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Autore: valechan91    29/07/2015    3 recensioni
Takano e Onodera. Passato e presente. E due personaggi che daranno una svolta al loro destino.
( Inseriti altri personaggi della Nakamura).
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Masamune Takano, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve sono valechan91. Questa è la mia prima storia su questo fandom. Spero vi piaccia.
Un’avventura speciale della Emerald, e soprattutto per i nostri Takano e Onodera…
Buona lettura!


“ La vita ci ha dato una nuova occasione. Supererò ogni cosa, anche me stesso, forse, per non sprecarla”.


Sakura no Kizuna


“ Non penso di poterti amare più di quando ti ho incontrato per la prima volta.  Non sei la prima persona con la quale sono uscito, ma tu sei stato il mio primo amore.  Forse non lo sai, però…”
Questo pensava Takano Masamune mentre, alla solita stazione di Iidabashi che prendevano ogni giorno, gli stringeva la mano. Non si sentiva così stanco da fermarsi, ma voleva approfittare di ogni momento con Onodera.
Improvvisamente, davanti agli occhi gli comparve come una strana visione. Un uomo che gli assomigliava, ma con i capelli lunghi legati in una coda di cavallo, tipico del secolo precedente. Correva, sotto la pioggia.
“Takano-san, ti senti bene? “ chiese Onodera, osservandolo e notando che era impallidito
“ Tranquillo, Onodera. È passato” rispose l’uomo.
I due andarono alla Marukawa e la giornata trascorse tranquilla… se così si può definire una giornata della Emerald alla Marukawa.
Quella sera, una volta tornato a casa, Onodera era stanco morto. Si gettò a peso morto sul divano, abbandonando la sua borsa lì vicino. Sospirò, e trovò le forze per svestirsi. Non ne poteva più di crollare dal sonno e risvegliarsi intorpidito sul pavimento, o, se andava bene, scomposto sul suo divano. E in ritardo.
Poi però gli capitò sotto gli occhi un vecchio romanzo di Ryuuichi Sumi, di cui si era occupato nell’azienda del padre. Il ragazzo lo sfogliò e decise di metterlo al proprio posto, quando una foto che si trovava tra le pagine del libro sfuggì e cadde a terra. Ritsu la raccolse e prendendola ebbe come una sorta di visione. Un ragazzo bruno, con un sorriso sghembo e gli occhi smeraldo proprio come i suoi, che facendosi serio porgeva un ramo di ciliegio ad un ragazzo alto e bruno.
Onodera inciampò sui suoi stessi piedi, sorpreso, e cadde a terra.
“ Che cavolo…era?!” si chiese. Poi guardò la foto, e notò che erano ritratti i personaggi della sua visione.
La foto sembrava risalire all’epoca Meiji. Come ci era finita lì? Era forse già nel libro quando lo aveva preso?
Ritsu preferì non pensarci, e con un sonoro sbadiglio decise di andare a dormire, finalmente, in un comodo letto caldo.
La mattina successiva alla Marukawa era frenetica.
“ Onodera! Comunica che ci serve più tempo!”
“ Takano, non crearci problemi con le ristampe! Poi i problemi ricadono su di me!”
“ Stai zitto, Yokozawa, non è il momento! O dico tutto all’editore di Japun!”
“ Pronto, Yoshikawa-san, sono Hatori. Come non ha ancora finito? …. Arrivo”
Un Hatori infuriato si rivolse a Takano. “ Takano-san, vado a spronare Yoshikawa-sensei”
“ Muoviti, Hatori, non c’è tempo!”
 E mentre Mino sorrideva e Kisa moriva sulla propria scrivania benchè il Ciclo fosse appena all’inizio, Onodera era sempre sconcertato dal suo lavoro come editore di shoujo manga.
“ Perché sempre problemi con le scadenze? Odio questo lavoro!” pensava il ragazzo
Ritsu controllava i bozzetti, quando all’improvviso impallidì.
“ Come ci è finita qui, quella foto? Devo averla presa per sbaglio stamattina nella fretta! “
Tentò di nasconderla, e Takano se ne accorse.
“Qualcosa non va, Onodera?”
“ No, niente. Va tutto bene”

 

Quel pomeriggio, Takano ricevette  una chiamata da Yokozawa.
“ Onodera, prenotami un volo per Hakodate. Devo andarci il prima possibile. Abbiamo problemi con un’autrice che si trova lì. E devo andarci io”
“ Vuoi che ti aiuti, Takano-san?” chiese il ragazzo
“ Ma come siamo gentili, Onodera” rispose Takano, con un sorriso sornione appena accennato “ non preoccuparti. Ah, prenotami anche un albergo. Sembra che ci vorrà un po’ “
Ritsu fece come il suo capo gli aveva ordinato.
Masamune quella sera si autoinvitò da Ritsu.
“ Si può sapere che ci fai qui? Vai via!” sbottò il più piccolo, alquanto imbarazzato
Masamune sorrise e gli prese la mano sul tavolo. “ Sembra che ci vorrà un mese. Ti mancherò, Ritsu?”
Ecco che lo chiamava per nome, come faceva sempre quando erano soli.
Ritsu aveva capito che i sentimenti che aveva provato per il suo senpai non erano scomparsi. Erano rimasti sepolti in un cassetto del suo cuore, sotto strati di odio. Ed erano venuti fuori. Ma qualcosa lo bloccava… e dopo la discussione con Yokozawa, che sembrava essersi messo l’anima in pace, aveva capito cosa fosse…R
Il ragazzo arrossì e girò il viso dall’altra parte. “ Perché… non dire sciocchezze. E poi tornerai, no?”
Takano ridacchio. “ Certo. Non pensare di liberarti facilmente di me. Ritsu. Devo ancora farti dire quelle due famose paroline…”
“Takano-san, puoi aspettare quel che ti pare, non le dirò mai” rispose piccato Onodera
“ Vedremo, Ritsu, vedremo”
Qualche giorno più tardi, Takano partì.
“ Te li affido, Onodera. Guardali tu per me”
“ Come vuoi tu, Takano-san”
Masamune sussurrò poi ad un orecchio del più piccolo “ Non temere. Ci sentiremo. Ti chiamerò e ti scriverò. Non stare in pensiero per me”
“ Vai!” sbottò arrabbiato, e rosso, Onodera

 

Le settimane passavano, e Ritsu guardava continuamente la sedia vuota alla sua destra. Takano lo chiamava e gli scriveva ogni giorno, sia per lavoro che per sentirlo. E Ritsu faticava ad ammettere che gli mancava. Gli mancava terribilmente. Strano a dirsi, non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, gli mancavano anche i suoi assalti. E i suoi baci, che gli bruciavano ogni parte del corpo sulle quali quelle labbra si posavano.
“ Ma che penso?! Sono al lavoro! Maledetto Takano-san, sbrigati a tornare!”
Il ragazzo poi sospirò, osservando il calendario sulla scrivania. “ Altre due settimane…”
Onodera lavorava senza sosta, teneva la mente occupata. E il cellulare sempre raggiungibile e sempre accanto a lui. Ma risultava anche alquanto sbadato e frettoloso…e non si accorgeva che era sempre più mesto.
“ Ehi, ehi, non credete che Ricchan sia strano? E sempre giù” esclamò Kisa, mentre Onodera faceva una consegna al reparto stampa
“ Forse Takano-san lo ha caricato” commentò Hatori
“  o è Takano-san la causa?” si chiese invece Mino
Intanto, ad Hakodate…
“ Maledizione! Voglio tornare a casa!” pensava, alterato, Takano “ Mi manchi, Ritsu” pensò, guardando il proprio cellulare in attesa di poter sentire la voce del ragazzo. E ci si mettevano quei sogni…
 Ritsu tornò a casa, e sospirò.  Non voleva dormire. Da quando Takano era partito, nei suoi sogni comparivano sempre i due personaggi di quella foto.  Che si alternavano ai momenti passati con Takano da quando lo aveva incontrato nuovamente. Ogni tanto li vedeva bambini,  vedeva la loro infanzia, il loro legame.  Aveva capito che quei due erano molto legati l’uno all’altro sebbene litigassero in continuazione.
E quei sogni lo straziavano. Gli sembrava di  guardarsi allo specchio. E lo irritava che quella volta, la sola volta che i Kami gli avevano fatto trovare il coraggio di aprirsi completamente… la sua voce era stata coperta dalla pioggia, e al diavolo tutta la fatica.
Non sapeva che, sotto lo stesso cielo e a chilometri di distanza dal ragazzo che amava, Takano viveva la stessa situazione…

Passò ancora una settimana, e ormai Ritsu era arrivato al punto che vedeva Masamune ovunque. Aveva fatto pace nel proprio inconscio con quello che provava, ma ciò che lo fermava era sempre lì, come un peso. E non sarebbe riuscito a liberarsene.
“ Da quando inizio a scrivere messaggi che non invio?” sospirò una notte il ragazzo dagli occhi smeraldo, guardando lo schermo del cellulare prima di chiuderlo e sospirare. “ Masamune, mi manchi”.
Non voleva dormire, ma era distrutto. E nei suoi sogni comparivano sempre quei personaggi. Che forse non erano solo semplici amici. Gli comparivano sempre prima un bacio… poi la pioggia, e una casa in fiamme.
Era diventata un’ossessione. Doveva chiedere a Sumi-sensei chi fossero.
Il mattino dopo, però, gli cadde l’occhio sul retro della foto. Ritsu lesse avidamente le parole che vi erano scritte, e rimase sconvolto. Scoprì tutta la storia di quei due e si incupì.
Da quel momento, diventarono il chiodo fisso di Onodera, che nonostante la concentrazione non riusciva a non pensarci.  E la sensazione di peso che aveva dentro aumentò.
Il ragazzo venne scrollato dai propri pensieri da un’email in arrivo. Sgranò gli occhi quando lesse chi l’aveva inviata.
“ Dobbiamo parlare, Ritsu. Tra qualche ora sarò di ritorno. Masamune Takano”
Onodera lo chiamò subito.
“ Oh, Ritsu. Hai ricevuto l’email?”
“ Cosa significa, Takano-san? Hai risolto tutto?”
“ Ah, accidenti, ho quasi risolto “ si sentì rispondere malamente “ mi sto muovendo per tornare. Per tornare da te”
“ Non… non dire stupidaggini” commentò Ritsu, arrossendo, nascondendo la felicità che provava
“ Sei arrossito” sogghignò Takano
“ Non è vero!”
“ Prendo il primo volo di domani alle 6:45. Dovrei arrivare in tempo a lavoro, ma forse arrivo tardi”
“ Ho…ho capito”
“A presto. Ti amo, Ritsu”
A Ritsu iniziarono a fumare le orecchie. Quante volte aveva sentito quella frase? Ormai non le contava più.
Ma nonostante fosse felice e non lo ammettesse, quel peso non spariva. Insieme all’angoscia.

 

Il mattino dopo, un Onodera mezzo addormentato, ma vestito,  accese la tv mentre beveva il caffè. Quei sogni continuavano a perseguitarlo.
Senza saperlo, Ritsu e Masamune quella notte avevano fatto lo stesso sogno. Entrandovi.
Avevano provato in prima persona le emozioni dei personaggi del loro sogno,
“ Quel ragazzo… che sciocco, era innamorato e aveva paura” aveva pensato Takano, riflettendoci mentre saliva sull’aereo  “ sto tornando da te, Ritsu. Non ti perderò di nuovo”
“Quel ragazzo… discutevano sempre, non capiva se ci tenesse o meno. Ma lo amava. Il solo che lo avesse trascinato nei giochi fregandosene della sua salute cagionevole. E loro..”
Ritsu si incupì.
Improvvisamente, sullo schermo compare  a caratteri cubitali “ INCIDENTE AEREO SUL VOLO HOKKAIDO-TOKYO, LINEA HANEDA”.
Ad Onodera  cadde la tazza dalle mani. “ Ma… è la linea che doveva prendere Takano-san… non può essere… ditemi che non è vero!”
Ritsu incespicò in preda alla paura, inciampando sulla soglia di casa. Rimettendosi in piedi, corse a suonare all’appartamento vicino. Voleva vederlo. Doveva vederlo.
Chiuse la porta, dimenticando di chiuderla però a chiave, e bussò freneticamente. Ma nessuno rispose.
“ No…” si allarmò il ragazzo “forse è già alla Marukawa!”

 

Onodera corse a perdifiato verso la stazione, con una morsa che gli attanagliava lo stomaco.  Il viaggio in metropolitana non gli era mai sembrato così lungo…
Una volta arrivato, il ragazzo corse alla Marukawa. Era debole per salire le scale, così fu obbligato a prendere come sempre l’ascensore. Una volta arrivato alla Emerald, lo cercò non lo sguardo, senza trovarlo. La sedia era come sempre vuota.
Si stava lasciando andare alla disperazione, quando gli venne in mente un altro posto.  Quello in cui aveva scoperto che quel pervertito del suo capo era il senpai che aveva amato dieci anni prima. E che come un fulmine a ciel sereno aveva riportato a galla quell’amore mai morto del tutto, ma solo addormentato. Come una principessa in attesa del bacio del principe che la risvegli da un lungo sonno.
“Ricchan?” gli chiese Kisa, ma Ritsu non lo sentì e corse verso la sua meta.
Ed eccolo lì, Masamune Takano. Intento a spegnere con noncuranza una sigaretta ormai finita.
Le gambe non gli ressero, e Ritsu cadde sulle ginocchia.
Masamune sentì il tonfo e voltandosi vide il ragazzo, bianco in volto e con gli occhi sbarrati.
“Ohi, Ritsu! Che hai? Ti senti male?! “ chiese il più grande, avvicinandosi.
La preoccupazione di Ritsu si trasformò in rabbia, e riprendendosi sbraitò contro il proprio capo.
“TAKANO-SAN PER QUALE MOTIVO NON MI HAI CHIAMATO?! HAI IDEA DI QUANTO MI SIA PREOCCUPATO?!”
“Eh? Di che parli?” chiese l’altro
Onodera sospirò. E senza che lo volesse, qualche lacrima gli sfuggì.
“Stamattina…prima… alla tv hanno detto che c’era stato un incidente”
Takano si irritò. “ MA SEI IDIOTA?!”
Il maggiore sospirò. “ Ritsu, dove hai la testa? Ti ho detto quale volo avrei preso, no? Quello era il volo notturno. Il mio, il primo volo del mattino. “
Ritsu deglutì a vuoto.  Ora che ci pensava, non aveva prestato attenzione a quel dettaglio…
“ Ho…avuto paura” sussurrò
Takano lo abbracciò stretto. “ Calmati. Sono qui”
Le braccia di Onodera si mossero a circondare la vita dell’altro. In quel momento, ai due apparve davanti agli occhi, come una visione, i soliti personaggi che popolavano i loro sogni. Una scena che avevano già visto. La dichiarazione.
“Allora…sei…tu…” pensarono i due ragazzi
“ L’hai vista anche tu, Ritsu?” domandò Takano
Il ragazzo annuì, senza parlare, mentre le lacrime continuavano a scendere . Poi si ricordò che dieci anni prima, leggendo gli stessi libri del ragazzo che amava, era rimasto colpito da uno in particolare.
“Senti…Takano-san… tu…credi in qualcosa come la reincarnazione e roba simile?” chiese titubante ed imbarazzato. Era un argomento che non gli piaceva e che considerava sciocco. E proprio lui lo domandava…
“Che vuoi dire? Aspetta…” rispose Masamune “ non dirmi che…forse…”
Onodera arrossì ancora di più e incassò la testa nelle spalle, come a celarsi.
Takano, invece sorrise. “ Se è così, allora è inevitabile, Ritsu” disse, stringendolo nuovamente a sé
Ritsu si divincolò, ma Takano lo attirò a sé e lo baciò con passione.
Onodera si abbandonò a quel bacio, sebbene opponesse ancora qualche resistenza.  Corpi stretti e viso in fiamme. La volontà di Onodera era ormai in tempesta, e la volontà, i pensieri, le angosce, le paure, tutto si annulla. Non conta più nulla se non quell’attimo.
“Smettila, Takano-san” esclamò, una volta che si staccati
“ Ritsu, io ti amo “ disse Takano , continuando a tenerlo tra le braccia nonostante il parere contrario dell’altro “ e tu mi ami. Non negarlo. Allora perché?”
“ PERCHÉ HO PAURA!”  Onodera non ce la faceva più. Lo stress, la tensione, la paura, era stato troppo per lui. I nervi non gli reggevano più.

 


Ritsu sbraitò, e le lacrime continuavano a scendergli sul viso.
“ Ho paura. Paura che possa succedere…ancora… come dieci anni fa. Takano-san, tu avrai sofferto più di me, e lo so che mi comporto da egoista. Ti sei sentito ingannato a causa di un fraintendimento, e ci si è messo anche il divorzio dei tuoi genitori. Ma anche io… anche io sono stato male. Credevo… credevo che mi avessi solo assecondato. Capii solo allora quell’unico discorso di rabbia che mi avevi fatto.  Mi sono sentito come… come se fossi stato…un giocattolo. Come se con quella risata mi stessi dicendo che per te non contavo nulla. Che ero uno stupido. Che mi stavo illudendo di qualcosa che non c’era”
Onodera sputò tutto fuori in un sol fiato, tutto quello che aveva dentro. Come una piena. Le emozioni di quel periodo lo avevano smosso.
Takano stette in silenzio ad ascoltarlo. In quei maledetti dieci anni, non era stato il solo a soffrire. Lo sapeva, ma sentirlo aveva tutto un altro effetto.
Lo abbracciò. “ Smettila di avere paura” disse, sorprendendo Onodera
“ è normale avere paura del futuro, Ritsu” disse Masamune “ e dieci anni fa ero un stupido bamboccio. Ti ho già detto che quella risata non era di scherno, no? Non hai motivo di avere paura. Nessuno dei due si è dimenticato dell’altro in questi dieci anni, in fondo. Qualcosa deve pur significare”
Takano si staccò, asciugando le lacrime di Ritsu con i pollici. “ Non c’entra più chi abbia sofferto di più oppure. Ci siamo solo noi adesso, ancora, dieci anni dopo.  E possiamo ricominciare. Da adesso. Te l’ho detto, è del te di adesso che mi sono innamorato di nuovo!”
“ Non…”
“ Ho imparato a conoscerti di nuovo “ continuò Masamune “ sei cambiato un po, ma sei sempre lo stesso Ritsu di allora. Proviamo, ad andare avanti. Non puoi essere certo di niente se nemmeno tenti. Chi ti dice che le cose non siano diverse? E poi… Ritsu, non credi anche tu che il nostro amore meriti un’altra possibilità?” concluse, accarezzandogli la guancia ancora umida
Ritsu abbassò il volto, stringendo i pugni. Voleva tanto assecondare la parole di Masamune. Lo voleva davvero. Ma la paura era sempre lì.
“ Non… non voglio…non voglio soffrire di nuovo come allora…non…non ce la farei…” tentennò
Takano lo abbracciò di nuovo. “ Non sei solo, Ritsu, ci sono io”
Onodera, affondando il viso nel petto dell’altro, sospirò. Era così codardo da non voler tentare?
“ Ho cercato di cambiare e non ci sono riuscito completamente “ sussurrò “ come fai ad essere sicuro… che non si ripeterà la stessa storia?”
“ Non ti abbandonerò, Ritsu “ Takano lo strinse più forte “ ci sono io con te “ disse, baciandolo nuovamente
Le braccia di Onodera circondarono dopo poco il collo di Masamune, mentre l’altro gli metteva una mano sulla nuca, per avvicinarlo maggiormente e approfondire il bacio.
Il cuore di entrambi batteva all’impazzata, e nuovamente nei loro cuori si faceva strada quel calore. Ai due ricomparvero quei due ragazzi, che tenendosi per mano come nella foto di Ritsu, sorridevano.
Takano e Onodera si staccarono.  Il maggiore aveva una gran voglia di portare il suo Ritsu ( finalmente poteva dirlo di nuovo) nei bagni, chiudersi lì dentro insieme a lui fino a sera e dare sfogo al su desiderio, che non diminuiva osservando le guance arrossate, le labbra rosse per il bacio e gli occhi languidi e ancora appena un po’ insicuri di Onodera, Ma era sempre il capo lì.
Il ragazzo notò che dalla borsa dell’altro era scivolata una foto, e gli era sembrato che anche lì i due soggetti gli sorridessero.
“ Hai… hai visto?” chiese Masamune
Onodera annuì, e Takano sorrise.
“ Torniamo al lavoro, Ritsu “ disse, mettendogli una mano sulla spalla e dandogli un ultimo bacio a fior di  labbra “ Dopo avremo tutto il tempo del mondo solo per noi due”
“ Eh?Cosa?!” esclamò Onodera, mentre Takano se ne andava
Solo allora, notò la foto sul pavimento.
“ Ma è un incubo! Che ci fa qui?!” sbraitò il ragazzo
Anche lui, però, ebbe l’impressione che i due personaggi sorridessero, e arrossì.
Anche Ritsu poco dopo rientrò, salutando e ricevendo sorrisi.  Per pochi secondi, anche Takano gli sorrise, guardandolo dolcemente.
“ Ora che Takano-san è tornato, va meglio, eh, Ricchan?” commentò Kisa, sorridendo
Mino annuì. “Si, è di sicuro così”
Ritsu si irrito, vedendo che, non visto, Takano gli sorrideva in modo eloquente.
“ NO! ASSOLUTAMENTE NO! NON ESISTE! NON AMMETTERÓ MAI CHE È AMOREEEEEEEEEEEEEEE!”

 

 

“Non penso di poterti amare più di quando ti ho incontrato per la prima volta.  Non sei la prima persona con la quale sono uscito, ma tu sei stato il mio primo amore. Anche se tu questo forse non lo sai”

 

 

Eccoci arrivati alla fine!  Avete capito chi sono i due personaggi in questione?
Potete vedere la foto in questione. Avevo in mente questa storia da quando mi è stato messo in testa il tarlo che molto probabilmente Takano e Onodera sarebbero la reincarnazione di quei due.
Una seconda possibilità di vivere la propria storia d’amore, dopo secoli. Stavolta non segnata da problemi insormontabili.
Alla prossima!

   
 
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