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Autore: DezoPenguin    29/07/2015    2 recensioni
Sidestory per Elemetary My Dear Natsuki. Natsuki lotta con i problemi che ha nello scrivere la sua ultima storia per lo Strand Magazine.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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NDT: Questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui.

 NDA: Scritto in occasione del "Teaparty per le Muse" del forum Mai Universe. Il prompt era "Inizi"


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Elementare, mia cara Natsuki – Blocco dello scrittore

"'L’entrata del dottore…' No, così non va. Um...'Raramente avevo visto una tale…' Oh, mi arrendo!" gridai, frustrata, appallottolando il foglio su cui avevo scarabocchiato almeno cinque tentativi di cominciare la mia ultima fatica letteraria, e tirandolo nel cestino della carta straccia dove già si trovavano diversi dei suoi simili. Frasi smozzicate, interi paragrafi, in un'occasione una pagina intera, erano stati scritti, riscritti, cancellati e alla fine scartati, considerati senza speranza.

Non era colpa del materiale. I casi della consulente investigativa Shizuru Viola erano eccitanti e interessanti già da soli, senza presunzione letteraria. Non dovevo nemmeno sforzarmi di inventare una trama interessante, visto che personaggi, eventi, conflitti e conclusioni erano già stati creati per me dalla vita. Non avevo mai avuto alcun problema a trasformare i miei appunti in un racconto vero e proprio. Questa volta, però…

Maledizione, le parole non arrivavano.

"Le cose per Natsuki non stanno andando bene?"

La voce era dolce, come un sussurro di velluto sulla pelle o il gusto di un ottimo Scotch, ed aveva una lieve cadenza musicale, a metà strada fra Venezia e Kyoto. Era la voce del motivo per cui avevo accesso al materiale di cui scrivevo: Shizuru era la mia coinquilina  spesso mi invitava a seguirla nei suoi casi. Non ero sicura del perché me lo chiedesse, ma non ero nemmeno sicura del perché accettassi. Non ero brava quando cercavo di indagare le motivazioni altrui, perfino le mie, e a cercare di capire cosa succedeva nella mente degli altri.

Rimisi con malagrazia la penna al suo posto sulla scrivania e mi allontanai dal tavolo.

"Fa schifo," ammisi in tono incolore, ed era un'ammissione più grave di quanto non sembrasse. Non mi era facile confessare di trovarmi in difficoltà, nemmeno quando era ovvio che lo ero.

Il sorriso di Shizuru... in qualche modo cambiò. Non sono sicura di come descriverlo, o nemmeno se dire quale parte del suo viso si fosse mossa, ma in un certo senso diventò più dolce.

"Mi dispiace che la scrittura non stia andando bene. C'è qualcosa che posso fare per aiutarvi?"

Quell'aiutarvi alla fine della frase fu il fattore determinante. Riesco sempre a capire quando Shizuru mi prende in giro, perché il suo uso della terza persona aumenta. Quando mi parla in seconda persona, so che è seria. Non le avrei mai parlato di quello che stavo passando se avesse avuto voglia di prendermi in giro, lasciandomi indifesa mentre si divertiva a mie spese.

Ma comunque, era la più grande mente deduttiva di Londra, no? probabilmente non mi stava prendendo in giro perché poteva dedurre i miei sentimenti sulla faccenda.

Feci un profondo sospiro.

"Non so."

"Mmn?"

"È che...non so nemmeno come cominciare la storia."

Tamburellò pensosamente sulle proprie labbra con il dito medio.

"State scrivendo del caso Holdernesse, vero? Rapimento e omicidio?"

"Sì. Naturalmente sto cambiando profondamente i nomi e l'ambientazione. Dopo tutto quello che hanno passato, qualla famiglia non ha bisogno che tutto il mondo sappia dei loro panni sporchi. Per fortuna non c'è stata menzione del rapimento sui giornali così nessuno potrà far corrispondere i fatti del racconto con quelli reali. Non preoccupatevi, però. Tutti potranno leggere le vostre brillanti deduzioni."

"Natsuki," mi rimproverò, "Non sono certo preoccupata per questo."

"Sì, lo so." Mi passai una mano tra i capelli, raccogliendoli sopra la mia spalla.

"Quello che volevo dire è che, se state scrivendo di quel caso, perché l'inizio dovrebbe essere così problematico? Il preside di un collegio che irrompe a casa nostra e sviene sul tappeto dovrebbe essere un inizio drammatico per la storia quanto lo è stato per il nostro caso, direi."

Annuii.

"Sì, e a volte è esattamente questo che voglio fare, gettarmi nell'azione e togliermi il pensiero."

Nel cestino della carta straccia c'erano quattro o cinque tentativi falliti che cominciavano proprio in quella maniera.

"Però non siete convinta?"

Scossi la testa.

"Se tutto quello che faccio è presentare i fatti del caso, evento scioccante dopo evento scioccante, allora non racconto una storia, ma riporto un fatto di cronaca. E se è questo che mi limito a fare allora farei meglio a scrivere una monografia sulle tecniche investigative, una raccolta di casi per detective."

Shizuru sorseggiò il proprio tè.

"Sarebbe un intento ammirevole, ma non credo vi trovereste a vostro agio a scrivere cose del genere."

Scossi la testa.

"No, infatti. Ai lettori piace avere un bel mistero risolto da un detective dall'occhio acuto e dall'umorismo tagliente, sì, ma più di quello sono i personaggi che fanno una buona storia. Le persone con cui simpatizziamo, per sentire la loro paura e la loro gioia, la loro sofferenza e i loro trionfi. Per sentire la felicità del nostro cliente quando il ragazzo è tornato sano e salvo, e per finire coinvolte nei sentimenti contrastanti della famiglia."

"Non ricordo che Natsuki fosse particolarmente confusa con i suoi sentimenti riguardo la famiglia."

Sorrisi timidamente.

"Sì, bè, va bene, sto parlando di quello che fa una buona storia. Intendo, amo i romanzi gotici anche se probabilmente vorrei sparare a metà degli 'eroi' se li incontrassi nella vita reale. Comunque, voi siete l'eroina in questi racconti, non io, e voi simpatizzate, o altrimenti il segretario si sarebbe ritrovato in prigione come complice dell'omicidio e organizzatore del rapimento invece di curarsi la mascella che gli ho fratturato."

Il che era quasi costato a Shizuru il suo compenso, ma ehi, quel tipo si meritava ben di peggio.

"Capisco."

"Quindi… voglio preparare il racconto in modo che i lettori possano capirlo, prima ancora che l'azione cominci. Non voglio deragliare il filo del discorso solo per introdurre tutto, perché sembrerà che l'abbia inserito come se fosse un ripensamento. Ma poi ci rifletto su e mi sento come se stessi togliendo forza a un inizio drammatico allungandolo, con l'aggiunta di due pagine di ambientazione. Intendo, ricordo come mi sono sentita quando quell'uomo è svenuto sul nostro tappeto, e vorrei che i lettori avessero lo stesso shock."

"Ara, ara, è un bel dilemma. Quindi siete prigioniera tra due estremi."

"Esattamente." Mi lasciai cadere sul divano accanto a lei. "Mi sta facendo impazzire. Ogni volta che mi sembra di aver cominciato bene, comincio a dubitare."

"Il che non è da Natsuki."

"Lo so." Non ero certo Lady Haruka Armitage, ma ero abbastanza ostinata e poco propensa all'indecisione. "Ma eccomi qui, tre ore dopo, è quasi ora di pranzo e non ho concluso nulla a parte sostenere l’industria della carta sprecando fogli." Feci un profondo sospiro.

Shizuru tese una mano e mi sfiorò la spalla.

"Siete molto tesa."

"Sì, credo di sì."

"Voltatevi," mi chiese. "Avanti," aggiunse quando esitai, così la accontentati, spostandomi sul sofà in modo da darle le spalle.

"Così va bene," disse, e l’istante successivo cominciò a massaggiarmi le spalle, affondando le dita nei muscoli irrigiditi del collo e della parte superiore della mia schiena. Shizuru, nonostante l’aspetto languido ed elegante, aveva nelle mani una forza sorprendente e riuscì farmi un bel massaggio deciso. Involontariamente, mi lasciai sfuggire un sospiro.

"È davvero piacevole, Shizuru. Se questa storia della consulente investigativa non funziona potreste ottenere subito un lavoro come attendente ai bagni turchi."

Shizuru rise dolcemente.

"Sono felice che Natsuki pensi che io abbia molti talenti."

"Non è—mmmh!—questo che intendevo, lo sapete."

"Sì, ma mi piace prenderci un po' in giro."

"Non posso negarlo," dissi sottovoce.

Continuò a massaggiarmi le spalle per un altro paio di minuti e stavo proprio cominciando a rilassarmi, poi lei aggiunse qualcos'altro.

"Che cosa provate riguardo l'inizio del caso?"

"Io?"

"Bè, siete il narratore."

"Sì, ma…voi siete l'eroina. Sono solo qui per raccontare la storia."

"Mm-mm," disse, e la immaginai mentre scuoteva la testa, con l'ombra di un sorriso sulle labbra.

"Siete molto di più. Siete gli occhi e le orecchie dei vostri lettori, il tramite che li fa entrare nella storia. Siete al loro posto, mostrate loro come dovrebbero sentirsi, cosa dovrebbero vedere. C'è un motivo, dopotutto, per cui questo genere di storie non è mai scritto dal punto di vista dell'eroe o dell'eroina. Dubito che la mia prospettiva permetterebbe al vostro pubblico di identificarsi con facilità."

Aveva ragione.

"Vi concedo la vostra ultima asserzione, ma da quando la sottoscritta rappresenta il punto di vista altrui?"

In qualche modo, immaginavo che il pubblico della media borghesia che leggeva lo Strand avrebbe trovato ben poco in comune con una ragazza mezza giapponese di nascita illegittima, che respingeva qualsiasi assunzione sociale riguardo il ruolo delle donne nella società. Mentre Shizuru era l'emblema della Nuova Donna e del Vestire Razionale, visto che era indipendente dalla propria famiglia e aveva un lavoro eccetera, io sbalestravo completamente tutti gli archetipi. La camicia e i pantaloni che stavo indossando erano solo le prove di più superficiali di questo fatto.

Shizuru rise a bassa voce.

"Ammetto che Natsuki è una persona unica. Ma questo non è importante. I lettori vedono attraverso i vostri occhi e quindi vi immaginano più simile a loro. Condividendo i vostri pensieri con la narrazione in prima persona, il legame tra voi cresce. Questo succede anche nelle storie narrate da protagonisti malvagi, dove ci ritroviamo a sostenere il successo dell'antagonista prima ancora di rendercene conto."

"Da quando ne sapete tanto di tecnica letteraria?"

"Bè, i miei genitori erano insegnanti," disse, in tono quasi di scusa. Io, naturalmente, avevo saltato buona parte della mia educazione secondaria, avevo cose più importanti da fare (invece di imparare il genere di "attività adatte a una signora" che venivano offerte nel collegio in cui ero stata mandata, come portamento, etichetta, musica o acquerelli).

"Suppongo sia così," fui d'accordo.

"E inoltre, penso che sottovalutiate l'effetto positivo che la vostra prospettiva ha sui lettori maschi."

Mi voltai.

"State insinuando che sono mascolina?" strillai. Shizuru ridacchiò, coprendosi la bocca con la mano, gli occhi ridenti.

"Maledizione, che c'è di così divertente?"

"Kannin na, Natsuki," si scusò, continuando a ridere. "La vostra reazione è stata unica."

"Sono una ragazza, sapete. C'è una bella differenza tra comportarsi come una femminuccia e essere un uomo."

"Sono perfettamente consapevole che siete una donna nonostante il vostro abbigliamento e il vostro comportamento poco convenzionale," mi rassicurò.

"Sarà meglio," sbuffai.

"Quello che intendevo è che siete più adatta alle tendenze e alle aspettative di un lettore maschio. Reagite ad un insulto, ad un problema o ad una situazione di pericolo fisico nel modo in cui la società insegna ad uomo a reagire. Se qualcuno vi minacciasse con un coltello, urlereste, vi accartoccereste per il terrore, fuggireste o sverreste come farebbero le eroine dei romanzi gotici che vi piacciono così tanto?"

"Certo che no. Va bene capisco quello che volete dire. Ma non si può dire lo stesso di voi?"

Evitò educatamente di sottolineare tutte le volte in cui era stata l'epitome di una vera signora mentre esercitava la propria professione, invece adottò una tattica diversa.

"Ma voi siete il narratore, Natsuki. Io dovrei essere la persona insolita. Voi, d’altra parte, siete la voce, grazie alla quale il cuore dei vostri lettori non solo vede le vostre storie, ma permette loro di sentirsi parte di esse. L’intimità tra lo scrittore e il suo pubblico è la vera forza della narrazione in prima persona. Se non usate questa forza, allora potete semplicemente scrivere in terza persona, con la prospettiva più ampia che questa comporta."

Pensai a quello che stava tentando di dirmi.

"Quindi state dicendo che dovrei cominciare la storia nel modo che descrive meglio quello che stavo provando. Pensate che dovrei scegliere l'approccio che mi permette di comunicare meglio i miei sentimenti?"

"Sì, esattamente. Potreste pensare che i vostri lettori gradiscano il ritratto lusinghiero che fate di me—"

"Ehi, non è poi così lusinghiero. I lettori vogliono che i loro detective siano bizzarri. Almeno non sbarrate le finestre e vi chiudete in casa come Dupin. Giuro che non so se Poe stesse scrivendo un poliesco o una storia di vampiri! Quindi voi siete sana di mente, a confronto."

"Ara, non sono del tutto sicura che fosse un complimento."

Sospirai.

"Vi porgo le mie scuse, Shizuru. Vi state offrendo di aiutarmi e io me ne sto qui a fare commenti inappropriati e sarcastici."

"Natsuki è solo inesperta nel prendere in giro i propri amici, quindi sembra più rude di quanto in realtà non voglia essere."

"...Idiota."

Lei ridacchiò.

"In ogni caso, quello che volevo dire è che le vostre storie non trattano di 'Shizuru Viola che risolve un mistero', ma 'Natsuki Kuga che osserva Shizuru Viola risolvere un mistero'. Se la storia fosse narrata da qualcun altro – per esempio da me – non sarebbe altrettanto avvincente. Quindi dovreste cominciare la storia nel modo in cui è cominciata per voi, qualunque sia quello che voi considerate l'inizio del caso Holdernesse."

Ci pensai su.

"Sì, capisco quello che dite. Quando penso al caso, comincia con il preside che irrompe dalla porta e sviene ai nostri piedi. Ha quasi fatto cadere il vostro servizio da tè di Kyoto mentre andava giù."

"Sono felice che non l'abbia fatto."

"Quindi comincerò col descrivere di quanto sia stata stupita e confusa e andrò avanti da lì, di come abbia pensato che qualche improvvisa minaccia fosse entrata nelle nostre vite."

Stavano già cominciando a venirmi delle idee, frasi che avevo lottato per riordinare nella mia mente. Impaziente di metterle su carta, balzai in piedi, poi mi fermai e guardai la mia amica.

"Grazie, Shizuru. Dico davvero."

"Di nulla. Posso darvi un altro consiglio?"

"Certamente."
"Forse Natsuki non dovrebbe dire di aver rotto la mascella al segretario? Non credo questo sia il comportamento che qualcuno si aspetta da una signora, nemmeno dalla socia di un investigatore."

"Ehi, se l'è meritato. Per questo non mi ha denunciata, se si fosse lamentato di essere stato picchiato avrebbe anche dovuto spiegare il perché e questo gli sarebbe costato più di quanto sarebbe costato a me. E poi, non c'è modo che io possa scrivere quello che ho provato e al tempo stesso dare l'idea che sia stata felice che il Duca l'abbia lasciato andare."

"Allora forse potreste allontanarlo prima che arrivassimo? Mandarlo a cercar fortuna in Australia suona bene."

"Forse..." riflettei. Mi ci sarebbe voluto un po' per arrivare a quel punto della storia, ma ora almeno ero sulla strada giusta per arrivarci.

Sembrava che Shizuru non fosse brava solo a risolvere i misteri legati ai crimini.

~X X X~

Note dell'autore: gli appassionati di Shelock Holmes avranno già notato che Natsuki sta cercando di scrivere  "L'avventura del Collegio Priory". Devo dire che mi sono divertito nell'immaginare le reazioni di Shizuru e Natsuki ai personaggi di quella storia…in particolare all'opinione che avrebbe avuto Natsuki su Wilder (a qualcun altro ricorda Shiho, se il suo affetto fosse stato genitoriale e non romantico? È un po' un tema ricorrente in Conan Doyle se ci fermiamo a considerare "L'avventura del vampiro del Sussex") e i pensieri di Shizuru sull'amante originale del Duca. Sospetto che Shizuru tollererebbe Wilder meglio di Natsuki.

E per quanto riguarda le opinioni di Shizuru sulla dinamica dei racconti, noterò che ha ragione per quanto riguarda il canone…le storie che sono narrate da Holmes stesso ("L'Avventura del Soldato Pallido" e "L'Avventura della Criniera del Leone") in genere sono considerate le peggiori del mazzo, con i racconti in terza persona "L'Avventura della Pietra di Mazzarino" e "L'ultimo Inchino" che gli vanno subito dietro. Non è solo il personaggio di Holmes come detective, che conta, ma anche la voce narrante di Watson che descrive l'azione e ci fa entrare nel mondo di Holmes.

Per quanto mi riguarda, probabilmente non sorprenderò nessuno dicendo che il soggetto di questa storia è nato dalle mie frustrazioni con "Conosci i Miei Metodi, Natsuki". Solo che i miei problemi sono esattamente il contrario di quelli di Natsuki…conosco i criminali, le vittime, i moventi, i personaggi, i temi che voglio presentare, e quale parte delle sottotrame far avanzare. È il come…i dettagli tecnici del mistero e gli indizi che Shizuru trova per risolverlo…mi stanno facendo strappare i capelli dalla frustrazione. Ho cestinato tre diverse stesure del capitolo iniziale, e lo schema della storia è un casino! Ma continuo a impegnarmi…

 

  
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