Storie originali > Giallo
Ricorda la storia  |      
Autore: _Crizia_    31/07/2015    2 recensioni
Un breve Giallo ambientato in un piccolo paesino fra le montagne, con una signora non troppo anziana che si improvvisa quasi-detective e dà una mano alla polizia nel venire a capo di un omicidio che porta con sé una storia ben più lontana nel tempo di quanto possa sembrare.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Delitto sul ghiaccio
 
Il primo venerdì mattina del Gennaio 2008, ero come al solito di turno per la manutenzione  della pista di pattinaggio.
Appena arrivai, andai al secondo piano dell'edificio dove si trovava lo spogliatoio con una grande vetrata che dava sulla pista ghiacciata.
Mentre pensavo a quanto fosse emozionante pattinare, la mia attenzione fu catturata da una strana figura che era a terra e non si muoveva.
Scesi immediatamente la scala agitata, aprii il cancelletto di legno che dava sulla pista, camminai tenendomi per la recinzione.
Quando mi avvicinai, scoprii che era la mia amica Alis, la quale era l'insegnante di pattinaggio che teneva i corsi ogni giovedì sera dalle 17:00 alle 19:00.
Il suo corpo giaceva a terra privo di vita, una ferita alla tempia, probabilmente era la causa della morte.
Lei era un'ex-campionessa di pattinaggio artistico e vederla lì in quello stato mi faceva raggelare il sangue nelle vene, per poco non svenni e scivolai, per fortuna che mi aggrappai alla recinzione.
Ancora confusa e stordita per quello che avevo visto, telefonai immediatamente alla polizia, che arrivò seguita dal direttore Mauro Tola - avevo avvertito anche lui.
Quando egli entrò nel palazzetto, un particolare mi balzò agli occhi: le sue scarpe erano zuppe d'acqua, quasi fradice, eppure in quell'ultima settimana non aveva piovuto mai.
Gli dissi: " É stato orribile, vederla lì, senza vita. ", lui rispose: " Già, povera Alis che brutta fine! ", dopo aver sentito queste parole mi venne un dubbio: come faceva a sapere che la persona cui mi riferivo era proprio Alis?
Possibile che la notizia della sua morte, a poco meno di due ore dal ritrovamento, avesse già iniziato a circolare?
Nella mia testa cominciarono a formarsi una serie di ipotesi: le scarpe fradice, quella risposta, la mia amica trovata morta da non molto tempo, possibile che il direttore potesse essere un sospettato?
Le mie riflessioni furono interrotte dal maresciallo Pino - anch'egli mio amico - che siccome conosceva il legame che univa me e la vittima , mi fece le condoglianze; qui ognuno conosce qualcosa di tutti, perché abitiamo in un piccolo paesino sperduto fra le montagne tirolesi.
Ebbene egli mi disse che la morte era stata causata da qualcosa di acuminato che le aveva fracassato il cranio.
Poi aggiunse che la scientifica non era stata in grado di stabilire specificamente l'ora del decesso in quanto il ghiaccio e la bassa temperatura della stanza che serviva a farlo mantenere avevano compromesso le naturali funzioni dell'organismo.
Dopo queste notizie Pino accompagnò me e il direttore alla centrale di polizia per alcune domande.
Fecero entrare prima Mauro e poi arrivò il mio turno; il capitano Tommaso mi chiese dove mi trovavo dopo le 19:00 della sera precedente e se qualcuno poteva confermare di avermi visto.
Io risposi che verso quell'ora ero partita da casa per andare al supermercato dov'ero rimasta fino alle 19:40 circa.
Dissi anche che il mio alibi poteva essere confermato dalla cassiera e dalla moglie del direttore della pista di pattinaggio perché dopo la spesa ci eravamo incontrate e avevamo conversato a lungo, tanto che quando guardai l'orologio che segnava le 20:00 l'avevo salutata in fretta, perché dovevo tornare a casa per preparare la cena.
Finito di rispondere alla loro prima domanda Pino e Tommaso si guardarono, dunque pensai di aver detto qualcosa che li avesse fatti insospettire.
Il maresciallo mi pose la seconda domanda chiedendomi se Alis mi avesse mai confidato se qualcuno la ricattava o cose del genere, visto che io ero la sua più intima amica: risposi con un "NO" secco.
Il capitano Tommaso mi fece accompagnare a casa dal maresciallo e durante il tragitto gli parlai dei sospetti che nutrivo su Mauro.
Pino invece mi confidò che durante l'interrogatorio del signor Tola, egli rispose alla prima domanda dicendo che era a casa con sua moglie, per questo il maresciallo e il capitano si erano stupiti quando io dissi loro che l'avevo incontrata e ci avevo conversato.
Io aggiunsi che il suo alibi era assolutamente falso perché a quell'ora si doveva trovare alla pista di pattinaggio dato i turni di lavoro.
La nostra chiacchierata era ormai giunta al termine perché eravamo davanti casa mia, prima di salutarlo gli chiesi se mi poteva tenere informata sullo svolgimento delle indagini visto che eravamo amici.
Mi disse che per lui andava bene anche se ovviamente il pubblico ufficiale non dovrebbe condividere certe informazioni con dei semplici cittadini, ma dato il caso eccezionale che mi vedeva coinvolta e in nome della nostra amicizia decise che per una volta poteva aggirare le regole.
La mattina seguente mi recai a casa di Alis, aprii la porta con la copia di chiavi che lei mi aveva dato per quando compiva dei viaggi per partecipare ad alcune conferenze sportive in giro per il mondo.
Una volta entrata mi guardai in giro e vidi appoggiato sopra una mensola il suo diario, solo in quel momento mi ricordai di alcune pagine segrete che riguardavano i lati più inquietanti della sua vita e che non mi aveva mai rivelato; sinceramente avevo sempre pensato che volesse fare un po' la misteriosa e che vi fosse scritto qualche cenno piccante dei suoi flirt che non voleva rivelarmi.
Sapendo dov'era la chiave, aprii il diario e iniziai a sfogliarlo, ad un certo punto mi accorsi che stavo leggendo quelle pagine che davvero contenevano una storia di grande rimorso e angoscia, così corsi immediatamente alla redazione del nostro quotidiano.
Una volta lì chiesi se potevo vedere il giornale della prima settimana del Gennaio del 1997, precisamente del giorno 3 dove vi trovai scritto - in un trafiletto fra gli articoli più importanti- che l'unica figlia del signor Mauro Tola era stata investita da un'auto la sera prima.
Il conducente -mai trovato- era ubriaco e aveva colpito la ragazza in pieno: ovviamente non si era fermato a prestare soccorso, non si era costituito volontariamente e non era stato possibile identificarlo perché i vetri dell'auto erano oscurati, era notte, c'erano pochissimi testimoni e, dato che l'auto non aveva minimamente frenato, non era stato possibile risalire al modello della macchina dalle inesistenti tracce di pneumatici lasciati sull'asfalto.
Il diario e il quotidiano parlavano della stessa persona: Alis!
Io non riuscivo a credere che Alis si fosse ubriacata, continuai nella lettura comparata di diario e giornale.
Alis quella sera aveva vinto un'importante competizione agonistica e per festeggiare era andata in un bar con altre pattinatrici sue amiche e colleghe, ma senza rendersene conto aveva bevuto troppo.
Ora avevo capito e trovato il movente che aveva spinto la persona che sospettavo a commettere l'omicidio, anche se rimaneva ancora oscuro come quella persona facesse a sapere tutto ciò.
Mancava soltanto l'arma del delitto, così decisi di ritornare sulla scena del crimine.
Mentre ero in macchina, telefonai al maresciallo per aggiornarlo della mia scoperta e dirgli dov'ero diretta.
Pino mi disse di aspettare all'entrata del palazzetto, perché mi avrebbe raggiunto, in quanto credevano -lui e il capitano Tommaso- che Mauro volesse sbarazzarsi dell'arma, perciò pensavano che avrei potuto correre seri pericoli.
Appena arrivarono, entrammo e sorprendemmo Mauro con una coppa triangolare in mano, dove su un angolo c'era del sangue rappreso.
La polizia lo arrestò, fecero analizzare il sangue: risultò essere quello di Alis.
Durante l'interrogatorio che portò a galla la verità, Mauro rivelò che aveva iniziato a nutrire dei sospetti su Alis dopo che l'aveva vista più volte guardare turbata proprio quel trofeo e che quando si accorgeva di essere osservata da lui cercava di trovare sempre una scusa e di allontanarsi il più in fretta possibile.
Così quella sera prendendola alla sprovvista aveva iniziato ad interrogarla per sapere la verità, erano iniziate a volare parole grosse e da lì uno scatto d'ira che aveva portato il signor Mauro al punto di non ritorno.
Dopo aver pulito la coppa me la diedero per un momento, quel tanto che bastava per leggere "Ad Alis prima classificata al campionato regionale. 02/01/97", chissà, forse sarà stata solo una coincidenza che l'assassino , per ucciderla, avesse preso proprio quel trofeo?
Che starna e pericolosa avventura può rivelarsi la vita!   
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: _Crizia_