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Autore: Crateide    07/08/2015    3 recensioni
Quali sono stati i pensieri di Christine durante le passeggiate in carrozza nel Bois de Boulogne?
Conosciamo lo struggimento di Raoul, ma non i sentimenti che scuotevano l'animo del soprano prima che il suo Angelo si rivelasse essere un "mostro"...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Daaé, Erik/Il fantasma, Raoul De Chagny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Body of a virgin

Soul to the Devil’s kin

Your God is me

In all that you see

- Passion and the Opera, Nightwish -

 

 

 

 

 

 

La carrozza sussulta lievemente, seguendo il ritmo calmo dei cavalli al trotto.
Il cigolio delle ruote sul selciato riempie il silenzio di questa gelida notte, surclassando i pensieri che mi urlano nella mente e i sentimenti che mi percuotono il cuore.
Sollevo lo sguardo al cielo, assorta.
Il volto pallido della Luna si affaccia in un dedalo di rami spogli e neri: lei sola rifulge più che mai in questo buio senza stelle, illuminando le tristi dita dei faggi...
Lo spettacolo che mi scorre davanti agli occhi è quasi spettrale e se fossi a casa di mamma Valerius ne avrei certamente timore.
Ma qui e ora... Oh cuore mio, tu trabocchi di gioia!
Non ho affatto paura, perché lui è con me. L’Angelo della Musica mi protegge e mi consola, scacciando le tenebre e l’angoscia con la sua Voce soavissima.

 
Mi sento quasi morire, tanta è la felicità che mi attraversa il corpo come una scarica elettrica! Mi sfreccia nelle vene, mi entra nei muscoli, mi scuote l’animo...
Non esiste nient’altro, ora. Ci sono io e c’è il mio Maestro. C’è Erik.
Perfino Raoul, il mio dolcissimo amico, è solo un ricordo sfocato di un passato lontano e di poco conto...
La notte non mi rende più triste. La mancanza del mio amato padre viene colmata dalla presenza di Erik, dalla sua voce, dalla sua musica, dalla sua passione.
Non credevo che sarei stata di nuovo in grado di sorridere, di apprezzare il piacere di una passeggiata in carrozza: il mio Angelo riesce sempre a trasformare le piccole cose in gioie sempre nuove e inattese. Un po’ come faceva anche il mio papà con i racconti bretoni e la melodia del suo violino...
Erik fa tutto questo per me e, in cambio, desidera solo che canti per lui. E che gli affidi la mia anima.
Ah, la sera del Faust gli ho donato tutta me stessa, completamente! Se ci fu un Trionfo, fu  suo e non mio!

 
Mi dice sempre, quando siamo soli nel mio camerino: “L’anima è invisibile, bambina mia, non dimenticarlo! La tua raggiunge la mia con il canto, ma non chiedermi mai, mai, di palesarmi a te! Se lo farai e insisterai, me ne andrò per sempre!”.
Non vuole che lo guardi, che lo veda. Non l’ha mai voluto.
Nonostante ora mi segga di fronte in questo spazio angusto, l’oscurità lo copre ai miei occhi come un nero sipario. Solo una mano, bianchissima e affusolata, giace sul suo ginocchio: è immobile e mi sembra quasi che rifulga alla luce fioca della Luna, illuminando la tinta tetra dell’abito.

“Chi sei realmente?”
Non ho il coraggio di chiederglielo, non oso interrompere il suo canto che a tratti sembra mutare e divenire quasi minaccioso.
“Devi amarmi, Christine...!”.
Dalle labbra mi sfugge un singulto, mentre nella mia mente riecheggia ancora quell’ordine, che al tempo stesso pare un’accorata supplica.
Davanti a me, ora, dardeggiano due occhi di topazio simili alle fiamme dell’Inferno. Oh Dio, potrebbero uccidermi!
Eppure, non è a me che è rivolto un odio tanto viscerale...
Lo sguardo dell’Angelo torna dolce come il miele scontrandosi con il mio. Sono certa, infatti, che i suoi occhi ruotino a tratti verso il finestrino e si offuschino come se vedessero qualcosa – o qualcuno – di inenarrabile.

“Christine...! Christine...!”.

Questa voce...
Mi volto istintivamente verso la strada buia e ho solo il tempo d’intravedere un’inconfondibile chioma bionda frustare un viso sconvolto dal dolore, prima che la carrozza inizi la sua fuga.

“Amico mio!”
L’eco della voce di Raoul mi giunge di nuovo, ma si mischia a quella dell’Angelo, che pronuncia il mio nome con dolcezza infinita e con una passione che, lo so, potrebbe annientarmi.
“Christine...”.
Per un istante ho l’impressione di udire la Voce sussurrarmi all’orecchio, ma Erik è ancora immobile davanti a me. La sua mano è ora scossa da un leggero fremito.
“Il Destino t’incatena a me senza scampo...!1”.

“Sono catene che desidero, queste!” penso, tremando come se fossi preda della febbre alta.
L’amore che provo per Raoul è così poca cosa...

La Voce riprende il suo canto, più acuta e seducente di prima.

...Non so nemmeno se è davvero amore, quello che provo per il mio caro Visconte. Non mi scuote l’animo, non m’infiamma come il sentimento che nutro per Erik...

“Sposami!”
La Voce trema, s’increspa come le onde del mare.
“Sii mia! Dimentica tutto il reso e sii solo mia!”
Un ammaliante sussurro – che potrebbe appartenere al serpente che tentò Eva – mi riempie le orecchie. E, ormai, il sentimento provato nell’udire Raoul chiamarmi impallidisce e geme.

Appartenere solo a Erik. Ma non sono già sua?
L’Angelo ha preso con sé la mia anima e io non la rivoglio indietro!
“Sì... sarò vostra!”

 
Il dolce canto, la dolce musica della Notte, riprende con rinnovato ardore e suona alle mie orecchie come una marcia nuziale...

 

 



 

 

1 alla fine del ballo in maschera, dunque nella scena dello specchio, Erik canta queste parole a Christine.

 

 

Angolino dell’autrice:

ciao a tutti!
È la prima volta che oso scrivere qualcosa su questo romanzo, nonostante lo ami da quando avevo 15 anni. Vi confesso che non mi sono mai sentita all’altezza di cimentarmi con i personaggi di Leroux (soprattutto con Erik), ma alla fine mi sono fatta coraggio e ho buttato giù queste righe.

La one-shot è un missing moment del capitolo “Il misterioso coupé”, in cui Raoul apprende dal fratello che Christine è stata vista attraversare in carrozza Bois de Boulogne: il Visconte si apposta per vederla, ma quando la chiama rincorrendola, i cavalli accelerano e la carrozza sparisce all’orizzonte.
Per intenderci, è il capitolo che precede il ballo in maschera e la scena dello specchio.
Non viene detto che Erik è dentro l’abitacolo con il soprano (anche perché il capitolo è narrato dal punto di vista di Raoul), ma io ho voluto immaginare di sì, concentrandomi poi sui pensieri di Christine e sugli ultimi avvenimenti della sua vita...
Altre parole sarebbero inutile, per cui spero che questo mio primo esperimento non sia troppo disastroso! I consigli sono sempre ben accetti! ^^

Grazie per aver letto!

   
 
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