Body
of a virgin
Soul
to the Devil’s kin
Your
God is me
In all that you see
- Passion
and the Opera, Nightwish -
La
carrozza sussulta lievemente, seguendo il ritmo calmo dei cavalli al
trotto.
Il
cigolio delle ruote sul selciato riempie il silenzio di questa gelida
notte, surclassando
i pensieri che mi urlano nella mente e i sentimenti che mi percuotono
il cuore.
Sollevo
lo sguardo al cielo, assorta.
Il
volto pallido della Luna si affaccia in un dedalo di rami spogli e
neri: lei
sola rifulge più che mai in questo buio senza stelle,
illuminando le tristi
dita dei faggi...
Lo
spettacolo che mi scorre davanti agli occhi è quasi spettrale e se fossi a casa di mamma
Valerius ne avrei certamente
timore.
Ma
qui e ora... Oh cuore mio, tu trabocchi di gioia!
Non
ho affatto paura, perché lui
è con
me. L’Angelo della Musica mi protegge e mi consola,
scacciando le tenebre e
l’angoscia con la sua Voce soavissima.
Mi
sento quasi morire, tanta è la felicità che mi
attraversa il corpo come una
scarica elettrica! Mi sfreccia nelle vene, mi entra nei muscoli, mi
scuote
l’animo...
Non
esiste nient’altro, ora. Ci sono io e
c’è il mio Maestro. C’è
Erik.
Perfino
Raoul, il mio dolcissimo amico, è solo un ricordo sfocato di
un passato lontano
e di poco conto...
La
notte non mi rende più triste. La mancanza del mio amato
padre viene colmata
dalla presenza di Erik, dalla sua voce, dalla sua musica, dalla sua
passione.
Non
credevo che sarei stata di nuovo in grado di sorridere, di apprezzare
il
piacere di una passeggiata in carrozza: il mio Angelo riesce sempre a
trasformare le piccole cose in gioie sempre nuove e inattese. Un
po’ come faceva
anche il mio papà con i racconti bretoni e la melodia del
suo violino...
Erik fa
tutto questo per me e, in cambio,
desidera solo che canti per lui. E che
gli affidi la mia anima.
Ah, la
sera del Faust gli ho donato tutta
me
stessa, completamente! Se ci fu un Trionfo, fu
suo e non mio!
Mi
dice sempre, quando siamo soli nel mio camerino:
“L’anima è invisibile, bambina
mia, non dimenticarlo! La tua raggiunge la mia con il canto, ma non
chiedermi
mai, mai, di palesarmi a te! Se lo
farai e insisterai, me ne andrò per sempre!”.
Non
vuole che lo guardi, che lo veda. Non l’ha mai voluto.
Nonostante
ora mi segga di fronte in questo spazio angusto,
l’oscurità lo copre ai miei
occhi come un nero sipario. Solo una mano, bianchissima e affusolata,
giace sul
suo ginocchio: è immobile e mi sembra quasi che rifulga alla
luce fioca della
Luna, illuminando la tinta tetra dell’abito.
“Chi
sei realmente?”
Non
ho il coraggio di chiederglielo, non oso interrompere il suo canto che
a tratti
sembra mutare e divenire quasi minaccioso.
“Devi
amarmi, Christine...!”.
Dalle
labbra mi sfugge un singulto, mentre nella mia mente riecheggia ancora
quell’ordine, che al tempo stesso pare un’accorata
supplica.
Davanti
a me, ora, dardeggiano due occhi di topazio simili alle fiamme
dell’Inferno. Oh
Dio, potrebbero uccidermi!
Eppure,
non è a me che è rivolto un odio tanto
viscerale...
Lo
sguardo dell’Angelo torna dolce come il miele scontrandosi
con il mio. Sono
certa, infatti, che i suoi occhi ruotino a tratti verso il finestrino e
si
offuschino come se vedessero qualcosa – o qualcuno
– di inenarrabile.
“Christine...!
Christine...!”.
Questa
voce...
Mi
volto istintivamente verso la strada buia e ho solo il tempo
d’intravedere
un’inconfondibile chioma bionda frustare un viso sconvolto
dal dolore, prima
che la carrozza inizi la sua fuga.
“Amico
mio!”
L’eco
della voce di Raoul mi giunge di nuovo, ma si mischia a quella
dell’Angelo, che
pronuncia il mio nome con dolcezza infinita e con una passione che, lo
so,
potrebbe annientarmi.
“Christine...”.
Per
un istante ho l’impressione di udire la Voce sussurrarmi
all’orecchio, ma Erik
è ancora immobile davanti a me. La sua mano è ora
scossa da un leggero fremito.
“Il Destino t’incatena a me senza scampo...!1”.
“Sono
catene che desidero, queste!” penso, tremando
come se fossi preda
della febbre alta.
L’amore
che provo per Raoul è così poca cosa...
La Voce riprende
il suo canto, più acuta e seducente di prima.
...Non
so nemmeno se è davvero amore, quello che provo per il mio
caro Visconte. Non
mi scuote l’animo, non m’infiamma come il
sentimento che nutro per Erik...
“Sposami!”
La Voce trema, s’increspa come le onde del mare.
“Sii mia! Dimentica tutto il reso e sii
solo mia!”
Un ammaliante sussurro – che
potrebbe appartenere al serpente che tentò Eva
– mi riempie le orecchie. E,
ormai, il sentimento provato nell’udire Raoul chiamarmi
impallidisce e geme.
Appartenere
solo a Erik. Ma non sono già sua?
L’Angelo
ha preso con sé la mia anima e io non la rivoglio indietro!
“Sì...
sarò vostra!”
Il
dolce canto, la dolce
musica della Notte,
riprende con rinnovato ardore e suona alle mie orecchie come una marcia
nuziale...
1 alla fine del
ballo in maschera,
dunque nella scena dello specchio, Erik canta queste parole a Christine.
Angolino
dell’autrice:
ciao
a tutti!
È la
prima volta che oso scrivere
qualcosa
su questo romanzo, nonostante lo ami da quando avevo 15 anni. Vi
confesso che
non mi sono mai sentita all’altezza di cimentarmi con i
personaggi di Leroux
(soprattutto con Erik), ma alla fine mi sono fatta coraggio e ho
buttato giù
queste righe.
La
one-shot è un missing moment
del
capitolo “Il misterioso coupé”, in cui
Raoul apprende dal fratello che
Christine è stata vista attraversare in carrozza Bois de
Boulogne: il Visconte si
apposta per vederla, ma quando la chiama rincorrendola, i cavalli
accelerano e la
carrozza sparisce all’orizzonte.
Per
intenderci, è il capitolo che precede il ballo in maschera e
la scena dello
specchio.
Non viene
detto che Erik è dentro l’abitacolo con il soprano
(anche perché il capitolo è
narrato dal punto di vista di Raoul), ma io ho voluto immaginare di
sì,
concentrandomi poi sui pensieri di Christine e sugli ultimi avvenimenti
della
sua vita...
Altre
parole sarebbero inutile, per cui spero che questo mio primo
esperimento non
sia troppo disastroso! I consigli sono sempre ben accetti! ^^
Grazie
per aver letto!