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Autore: bieber_ollg    03/08/2015    3 recensioni
"Sono innamorato della mia migliore amica" dissi io, mi ero scavato la fossa da solo ma era arrivato il momento.
"Che-che cosa vuoi dire?"mi chiese balbettando.
"Che sono innamorato di te, Celine" sospirai.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO.

“i’m in love with my best friend”

 

CELINE POV

“Justin, cristo santo,concentrati! “ sbottai incazzata.  Era da un ora che cercavo inutilmente di spiegargli questi cazzo di appunti e continuava a pensare ad altro, mi stava facendo pure perdere tempo, stronzo.
“Dai Celine, scusa è solo che non riesco a capire il contenuto. “ spiegò. Quasi mi faceva pena, ma sapevo che aveva la testa da un’altra parte per altro.
“Pensi sia nata ieri? “ domandai. “ So che stai così per Faith “ dissi. “ Non merita le tue attenzioni, è una puttana. Io l’ho sempre detto, tu non mi hai mai dato ascolto però.” conclusi.
Faith era una ragazza della nostra scuola. Era davvero una bella ragazza, tanto bella quanto stronza. Justin ne era cotto da mesi e finalmente quest’anno hanno iniziato a frequentarsi. Tutto è iniziato da un progetto a coppie (di qualche settimana fa). Una settimana fa però Justin la trovò sul retro della scuola a pomiciare con Logan, un ragazzo della squadra di basket. Patetica. In fondo, per quanto potevamo litigare, Justin era il mio migliore amico e non meritava di certo questo.
“Lo so, avrei dovuto darti ascolto. Ma mi piaceva un sacco, adesso credo di odiarla però! “ disse. “ Mi urta solo il fatto che le sono stato dietro per mesi “ finì.
“Hai ragione, avresti dovuto darmi ascolto “ ridacchiai e lui con me.
Io e Justin siamo amici dalle elementari, migliori amici. Siamo sempre andati a scuola insieme, anche nella stessa classe. Solo al liceo no perché alcune lezioni erano diverse, ma la maggior parte dei casi ci “acchiappavamo”.
Dopo due orette finì di dargli ripetizioni, che gentilmente avevo accettato di svolgere per il suo bene. Fortunatamente ne aveva bisogno solo in matematica.
Salutai Pattie – adoravo quella donna – e mi incamminai a casa mia, non molto distante da lì. In realtà “non molto distante” significa “vicini”. Si, non lo devo sopportare solo per il fatto che è il mio migliore amico, ma anche per il fatto che è il mio vicino. Lo conobbi circa a sei anni, la sua famiglia era appena arrivata qui a Los Angeles e tutto iniziò un pomeriggio, quando mia madre invitò i nuovi vicini a prendere un caffè. Iniziai a giocare con Justin, che allora aveva sette anni. Aveva perso un anno di scuola per via del trasloco e robe simili. Le nostre stanze anche erano “vicine”; la mia veranda affacciava alla sua e la sua affacciava alla mia. Buffo vero? Saranno circa cinque metri che ci dividono.
“Mamma, sono tornata! “ gridai per farmi sentire. “ Sono qui! “ sentì dire, urlando.
Mi sporsi affacciandomi alla cucina e vidi mamma cucinare. Chissà cosa cucinerà di buono questa sera.
“Cosa si mangia per cena? “ chiesi entrando nella stanza. Aprì il frigo e mi versai un bicchiere d’acqua. “ Sugo. “ rispose. Ottimo, adoravo il sugo di mia madre. “ Come sono andate le ripetizioni? “ mi chiese mentre girava la pentola. “ Bene, ora vado di sopra nella mia camera, chiamami quando è pronta la cena. “
Detto questo andai nella mia camera e sprofondai nel mio amato letto. Chiusi gli occhi ma subito mi alzai, decisa a farmi una doccia e rinfrescarmi. Mi recai nel mio bagno personale e mi spoglia. Buttai i vestiti nel cesto dei panni sporchi e mi infilai nella doccia.
Dopo una mezz’ora abbondante – amavo fare la doccia – uscì e mi avvolsi in un’asciuga mano, non molto grande. Mi arrivava giusto sotto il sedere e mi ricopriva il seno, ma infondo io nella mia camera sarei dovuta andare. Uscì dal bagno e presi la biancheria dal cassetto. Preparai degli shorts bianchi che usavo per casa e una canotta rosa chiaro. Hey, siamo ametà aprile ma faceva caldo. Soprattutto in questa casa, il sola ad ogni ora.
Mi affacciai un attimo alla finestra per vedere se Justin fosse nella sua camera e ovviamente chiudere le finestre. Non c’era. Probabilmente era andato agli allenamenti di basket. Si, era nella squadra anche lui. Decisi poi di chiudere solo la tendina semi-trasparente. Tanto non c’era nessuno e faceva caldo, fortunatamente copriva, ma non molto.
Mi tolsi l’asciuga mano e mi infilai la biancheria e i vestiti precedentemente preparati e mi pettinai i capelli. Misi un po’ di crema idratante in faccia quando sentì chiamarmi da mia madre, prima di scendere però decisi di aprire la tenda per far passare un po’ d’aria. Dopo cena avrei passato la serata a vedere un film e sarei stata da sola perché mamma doveva andare a fare un massaggio ad una sua amica e Justin sarebbe stato con i suoi amici.

JUSTIN POV

Dopo le ripetizioni con Celine mi preparai con la mia tuta da basket, avevo gli allenamenti.
Presi il borsone e scesi subito le scale, mi toccai la tasca per prendere il telefono ed avvisare i miei amici del mio arrivo ma non lo trovai. Probabilmente l’avevo lasciato sul comodino.
Appoggiai il grande borsone ai piedi della porta e salì – con fatica – le scale. Entrai nella mia camera e presi il cellulare che avevo lasciato sul comodino. Quando alzai lo sguardo vidi una scena che mi lasciò senza parole: il corpo sensuale di Celine. Probabilmente aveva capito che non ci fossi e aveva deciso di chiudere solo la sua tendina rosa semi-trasparente (che amavo). Riuscivo solo a vedere la sua figura e le sue forme, sfortunatamente. Mi sentì mancare quando d’un tratto aprì la tenda, ma fortunatamente fui veloce e mi abbassai subito, in modo che non mi potesse vedere. La osservai un attimo prima che sparì dalla mia visuale e mi accorsi del suo reggiseno fucsia a contrasto della sua magliettina rosa. Oh dio. E poi quando si girò per andare a fare chissà cosa potei dare un’occhiata al suo fondoschiena mozzafiato che tanto adoravo. Solo dopo mi resi conto che il pantaloncino che indossava era bianco – e vecchio e si poteva intravedere la sua mutandina, anch’essa fucsia. Gesù, posso morire felice, adesso.
Chiusi un attimo gli occhi, svegliandomi dal mio stato di trance. Se ve lo state chiedendo, si: mi piace Celine, e non poco. Ero innamorato di lei dalla prima media ed ora eravamo al quarto anno di liceo. E’ passato un sacco di tempo e la cotta per lei non mi è mai passata.
Cercavo di avvicinarmi ad altre ragazze per non pensarla e sembrava funzionasse quando inziai a frequentarmi con Faith, era carina e mi sembrava giusta per poterla dimenticare ma mi sbagliavo. Mi ero stufato di lei, ma non volevo soffrisse. Quando l’ho vista pomiciare con Logan, bingo pensai, così avrei trovato una scusa vera per lasciarla. La fottuta verità è che mi piace Celine e prima alle ripetizioni ero distratto per LEI, non per Faith. Continuavo a pensare a come quel top – abbastanza scollato – che indossava le facesse risaltare il suo seno proporzionato. E mi faceva impazzire come quella collana che indossava sempre con il ciondolo a luna cascasse sulla sua gola, quasi ad arrivare allo spazio tra i suoi seni. Mi stavo eccitando solo a pensarlo. Fortunatamente prima non mi mossi dal letto, e non poté vedere il mio “piccolo” problemino che ho risolto da solo, ew, si, lo so. Mi ero soffermato anche sulle sue lunghe gambe incrociate, strette dai jeans aderenti – forse fin troppo – ed infine aveva al piede le vans che le regalai un anno fa, per il suo compleanno.
A svegliarmi dai miei pensieri fu il cellulare che ancora tenevo tra le mani e risposi senza pensare “ Pronto”  risposi, ancora sognante. “Justin, amico. Da quanto. Sai, mi stavo giusto chiedendo se saresti stato presente all’allenamento che doveva iniziare dieci minuti fa, giusto per curiosità. “ disse Ryan,viva il sarcasmo. Un attimo? Dieci minuti? Avevo davvero passato quindici minuti nella mia camera a pensare alla mia migliore amica? “ Scusami Ryan, arrivo subito ho avuto un contrattempo “ mi giustificai.
Avvisai mia madre che stasera dopo gli allenamenti sarei andato da i miei amici e non da Celine come QUASI ogni sera e mi incamminai verso la palestra, consapevole del sentimento non ricambiato da parte della mia migliore amica.

   
 
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