Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: Laly_94    06/08/2015    3 recensioni
I Pierce The Veil non sono più una band da cinque anni ormai, e Vic ogni giorno si fa strada nella sua vita con il peso del senso di colpa sulle sue spalle, la sua vita gli fa schifo e vorrebbe aver lottato ai tempi.
Lila è una ragazza normale, bassa e banale, arrabbiata e in cerca di vendetta, ha una forza e una potenza che superano ogni limite.
L'incontro può solo scatenare un uragano.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vic Fuentes
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1 – You’re Falling To Piecies


Il lavoro più stupido e noioso del mondo.
Così lo definiva, per uno che voleva fare musica, lavorare in quel posto era un fallimento, un buco nella carriera di qualsiasi mancato musicista, o nel suo caso mancato cantante.
Lui sapeva di essere bravo eh, gli piaceva ascoltare i suoi vecchi demo per sentire la sua voce, e perché le canzoni che scriveva con la sua vecchia band erano le migliori che avesse mai sentito, e questo dice molto di lui.
Pieno di sé, arrogante, presuntuoso e modesto, questo era Victor Fuentes.
Ai suoi occhi sembrava che la sua vita facesse invidia a tutti tranne che a lui; odiava sentire suo fratello dire: “con tutte le ragazze che ti scopi vorrei essere te!”.
Odiava i suoi amici dire: “tu almeno hai un lavoro che ha a che fare con la musica!”.
Odiava tutti, non solo la sua vita da fallito, per tutti lui era il “Vic Fuentes” di quella band che ha fatto successo per un po’ guadagnando abbastanza soldi, per sé stesso lui era solo il fottuto caro e vecchio Vic che alla soglia dei 25 anni aveva mandato tutto a puttane perché era un emerito coglione.
Erano passati 5 anni da quel maledetto anno, e lui se lo ricordava come se fosse appena successo, tutto quel casino che aveva fatto… si, era proprio un emerito coglione, e il suo lavoro in quel posto? Beh, era proprio caduto in basso!
In quel momento per esempio stava rimettendo in ordine alfabetico i CD che qualche ragazzino del cazzo aveva buttato per aria.
Mentre li aggiustava non potè fare a meno di pensare chi diavolo fosse tutta quella gente, si chiese anche se per sfondare dovevi mettere il tuo culo n copertina, a quanto pareva era proprio così.
-ce l’avete il nuovo CD degli Sleeping Wiith Sirens?- gli chiese qualcuno interrompendo il corso dei suoi inutili pensieri.
-Guardati intorno ragazzina, cos’è hai perso la vista?- disse alzando la testa sulla ragazza e distraendosi da quello che stava facendo.
Non aveva intenzione di risultare scortese, infatti si aspettò che la ragazzina girasse al largo spaventata, invece non fu così.
-sai una cosa? Vai a farti fottere, ragazzina ci chiami la tua donna, non me, ok? La vista ce l’ho anche buona, infatti nella sezione rock sotto la “S” non ci sono, non ci sono neanche sotto la sezione metal e nemmeno nella fottuta sezione pop, quindi, o mi dici se l’avete o ti butto all’aria il negozio per trovarlo… come la mettiamo?-
La grinta della ragazzina lo stupì, nessuno aveva mai avuto il coraggio di parlare così con lui, manco fosse uno scimmione, però quella ragazzina, così piccolina lo stupì.
-ehi tesoro perché non vai tu a farti fottere eh?- dissi sfidandola appoggiando tutti i CD che avevo in mano sullo scaffale.
-oh certo… fanculo!-
Vic non aveva preso sul serio le parole della ragazzina, grosso errore!
La ragazzina si posizionò davanti a uno scaffale e iniziò a prendere in mano CD e appoggiarli in posti dove non appartenevano, non l’avrebbe mai ammesso a sé stesso, ma ammirò il coraggio di quella ragazza.
Disperato si diresse verso la ragazza, si mise dietro di lei e le immobilizzò le braccia, lei ovviamente iniziò a scalciare.
-chiamo la polizia per molestie se non mi lasci immediatamente!- Vic ringraziò che non c’era nessuno, era quasi orario di chiusura e a quell’ora la gente non arrivava quasi mai.
-okay, okay tranquilla. Se mi prometti di smetterla ti prendo il CD!- disse lui urlando per sovrastare la sua voce.
Lei si immobilizzò immediatamente, lui la lasciò e andò nel magazzino a tirare fuori la scatola dei CD che era arrivata quella mattina, ne tirò fuori uno e lo osservò.
-voi ragazzi mi dovete unabirra dopo questo!- sussurrò alla copertina del CD.
Tornò dalla ragazzina che si era diretta in cassa e le diede il CD.
Lei ringraziò, pagò e uscì dal negozio molto tranquilla, mettendosi le cuffie nelle orecchie e facendosi strada tra le poche persone che c’erano in giro a quell’ora, sotto la pioggia.
-il lavoro più merdoso di sempre!- esclamò lasciandosi cadere sulla seda dietro di lui.
La ragazzina dal canto suo era una tosta, non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, infatti l’ultima persona che l’aveva insultata era finita in ospedale con il naso rotto.
Era brava a fare a botte, quando andava a scuola aveva seguito un corso di Combattimento, i suoi avrebbero preferito che continuasse a seguire i corsi di danza classica, ma per lei erano troppo noiosi e da “ragazzina”, ecco perché odiava quel termine.
La parola “ragazzina” i suoi l’avevano sempre usata per descrivere come la vedevano, il che non era come si vedeva lei, odiava i suoi per quello, avevano sempre provato a farla diventare quello che non sarebbe mai stata, quello finchè il padre non era morto in un incidente stradale, da quel momento (lei aveva 12 anni) sua madre aveva iniziato a prendere antidepressivi e a scolarsi vagonate di alchool, odiava sua madre per quello che le aveva fatto passare, a quindici anni sua madre la picchiò perché era tornata a casa con un occhio gonfio dopo aver fatto a botte con un compagno fuori da scuola.
-ti odio Sarah! E non ti perdonerò mai!-
Quelle erano state le ultime parole che aveva detto a sua madre.
Dopo era corsa in camera e si era chiusa dentro per uscire solo la mattina dopo per andare a scuola, e aveva scoperto il cadavere di sua madre, ancora caldo; “overdose” era stata la spiegazione dei medici.
-Ragazzina ora la mamma è in un posto migliore.- avevano detto a lei.
Ma chi se la beveva! Aveva 15 anni, non 3, il “posto migliore” tanto agognato da tutti era solo una bufala, sua mamma aveva smesso di esistere, punto.
Ora, dieci anni dopo, viveva con sua nonna, conduceva una vita abbastanza rispettabile, aveva appena trovato un lavoro, cassiera nel market della città, e Sarah e Marcus erano solo due persone che avevano fatto parte della sua vita per un po’.
Era triste pensarla così, ma a lei andava bene, non si preoccupava per nessuno, se non per sua nonna, non aveva amiche quindi le serate le passava guardando serie TV, leggendo, su Tumblr o ascoltando musica “Spazzatura” come la definiva sua nonna.
Non sapeva perché quella sera aveva deciso di passare per quel negozio uscita dal lavoro, di solito andava una volta al mese, la mattina presto, prima che quel depravato di Vic Fuentes andasse a lavorare.
Sì, lei lo conosceva, sapeva chi era, e per un po’ aveva amato la sua musica, poi aveva rovinato tutto, e aveva iniziato ad odiarlo, quando aveva scoperto che aveva preso a lavorare nel suo negozio di musica preferito si era informata sui suoi orari per non incontrarlo mai.
Quella sera però…
La voce di Kellin Quinn le riempiva il cuore passando attraverso le cuffiette e si era praticamente dimenticata del commesso, tutto quello che voleva era mettere quel dannato CD a tutto volume e ballare e cantare insieme alla sua band preferita.
Quando entrò e notò che lei e quel tizio erano gli unici nel negozio si maledì, lui era perso a osservare un culo sulla copertina di un CD quando lei si avvicinò.
Depravato! Le venne subito da pensare.
Aveva intenzione di stare tranquilla e di essere gentile, infatti la voce le uscì piano, timida, ma quando lui le rispose mandò tutte le buone intenzioni a farsi fottere.
Chi diavolo era per chiamarla ragazzina?
Lo provocò minacciandolo su quello che pensava gli avrebbe fatto cambiare idea.
Urlare e fare la bambina viziata non erano in conto,ma nella sua testa le sembrava così divertente fargliela pagare in quel modo!
Aveva sofferto così tanto per quello che aveva fatto lui a tutti loro fan che… qualcuno doveva farglirla pagare no? E quale miglior modo se non farlo impazzire???
Quando lui andò a prendere il CD nel magazzino lei trattenne un sorriso e tentò di rimanere seria, bimba, così come l’aveva definita lui.
Dopo era uscita dal negozio, e ora si ritrovava lì, sotto la pioggia, ad ascoltare nuovamente la musica.
Arrivata a casa preparò la cena per lei e sua nonna, e poi la lasciò andare a letto, azionò la lavastoviglie e pulì grossolanamente la cucina, per poi rintanarsi nella sua camera.
Per lei era accogliente, le pareti verdi erano tappezzate di poster di band rock che adorava, l’armadio aperto lasciava fuoriuscire qualche vestito, era molto disordinata, ma, malgrado tutto, aveva un giorno alla settimana, uno dei suoi due giorni di riposo dal lavoro, e puliva tutta la casa, ovviamente tutti i giorni puliva la cucina e lava il pavimento, però era anche vero che l’unica cosa da sistemare con solo loro due in casa era sempre e solo la sua camera.
Lila, così si chiamava lei, adorava sua nonna, era l’unica della sua famiglia che le era sempre rimasto accanto, e lei non si sapeva spiegare come mai, ogni volta che glielo chiedeva lei rispondeva un semplice “Ti Amo”, e lì finiva la storia.
Ecco spiegato perché Lila le voleva tanto bene, tutto quell’amore che aveva sempre desiderato, e che nessuno le aveva mai dato, glielo dava la sua Nana.
Nella sua stanza iniziò a pensare, a come si stava distruggendo con le sue mani, si aveva un lavoro, si amava sua nonna e lei ricambiava, si aveva un tetto sulla testa, ma non era felice, passava il tempo a crogiolarsi nella sua solitudine e a pensare a come sarebbe stato essere amica di qualcuno, avere qualcuno con cui parlare.
Ma lei non aveva nessuno.
Le sarebbe piaciuto parlare con qualcuno dei quell’episodio che stava per vedere di supernatural, le sarebbe piaciuto sclerare con qualcuno perché Dean e Castiel erano così coccolosi.
Invece l’unico suo sfogo era tumblr, e quell’elastico troppo stretto attorno al polso destro, quello si che la faceva respirare, quando sentiva un attacco di panico iniziava a tirarlo, e quando rimbalzava sulla pelle ricominciava a essere razionale e a respirare.
Il suo polso era viola, le faceva male a toccarlo, ma non le importava molto, il dolore che sentiva lì era più sottile del dolore che sentiva ogni volta che qualcuno con le sue parole le grattugiava il cuore, fino a quel momento aveva sempre funzionato, anche quando a grattugiarle il cuore erano stati i Pierce The Veil, o meglio il loro cantante, Vic Fuentes.
 

*note autrice*
Hola! rieccomi dopo secoli con una storia, questa volta sui Pierce The Veil, più avanti spiegherò cosa è successo ai "ragazzi" e anche quell'aura di mistero e paura che avvolge Vic e Lila. 
so che sarò molto cattiva con loro, soprattutto a descrivere il personaggio di Vic, ma vi prego di non prenderla sul personale ok? io li amo.
pubblicherò una volta alla settimana, quindi l'altro capitolo sarà su Giovedì 13 agosto, se anticipo o posticipo avviso! (Y)
fatemi sapere com'è tramite le recensioni eh! 
per ora ciao! 
Laly! :3

 
  
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