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Autore: madychan    28/07/2015    1 recensioni
"L'unica cosa che vorrebbe in quel momento è impazzire.
Perdere completamente il controllo.
Non pensare."

[Missing moment dell'episodio 20]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Note: So che ci sono diverse traslitterazioni/traduzioni dei nomi dei personaggi implicati, perciò: chiarimento.
"Tear" è la traslitterazione che uso per il nome di "Tiia"/"Tiir", dipende dal fansub credo. Si tratta, comunque, sempre del nostro caro, psicopatico Iino Doue che compare per la prima volta nell'episodio 17.
"Rafra" è usato per quel personaggio anche noto come "Lafra". Non so, nelle puntate che ho visto il nome era con la R, la pronuncia con la R, perciò l'abitudine è di chiamarlo con la R. Ad ogni modo, è l'amico di Tear, detentore dell'Ebula Crypt, che appare nell'episodio 19.]








 



Il dio maledetto



L'unica cosa che vorrebbe in quel momento è impazzire.

Perdere completamente il controllo.

Non pensare.

Avere gli occhi talmente accecati dalla furia da non riuscire più a vedere Rafra lì, steso a terra, esanime.

Essere dominato dall'istinto sarebbe la soluzione. Non penserebbe. Sentirebbe il dolore senza esserne cosciente. Sarebbe una macchina da guerra in grado di ammazzare quel bastardo che già tempo addietro gli ha ucciso parte della famiglia, e ora ha cancellato anche quella parte più importante. Il suo punto di riferimento, la persona da cui era sempre tornato.

Che ti ha detto, Rafra?”

Aveva insistito, quando l'aveva visto di nuovo perso a guardare nel vuoto.

Era sempre così, quando ripensava alle parole di quell'oracolo che era la causa del loro incontro: Rafra si rintanava in un angolo per un po', ripensava alla profezia che lo riguardava, poi indossava di nuovo quella stupida maschera da persona tranquilla e sorridente e tornava dai bambini.

Rafra aveva scosso debolmente la testa, e non aveva incrociato i suoi occhi.

Rafra!”

Torna dai bambini, Tear. Starò bene.”

Rafra era quello che si era sempre preoccupato che tutti stessero bene, anche più di lui. Se per Tear quel gruppo era un posto in cui tornare dopo ogni missione, per Rafra era un posto in cui vivere. Era la sua famiglia, e la ragione della sua intera esistenza.

È un modo di vivere che Rafra ha mantenuto fino alla fine.

Ma se non fosse stato. Se solo Rafra non si fosse trovato lì, se solo lui fosse corso ad aiutarli prima...

Se solo fosse stato più forte, tanto da squartare quell'infame pezzo di carne che si trovava davanti.

Perché non può perdere il controllo come tutti gli altri?

Perché su di lui quei traumi non funzionano?

Perché deve stare lì a guardare la sua famiglia fatta a pezzi, ogni volta, senza essere abbastanza forte da poter fare qualcosa, senza essere abbastanza maledetto da poter morire dopo aver vendicato quelle vite distrutte per nulla?

Perché non riesce a fare niente, quando vorrebbe?

Non è stata colpa tua, Tear.”

Avrebbe voluto andarsene di lì. Scappare da quello scempio, non avere quella responsabilità.

Non sentire la voce di Rafra che provava pietà per lui.

Non avere bisogno di quella voce per calmarsi.

Rafra gli aveva cautamente avvicinato una mano alla testa, e l'aveva appoggiata sui suoi capelli.

Non serve che mi compatisci.”

Tear, non sei debole.”

Non compatirmi!”

Non lo sto facendo.”

Tear si era voltato in preda alla rabbia, la bocca aperta pronta a sbraitargli contro tutta la propria frustrazione per quello che era successo, il proprio odio per qualunque singolo essere umano.

L'aveva trovato a piangere. Anzi, “lacrimare” forse era la parola più adatta: era qualcosa che sfuggiva chiaramente al suo controllo, ed era sicuro che Rafra non avrebbe voluto farsi vedere in lacrime di fronte a lui.

Mostri”.

Dei mostri avrebbero pianto per la morte dei loro compagni?

Il bastardo coi capelli rosa non lo sta facendo.

Ha appena ammazzato uno di loro, e tutto quello di cui gli frega è che gli altri impazziscano.

E lui non può fare nulla.

Dovrebbe gettarglisi addosso, ma non varrebbe a nulla: lo respingerebbe con facilità, come fatto già fin troppe volte.

Dovrebbe correre a salvare i bambini, ma per salvarne alcuni dovrebbe lasciarne soli altri.

Vuole solo impazzire, e non pensare più a nulla.

Fare a brandelli quel mostro che li sta attaccando, e...

Sbarra gli occhi, quando vede Pueka iniziare a ridere in maniera incontrollata.

No.

Non può perdere il controllo, così Gastark...

È un lampo, e non riesce nemmeno a chiudere gli occhi in tempo, tanto che per un attimo rimane quasi accecato. Quando riesce a riguadagnare la vista, la ragazza è a terra in una pozza di sangue.

Sente i bambini urlare per lo spavento, e si chiede perché per alcuni sia così facile.

“Avanti, perdete il controllo anche voi, così potrò cristallizzarvi, luridi mostri!”

Perché deve assistere alla morte insensata dei suoi compagni senza essere in grado di impazzire?

Perché deve essere doppiamente maledetto?

Mi ha detto che morirò per proteggere la mia famiglia.”

Tear si era voltato a guardarlo, e aveva spalancato gli occhi. Rafra aveva un'espressione desolata in viso, e un sorriso stirato di chi non aveva dormito bene.

Non succederà.”

Non credo che le sue previsioni siano errate...”

Non succederà, Rafra.”

Lui si era stretto nelle spalle. “Beh, è grazie a lei che ho incontrato te. E gli altri. Va bene, se muoio per la mia famiglia.”

Non è detto che debba succedere.” aveva insistito Tear. “Tutti gli occhi divini possono avere delle f...”

Si era fermato, quando Rafra l'aveva abbracciato. Lo stava stringendo al petto con la morsa più forte di cui fosse capace, e tremava percettibilmente.

Non riusciva a capire cos'avrebbe dovuto dire, davanti a un atteggiamento del genere. Il solo pensiero che Rafra prima o poi sarebbe morto lo rendeva irrequieto, e d'istinto gli veniva voglia di attaccare prima di doversi difendere, e uccidere tutte le possibili minacce che avrebbero potuto portargli via la sua colonna portante.

Eppure, non riusciva a trovare una risposta adeguata. Qualcosa che lo facesse calmare.

Non voglio morire.” aveva mormorato Rafra, appoggiando la fronte contro il suo collo.

Tear era rimasto in silenzio per qualche secondo, e nel frattempo gli aveva messo le mani sulle spalle.

Ti ha dato un'indicazione anche sul quando?”

Rafra aveva scosso piano la testa. “Potrebbe essere domani. O tra dieci anni. Non lo so, so solo il perché.”

Faremo... Farò in modo che non succeda.”

A me va bene morire per voi.” aveva detto Rafra. Aveva la voce che tremava, e probabilmente si stava trattenendo, di nuovo, dal piangere. “Solo... non voglio.”

Tear aveva sospirato, e gli aveva messo una mano sulla schiena, attirandolo un poco più a sé.

Nemmeno io. Non succederà.”

Non può semplicemente sparire?

Non c'è una qualche altra parte dell'Iino Doue in grado di prendere possesso del suo intero corpo, della sua volontà, e controllarlo, come succede con tutti gli altri?

Non può lasciare tutto a qualcun altro?

Perché Rafra? Perché quei ragazzini? Cos'avevano fatto di male, tutti?

Perché non è riuscito a mantenere la promessa che gli aveva fatto?

Vuole solamente lasciarsi andare a qualcosa più grande di lui, e smetterla di vedere i suoi compagni morire a quel modo.

Perché per lui non è possibile?

Perché deve seppellire i loro cadaveri col rimpianto di non essere stato in grado di fare nulla per aiutarli?

No. Non deve succedere di nuovo.

Anche a costo di impazzire, anche a costo di distruggersi completamente, li deve salvare.

Deve massacrare quel fottuto emissario di Gastark e portarli tutti via.

A costo della vita, se necessario.

A me va bene morire per voi.”

Non lascerà che la morte di sia Rafra priva di senso.

  
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