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Autore: OniceViola    31/07/2015    3 recensioni
"Mio padre vuole mantenere i nostri problemi in famiglia. Noi due soffriamo di un rapporto Shakespeariano,
che sconfina con la tragedia greca. "(Lucas)
Utilizzando i pochi personaggi caratterizzati decentemente dagli sceneggiatori di Terra Nova, un seguito della prima e unica stagione. Partecipa al Lucket Valentine Challenge, che potete trovare sul Tumblr "Thank you, Bucket".
Anno 2149, la scoperta di poter raggiungere una nuova Terra, su una diversa linea temporale, ha dato speranza a un mondo morente, senza ossigeno o risorse naturali. Pochi fortunati coloni, sotto una rigida dittatura paramilitare, ricreano una civiltà in una Terra in cui ci sono ancora i dinosauri. Le cose però non sono semplici: una ribellione interna e l'invio di un esercito mercenario, intenzionato a depredare ogni risorsa, fanno precipitare Terra Nova nel caos. Che cosa è successo dopo che Lucas e il suo esercito mercenario, il Gruppo Phoenix, sono stati sconfitti? Come si è ripresa Terra Nova dopo la scia di morte e distruzione conseguenza dell'Occupazione militare di Lucas Taylor? Ecco la mia storia!
NB Non so chi abbia i diritti, ma sicuramente non li posseggo io. Nulla di tutto ciò è a fine di lucro.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elisabeth Shannon, Lucas Taylor, Nathaniel Taylor
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Titolo: Le cose che rimangono
Titolo del capitolo: Special (seconda parte)

Genere: Sci-fi
Autore: OniceViola
Prompt: #17 Anello
Fandom: Terra Nova
Rating: per un pubblico maturo
Avvertimenti: è, ovviamente, il sequel di Special (prima parte)
Note dell’autore: partecipa al Challenge in Love indetto da Marlene sul forum di Efp. Partecipa al contest “Film e telefilm, dimmi qual è il tuo “, indetto da Aturiel sul forum di Efp

 


Special (seconda parte)
 

 

La porta della cella si apre cigolando. Quando suo padre entra, niente sul suo volto gli dà qualche indizio, per capire se sta portando una notizia buona o una cattiva.

“ È nato?” gli chiede Lucas.

“Quindi è un maschio?”gli risponde il Comandante” Skye non mi parla da mesi, non mi ha detto nulla”

“Strano, sei un uomo che ispira fiducia e che emana tanta compassione,” ribatte Lucas, il sarcasmo che trasuda dalla voce.

“Figliolo...”

“NON CHIAMARMI COSì!” gli urla Lucas, facendo un passo indietro “ Non sei neanche vagamente degno di essere un padre...”

“Va bene, va bene. Non urlare. E a proposito di padri, tuo figlio ti sta aspettando”

“ Bene. Portami a vederlo”

“Non così in fretta. Non mi fido”.

“Dio santo, vecchio. Tutto quello che vuoi, basta che usciamo di qui!”

Nathaniel tira fuori dalla tasca un paio di manette. Lucas si mette a ridere.

“Fantastico! Vuoi che incontri così il tuo primo nipote?”

Nathaniel non gli risponde, ma lo ammanetta e lo spinge fuori dalla cella.

 

È quasi notte, in giro non c'è nessuno.

L'ospedale è deserto.

Skye è sola, nessuno nella sua stanza, nessuno fuori, in attesa. Lucas nota immediatamente che non ci sono fiori, né orsacchiotti, vicino al suo letto. Lei è stesa sui cuscini, pallidissima. Non li guarda quando entrano, ma tiene la testa ostinatamente voltata verso il muro.

Nessuna famiglia festosa per l'arrivo di questo bambino. Nessun amico che porta in dono buffi giochi. Nessun regalo, fiocco o palloncino.

Dove diamine sono tutti? Come hanno osato, questi maledetti idioti, lasciare da sola Skye? Dove è sua madre?

Lucas vorrebbe urlare la sua frustrazione e la sua rabbia. Tira un profondo respiro, per calmarsi, e poi le si avvicina.

Le sfiora la mano con una carezza.

Lei si ritrae.

“Come stai?”le chiede.

“Ho appena partorito. Indovina come posso stare...”gli risponde lei, con una smorfia. Un rivolo di sudore le corre dalla fronte, scendendo lentamente fino al collo.

Un'infermiera entra con un minuscolo fagotto tra le braccia. Se è stupita di vedere nella stanza il comandante in capo della Colonia, insieme a un giovane magro, ammanettato e che dà l'impressione di essere come una belva in gabbia, non lo mostra. Tende il bambino verso i due uomini, con i gesti esperti di chi lo ha fatto mille volte. Lucas spalanca gli occhi. Alza i polsi ammanettati e con un dito accarezza la guancia del piccolo.

“Si chiamerà Julius!”afferma sicuro” È il nome di uno dei più grandi fisici del passato. Senza di lui non avremmo avuto gli studi sull'acceleratore di particelle e sulle conseguenze dell'utilizzo dei deuteuroni e anche...”

“Come vuoi. Basta che non sia Nathaniel jr,” lo interrompe Skye.

Il comandante sussulta, ma fa finta di niente.

Il neonato apre gli occhi e sbadiglia. Lo sguardo di Lucas, quando lo vede muoversi, diventa enorme. Gli occhi gli si spalancano e sembrano mangiarsi la faccia, smagrita dai molti mesi in prigione. Il ragazzo si volta verso Skye.

“Non ho neanche un anello da darti,” mormora, come parlando a se stesso.

“Da te non voglio nulla...”

Nathaniel, dietro di loro, tossicchia. Sembra imbarazzato. Lucas odia che suo padre assista alle loro schermaglie.

Il suo rapporto con Skye non è mai stato facile, non sembra che sia mai abbastanza. Nulla, di quanto potrà mai fare, sarà mai sufficiente, per cancellare il passato, quello che lui ha fatto. O quello che suo padre ha fatto a lui. Chi controlla il proprio passato controlla il proprio futuro, aveva detto a Skye, qualcosa come milioni di anni fa. Che beffarda, amara, ironia.

Il Comandante porge qualcosa a Lucas. Il figlio lo guarda, con un sorrisetto storto.

“Per caso ti sfugge che sono ancora ammanettato?”

Allora Nathaniel, con un sospiro esasperato, allunga la mano verso Skye, per darle qualcosa che tiene nascosto nel pugno.

“Era di Ayani, avrebbe voluto che lo avessi tu”

Skye apre la mano. E' un anello. Non dice niente, non lo mette. Ma lo posa sul comodino. È un inizio.

In quel momento, il piccolo inizia a piangere.

Nathaniel lo prende in braccio. Sembra così minuscolo in braccio al grande Comandante.

“Togli. Quelle. Mani. Da. Mio. Figlio.” gli ringhia Lucas.

Nathaniel prende un profondo respiro, e butta fuori la sua decisione, quella su cui ha rimuginato nelle settimane precedenti.

“Non puoi crescerlo in una cella. E Skye è ancora una bambina. Lo terrò io. Me ne prenderò cura io.”

“Non osare. Farò marcire questo posto prima che tu riesca a portarmi via anche mio figlio.” gli risponde Lucas, perdendo rapidamente la calma.

“Lucas, ragiona! Skye deve continuare il suo tirocinio all'ospedale. Tu non sei sicuramente in grado di occupartene. O intendi trasformare il mio carcere, in cui sei rinchiuso per aver cercato di ucciderci tutti, in una nursery?”

“FIGLIO DI PUTTANA! Dovevo accoltellarti con più forza, quando ne avevo la possibilità!”

“Non hai neanche mai conosciuto tua nonna, non darei un giudizio così severo!”

Lucas gli si avventa contro, tentando di strappargli via Julius.

“Basta!”urla Skye” Smettetela!”

I due uomini si fermano. Skye tende le braccia per prendere il piccolo. Lo sistema sulla sua spalla e fulmina con lo sguardo Nathaniel Taylor.

“Non prenderai questo bambino. Crescerà in una cella o me lo porterò dietro quando andrò in ospedale. Hai avuto i tuoi processi. Hai avuto la tua vendetta. Non mi porterai via l'unica cosa che mi rimane. E ora fuori. Tutti e due. Andatevene! “ordina Skye, la voce sempre più fioca.

 

 

 

Prima di chiudere la porta della cella, Nathaniel si ferma a guardare suo figlio. Dopo che l'ha liberato dai legacci, si è seduto sulla branda. Non ha detto una parola durante tutto il tragitto dalla prigione all'ospedale. Lui ha cercato di dire qualcosa, di commentare il peso di Julius o di quanto avesse un naso carino, sicuramente il naso di Skye, ché la famiglia Taylor aveva solo nasi importanti.

Lucas non aveva proferito una sillaba. Ma si era voltato a guardare, quando avevano incrociato Mark e Maddy, che ridevano, abbracciati. Stavano tornando dal bar di Boylan, per quello che sembra chiaramente un appuntamento ben riuscito. Il suo soldato sorrideva, mentre accarezzava i capelli della figlia di Jim. Sembravano così giovani. Così felici. Lucas è rimasto impietrito a guardarli, tanto che il comandante ha dovuto afferrarlo per un gomito per farlo riprendere a camminare.

Quando chiude la porta della cella, ha un'ultima immagine del figlio. Lucas è raggomitolato su se stesso, mentre si copre la faccia con le mani.

Mentre imbocca il corridoio per andarsene dalla prigione, gli sembra di sentire un singhiozzo soffocato. Deve combattere l'impulso di tornare indietro e abbracciarlo. Quel figlio che lo odia così intensamente da non lasciargli neanche tenere in braccio il suo nipotino. Quel figlio che lui stesso ha condannato.

Quando chiude la porta d'ingresso della prigione, i soldati di guardia scattano nel fargli il saluto. La luna piena rischiara ancora la colonia, ma Nathaniel sa che è solo un'illusione. Sta già declinando, sta diventando calante e presto sarà solo un buco nero, vuoto, proprio come in quel momento gli sembra che sia il suo stesso cuore.

 

 

 

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