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Autore: LauLiu    04/08/2015    2 recensioni
"La nostra storia è ambientata nel fortunato mondo di Guelm,
gli dei donarono a questo pianeta la vita attraverso la Fiamma eterna.
Una fiamma potente e perfetta, se non per il fatto che avesse bisogno di una guardiana.
Nella capitale Gings, viene scelta la fanciulla più virtuosa dell’intero mondo,
affinché dedichi la sua vita a custodire la Fiamma.
Questa, per mantenere vivo il pianeta desidera però per se l’attenzione della custode,
che è quindi costretta ad non allontanarsene mai."
La vita nel mondo di Guelm era stata donata dagli dei tramite una sacra Fiamma.
Questa, però, aveva bisogno di una guardiana che la custodisse.
Alla custode non era concesso amare.
Ma cosa succederebbe se la sua strada si incrociasse con quella di un uomo?
Spero, con queste poche parole, di avervi incuriositi e invogliati a leggere la storia.
Spero che vi piaccia, mi raccomando: recensite! ;D
Maka_baka
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La ragazza del muro


La nostra storia è ambientata nel fortunato mondo di Guelm, gli dei donarono a questo pianeta la vita attraverso la Fiamma eterna. Una fiamma potente e perfetta, se non per il fatto che avesse bisogno di una guardiana.

Nella capitale Gings, viene scelta la fanciulla più virtuosa dell’intero mondo, affinché dedichi la sua vita a custodire la Fiamma. Questa, per mantenere vivo il pianeta desidera però per se l’attenzione della custode, che è quindi costretta ad non allontanarsene mai.

Perché?! Come?! Cosa ho fatto?! Proprio lei… ”

Erano passati giorni ormai da quando l’aveva vista, per un solo sfuggente momento poté ammirare i sui setosi capelli argentei, ricordava appena il suo viso, poiché un semplice umano non era degno di conservare il ricordo di una dea. Eppure il pensiero di quei capelli senza un volto lo tormentava da giorni, non riusciva a seguire le lezioni a scuola, a parlare con i suoi amici o addirittura a dormire.

Che ore erano? Non gli importava, doveva assolutamente rivederla, si vestì in fretta, inciampò infilandosi i jeans, dalla fretta si dimenticò il giubbotto.

Il freddo pungente della notte gli trafisse la pelle coperta dalla sottile maglietta, ma non gli importava, iniziò a correre. Il freddo passò, accelerò al pensiero di quel muro. Ricordava come fosse ieri la prima volta che lo aveva visto.

Stava tornando a casa dopo la scuola, incurante dei tristi e monotoni palazzi in cemento, quel muro di pietra si ergeva fieramente in tutta la sua altezza, impenetrabile, inscalabile. Al suo interno un bellissimo giardino, con piante e fiori mai visti, che si potevano scorgere da una solitaria grata al centro del muro. Era proprio li che aveva visto quella donna, solo per un istante.

Si fermo ansimante davanti alla grata, non c’era nessuno…

-Cosa speravo di fare?..- sospirò, sedendosi per terra con la schiena poggiata contro il muro. Il respiro si trasformava in fredde nuvolette. Portò le mani al viso come se queste gli potessero dare conforto, il freddo che l’eccitazione momentanea aveva tenuto lontano, iniziò a farlo tremare. Iniziarono a cadere i primi fiocchi di quella che sarebbe stata sicuramente una lunga nevicata.

Nonostante i tremori del freddo fossero diventati evidenti non si mosse, che senso aveva la sua vita? Perché proprio lei? Perché proprio una custode? Mentre ragionava di questi fatti una coperta volò oltre l’alto muro e cadde poco lontano da lui. Incuriosito si avvicinò, allungò la mano per prenderla, ma proprio in quel momento sentì una voce degna del coro angelico che allietava le giornate degli dei.

-Sento da qua i tuoi denti che sbattono, copriti o ti ammalerai.-

Dimenticandosi dell’oggetto che fino a quel momento aveva la sua più completa attenzione corse alla grata.

Come? Come aveva potuto dimenticare quel viso? La pelle un tempo candida era diventata scura, come quella di un contadino. Non era tuttavia macchiata o rovinata dal sole come spesso accade agli agricoltori, era invece liscia, perfetta, immacolata.

-S-salve…-

Non fece in tempo a finire la frase che la guardiana si voltò per andarsene.

-Aspetta!.. Ti prego non andar via..-

-Sai chi sono?- poté vedere i suoi perfetti e bianchi denti.

-La guardiana della sacra Fiamma..-

-Allora perché perdi tempo a parlare con me..-

-Il solo poterti guardare è per me un onore, parlarti non può certo essere una perdita di tempo..-

Quella si portò la mani alla bocca per la sorpresa, dopo un breve istante, spostò la ciocca di capelli che le copriva gli occhi. Vitrei, spenti, senza nessuna voglia di vivere...

-Ti prego va via ora..-

-T-tornerò domani, ti prego aspettami qui alla stessa ora.-

Sulla strada di casa non vide nessuno, oppure era lui a non essersi accorto di quello che lo circondava. Non aveva detto si, si era limitata ad arrossire leggermente e tornare da dove era venuta.

La notte successiva si fece attendere ma arrivò, ancora più fredda della precedente, le strade erano ghiacciate, rischiò di cadere un paio di volte, ma non gli importava, doveva rivederla ancora.

Arrivò, la neve sulle strade era alta eppure il giardino era verde ed immacolato, come si trovasse da un’altra parte rispetto al gelido mondo che lo circondava.

Aspettò, il giardino continuava ad essere verde, la neve sembrava quasi evitarlo di proposito per non macchiarne la bellezza.

Lei non venne.

Non venne neanche il giorno dopo e quello dopo ancora, ma lui non si scoraggiò mai.

Nonostante non la vedesse più, continuò a parlarle e raccontarle del suo amore per lei.

Passarono le settimane, i mesi, gli anni, era ormai diventato un medico di successo, aveva salvato molte vite nel corso della sua carriera, era ricco e con una bella fidanzata, eppure sentiva che gli mancava qualcosa. Nonostante tutto quel tempo, continuava a recarsi al muro, ormai non ne ricordava più il motivo, eppure continuava a farlo.

Parcheggiò la sua auto sportiva lì vicino, quella sera si era portato un libro di anatomia da leggere per passare il tempo.

Starnutì “Avrei dovuto portarmi il giubbotto, cosa vado a pensare non sono più un ragazzino.”

Starnutì ancora e ancora, ma non gli importava, voleva solo sedersi e leggere il suo libro.

Dopo poco il freddo inondò completamente il suo corpo, i denti iniziarono a battere l’uno sugli altri, incurante continuò comunque a leggere.

-Possiamo quindi affermare che l’aorta …- sentì il rumore di un abito che cade a terra e poi una voce che non sentiva da tanto..

-Sento da qua i tuoi denti che sbattono, copriti o ti ammalerai.-

Quella voce, solo un idiota avrebbe potuto dimenticarla, la sua mente iniziò a correre a ritroso fino a quella notte di trenta anni prima.

Speranzoso di rivederla, quello che apparve dinnanzi ai suoi occhi non era però la ragazza che pensava di ricordare, ma bensì una dea dalla pelle scura e i capelli argentei.

-Oh guardiana mia, ti prego scusami ti ho dimenticata.- Disse quasi buttandosi in ginocchio.

-Come puoi avermi dimenticata se vieni qui ogni notte?-

-Allora mi ascoltavi?- disse il medico con voce titubante dopo un attimo di esitazione.

-Si- quella parola tanto desiderata uscì dalla sua bocca con tanta semplicità che quasi lo fecero arrabbiare.

-Perché non mi hai mai risposto, perché?-

-Perché non posso, per il bene del mondo intero, io devo essere la donna del Fuoco, sono qui per dirti di non tornare mai più...-

-COME?! Come puoi privarmi adesso che l’ho ricordata della tua splendida voce, al cui confronto il canto degli usignoli impallidisce, della tua pelle, levigata e perfetta come la superficie di un diamante, ma scura e attraente come l’ombra...-

Quella restò senza parole.

-Ebbene, piuttosto che rinunciare a te, trasgredirò alle leggi dettate dagli dei stessi scalando questo impervio muro!-

Detto questo iniziò ad arrampicarsi, come faceva da bambino sugli alberi del parco. Più saliva più diventava forte, i suoi muscoli poco tempo prima freddi erano caldi e pronti a sollevare il mondo intero. Più saliva più le sue energie aumentavano, più saliva più il suo amore cresceva.

-Fermati ti prego...- Riuscì a sussurrare lei.

Ignorò quelle frasi dette con tono così poco convinto, doveva solo arrivare in cima, questo sentiva...

Ma il freddo aveva ormai gelato quelle vecchie pietre, scivolò, cadette, assaporò per breve tempo il sapore della sconfitta, non gli piacque, si rialzò e riprese da capo la scalata, sentiva dolore ovunque ma voleva continuare.

-Smettila, morirai di questo passo!-

Cadette molte volte quella notte, perse il conto, ma con le mani sanguinanti , i vestiti stracciati e orribilmente ferito arrivò finalmente in cima.

Respirò profondamente l’aria fresca del mattino, proprio quando stava scendendo dal lato opposto del muro, le energie che lo avevano accompagnato per tutta la notte lo abbandonarono di colpo. Le mani qualche istante prima chiuse attorno alla roccia, in una salda presa si aprirono, le gambe cedettero allo sforzo piegandosi, la forza di gravità fece il resto trascinandolo a terra.

Non aveva più neanche le energie per alzare la testa, respirava a malapena, probabilmente si era rotto la schiena o le costole, o magari entrambi. Sorrise al pensiero che sarebbe probabilmente morto per cosa poi...

Nooooooo..”

Corse, fino ad arrivare all’uomo che le aveva cambiato la vita.



Quella scelgo quella, disse l’anziana custode indicandola con il suo dito ossuto e squadrandola con i suoi occhi ciechi.

Le era stato detto che avrebbe passato la sua vita a prendersi cura della Fiamma, non avrebbe mai più conosciuto nessuno, poiché lei apparteneva alla Fiamma.

I suoi genitori non si opposero a questo crudele destino, ne furono anzi onorati, e cedettero volentieri la loro unica figlia.

Aveva passato la sua infanzia nel più completo isolamento ad osservare la Fiamma, a venerare la Fiamma, quella era la sua unica ragione di vita, i suoi occhi abbagliati da cotanta bellezza divina stavano diventando ciechi.

Eppure un giorno lo vide, era dall’altra parte del muro, stava morendo di freddo, lo aveva capito dal rumore dei denti, aveva quindi pensato di dargli una coperta. Quello era però corso alla grata e aveva iniziato a farneticare frasi senza senso, nonostante lo avesse mandato via, continuò a tornare ogni sera. Cercò di ignorarlo ma non ci riusciva, anche quando smise di cantarle il suo amore, a lei bastava star seduta, con solo quel muro a separarli.

I suoi occhi, poterono conoscere una nuova luce, non divina, mortale, ma altrettanto bella, chiamata amore.”


-Ti prego rispondimi!- la voce rotta dal pianto e le lacrime che le rigavano il viso, la facevano apparire ancora più innocente e bella agli occhi dell’uomo.

-Eccomi amore... sono finalmente arrivato-

-Trentadue volte...-

-Come scusa?-

-Sei caduto trentadue volte, stupido idiota!- disse scossa dal pianto.

-Q….questo perché ti amo! E tu, o mia dea, tu mi ami?-

-No, non posso...-

L’uomo fu trafitto da un dolore talmente forte da fargli dimenticare quello del corpo.

-Ciò che provo io non conta, io appartengo alla Fiamma e per...-

-APPARTIENI SOLO A TE STESSA!- urlò l’uomo con le ultime forze che gli rimanevano.-Se tu non mi ami, perché sei qui? Perché non mi hai lasciato morire? Perché sei qui a piangere per me?-

-Perché non mi baci?- sospirò l'uomo.

-Se lo facessi, il mondo intero finirebbe, morirebbero tutti, moriresti tu mia luce-

-Che senso ha continuare a vivere se non ti posso amare? Il mondo finirebbe? TU SEI IL MIO MONDO!-

-Quindi mi ami?- disse come se capisse per la prima volta il reale significato di quelle parole.

-S... si, più di me, più dell’intera umanità, più di ogni crudele divinità che ci ha separato fino ad adesso- rispose quello che non era più un semplice uomo o un medico.

A quelle parole posò le sue labbra su quelle di lui. Le loro lingue si incrociarono e ballarono una danza senza tempo, fino alla fine.

E così il mondo finì per un infame momento chiamato amore, veloce come un bacio.

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Salve a tutti!

Questa storia non l'ho scritta io, ma il mio ragazzo, al quale ho chiesto il permesso per poterla pubblicare sul mio account visto che mi era piaciuta. 

Il mio ragazzo mi ha proposto, un po' di tempo fa,  di fare una sfida a colpi di fan fiction. Io dovevo scrivere una storia d'azione (e non è il mio genere) mentre lui doveva scriverne una romantica (e non è il suo genere).

Questa è la sua proposta.

La mia la potrete trovare nel mio profilo con il titolo "La principessa scarlatta".

E mi piacerebbe che, chi di voi legga entrambe le storie, esprima un parere dicendo chi, secondo il proprio parere, ha vinto.

Aspetto i vostri pareri e spero che la storia vi sia piaciuta!

Recensite, mi raccomando!

Kiss

Maka_baka

   
 
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