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Autore: destiel87    07/08/2015    2 recensioni
Gabriel dopo un litigio amoroso con Sam decide di mandare lui, Dean e Castiel nel magico mondo di Westereos, durante la guerra dei 5 re.
Tra lupi, leoni, battaglie, intrighi e amori, riusciranno i nostri eroi a tornare a casa sani e salvi?
Riuscirà Sam a riconquistare il cuore di Gabriel?
E come reagirà Castiel nel vedere Dean trasformato in un bel cavaliere?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Tua è la mia spada. Tua è la mia vita. Tuo è il mio amore.. Il mio sangue, il mio corpo, le mie canzoni, tutto quanto tu possiedi. Io vivrò e morirò al tuo comando mia regina.

Le terre dei Dothraki erano un immane distesa di erba alta e sabbia, colline infinite, gruppi di cavalli che galoppavano insieme liberi e selvaggi, e verdi praterie  governate da un sole enorme e rovente.
Il grande khalasar si muoveva all'unisono, i guerrieri dothraki in cima al gruppo, nelle retrovie e ai lati per controllare eventuali attacchi da altri khalasar nemici, al centro del lungo fiume di persone le donne e i bambini, i malati e gli anziani, che trainavano caretti di cibo e tende, utensili per cucinare e altri per l'uso quotidiano, coperte e armi.
Il loro intero mondo era racchiuso in qualche sacco di cuoio, ma i dothraki erano un popolo nomade, fiero e forte, che da generazioni si spostava costantemente.
Camminavano per giornate intere sotto il sole cocente, spostandosi da un luogo all'altro, sottomettendo villaggi e combattendo altri clan, vivendo dei frutti della terra e di quello che i guerrieri riuscivano a cacciare, anche se spesso anche le donne procuravano il cibo per la loro gente.
Tra i dothraki non c'erano deboli, anche le donne e i bambini imparavano presto a cacciare e ad  usare l'arakh, la loro arma tipica, affilata e potente, in grado di sventrare un uomo con un solo colpo ben assestato.
Khal drogo cavalcava fiero ed eretto in cima alla colonna, circondato dai suoi cavalieri di sangue e accompagnato dalla sua argentea Khaleesi.
Sembrava che il mondo fosse ai loro piedi, che nulla li potesse fermare o sconfiggere.
L'orizzonte era terso e senza nuvole, il giovane stallone cresceva nel ventre di Daenerys e il suo Khal aveva promesso a lei e al loro bambino il continente occidentale e il trono che le apparteneva di diritto.
Poi un giorno il mondo di Daenerys Targaryen mutò per sempre, la sua gente dispersa, il suo sole e stelle che cavalcava nelle terre della notte, insieme al loro bambino mai nato.
Ciò che rimaneva di quel imponente khalasar erano poche decine di persone, per lo più le donne e i bambini, insieme agli uomini troppo deboli per andare in cerca di un nuovo clan.
Daenerys cavalcava sulla sua puledra argentata, affianco a lei Ser Jorah Mormont, il suo fidato consigliere e amico, e i suoi cavalieri di sangue, che le erano rimasti fedeli anche dopo la morte di Drogo.
La vita le aveva tolto tutto ciò che aveva amato: i genitori che non aveva mai conosciuto, il regno che non aveva mai visto, l'amore che aveva così faticosamente accettato, il figlio che non aveva avuto il tempo di cullare, e il fratello, l'unica famiglia che avesse mai avuto, una famiglia crudele e irrequieta come la tempesta che l'aveva vista nascere, eppure che le aveva anche regalato momenti di gioia e di affetto, quando da bambini giocavano vicino alla grande porta rossa, quella porta rossa che prepotente invadeva i suoi sogni.
Tuttavia le aveva anche regalato delle gioie, tre uova di drago erano entrate con lei nella grande pira funeraria del suo Khal, tre piccoli draghi erano usciti con lei, legati dal sangue e dal fuoco. 
Quei draghi erano tutto ciò che aveva, gli unici figli che avrebbe mai potuto avere, erano il suo cuore e la sua rabbia, tutto ciò che rimaneva del suo passato, e ciò che avrebbe cambiato il suo futuro.
Drogon, il drago nero, irrequieto e forte come l'uomo da cui aveva preso il nome, viaggiava sulla sua spalla, aggrappato saldamente alla sua pelle calda.
Viserion, il drago bianco, riposava sereno sul suo grembo, e Rhaegal, il drago verde, si era avvinghiato al suo braccio, Dany aveva provato a scacciarlo, ma ogni volta che lei provava a mandarlo via lui la mordeva.
Ormai Daenerys si era abituata ad avere sempre graffi e morsi in tutto il corpo, ma li accettava con amore, dopotutto erano i suoi figli, e lei come tutte le madri gli avrebbe accettati e amati nonostante i loro difetti e gli innumerevoli guai che avrebbero causato in futuro.
Il caldo opprimente e le lunghe ore di viaggio l'avevano sfinita, ma non poteva fermarsi, non ancora.
Non sapeva ancora dove il suo viaggio l'avrebbe condotta, sapeva solo che doveva tenere la sua gente al sicuro, e  che prima o poi avrebbe fatto ritorno a casa, e avrebbe riconquistato il suo posto nel mondo. 
Ma era un viaggio lungo e faticoso, pieno di pericoli, tradimenti e sofferenza, di questo ne era consapevole.
Dany si asciugò il sudore dalla fronte e scrutò l'orizzonte, doveva decidere dove andare, sapendo che questo avrebbe potuto significare la morte o la sopravvivenza del suo popolo.
"Ser Jorah, conosci queste terre?" Chiese al cavaliere alla sua destra.
"Non molto Khaleesi, sono terre selvagge, esistono poche mappe che le indichino." 
"Mandami avanti Khaleesi, esplorerò queste terre per te e troverò un rifugio sicuro e acqua per la nostra gente!" Disse Haggo.
Dany riflettè per un momento, Haggo era uno dei suoi migliori guerrieri, e in caso di attacco la sua forza le sarebbe stata indispensabile, ma era anche uno dei pochi a conoscere bene quelle terre.
Mentre si guardava intorno cercando di prendere una decisione, intravide in lontananza quattro figure che cavalcavano verso di lei.
I suoi cavalieri se ne accorsero e si pararono di fronte a lei per proteggerla, sfoderando le loro armi, primo tra tutti Ser Jorah Mormont.
Quando si avvicinarono Daenerys notò che non erano dothraki ma uomini del continente occidentale, e non appena furono abbastanza vicini scesero da cavallo e si inginocchiarono di fronte a lei.
"Chi siete cavalieri?" Chiese Daenerys minacciosamente, ma anche con curiosità.
Non aveva conosciuto molte persone che provenissero dal suo mondo, ed era curiosa di sapere se ci fossero novità riguardo al gioco del trono.
"Siamo tuoi servitori mia regina! - Disse Sam - Siamo venuti fin qui dal continente occidentale per servirti."
"Da dove esattamente? Lannisport?" Chiese Ser Jorah con sospetto. 
"No mio signore, da Grande Inverno. Eravamo soldati del giovane lupo, ma quando abbiamo sentito del vostro ritorno siamo fuggiti per venire da voi." Rispose Sam alzando la testa.
"Perchè? Perchè quattro uomini dovrebbero rischiare le loro vite e attraversare mezzo mondo per aiutare una fanciulla mai conosciuta?" Daenerys non si fidava di loro, sapeva fin troppo bene che Robert Baratheon le aveva dato la caccia fin dalla nascita, e ora che il suo giovane figlio era salito al trono, sicuramente avrebbe seguito le orme paterne.
"Per il fuoco e il sangue. Per la giustizia. Per l'antica gloria dei Targaryen. Perchè siamo uomini liberi e vogliamo decidere liberamente a chi dedicare la nostra vita e la nostra morte, mia regina." Sam era convinto di ogni parola pronunciata, se fosse vissuto in quel mondo sarebbe andato da lei, per vivere e combattere sotto il vessillo del drago.
Vedeva in lei la giusta guida per un mondo corrotto e in rovina, l'unica che avrebbe trattato il suo popolo con gentilezza e rispetto, al contrario del giovane leone che ora sedeva sul trono di spade.
Daenerys lo fissò con quei suoi bellissimi occhi viola, i lunghi capelli scompigliati dal vento le ricadevano sul viso, mentre con la mano accarezzava Drogon che si agitava sulla sua spalla.
Ciò che vide la regina negli occhi del ragazzo fu sincerità.
"In questo caso sarete ben accetti tra i miei soldati, cavalieri. Tuttavia vorrei sapere i i nomi dei valorosi uomini che desiderano cosi ardentemente servirmi." Disse Daenerys.
"Il mio nome è Sam, lui è mio fratello Dean, e loro sono i nostri amici Castiel e Gabriel, mia regina."
"Sono nomi un po' corti, non provenite da nessuna casa cavalieri?" Chiese Ser Jorah, per nulla convinto delle loro parole, l'esperienza gli aveva insegnato a non fidarsi mai, di nessuno.
"Siamo uomini semplici mio lord, figli di contadini e cacciatori, non abbiamo case importanti alle spalle, solo il nostro onore e la nostra spada." Rispose Dean.
"Il vostro onore e la vostra spada sono ben accetti nel mio khalasar, ma sappiate che vi terremo d'occhio, e se scopriremo che ci avete tradito o che siete spie della regina, diverrete carne fresca per i miei draghi." Disse austera Dany.
Erano passate varie ore da quando i ragazzi erano arrivati dalla Khaleesi, Haggo era andato in esplorazione, e il gruppo stava aspettando sotto l'ombra di alcuni alberi, era rigenerante poter riposare un po' senza il sole caldo sopra la testa.
Daenerys stava accarezzando i suoi draghi, accanto a lei Ser Jorah Mormont affilava la sua spada, dando un occhiata di tanto in tanto ai quattro giovani stranieri.
Il suo sguardo severo e diffidente cambiava non appena i suoi occhi incontravano quelli della  sua regina, come se ogni male svanisse dal mondo e rimasse solo la sua bellezza.
Sam osservava la scena, era deciso a vedere da vicino i draghi e a toccarli, ma voleva aspettare di aver conquistato la fiducia di Daenerys prima di avvicinarsi ai suoi figli.
Una brava madre non consegnerebbe mai i suoi figli nelle mani di uno sconosciuto, questo Sam lo sapeva bene, pur non avendo mai conosciuto la sua.
Gabriel accanto a lui faticava a trattenere la gelosia, sapeva quanto Sam amasse Daenerys e i suoi cuccioli di drago, e per quanto si sentisse stupido e infantile ad essere geloso di quella fanciulla, non riusciva a trattenersi.
Da quando aveva conosciuto Sam aveva capito che i sentimenti sono incontrollabili e del tutto indifferenti ai desideri dell' uomo, appaiono all'improvviso, travolgendo tutto ciò che trovano, e dopo il loro passaggio, niente rimane più come era prima.
Tuttavia questo lo faceva sentire vivo, più di quanto non fosse mai stato nella sua lunga vita.
Cercò di distrarsi dai suoi pensieri guardandosi intorno: scrutò i volti stanchi e fieri dei dothraki, i loro irrequieti e possenti cavalli, i minacciosi guerrieri e i bambini che giocavano innocenti e gioiosi attorno alle loro madri.
Cercò il fratello, e lo trovò sdraiato sulle gambe di Dean, raggomitolato in posizione fetale, il suo viso era rilassato e sereno, mentre Dean gli accarezzava dolcemente i capelli con gli occhi socchiusi.
La trovò una scena molto tenera, ed era felice per il fratello, sapeva quanto amasse Dean e quanto avesse sofferto nel dover trattenere i suoi sentimenti.
Si appoggiò alla spalla di Sam, avvolgendo con le braccia il suo avambraccio, e chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo.
Dean Winchester era sempre stato bravo a mascherare le emozioni, a trattenere ogni sentimento e reprimerlo in un piccolo angolino dentro di se.
Ma da quando aveva conosciuto Castiel era diventato sempre più difficile, da quando si erano baciati poi era quasi impossibile per lui nascondere quello che provava per il suo angelo.
Ti amo Dean. Quelle parole continuavano a risuonare nella sua mente incessantemente.
Più cercava di distrarsi più quelle di intrufolavano furtive nei suoi pensieri, rendendo un impresa ardua concentrarsi su qualsiasi altra cosa.
Dentro di sè aveva sempre saputo cosa provasse Castiel per lui, ma l'incertezza, l'orgoglio e la paura erano riusciti a soffocare quei pensieri, riuscendo a nascondere anche  i suoi.
Ora tutto era cambiato, per sempre.
Non poteva più ignorare quello che provava Cas o quello che provava lui, ma non riusciva a capire cosa fosse esattamente. Affetto? Amore?
Non era mai stato innamorato nella sua vita, perciò non sapeva cosa fosse esattamente quel sentimento che lo tormentava, sapeva solo che era diverso da tutto quello che aveva provato in precedenza. Era diverso da ciò che provava per Sam, o per tutte le ragazze che per una notte erano state sue.
Ripensò a quella volta a Roccia del Drago, ai loro corpi insieme, a Cas che ansimava sotto di lui, al suo viso arrossato, alla sua pelle calda.
Improvvisamente avvertì la voglia di averlo risalirli per tutto il corpo, rivoleva quella passione bruciante che aveva provato quel giorno, voleva assaporare di nuovo le sue labbra frementi di desiderio.
Si chinò verso Castiel e gli sussurrò all'orecchio: "Ho voglia di te!" Stuzzicandoli le cosce con le dita.
Castiel sorrise, e Dean gli baciò il collo, trattenendo le labbra sulla sua pelle bollente.
Lentamente si alzò, aiutando Cas ad alzarsi a sua volta, poi insieme si incamminarono verso un gruppo di alberi, non troppo distante dal resto del gruppo ma al riparo dai loro sguardi, e sperò, anche dalle loro orecchie.
Sopratutto da quelle di Sam. 

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