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Autore: _Nimphadora_    05/08/2015    3 recensioni
Louis Tomlinson ha poche certezze nella vita, quelle basilari, quelle che puoi starne certo non ti deluderanno mai.
Louis Tomlinson è certo che non esista essere più imperfetto di lui.
Con la voce troppo acuta, quelle gambe troppo magre e l'altezza insignificante.
Louis Tomlinson è certo che Zayn Malik non smetterà mai di fumare. Che quelle maledette sigarette lo porteranno alla tomba, prima o poi.
Louis Tomlinson è sicuro che Niall Horan rimarrà un bravo ragazzo sempre e comunque, nonostante i giubbotti di pelle e le imprecazioni sempre sulla punta della lingua.
Louis Tomlinson è sicuro di avere un pavimento sotto ai piedi e un cielo capriccioso sopra la testa finché campa.
Louis Tomlinson è sicuro di non avere più un cuore da quando Harry Styles l'ha preso e portato con se; schiacciato e fatto in pezzi; polverizzato e poi lasciato trasportare dal vento.
•••
Alla fine è stato naturale, forse istinto di sopravvivenza o forse la troppa vodka, chiamare aiuto.
Cercarlo, sperare.
Un messaggio, un SMS e poche parole.
Liam, ho bisogno di te. Vieni.
Vieni perché altrimenti potrei anche dimenticare il mio nome, vieni prima che dimentichi come si vive, prima che dimentichi anche te.
Larry or Lilo? find out!
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Louis Tomlinson ha poche certezze nella vita, quelle basilari, quelle che puoi starne certo non ti deluderanno mai.
Louis Tomlinson è certo che non esista essere più imperfetto di lui.
Con la voce troppo acuta, quelle gambe troppo magre e l'altezza insignificante.
  Louis Tomlinson è certo che Zayn Malik non smetterà mai di fumare. Che quelle maledette sigarette lo porteranno alla tomba, prima o poi.
Louis Tomlinson è sicuro che Niall Horan rimarrà un bravo ragazzo sempre e comunque, nonostante i giubbotti di pelle e le imprecazioni sempre sulla punta della lingua.
Louis Tomlinson è sicuro di avere un pavimento sotto ai piedi e un cielo capriccioso sopra la testa finché campa.
Louis Tomlinson è sicuro di non avere più un cuore da quando Harry Styles l'ha preso e portato con se; schiacciato e fatto in pezzi; polverizzato e poi lasciato trasportare dal vento.
Harry
Harry era il suo primo “Ti amo” sotto le stelle a Dicembre. Mentre il freddo gli ghiacciava il culo e scioglieva la lingua.
Era stato la sua prima volta nella rimessa degli attrezzi degli Horan, fatta di gemiti di dolore e amore soffiato sulle labbra.
Era stato il suo tutto e Harry era riuscito a ridurlo a niente, alla fine.
Perché ora cosa rimaneva di Louis? Un corpo freddo? Un cuore che c'è solo a frammenti e chissà dove? Delle mani vuote?
Niente.
E sentirsi niente fa male più di ogni altra cosa, Louis l'ha imparato a sue spese com'è diventare un giocattolo vuoto con cui il proprio padroncino ha smesso di giocare.
C'è chi lo definirebbe libero, lui preferisce definirsi abbandonato.
Abbandonato dalla sua certezza più grande e più preziosa.
Lui che resta, fino alla fine.
Forse era stato stupido, forse troppo ingenuo.
Dopo che Harry era andato via e la casa era diventata prima vuota poi scatola di ricordi rotti si era messo a fantasticare, Louis.
Sul perché Harry era andato via.
Ha un altro, ama qualcun altro.
Era stata la prima ipotesi, la prima per cui aveva pianto e sospirato in silenzio.
Senza ammettere al suo cuore che pensarla così era più facile.
Pensare che qualcuno abbia portato via la tua luce è più facile, meno doloroso, che sapere di non essere abbastanza per alimentare la sua fiamma.
E Louis non era abbastanza.
Quando mai lo era stato?
Da quanto non facevano l'amore?
Non il sesso rude che sapevano riservarsi la notte quando faceva sempre un po' più freddo e la frustrazione aumentava.
Non quella tacita punizione che entrambi si infliggevano nel buio di una camera che sembrava una prigione.
No.
Quello fatto occhi negli occhi, con le mani che tremano e i cuori che battono.
Quei cuori che puoi sentire nel silenzio nella notte fra un gemito e l'altro.
La verità era che alla fine c'era quello che si illudeva di non sentirsi un estraneo nel proprio letto e l'altro che fingeva di non piangere, di sentirsi amato.
Quanto avrebbe retto?
Ma no, Louis si riempiva la testa di pensieri strani, vuoti e così fragili da farsi portare via dal vento.
Me l'hanno portato via, Qualcuno ha portato via Harry.
Qualcuno più alto, più vero.
Qualcuno che la notte invece di commiserarsi ti culla dolcemente, come dovrebbe essere.
Ed era arrivato ad essere preda di una gelosia che non provava, di una rabbia che lo consumava fatta di vasi rotti e foto tagliate in pezzi poco più grandi del suo cuore assente.
Chi è? È con lui adesso?
Louis era arrivato a non pensare ad altro, poi, aveva scelto di seguirlo.
Pedinare Harry.
Era impazzito a quel punto, ne era certo. Come poteva spiegarselo altrimenti?
Comunque Harry non vedeva nessuno, anche se Louis questo lo aveva sempre saputo, l'ho già detto.
E c'era solo un po' di dolore in più, quello dovuto all'accettazione che c'è e forse fa più male di tutto, ma ormai ha messo in conto anche questo.
E i giorni erano passati adesso e sentirsi insignificanti era la norma. E ci si abitua al dolore come una medicina amara che però la mamma ti obbliga a prendere.
Tutto quello l'aveva portato così in basso che persino respirare era stancante, mentre adesso anche l'anima ti scivola via.
Perché sai che l'anima, il dono che Dio se ci diamo la briga di crederci ci dà, alla fine non ti appartiene più del tutto e che vive per qualcosa che non c'è più.
Alla fine è stato naturale, forse istinto di sopravvivenza o forse la troppa vodka, chiamare aiuto.
Cercarlo, sperare.
Un messaggio, un SMS e poche parole.
Liam, ho bisogno di te. Vieni.
Vieni perché altrimenti potrei anche dimenticare il mio nome, vieni prima che dimentichi come si vive, prima che dimentichi anche te.
Non una domanda, una supplica.
A lui perché altrimenti a chi altri?
Liam.
Liam lo conosce da cinque anni e in questo tempo Louis ha capito tre cose di lui, tre certezze.
La prima è che Liam è una persona pura, di una purezza che non si può descrivere, che capisci davvero solo guardandolo negli occhi. È fottutamente chiaro, tutto lì.
La seconda è che ha avuto più calci in culo dalla vita di chiunque altro conosca eppure è rimasto in piedi.
La terza...
La risposta di Liam si fa attendere trentasette minuti esatti.
Louis li conta come se fossero lame  sulla pelle.
È stata il suono sordo di un pugno contro il legno di ciliegio della sua porta di casa. Era venuto, per lui.
Quando Louis si alza in piedi e lascia andare il collo della bottiglia vuota via dalle sue mani sente le gambe tremargli e le labbra strette fra i denti.
Liam continua a bussare e ormai lui è di fronte alla porta, manca poco.
Di cosa ha paura? Codardo.
Louis non vede Liam da settimane e non ha risposto alle sue chiamate, nessuna. Centinaia.
E se avesse perso anche lui? E se anche lui non tornasse più?
«Dio Liam...»
Poi apre la porta e gli occhi azzurri si velano di lacrime che non vuole piangere più.
Occhi castani, puri, lo scrutano fino a dentro quell'anima che cerca a tutti i costi un'appiglio.
«Posso entrare?»
La voce di Liam è quasi un sussurro, roco.
Arriccia le labbra come in un tacito disappunto e Louis sente le guance andare in fiamme.
Si vergogna di come si è ridotto, di come è nudo davanti a lui.
Del suo bisogno di qualcosa che non sa ancora.
«Non lo lascerei fare a nessun altro»
E gli fa spazio nella sua casa fredda, rotta.
Liam entra a testa bassa.
«Sai che non è così»
Il tono è duro, secco. Louis si avvolge la vita con le braccia, non parla. 
Lo guarda.
«Sei bello»
Poi gli esce dalle labbra sottili e forse è l'alcol a parlare così schiettamente, o forse è impazzito definitivamente.
Ormai non gli interessa davvero più.
Liam stringe i pugni e immerge ancora una volta quei suoi occhi pieni in quelli persi di Louis, fa un passo verso di lui scuotendo la testa.
«...vieni qui»
E Louis in quelle braccia che si aprono ci si butta senza pensare, stringendole senza riserva.
Sono la sua ancora, non ha nient'altro.
E Liam profuma dell'odore acre delle candele appena spente, ed è piacevole.
Perché non ci ha mai pensato prima? Oh...no, perché ci stai pensando adesso?
Poi le sue dita timide finiscono sotto il mento di quella bambola senza vita e gli alzano il viso.
Ancora occhi negli occhi.
Finiscono sempre lì, a leggersi dentro.
Liam è un libro aperto, con uno sguardo può dirti tutto.
Può dirti sono qui, voglio guarirti. Non so come.
E Louis vorrebbe rispondere ma non sa in che modo.
Vorrebbe dirgli che lo sta facendo, che va bene così.
«Guarda cosa ti ha fatto...»
E Louis chiude gli occhi perché davvero adesso non riesce più a reggere.
Una lacrima scende, una carezza la raccoglie.
Un bacio la nasconde.
E nessuno dei due sa chi o come sia iniziato, ma entrambi sentono che ne hanno bisogno, che è bello.
Per Louis esplorare un corpo che non è quello di Harry fa male, ma solo un po'.
E la pelle di Liam è calda e morbida, ci sono ancora le tracce di Zayn, i suoi segni.
Louis fa finta di non notarli.
È lui quello più veloce, dopotutto è colui che ne ha più bisogno, lo sanno entrambi.
La maglietta fine di Liam finisce sul pavimento e i suoi gemiti trattenuti riempiono la stanza mentre le mani di Louis lo stuzzicano, lo prendono, lo consumano e i suoi baci caldi scendono verso il collo bollente.
È ancora un invito, come a dire ehi, se vuoi puoi andare, ma ti prego, non farlo.
E Liam lo coglie come fosse un guanto di sfida.
Lo tocca con le mani che tremano, come se volesse arrivare in profondità ma non ne avesse il permesso.
Quando se lo issa addosso e i loro occhi si incontrano bruciano in sincronia.
In quel momento Liam ha una sola paura, che le mani con cui lo tocca e le labbra con cui lo bacia vengano viste, immaginate, come quelle del bastardo che ha causato tutta quella distruzione.
Invece, quelle di Louis, sono più di centomila.
Le braccia forti di Liam lo stendono sul divano e in tutto quel cieco bisogno sembrano quasi dolci, e adesso il castano è sopra di lui, mentre lo venera e lo scopre come un piccolo tesoro.
I vestiti sono superflui, impedimenti fastidiosi che li lasciano in fretta.
Louis sente che adesso le sue ferite fanno un po' meno male, sente che Liam se vuole può riparare le crepe superficiali e trema, sì trema, perché giurerebbe di sentire il suo cuore battere ancora.
Forte.
È un'illusione, Louis non può credere altrimenti.
Ma per adesso vuole solo concentrarsi su quel fuoco che producono in due.
Vuole bruciare con lui.
Liam tocca, accarezza, bacia, ogni parte del suo corpo nascondendo le lacrime nei suoi occhi puri anche adesso.
Vuole che Louis stia bene, vuole farlo stare bene meglio di chiunque altro.
E Louis geme, urla. Non vuole nemmeno pensare di controllarsi.
A cosa servirebbe? Non ha nulla da perdere.
Poi si arriva allo stremo, a quel punto in cui sai che non puoi più resistere e le mani non più timide di Liam cercano di voltarlo, Louis deve essere suo. Non può più attendere.
Gli occhi del moro a quel gesto si riempiono di un terrore che è... Cristo come si spiega? È qualcosa di profondo e Liam per la prima volta in vita sua si sente sporco, sta quasi per lasciarlo andare quando le braccia di Louis gli avvolgono i fianchi con una violenza tale che fa male.
«L-Liam guardami, g-guardami mentre lo fai»
E il cuore di Liam ormai sta per uscire fuori dal petto a furia del suo impeto.
Batti più piano, non riesco nemmeno a respirare.
Vorrebbe dirgli se potesse.
Vuole essere guardato mentre fanno l'amore, vuole vederlo e vuole essere visto.
Il castano si china sul suo viso e ne bacia ogni angolo prima di immergersi ancora in quegli occhi da riempire.
«Io non sono lui»
E questa consapevolezza fa sia bene che male.
Poi Liam con una dolcezza che fa male al cuore che Louis non pensava più di avere, gli accarezza e poi apre le gambe.
Tremano entrambi fra paura, attesa, voglia.
«Dimmi che non senti lui»
È una frase detta con disperazione, mentre Liam entra in lui con una lentezza spossante, terrorizzato dal farlo male, dal deluderlo.
«Liam... ti prego»
Borbotta spingendo il bacino contro il suo. Louis vuole di più, vuole sentirlo fino in fondo.
Non vedi che ci sei solo tu con me? Non vedi che non chiedo nient'altro?
Ma come posso dirtelo? Non posso.
Liam lo accontenta, donandogli anche se con una rabbia crescente tutto se stesso in spinte regolari.
Ognuna di loro è una supplica, un'insicurezza, un desiderio irrealizzato.
E Louis continua a gemere e urlare, finché non capisce che ormai manca poco, che sente il piacere crescere e, immediatamente dopo Liam, viene guardandolo negli occhi, ormai resi acquosi.
Perennemente puri.
Louis non gli permette di andarsene nemmeno adesso che tutto è finito e il dolore si fa spazio di nuovo nel suo petto.
Forse, un dolore diverso.
«Non lasciarmi solo»
Sussurra nascondendo il volto stanco nell'incavo del suo collo.
Sono caldi, stanchi, sudati.
Pieni a metà.
«Non lasciarmi mai, Liam»
 
 
...la terza certezza è quella che Liam, al contrario di chiunque altro, resterà sempre. Per quanto sbagliato sia.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: ok non so bene questa da dove sia uscita ma non ho mai scritto niente di così angst in vita mia, è stato strano o.O
Ma mi è piaciuto, spero che il risultato piaccia almeno un pochino anche a voi!
Lo ammetto, i Lilo sono la mia ship segreta e li adoro... peccato non trovi mai storie su questa coppia quindi alla fine ne ho scritta una da me(?)
Ma meglio che non scriva troppo, o rischio di annoiarvi ;)
L'unica mia richiesta è quella che voi care lettrici mi facciate sapere cosa ne pensate!
A presto,
Nimphadora
  
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