più preoccupare…-Disse in modo semplice, che quando se
ne rese conto rimase a bocca aperta.
Lui,
si era preoccupato?!
-Si,
scusa… però pure tu mi hai fatto preoccupare… ma ho capito una cosa…-
-Cosa?-Disse
lui un po’ imbarazzato e sorpreso.
Era
da secoli che qualcuno non si preoccupava per lui.
-Che
tu devi essere un portento… sei fortissimo! –Itachi rimase a fissarla.
Ecco
una cosa che invece gli dicevano sempre.
-Però…
anche io da grande vorrei diventare come te… penso che mi piacerebbe essere la
più brava… -Disse la piccola ridendo, Itachi non proferì parola, perdendosi nei
suoi ricordi.
-A
te… piace?-Itachi arrossì, sobbalzando.
-C-cos-sa?-
-Essere
il più bravo? Ti piacerebbe!?-
-Ecco…
io sono sempre stato il più bravo, all’accademia ninja, e nelle missioni… però…
essere troppo forti… a volte è brutto, ci sono persone che cominciano ad
odiarti…-
-Ohhhooo….
Capisco, è successo anche a te…?-
-Ehm…
no…-Rispose placido, mentendo, lei lo guardò poco convinta, ma sembrò non farci
caso e strinse forte la mano di Itachi che essendo più grande della sua, non ci
stava, così decise di tenerlo con entrambe le manine.
Itachi
ridacchiò.
-Ehei,
non scappo mica!-Esclamò il Mukenin.
-Lo
so… ma io ho paura… la tua mano è così grande uffa! Non riesco a tenerla!-
-La
mia mano? Dici?!… eppure a me sembra la normalissima mano di un ragazzo della
mia età!-Si guardarono.
-Hmm…
forse hai ragione, ma sai io non do mai la mano a nessuno… nemmeno al mio papà!
Perché sono grande io sai!-
-Ah
si…E… allora perché adesso stai dando a me la mano?-Quella domanda gli nacque
spontanea.
Itachi
si sentiva strano.
-Ecco…
perché adesso ho pura… e la tua mano mi sembra… molto sicura… ma a te non
piace?-domandò un po’ triste, Itachi arrossì, non era una facile (non pensate
mele! u.u) quella bambina, parlava sempre, mille domande, ragionamenti contorti
ma che cos’era!?
-Non…
ti preoccupare… ehehe… lo sai che neanche a me hanno mai tenuto la mano!-Lei lo
guardò sorpresa e sorrise. Un bel sorriso.
-Allora
lascia che te la tenga io!-Itachi sorrise, ed improvvisamente si rese conto,
che stava sorridendo in modo diverso, come forse non aveva mai fatto in vita
sua, un sorriso mai conosciuto, che aveva visto già su qualche volto, ma non si
era mai posato sul suo, non fino a quel momento, perché lui aveva fatto un
sorriso, sincero.
Fine
I capitolo.
Continua…
Allora
che ve ne pare del mio nuovo lavoro? Questa per me è la fanfic che fra le mie
amo e preferisco di più!
Recensite
per favore!
Prossimo
capitolo: L’Acqua santa ed il Diavolo
Non
c’erano dubbi, ecco cos’erano una bambina e Itachi Uchiha insieme.