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Autore: Daxn    06/08/2015    0 recensioni
Se la superstizione di un uomo potente, uno solo, avesse giocato in suo favore, spingendolo all' azione, invece che impaurirlo e portal a una morte via congiura, il mondo sarebe un posto molto diverso. Uno dove l' Europa del Nord non è mai fiorita...
Questa storia è scritta sotto forma di saggio, e tenta di drappresentare uno scorcio sulla Storia di un mondo che mai fu, da coloro che lo avrebbero vissuto.
Genere: Generale, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Medioevo
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CHINGHIALI, AQUILE E LUCERTOLE


Come disse una volta uno dei nostri vecchi re, Atta IV, riguardo la conoscenza della Storia, “Chi conosce la Storia, controlla il Presente e mette le redini al suo futuro.”
Triste a dirsi, la popolazione giovane, discendente dei sudditi di Atta IV, sembra mancare del potere sul proprio futuro e di aver deciso di lasciare andare senza controllo il proprio futuro, in quanto i nostri giovani sono più ignoranti del globo riguardo la storia della nazione in cui vivono.

Ma, possiamo davvero darli completamente torto? I nostri programmi scolastici di Storia si sono da sempre (o meglio, dall' ormai lontano 1954) concentrati su fare quanta più storia possibile di quante più regioni del Mondo possibili dalla Terza Elementare al terzo anno della Scuola Superiore di Primo Grado, da cui poi riparte il ciclo. Son troppe cose troppo poco approfondite, e, vista la situazione suddetta, ho deciso di dedicare un libro a narrare l' istoria di codesto paese , attraverso le testimonianze di coloro che vissero o, in alcuni casi, forgiarono la Storia come la conosciamo ora.

Lascerò addietro note spiegante i passaggi più difficili o riempimenti buchi di conoscenza altrimenti incolmabili.

Ma non perdiamoci ulteriormente, et andiamo a leggere il primo documento ivi presentato: i Diari di Atta, nipote di quel Vitige, tanto odiato dalla cultura popolare d' un tempo.


Capitolo 1.

23 Marzo 536, Ravenna.

Teodato, che il ciel lo aiuti se avesse abilità anche sol di manducare il proprio pasto sanza invocare l' ausilio d' indovini et ciarlieri vari, m' ha convocato collo scopo di assister a lui, nel mentre che osservava ciò che accadeva in un troiaio ove aveva secluso trenta verri trenta, allo scopo di divinare il futuro del bello ancora corrente. Comandato mi fu di divider i verri sopra detti in gruppi da dieci, et di inserir in stanze ciascun gruppo, pria di nommare ciascuna stanza.

Con l' ausilio di wardjano¹ di porci feci ciò, et, ciò fatto, nominai i verri a la destra mia “Romani,” coloro che stavan al cientro “Ostrogoti” et i verri nella stanza a destra “Militi Imperiali.” Poi, il wardjiano serrò le stanze, et ego via andai con Teodato, il qual non potè resister al disio di aver tremori et sudate par l' attesa. Mi stupisce poco che lo zio mio Vitige abbia in cuor di uccider codesto et l' imperio prender per sé, e, forse, sarebbe nell' interesse mio unirmi alla congiura.

Wardjano¹: Guardiano
Il contesto della lettera qui sopra presentata è il seguente: Almasunta, regina degli Ostrogoti assieme a Teodato, aveva stretto buoni rapporti con l' allora Imperatore di Bisanzio Giustiniano I.

 A causa delle  malcelate ambizioni di conquista degli ex territori imperiali da parte di Giustiniano (il quale aveva già proceduto  ad invadere e annettere l' Africa del Nord occupata dai Vandali) e di un generale sentimento di mancanza di fiducia verso i bizantini, Teodato, assieme ad altri nobili ostrogoti (fra i quali figura Vitige) complotta e riesce a portare a termine un colpo di stato per deporre Almasunta ed esiliarla su un' isola in mezzo al Lago di Bolsena, prendendo così pieno controllo del trono ostrogoto. Tale atto fu preso come Casus Belli da Giustiniano I, il quale dichiarò guerra al Regno Ostrogoto nel 535 d.C., affidando il comando delle truppe a Belisario, già conquistatore del Nord Africa vandalico, e a Mundo nell' Adriatico.

Dopo una repentina conquista della Sicilia da parte di Belisario, Teodato, per timore di essere soggigato, tentò subito di intavolare le trattative, cedendo la Sicilia e parte dell' Italia ai bizantini. Tuttavia, a seguito di una sconfitta dei bizantini in Dalmazia ove il generale Mundo viene ucciso, Teodato rigetta gli ambasciatori di Costantinopoli, spingendo Giustiniano a ordinare il proseguire dell' invasione a Belisario, il qualche, nel 536, dopo una fulminea avanzata, inizia ad assediare Napoli.

I difensori di Napoli, temendo una sconfitta imminente, mandano dei messaggeri a Teodato per informarlo della situazione a spingerlo ad agire. Secondo la leggenda, a causa della sua forte superstizione, Teodato contattò un indovino, il quale gli disse di rinchiudere trenta maiali in tre stanze, di chiamare ciascun gruppo di maiali “Romani,” “Soldati Imperiali” e “Ostrogoti,”  chiudere le stanze e riaprile dopo una settimana. Questa è la testimonianza, oggi discussa, di Atta al riguardo.

 

30 Marzo 356, Ravenna.

Cuosa mirabile oggi è accaduta.

Di nuovo fui chiamato per accompagnar Teodato alle tre stanze ove i verri furon chiusi dentro. Il wardjano mi ha ausiliato ad aprir le tre porte et a sopport il metifico odor uscente.

Et io, con Teodato, vidi: vidi i verri chiamati “Militi Imperiali” quasi tutti deceduti, due esclusi, i quali comunque parean sul punto di cader a terra et alzarsi mai più; vidi i “Romani” tutti viventi ma perlopiù sanza setole; vidi sette dei dieci verri chiamati “Ostrogoti” ancora vivi.

Io compresi poco, ma Teodato vide in ciò motivo di rellegramento, giacchè egli gritò con guadio, pria di fuggir, annunciando un presagio bono.

  
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