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Autore: morgana_pendragon7    05/08/2015    4 recensioni
Dopo la sconfitta di Morgause la pace sembra essere finalmente tornata ad Avalon, che, nonostante le perdite, ha trovato nei semidei nuovi e affidabili alleati sia nelle difficoltà che nei momenti di festa. Ma la pace non è destinata a durare, perché una nuova minaccia sta mettendo a rischio l'antica terra. Il trono di Camelot chiama a gran voce un re, e nuove lotte si intercorreranno per decidere chi è il vero e ultimo erede di Artù Pendragon. I semidei combatteranno al fianco dei cavalieri? Chi pagherà il prezzo più alto per raggiungere la vittoria?
" Degli ultimi tra i Pendragon la battaglia combatteranno
E due eroi tra loro la vita perdere dovranno
Uno per il ritorno di Morgana dovrà morire
Un altro per amore di una promessa perire
La speranza dell'antica terra persa andrà
Per lo scettro di Merlino il prezzo più alto si pagherà
Solo la regina romana la pace riportare potrà”

Seguito di “The mystic's dream – La terza sorella” (titolo modificato)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Reyna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The mystic's dream '
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Dal giorno in cui i semidei erano tornati da Avalon, al Campo Giove, si erano susseguite una serie di giornate incredibilmente tranquille, in cui ogni abitante di Nuova Roma si dedicava alle proprie attività quotidiane senza il timore di un'imminente Apocalisse.
Durante tali giornate di calma piatta, Frank e Reyna passavano il loro tempo a occuparsi dei doveri più importanti nella vita lavorativa di ogni pretore: giocavano a scacchi.
- Ehm... Frank...Reyna-.
Quando udirono la voce del centurione Dakota, i due pretori sobbalzarono sul posto. Frank buttò all'aria la scacchiera, i cui pezzi rotolarono sotto il tavolo pretoriale fino ai piedi del figlio di Bacco, cosa che il figlio di Marte tentò di ignorare, assumendo un sorriso ebete che fece inarcare un sopracciglio al biondo centurione.
- Dakota!- sbottò all'improvviso Reyna prendendo in mano la situazione.-Quante volte dobbiamo ripetere che non vogliamo essere disturbati mentre lavoriamo?-
- Lo so Reyna. Ma come facciamo con Capitan Baffetto e il club dei pantaloni strambi?-
I due pretori si scambiarono uno sguardo non riuscendo a comprendere al volo ciò che il centurione aveva loro riferito. Si precipitarono fuori dai Principia, seguiti dal figlio di Bacco, ritrovandosi davanti una gruppo di circa cinque giovani a cavallo, con un taglio di capelli che sembrava essere stato ricavato mettendo sulle loro teste una scodella per l'insalata; indossavano appariscenti pantaloni dorati, che più che pantaloni sembravano calza-maglie, con una casacca rossa e, come se già i pantaloni non fossero abbastanza appariscenti, un largo capello, anch'esso rosso, con una vistosa piuma a completare il tutto. Li capeggiava un uomo sulla quarantina, anche se sembrava più vecchio, estremamente magro, talmente magro da far invidia a Jules-Albert, l'autista zombie di Nico, con un viso allungato e una mascella molto pronunciata, resa ancora più evidente dai folti baffi neri che gli crescevano sul labbro superiore, poteva farci le treccine con quei baffi; indossava una lunga tunica azzurra, tipica dei sacerdoti di Avalon, e un capello come quello dei ragazzi che lo seguivano. Dall'alto del suo stallone l'uomo abbassò lo sguardo sui due giovani pretori che lo guardavano a bocca aperta con un'espressione interrogativa sul volto; l'uomo sorrise loro, tirando fuori, da una delle larghe maniche della tunica, una pergamena e schiarendosi la voce in modo solenne prima di iniziare a leggere.
- Il mio grande re, Henry XVIII, e la mia magnificentissima regina, Isabelle X, sono lieti di invitare i semidei, che hanno contribuito alla salvezza della nostra amata terra, Avalon, a prendere parte ai festeggiamenti indetti in occasione del ventunesimo compleanno di sua Maestà il principe Arthur Pendragon. In occasione del gioioso evento, sua altezza, il re Henry Pendragon XVIII, ha indetto una giostra a cui accorreranno i migliori cavalieri di tutta Avalon. L'invito a partecipare alla giostra è stato esteso a tutti coloro che desiderano iscriversi. I festeggiamenti si dislocheranno in tre diverse giornate per il torneo, e si concluderanno con una ricca festa, nel giorno in cui si celebra la nascita di sua altezza, che si terrà nella sala da ballo del palazzo reale. Il sovrano spera che i loro ben voluti alleati semidivini giungano numerosi- chiuse la pergamena e la ripose di nuovo nella manica della tunica.- I festeggiamenti avranno inizio tra tre giorni esatti. I guardiani di Avalon attenderanno sia i semidei del Campo Mezzosangue che del Campo Giove aldilà delle porte allo scadere di tali giorni prefissati. A presto miei signori- spronò il cavallo e riparti con i cinque giovani al seguito.
- Il compleanno di Arthur-.
Reyna aveva gli occhi che brillavano e uno sguardo sognante, a differenza di Frank che si grattava dietro la nuca indeciso sul da farsi. Dakota, dal canto suo, sembrava allettato all'idea di un'imminente festa.

I guardiani di Avalon apparvero silenziosamente in cima alle colline mentre le Porte di Avalon venivano aperte e i semidei attraversavano le nebbie, toccando di nuovo il suo di quella mistica e misteriosa terra che aveva ancora molto da insegnare loro.
Dato che il loro arrivo era avvenuto in serata, passarono la prima notte come ospiti dell'Accademia dei Cavalieri di Avalon. Il mattino seguente, dopo una buona notte di riposo, la partenza per Nuova Camelot avvenne con le prime luci dell'alba; erano scortati da Raven, una delle sacerdotesse maggiori che aveva fatto voto di silenzio alla Dea Madre.
Giunsero in città nel tardo pomeriggio, con i posteriori doloranti a causa delle selle, anche se il sole era ancora ben visibile, alto nel cielo, ma pronto, da un momento all'altro, a lasciare il proprio posto alla luna.
Lungo le diverse vie di campagna, c'era una gran affluenza di persone. Chi a cavallo, chi a piedi, chi trascinandosi dietro un carro, quasi tutti avevano come meta la città; si potevano ammirare stemmi di diverse casate, provenienti da ogni angolo di quell'immensa isola, tra nobili e contadini, vi erano intere famiglie provenienti dalla costa nord o dalle vette innevate, persino qualcuno che proveniva da aldilà delle nebbie, tutti con la stessa destinazione.
Nuova Camelot era il centro stesso di Avalon sia dal punto di vista culturale che da quello economico, essendone la capitale c'era da aspettarselo; non era certamente grande quanto New York, data anche la popolazione in numero nettamente inferiore, ma valeva almeno il doppio di Nuova Roma.
Il palazzo reale sorgeva su di un'altura, in un punto strettamente strategico, la vita cittadina aveva inizio a partire dall'ampio cortile anteriore del castello, dove si trovavano: un pronto soccorso, gestito da Avery, il medico privato del re, la biblioteca cittadina, all'interno del castello, e gli uffici amministrativi.
La città contava, in tutto, cinque piazze principali, in ognuna delle quali, in occasione dei festeggiamenti, si svolgevano diverse attività e spettacoli per intrattenere i visitatori. Gli hotel e le locande non avevano una singola camera libera neanche a pagarla oro; le botteghe degli artigiani esponevano quadri e statuette che ritraevano il principe o la famiglia reale al completo; le boutique di alta moda mettevano in vetrina i loro capi migliori, ispirati alle divise dei cavalieri. La musica risuonava in ogni dove, accompagnata dalle danze e dall'aria di festa, e l'intera città era ricoperti da luci e addobbi, che andavano da eleganti drappi di stoffa rossa a ghirlande fatte con i fiori più disparati.
I cavalieri rappresentavano il cuore pulsante della città, poiché erano il punto di riferimento di cittadini e visitatori. Oltre a occuparsi del servizio d'ordine della città, le loro mansioni variavano da comuni lavori d'ufficio a situazione in cui bisognasse agire in primo piano, come: protezione dei cittadini, sicurezza, primo soccorso a feriti o dispersi, ronde e persino furti e sicurezza delle foreste. Erano riconoscibili grazie alle magliette rosse che riportavano la scritta in oro “Cavaliere di Avalon”, ma, dato l'abbassamento delle temperature, indossavano delle semplici casacche rosse con un piccolo drago dorato ricamato sul taschino sul petto.
Quando una settantina di semidei fecero il loro ingresso nel cortile del palazzo, quest'ultimo era già bello che affollato, tra il pronto soccorso e le decine di cavalieri che correvano in ogni dove, inseguiti da consistenti gruppi di individui lamentosi.
Il gruppo di eroi prese la decisione di dividersi, prendendo ognuno la propria strada, compresa Rachel, troppo curiosa di vedere la piazza “Regina Igraine” dove si teneva una gara di artisti emergenti, che dipingevano sulle candide mattonelle della piazza delle vere opere d'arte, usando come tema: la famiglia reale.
Nel cortile, a guardarsi intorno straniti neanche fossero finiti su Marte davanti a un gruppo di alieni vestiti a pois, erano rimasti appena dieci ragazzi, facile immaginare chi fossero tali soggetti, indecisi sul da farsi dinanzi a una tale situazione di confusione cronica.
- Ragazzi!-.
La voce, che reclamò la loro attenzione, proveniva da una squadra di cavalieri che sembrava pronta per un'escursione in montagna, da cui si andò distaccando una ragazza tra i diciassette e i diciotto anni, con una corta e folta chioma rossa e due taglienti occhi color ghiaccio. Miranda Mel era la diretta erede di Sir Percival, a vederla non si sarebbe mai detto dato il suo aspetto minuto e delicato, praticamente opposto da quello robusto con cui veniva rappresentato l'antenato, eppure era stato lo stesso Sacro Graal a ritenerla degna.
- Miranda!- Percy fu il primo a notarla, andandole poi incontro seguito anche dagli altri.
- Coma va Mira?- le chiese Piper.
- Bene, anche se c'è tanto da fare. Per fortuna mi sono iscritta al torneo, così per tre giorni sono esonerata da questo caos- le rispose la rossa indicando con il pollice la calca di gente nel cortile.
- Dove vai conciata così?- domandò Leo facendole notare il suo abbigliamento da arrampicata in montagna.
- Un gruppo di escursionisti sta venendo in città attraverso le vie montane, purtroppo c'è un punto morto e con la mia squadra stiamo andando a mettere in sicurezza la zona-.
Allora sarà meglio se ti lasciamo lavorare- si mise in mezzo Annabeth lanciando occhiate severe ai suoi compagni.- Puoi dirci solo dove sono gli altri?-.
- Arthur avrà il suo bel da fare con tutti i nobili che hanno chiesto di essere ricevuti da lui, perciò credo che lo incontrerete a cena. Eric ha terminato il turno, perciò starà facendo compagnia ad Allie che è stata chiamata per controllare non so cosa. Victoria è uno dei nuovi comandanti, quindi credo che sia nel cortile posteriore ad allenare i cavalieri fuori servizio- si girò a guardare la sua squadra.- Ora devo proprio andare, ci vediamo stasera-.
La rossa corse via, dietro gli altri cavalieri che si accingevano a partire in groppa ai loro destrieri.
- Grandioso, ora che si fa?- domandò Nico.
- Ognuno per conto proprio?- sopraggiunse Percy.
- Noi ci stiamo già avviando- Jason aveva preso il volo stringendo tra le braccia Piper, che salutava con la mano gli amici rimasti a terra.
- Okay, e due sono andati. Noi co...-.
Il figlio di Poseidone non ebbe il tempo di terminare la frase che anche tutti gli altri si erano dileguati nel nulla, lasciando lui ed Annabeth da soli, cosa che poi non gli dispiacque proprio per niente.
- Ah be', come vi pare. Andiamo Sapientona-.
Strinse la mano della figlia di Atena nella sua e insieme si avviarono lungo le affollate vie di Nuova Camelot come due fidanzatini in vacanza, in effetti lo erano.

- Forza signori! Siete cavalieri o donzelle? Cosa vi hanno insegnato all'Accademia? Su quella spada! In dentro il bacino! Stai usando una balestra non stai posando per una rivista di costumi da bagno!-
Hazel, Leo, Calipso e Nico, dopo aver fatto a gomitate nella confusione del cortile anteriore, erano riusciti ad avventurarsi nel palazzo e ad arrivare al cortile posteriore, attratti, più che altro, da una voce soave che urlava a squarcia gola, simile a una gallina che veniva strangolata.
- Ma quale celestiale suono- scherzò Calipso congiungendo le mani sul ventre e alzando gli occhi al cielo.
- Solo una persona al mondo ha questo impareggiabile stile da scaricatrice di porto- continuò Leo.
Nel cortile posteriore, adibito a campo d'addestramento, una ventina di cavalieri erano occupati ad allenarsi nell'utilizzo di diverse armi e non solo. Quasi tutti ragazzi, alti e muscolosi, obbedivano agli ordini della loro comandante, che girava tra le diverse file di giovani, contrastando con la sua persona coloro che la circondavano. La sua figura, infatti, era minuta quanto sinuosa, con tutte curve al punto giusto; i lunghi capelli color miele le ricadevano in boccoli ribelli lungo la schiena, la pelle di porcellana, le labbra coralline e i folgoranti occhi neri, resi ancora più evidenti da un'abbondante dose di matita nera, completavano il quadro. Per quanto fosse da considerarsi in tutto e per tutto “un bel visino”, e non solo, Victoria Marlowe era una dei comandanti più temuti e rispettati di Avalon.
Altezzosa e arrogante, Victoria non rispettava di certo il principio greco a cui alla bellezza esteriore si associava quella interiore, poiché era dotata di un caratteraccio noto a pochi, anche se, forse, era più tenera di quanto volesse far credere. Pienamente cosciente di essere bella e potente, la giovane erede di Mordred usava qualsiasi arma presente nel suo arsenale, e il fascino era di certo una delle sue armi più potenti, anche se non era l'unica.
- Molto bene signori. Qui avete finito-.
Con il via libera, i cavalieri si allontanarono, doloranti, dal campo, mentre la loro comandante si andava comodamente ad appoggiare al tavolo sistemato fuori dall'unica tenda rossa presente nel cortile.
- Victoria!-
Quando anche l'ultimo cavaliere si fu ritirato, Hazel e Calipso ebbero il via libera per correre incontro alla bionda, che abbandonò il tavolo per abbracciare entrambe le ragazza.
- Ragazze mi siete mancate tanto- disse stringendole.- Qui non è la stessa cosa senza di voi- continuò liberandosi dalla loro presa.
- Ehi, Splendore! E noi?- gridò Leo, che si stava avvicinando con Nico facciadafunerale di Angelo.
Victoria, notando i due ragazzi, si separò dalle amiche e passò le braccia intorno alle spalle dei due semidei, di cui uno non sembrò molto gradire.
- Forza, date un bacino alla vostra vecchia zia Vicky-.
Leo non se lo fece ripetere due volte, e mollò subito un sonoro bacio sulla guancia della druida. Nico, dal canto suo, era più refrattario a quel gesto; ci vollero diverse occhiatacce da parte della ragazza, e una parola di incoraggiamento dalla sorella, per convincerlo a piegarsi all'altezza del viso della bionda e lasciarle un bacio sulla guancia, non senza aver sbuffato l'82% del tempo.
- Allora- si intromise Hazel salvando la celtica dalle occhiate omicide del fratello.- Ti sei iscritta al torneo di domani?-.
- Mi pare più che ovvio. E voi, vi iscrivete?- domandò di rimando Victoria.
- Solo io, Jason e Percy, che io sappia- precisò la figlia di Plutone.
- C'era da immaginarselo. Be', se non ti sei ancora iscritta hai tempo fino a mezzanotte. Devi portare uno scudo con il tuo stemma, dopodiché devi dare i tuoi dati: peso, altezza, queste cose così, per farti assegnare le lance. Ah, devi farti assegnare anche uno scudiero. Hai tutto quello che serve? Armatura, sopravveste...-.
- Ho tutto quello che serve, tranquilla. Dove si tengono le iscrizioni?-.
- Fuori l'arena cittadina, Se volete vi accompagno, tanto qui ho finito. Dovevo raggiungere là mio fratello alla fine del turno. Ve l'ho detto che è stato nominato generale?-.
- A proposito... Comandante- disse Calipso mentre lei e Leo prendevano a braccetto la bionda.- Quando avevi intenzione di dirci della tua promozione?-.
- Qui i messaggi Iride non funzionano bene-.

Fuori dall'arena c'era una fila che sembrava senza fine, composta da tutti i ragazzi che attendevano il momento per potersi iscrivere alla giostra, o che avevano più semplicemente aspettato l'ultimo momento per iscriversi. In mezzo a quel mare di teste, Hazel riuscì a scorgere Percy e Jason, anche loro bloccati nella fila, se si unì a loro, mentre il restante si recava nell'arena, dove già si trovavano Annabeth e Piper, alla ricerca di Eric Marlowe, il fratello maggiore di Victoria.
L'arena era praticamente vuota, sia dal punto di vista di spettatori che da quello dei giostranti che si sarebbero dovuti allenare, ma che erano troppo impegnati a fare fila, fatta eccezione per un discendente di Lancillotto, riconoscibile dalla sopravveste azzurra con una spada d'argento, avvolta in un nastro blu, ricamata sul petto; aveva il volto coperto dall'elmo e giostrava contro un manichino sistemato su un cavalletto. Eric, Annabeth e Piper se ne stavano, belli tranquilli, seduti sugli spalti a guardare l'allenamento, c'erano solo loro in pratica.
- Ehi fratellino!- lo salutò Victoria arrampicandosi sugli spalti per abbracciare le due semidee sedute dietro di lui.
- Ehi- salutò Eric, ignorando la sorella.- Ehi, ragazzi!- si riprese notando i tre ragazzi che stavano prendendo posto al suo fianco, dopo che Calipso gli ebbe stampato un bacio sulla guancia.
- Eric, cos'hai?- domandò Victoria, riferendosi allo sguardo pensieroso che il giovane aveva avuto fino a un attimo prima.
- Eh? Ah, niente. Stavo solo guardando quel ragazzo. C'è qualcosa di particolare nel suo modo di giostrare, ma nello stesso tempo molto familiare-.
Victoria scosse le spalle e prese a guardare anche il giovane che si allenava nell'arena. Intanto li raggiunsero anche Jason, Hazel e Percy, che sventolava tra le mani il foglio di partecipazione, ma la sacerdotessa non li notò neanche, presa com'era a osservare il giostrante in cui, a sua volta, aveva notato qualcosa di particolare. Gli altri non se ne potevano accorgere, anche perché si trattava di un dettaglio appena percettibile, anche se significativo, notabile solo da un occhio allenato come quello della bionda e di suo fratello; la lancia era puntata più in alto del dovuto, dando l'apparenza di voler colpire la testa, un trucco utile per distrarre l'avversario, ma che in realtà sferrava un colpo in pieno petto, poco più giù rispetto al cuore.
-C'è solo una persona al mondo che giostra in quel modo- Victoria si illuminò d'improvviso.
- Non penserai che sia...- sussurrò il biondo sgranando l'unico occhio blu che gli era rimasto (mentre sul sinistro risaltavano vistose le cicatrici dell'artiglio che glielo avevano strappato) e puntandolo in quelli neri della sorella.
Lei sorrise raggiante annuendo. Balzò in piedi senza alcun preavviso e prese a correre fino alle scale che portavano all'arena, scendendole due a due per fare prima.
- Ma che ha?- domandò Percy vedendola correre via.
- Avrà visto la tua faccia e se la sarà data a gambe-.
- Molto simpatico Leo, sto morendo dal ridere-.
Mentre il figlio di Poseidone inceneriva con lo sguardo Leo che tentava di fare il simpaticone, Eric si alzò anche lui in piedi, avvicinandosi al parapetto di sicurezza degli spalti; incuriosita, Annabeth lo seguì e con lei Calipso e Nico.
Victoria fece la sua comparsa nell'arena proprio mentre il giostrante smontava da cavallo.
- David- urlò estasiata la ragazza fermandosi a pochi metri da lui.
Udito il suo nome, il cavaliere si sfilò l'elmo, rivelando un volto bello come pochi: era un ragazzo sui diciannove anni, con folti capelli ricci di un castano estremamente chiaro, pelle ambrata e occhi azzurri, tendenti al verde, resi ancora più luminosi da un sorriso formato da dei denti bianchi perfetti.
- Principessa!- esclamò il ragazzo allargando le braccia.
Victoria gli saltò letteralmente al collo, e lui la strinse, afferrandola per i fianchi e sollevandola di poco da terra.
- Non ci posso credere che sei tornato. Quanto tempo è passato?-.
- Non lo so. Ma sei più bella di quanto ricordassi-.
Davanti a quella scena perfino Percy aveva messo da parte i suoi istinti omicidi verso Leo, fin troppo incuriosito dalla conversazione che la loro amica stava avendo con quel giovane sconosciuto.
- Chi è?- domandò Annabeth volgendosi verso Eric.
- David Done, il suo ex- rispose semplicemente il cavaliere.
- Cosa?-.
Nico gracchiò quella domanda come un corvo col mal di gola, ma nessuno fece tanto caso a lui, dato che erano impegnati a guardare Jason che, nell'udire “il suo ex”, aveva sputato tutta l'acqua che stava sorseggiando dalla sua bottiglietta sui capelli di Hazel, seduta davanti a lui.
- Che fine ha fatto il “sono una guerriera e non ho bisogno di un ragazzo”?- domandò Calipso distogliendo l'attenzione da Hazel che sembrava vole strangolare Jason.
- Infatti sono stati insieme giusto un paio di mesi, due anni fa. Lui è innamorato di lei da tempo immemore, ma lei è Victoria, non ha mai saputo ricambiarlo, sapete com'è. Sono rimasti in buoni rapporti, anche se poi lui è partito- spiegò Eric.
- Be', per essere solo amici sono piuttosto affiatati- sopraggiunse Leo che si era affacciato a sua volta per vedere meglio.
Al sentire le parole del figlio di Efesto, Nico avvertì qualcosa torcersi nel proprio stomaco, che lo voleva spingere a scendere per andare a separare il viso di David da quello di Victoria, troppo vicini per i suoi gusti, ma si costrinse a mantenere la calma e a restare fermo dove si trovava, anche se al nodo alla stomaco si era anche aggiunto una sensazione di gelo sul cuore.

- Odio la mia vita. Nobili altezzosi e spocchiosi che non si sono fatti vedere per venti anni, ora si ricordano di me. Non ce la faccio più-
Arthur si lasciò andare sulla sedia, facendo ricadere pesantemente sul tavolo la sua riccioluta testa bionda.
- Tieni, cibo per il cervello- Piper scalò di un posto e cacciò in bocca al principe un pezzetto di carota.- Scusa David, ci stavi raccontando perché manchi da due anni- si scusò la figlia di Afrodite tornando al suo posto.
- Il mio lavoro è un po' come quello dei vostri satiri. Giro il mondo con la mia squadra di cavalieri, alla ricerca di tutti i figli dell'antica religione nati aldilà delle nebbie, e che, naturalmente, sono all'oscuro della loro vera natura. Sono perlopiù orfani-.
- Chissà quanti posti hai visto in questi ultimi due anni- commentò Victoria con occhi sognanti.
- Molti... Ma nessuno è pari a casa-.
David strinse la mano della bionda, seduta al suo fianco. Nico guardava la scena dall'altro capo del tavolo, Percy e Jason furono costretti a togliergli il bicchiere che stringeva nella mano destra prima che lo mandasse in frantumi.
- Come mai non eri presente durante gli scontri?- chiese il figlio di Ade lanciando uno sguardo assassino al cavaliere.
Sentendo la voce del semidio in nero, Victoria ritirò la mano, catturata in precedenza dalla stretta di David, sotto il tavolo. Il giovane sollevò i suoi occhi azzurri in quelli scuri del re degli spettri, regalandogli a sua volta uno sguardo iniettato di sangue.
- Il re mi ha vietato l'ingresso ad Avalon. L' ordine che mi è stato dato prevedeva che io difendessi i nuovi arrivi-.
L'aria si fece improvvisamente incandescente; era come se la loro cena non si stesse svolgendo nella comoda sala da pranzo privata del principe, ma nella bocca di un vulcano attivo pronto a eruttare da un momento all'altro. Nessuno riusciva a comprendere il comportamento tanto aggressivo di Nico, fatta eccezione per Piper ed Annabeth, che si lanciavano sguardi d'intesa come e ne sapessero una più del diavolo.
A gettare un secchio d'acqua su quella situazione di fuoco, in cui per una volta Leo non c'entrava nulla, troppo impegnato a strafogarsi di pollo, fu l'ingresso in sala di Reyna, Rachel e Frank.
- Buonasera a tutti-.
- Reyna!-.
Quando la voce del pretore giunse alle orecchie del giovane principe, che fino ad allora aveva completamente ignorato la conversazione, la sua riccioluta testa si alzò di colpo dal tavolo di legno, radiosa grazie al sorriso, deturpata a causa di una vistosa foglia di lattuga appiccicata alla guancia.
Miranda non si trattenne e scoppiò a ridere fino a cadere a terra, Victoria quasi non si strangolò mentre beveva, Frank e Rachel si sorreggevano l'un l'altra, scossi dai risolini che cercavano di trattenere a stento, mentre tutti gli altri ridevano sotto i baffi o avevano la delicatezza di coprirsi la bocca per non farsi notare. Allie si alzò in piedi e andò a togliere la lattuga dal viso di Arthur, ripulendogli anche il viso, anche perché, se non lo avesse fatto lei, lui non se ne sarebbe mai accorto.
- Accidenti che figura- furono le uniche parole che uscirono dalle labbra del biondo principe prima che la sua testa ripiombasse sul tavolo.
Reyna prese posto tra lui e Piper, e gli infilò una crocchetta di patate in bocca per consolarlo.
- Tieni. Mangia e non ci pensare. Stai bene anche con la lattuga in faccia-.
Le parole di Reyna fecero impercettibilmente rilassare le spalle del giovane. Se non altro, il simpatico incidente riportò la pace che, durante quella cena, avevano rischiato di perdere...

Angolo autrice:
Arthur e l'insalata, una nuova storia d'amore, Reyna deve essere gelosa?Scemenze a parte, salve gente. Son di nuovo qua a darvi il tormento con i miei cavalieri. Se questo è il futuro di Avalon, siamo messi davvero male. Passiamo al capitolo. Abbiamo conosciuto un nuovo personaggio, l'affascinante discendente di Lancillotto, David Done. Che ne pensate di lui? Non so perché ma mi aspetto un gruppo di lettori assetati del suo sangue. Lui potrebbe distruggere la Nictoria? O Nico lo ucciderà prima? Cosa prende a Nico?( E qui mi aspetto un gruppo di lettori squittenti e saltellanti nel soggiorno di casa mia) Leo mollerà Calipso per il pollo?E poi ancora... La giostra, a cui parteciperanno Jason, Hazel e, a grande richiesta, Percy. Quante possibilità hanno? Io resterò viva per continuare la storia? Per rispondere a queste e a molte altre domande, non vi resta che aspettare il prossimo capitolo. Me la lasciate una mini recensione. Alla settimana prossima. Un dolce ciao dalla vostra Fata Morgana.

   
 
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