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Autore: UnnaturalLaws    30/07/2015    0 recensioni
Eric sapeva di aver trovato il lavoro adatto a lui quando la nuova apprendista leader degli Intrepidi diede fuoco al suo appartamento. Una ragazza sfacciata e disobbediente, che amava tirare la corda – Spinner McCall insisteva nel voler distruggere la reputazione che Eric aveva faticato ad ottenere.
I limiti vengono superati, domande vengono poste e il duo scopre cose non solo di sé stessi, ma l’uno dell’altra.
***
Traduzione della fanfiction in lingua inglese di KieraKay. I diritti NON mi appartengono, il mio unico scopo è quello di tradurre dall'inglese all'italiano. I personaggi inventati NON sono di mia fantasia, bensì di quella dell'autrice.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Red

KieraKay
traduzione di UnnaturalLaws

 

Trama:
___________________
Eric sapeva di aver trovato il lavoro adatto a lui quando la nuova apprendista leader degli Intrepidi diede fuoco al suo appartamento. Una ragazza sfacciata e disobbediente, che amava tirare la corda – Spinner McCall insisteva nel voler distruggere la reputazione che Eric aveva faticato ad ottenere.

I limiti vengono superati, domande vengono poste e il duo scopre cose non solo di sé stessi, ma l’uno dell’altra.

 
Capitolo 1: And I'm Not Scared of Your Stolen Power

Disclaimer: non possiedo la saga di Divergent, i film o qualsiasi loro personaggio. Tuttavia, possiedo la trama e i personaggi che non riconoscerete. 

Disclaimer del traduttore: la trama, i personaggi inventati e i diritti della fanfiction non mi appartengono. Il mio unico scopo è quello di tradurre per lettori italiani. 
NdA: mi sono permessa di tradurre questa fanfiction al passato remoto per motivi di forma, poiché in italiano al presente non rendeva. Buona lettura!

***

 “Non lo farai.”
Uno stralcio di memoria ed inspirò profondamente, scrollando le spalle per scacciare la sensazione di dita immaginarie squarciare la sua pelle. Come le volte precedenti, nei brevi momenti di paranoia che la coglievano nel bel mezzo della sua vulnerabilità, le mani di Spinner si diressero repentinamente verso il colletto del suo maglione, aggrappandocisi. Con i soli polpastrelli, strattonò il tessuto verso il basso fino a quando le ossa della clavicola non furono esposte all’aria fredda del tetto dell’edificio, cercando i lividi scuri provocati da dita inesistenti. 

Ricordai a Spinner – mentre si aggrappava alla ringhiera per alzare uno stivale ed estrarne il pacchetto di sigarette che vi nascondeva all’intero – che faceva tutto parte di una simulazione e nulla di ciò che ricordava era mai accaduto. Come al solito, la rossa mi ignorò mentre afferrava l’accendino Zippo nascosto nel suo reggiseno, accendendo la sigaretta che giaceva tra le sue labbra. Cercai di dare sollievo all’ansia che stringeva il suo stomaco con altre parole gentili, ma venni interrotta dal rumore di passi sulla ghiaia.
“Quella roba può ucciderti, lo sai.” Quattro era in piedi di fianco a Spinner; si sporse dalla ringhiera per adagiare i gomiti su di essa, osservando gli alti edifici di fronte a loro.

Spinner sospirò esasperata, “Beh, non l’ho ancora accesa, ciò significa che non morirò nei prossimi cinque secondi.” Replicò con una leggera sfacciataggine nel tono, aprendo lo Zippo che accese facendo scontrare la rotella sulla sua coscia. Posizionò una mano di fronte alla fiamma e accese l’estremo della sigaretta, per poi richiudere l’accendino. Ne prese un lungo respiro, filtrando quanta più nicotina potesse nei suoi polmoni, poco prima di rilasciarla verso l’esterno tramite il naso. Spinner lanciò un’occhiata a Quattro e lui ricambiò lo sguardo, elusivo come al solito, “Beh? Presumo che tu non sia qui solo per espormi le statistiche di vita di chi fuma sigarette e per ripetermi quanto faccia male alla salute. Quindi, forza, sputa il rospo.”

C’era l’ombra di un sorriso sulle sue labbra. La sfacciataggine era una sua dote. La sua fazione nativa erano i Candidi. “Eric ti sta cercando.”

“Non sa che sono qui, vero?” Spinner picchiettò via della cenere dalla sigaretta. Fece un altro lungo tiro e lo esalò all’esterno dall’angolo della bocca. 

“Da quanto tempo sei qui sopra?”

“Un’ora, massimo un’ora e mezza.”

“Beh, questo dovrebbe rispondere alla tua domanda.”

Entrambe le sopracciglia di Spinner si inarcarono, sinceramente colpite da Quattro, che le sorrise di rimando. “Touché,” annuì. “Spero solo che non uccida Lauren.” Quattro inarcò un sopracciglo confuso e la rossa sospirò. “Le ho chiesto di distrarre Eric mentre io salivo qua sopra a prendere una boccata d’aria. Mi esaspera sempre quando sa che fumo nell’area.”
“Non è forse questa la ragione per cui il tuo appartamento è andato a fuoco?”

“Non credo siano affari tuoi, bub[*].” Spinner controbatté freddamente, volgendo gli occhi verso il basso ed osservando i rimasugli di fuliggine che si ostinavano a permanere sotto le sue unghie anche dopo settimane dall’accaduto.

Tutto iniziò con lei che si addormentò con una sigaretta accesa tra le labbra e terminò con Eric che trascinava il suo corpo incosciente fuori dall’inferno dell’appartamento. Trascorse quasi tre giorni nell’area medica per riprendersi dall’inalazione di fumo tossico e Eric fu tutt’altro che comprensivo. Le disse che si sarebbe meritata la morte per colpa della sua stupidità. Estremamente severo, secondo la mia opinione, ma non avrei potuto aspettarmi altrimenti, da lui.

“Sono stato io a dover evacuare l’intera area.” Le fece notare Quattro. Spinner roteò gli occhi e spense la sigaretta con la punta dello stivale. 


“La tua presenza comincia ad infastidirmi,” sogghignò lei, incrociando le braccia al petto. “Non devi andare nella stanza di controllo o cose simili?”

“Ah, credevo gradissi la mia compagnia.”

“Preferivo quando non parlavi, a dire la verità. Sai, quando eri un musone.”

“Non sono un musone.”

Spinner scrollò svogliatamente le spalle, mentre un sorriso sciocco nacque sulle sue labbra. “Potrei essermi sbagliata, dolcezza.” Si voltò, mentre il vento si alzava. Così, scorse Eric alle loro spalle, qualche metro più indietro. Le vene delle sue braccia muscolose erano ben visibili e queste ultime erano incrociate al petto, mentre i suoi occhi grigi parevano colmi d’irascibilità. Se gli sguardi potessero uccidere, Spinner in quel momento sarebbe stata incenerita; ma come al solito non se ne curò, alzando una mano in gesto di saluto.
Quattro la osservò in silenzio, come se fosse impazzita.

“Beh, dannazione. Sembra che io sia stata beccata,” Con due svelti passi in avanti, Spinner salì sul parapetto, al di sotto del quale vi era un’enorme voragine nel pavimento.

“Ti piace molto tirare la corda.” Commentò Quattro con un ghigno.

Non,” esclamò Eric, mantenendo il suo sguardo di ghiaccio su di lei. “osare.”

Spinner ammiccò a Quattro, mentre la sua natura ribelle si faceva spazio dentro di lei. “Certo che sì.” Senza nemmeno un attimo di pausa, sentii lo stomaco restringersi nel momento in cui si lasciò cadere giù dal parapetto, mentre la sua risata folle faceva eco durante la caduta nell’oscurità più completa.

 
 

 “Tu hai un desiderio di morte, Spin,” sospirò Lauren nel momento in cui Spinner atterrò sulla rete alla fine del buco, mentre la sua risata si affievoliva e si tramutava in uno sbuffo. “Eric mi ha quasi divorato dalla rabbia quando ha capito cosa stessi facendo.” Continuò l’istruttrice mora, abbassando la rete cosicché potesse afferrare l’amica aiutandola a scendere tramite un semi-abbraccio.

“Aveva la vena che pulsava sul collo?” Spinner ghignò beffarda mentre appoggiava nuovamente i piedi a terra. Era chiaro che trovasse la situazione molto divertente. Invece di tremare al solo pensiero di quali sarebbero state le conseguenze una volta che il Capofazione degli Intrepidi l’avesse avuta sotto mano, Spinner aveva un’euforia in corpo che mi fece dubitare della sua sanità mentale. Era più svitata di quello che credevo?

I tre cerchi d’argento sul sopracciglio di Lauren si inarcarono con esso, sicuramente condividendo il mio pensiero. “Ne aveva due, questa volta. Pensavo di essere giunta alla mia fine.”

“Mh, vuol dire che sto migliorando.” Il ghigno soddisfatto di Spinner si ampliò, mentre scrollava le spalle. Successivamente, frugò per qualche secondo nelle sue tasche e ne estrasse una torcia che aveva rubato dall’area medica durante il suo ricovero.

Lauren sospirò profondamente e Spinner si sporse verso di lei per lasciarle un bacio sulla guancia, prima di iniziare a correre attraverso il dedalo di corridoi. “Sei assolutamente fuori di testa, Spinner!” esclamò Lauren; io non potei essere più d’accordo con lei. “Ci vediamo stasera, okay? In caso Eric non ti abbia ancora strangolato a morte!”

“Fa parte del mio innegabile carisma! E il babbeo dovrà prima trovarmi, Sweets!” replicò Spinner, rimanendo impassibile al commento di Lauren, quando in un altro contesto quella frase l’avrebbe fatta uscire dai gangheri.

Dopotutto si trattava di Lauren, una ragazza con cui Spinner si identificava, di cui si fidava, che colmava la mancanza di disciplina da parte della rossa. Sembrava essere l’unica persona che riusciva a comprenderla del tutto. 


Spinner estrasse la torcia anche se i corridoi erano illuminati da delle lanterne blu. Non erano abbastanza luminosi per lei; non spazzavano via le ombre persistenti che spesso le apparivano in sogno. Il buio era una delle paure che non era mai riuscita a superare sin da bambina.

Qualcosa si mosse alla fine del corridoio e Spinner – da soggetto irrazionale qual era – aveva già la mano chiusa a pugno, pronta a sferrare un gancio. Non è necessario, le feci presente, ricordandole che i corridoi erano frequentati solo dagli Intrepidi. Il mio avvertimento ebbe breve durata, poiché una sagoma umana emerse dall’ombra e Spinner scattò in avanti con il pugno chiuso, usando tutta la forza necessaria per colpire.

Fortunatamente, la persona di fronte a lei fu piuttosto svelta da riuscire ad evitare un pugno di quella portata, afferrando il braccio di Spinner e piegandolo dietro la sua schiena. La torcia cadde a terra quando la persona voltò la rossa e la costrinse con la faccia contro il muro di pietra; Spinner fece in tempo a voltarsi con la guancia per evitare di rompersi il naso.

“Figlio di puttana!” Il fascio di luce fioca provocato dalla torcia rotolò per il corridoio, fermandosi per via della figura minacciosa di Eric, arrestandosi sul suo stivale. “Dio, sei al corrente che è consentito sorridere?” L’espressione dura del leader degli Intrepidi rimase, mentre l’angolo delle sue labbra si alzò in un leggero sogghigno.

“Petra?” La voce grezza di Max arrivò alle sue orecchie.

“Come va, Boss? Mi stai per spezzare il braccio.” Ironizzò Spinner, muovendo le dita del braccio che il capo degli Intrepidi aveva piegato dietro la schiena della ragazza. 

“Mi hai attaccato, Petra,” Max allentò la presa e fece voltare Spinner così da averla faccia a faccia, mentre una mano del Capo giaceva sulla sua spalla. La rossa serrò la mascella quando sentì pronunciare quel nome. Un nome segnato da anni di tragedie e avversità. Ma Max e il Consiglio Rappresentativo degli Eruditi, Jeanine Matthews, si rifiutavano di chiamarla con il suo nuovo appellativo. Lo trovavano... inappropriato.

Come al solito, la rossa non si curò di nulla.

“Scusa, forza dell’abitudine, suppongo.” Spinner sbatté le ciglia innocentemente – o quello che lei riteneva essere un “modo innocente” – verso Max, mentre Eric fece roteare gli occhi a fianco del Capo. “Sai quanto sono terrorizzata dal buio. Non ho pensato razionalmente.”

“Oh, stronzate.” Il tono di Eric era serio e Spinner ammiccò verso di lui con un occhiolino. Max si abbassò per recuperare la torcia caduta in terra. Grugnì poi in disappunto e Spinner, intimorita dal suo umore minaccioso, si limitò a sorridere ampiamente verso Max. Velocemente tramutò la sua espressione in una colpevole quando il capo degli Intrepidi tornò in posizione eretta e le porse la torcia.

“Dove sei stata? Eric ti ha cercato per tutta l’area.”

“Divertente. L’ho cercato anche io per tutta l’area,” mentì con semplicità, spegnendo momentaneamente la modalità Candidi. “Temo di averlo mancato ogni volta. Colpa mia.” Le due vene pulsanti riapparsero prepotentemente sul collo di Eric, rosso dalla rabbia; con la mascella serrata, il suo corpo palpitava dal nervoso. “Beh, mi avete trovata. Cosa posso fare per voi, guys?”

Max rilasciò la spalla di Spinner, per niente convinto; ad ogni modo, non commentò ulteriormente. Non lo biasimavo. Spinner era parecchio difficile da trattare. I tre iniziano a camminare per il corridoio, mentre il cipiglio di Eric si fece sempre più intenso.

“Come te la passi, ultimamente?” domandò Max, portando entrambe le mani a stringere il retro del suo collo. Lanciò un’occhiata al di sopra della sua spalla, incrociando gli occhi nocciola di Spinner. “A parte l’incendio nel tuo appartamento. Sei fortunata che c’era Eric, o non saresti viva,” aggiunse.

“Avrei volentieri lasciato la Candida impertinente bruciare viva. Per darle una lezione.” Replicò Eric in modo burbero. “Ma sfortunatamente, se lei dovesse morire, la responsabilità sarebbe mia.”

“Ah, dolcezza. Sei sempre così gentile,” rispose Spinner, in modo ironicamente smielato. L’ombra del corpo possente di Eric la coprì del tutto e le spalle del Capofazione si irrigidirono a quelle parole, ma rimase in silenzio. Spinner spostò nuovamente lo sguardo su Max e portò una mano a grattarsi il retro dela nuca, dove vi erano quattro piercing alla base. “Sto rivalutando gli Intrepidi. Sono... eccentrici, ma in senso buono.” 

Rivalutando?” Domandò Eric incredulo. Lanciò un’occhiata a Spinner mentre i suoi due piercing sul sopracciglio si inarcarono insieme a quest’ultimo. La ragazza mimò la sua espressione, una cosa che Eric odiava; la osservò ancora per qualche attimo, per poi voltarsi nuovamente verso il Capo. “Dove ha trovato questa ragazzina, Jeanine?”

“Da quello che so, sono stata abbandonata in una cesta sui gradini degli Eruditi.”

“Non sei divertente.”

“Lo so, sono una cazzo di comica.” Ghignò Spinner, mentre anche Max si abbandonava ad una leggera risata.

Eric non sembrò divertito e ringhiò, così da enfatizzare anche i miei pensieri. “Sei sicuro che io non possa ucciderla?”

“Positivo.”

“Come ho detto prima,” continuò Spinner, scattando in avanti, in mezzo ai due leader. “Gli Intrepidi sono piuttosto fighi.”

Io continuai a chiedermi per quanto tempo Eric potesse sopportare prima di spingerla giù dallo strapiombo.

***

[*] “Bub” è un sinonimo di “buddy”, “amico” in inglese.

Salve a tutti.
Sono relativamente nuova nel fandom di Divergent. Sono una grandissima fan di Jai Courtney (per chi non ne fosse a conoscenza, quel gran bell’uomo che interpreta Eric) e un giorno, vagando su siti di fanfiction inglesi, mi sono imbattuta in questa meravigliosa storia. L’orginale in questo momento ha 29 capitoli ed è sempre più intrigante, l’autrice aggiorna ogni mercoledì e sabato, ma io non sono certa del fatto che riuscirò a starle dietro.
Ad ogni modo, ho già quattro capitoli tradotti, quindi per iniziare, dovrei farcela.

Spero di aver tradotto in modo abbastanza soddisfacente, seppur avendo cambiato tempo verbale e alcune frasi che in italiano non avrebbero assolutamente reso.
Inoltre, spero che la fanfiction vi piaccia tanto quanto è piaciuta a me, perché ve lo garantisco, ne vale la pena.
Lasciate un commento anche se io non sono l’autrice, è interessante leggere opinioni differenti!
Un abbraccio, grazie a chi leggerà e recensirà, a chi leggerà e basta e anche a chi non leggerà (!).
UnnaturalLaws.









 
  
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