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Autore: Respirandoparole    07/08/2015    1 recensioni
Tutti noi deriviamo dal nostro passato, chi ne è privo non ha una storia, non è persona. Edera non ricorda niente del proprio passato solo di essersi svegliata in una stanza bianca attorniata da un equipe di medici dagli occhi stanchi. Ha ricominciato la sua vita come una ragazza normale, con degli amici e dei genitori eppure a volte si nota qualcosa di strano in lei, qualcosa che spaventa perché nessuno riesce a spiegarlo. Spaventa gli altri ma soprattutto spaventa lei.
Genere: Angst, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane.
Erano passate due settimane da quando era cominciata la scuola e le vie avevano già cominciato a riempirsi delle prime foglie autunnali. Le lezioni, con grande dispiacere di Theo, avevano cominciato ad essere difficili e il carico di studio stava costringendo i ragazzi a murarsi in casa per riuscire a prendere voti decenti. Dopo l'ennesima mattinata passata a cercare di capire almeno la metà delle cose che venivano spiegate in classe il gruppo era seduto sulla panchina davanti alla fermata a mangiare barrette di cioccolata. Aspettavano Ginger che sembrava essere sparito nel nulla appena dopo essere uscito dalla classe. 
-Arriveremo a casa rotolando... - Fiamma stava mordicchiando del cioccolato al caramello
-Non ti costringe nessuno a mangiare, principessa. - Edera sorrideva, come al solito.
-Ma non puoi darmi del cacao e chiedermi di non mangiarlo... 
-Cercate di pensare al fatto che se Ginger non si sbriga perderemo l'autobus... - Theo si stava leccando le dita mentre fissava distrattamente la porta della scuola.
-Dici che se ci pensiamo intensamente arriva più in fretta?- Edera si era puntata due dita sulle tempie e stava cercando di soffocare la risata nascondendola dietro un'espressione fintamente concentrata.
-Smettila scema!-Theo rise mentre tirava le mani dell'amica che subito dopo tornò a prestare la sua attenzione alla barretta che aveva in mano.
Il 79 passò di lì a poco seguito dalla voce di Theo che imprecava contro Ginger e si chiedeva perché non potessero partire senza per forza salutarlo. 
Il rosso arrivò correndo mentre trascinava la bicicletta con un sorriso trionfante stampato sul volto.
-Ti conviene trovare una buona scusa per avermi fatto perdere l'autobus, Ginger. 
-La mia intervista! In prima pagina! Un'intervista in prima pagina! La mia intervista in prima pagina! È assurdo, non si mettono le interviste in prima pagina, non lo fanno mai! 
-Quale intervista?
-Quella che mi avete suggerito di fare voi, dai, quella sugli amici eterogenei!
-Scherzi? È fantastico! -Edera gli era saltata al collo e lo stava stringendo tra le sue lunghe braccia olivastre.
-Ehi, tranquilla, non sto per sposarmi.
-Ma per fortuna! Tieni, ti meriti ciò che resta della mia cioccolata. - Theo si era alzato e gli stava porgendo una barretta sgranocchiata di fondente all'arancia.
Ginger arricciò il naso.
-È fondente, Theo, fondente.
Theo si mise a ridere infilando un quadretto scuro tra le labbra.
-Ah già, tu e i tuoi gusti da poveraccio: solo cioccolato al latte per il signorino. Tanto meglio: ce n'è di più per me.
Fiamma scese dalla panchina con un balzo:
-Tieni, prendi la mia: al latte e caramello.
Ginger l'addentò contento e poi, sputacchiando disse:
-Che ciccioni, prima o poi andremo a casa rotolando.

Fiamma saltò sul 54 seguita da Ginger in bicicletta mentre per la via echeggiavano dalle urla di scherzose di Theo:
-Non pensare che perché stai diventando un grande giornalista ti perdoni di avermi fatto perdere l'autobus.
Ginger gli mostrò la lingua voltandosi.
-Ho tutti i pantaloni bagnati- Edera arricciava il naso mente si passava le mani sui jeans
-Edera, so di essere irresistibile ma tu dovresti imparare a contenerti.- 
-C'era la panchina umida- lei gli tirò una gomitata e lui rise salendo sul 79 che era appena arrivato.
Sopra c'erano solo due persone: il secondo autobus a passare dopo la chiusura della scuola era sempre vuoto. Edera si sedette vicino al finestrino e Theo, infilando gli auricolari, di fianco a lei. E mentre guardava lontano accompagnando con la testa il ritmo della musica si sentì prendere la mano in una morsa tanto stretta da essere dolorosa. Edera la stingeva con forza respirando affannosamente e guardando fisso davanti a se con gli occhi sbarrati. Lei non sapeva cosa le stesse succedendo ma da un momento all'altro era stata presa dal terrore che attanaglia chi si perde: tutto ciò che la circondava era diventato estraneo alla sua mente, si era sentita come lanciata in un mondo non suo, terrorizzata e stordita, confusa. Una piccola parte della sua coscienza aveva riconosciuto Theo e si era avvinghiata a lui come se fosse stata l'unica cosa in grado di riportarla indietro. Il respiro della ragazza si era fatto disperato e, tra i sospiri, rantoli soffocati le invadevano la gola. Theo le parlava, la strattonava prendendola per le spalle, gli occhi pieni di preoccupazione. Le girò la testa, appoggiò la sua fronte a quella dell'amica e, smettendo di chiedersi perché lei avesse cominciato a tremare in quel modo, stava cercando di trovare una soluzione. Prendendole il viso tra le mani si avvicinò a lei e cominciò a ripetere: 
-Edera, va tutto bene, ok? Va tutto bene. Edera, guardami, va tutto bene hai capito? Ehi, ehi, shhh, tranquilla, respira, va tutto bene. 
Il respiro di Edera cominciò a rallentare e i suoi occhi a staccarsi dal punto incastrato nel vuoto che fino a quel momento avevano fissato. Theo appoggiò la fronte alla sua continuando a sussurrare:
-Va tutto bene, va tutto bene, tutto bene, mh?
La ragazza annuì piano mentre tutto tornava ad essere normale e conosciuto e il suo viso riprendeva colore. Appoggiò la testa sulla spalla dell'amico passandosi il braccio di lui attorno alle spalle e accoccolandosi contro il suo corpo. 
-Edera, mi vuoi dire cos'è successo?
-Non lo so.
-Hai avuto un attacco di panico?
-No, si, non ne ho idea... È stato come se da un momento all'altro tutto fosse stato nuovo, come se avessi dimenticato ogni cosa.
Theo non sapeva cosa rispondere, stringeva l'amica e sperava sarebbe bastato.
-È stato solo un attacco di panico, vedrai che non succederà più.

-Angolo dell'autrice-
Eccoci con il quinto capitolo, con il primo avvenimento sospetto. Spero, come al solito, che la storia vi sia piaciuta e di non aver seminato in giro troppi errori che poi a chi legge viene la pelle d'oca... Ci sentiamo la prossima volta, arrivederci gente ;)
   
 
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