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Autore: fooljsh    10/08/2015    1 recensioni
Dal primo capitolo:
La campana della cattedrale continuava suonare lenta, come i battiti del mio cuore e le lacrime che mi rigavano il volto, davanti a me una bara con molti fiori sopra e molte persone intorno.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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-la Belle Dame sans merci
 

-Appena entriamo come al solito attiriamo l’attenzione di tutti, guardo i ragazzi al mio fianco e vedo che sono già stati accerchiati dalle primine che provano in ogni modo a rubare il cuore di uno di loro, ametto che la cosa mi da fastidio e non poco, tanto che mi avvicino e mi metto in mezzo ai due -Allora cari cosa vogliamo fare? Prendiamo un caffè prima di entrare in classe?  Li guardo sorridendo poi mentre ci allontaniamo mi giro verso le fanciulle che mi fulminano con gli sguardi parlottando fra di loro, le saluto con una mano e un sorriso a trentadue denti, -Dovresti stare più attenta piccola o un giorno di questi quelle te ne combineranno una delle loro- esordisce Castiel  porgendomi il caffè e un espressione seria in volto –Si Karole non puoi di sapere cosa sono capaci di fare quelle, possono essere pericolose tanto quanto Ambra- sospira poi Lysandre, sembrano davvero preoccupati entrambi e la cosa non può che farmi uscire una risata sincera –Ragazzi non ditemi che vi preoccupate per me a causa di un paio di quattordicenni con l’ormone in subbuglio? Loro mi guardano quasi iniziano a parlare ma li interrompo subito, -Non dovete riesco a tenere a bada Ambra e le sue amichette posso riuscire a giocare anche con loro no?  -Si ma fai attenzione lo stesso piccoletta- mi risponde secco Castiel poggiandomi una mano sulla testa, nonostante io sia molto alta lui mi supera di dieci centimetri buoni e così anche Lysandre, stavo per rispondergli che non ero più una bambina ma vengo interrotta da un ragazzino sui sedici anni moro gli occhi scuri come i capelli tutto fisicato che mi guarda come dire famelico? –Karole Anne immagino- esordisce con tono sicuro ci guardiamo tutti e tre a metà tra lo stupito e il comico –Si. Gli rispondo secca e fredda, -Che vuoi? Mi si avvicina sempre più sicuro di se, è alto quanto me ciò gli permette di sporgersi pericolosamente verso il mio volto con un ghigno beffardo –Te no? Mi pare ovvio altrimenti perché sarei venuto fin qua- Sento Lysandre e Castiel muoversi dietro la mia schiena ma gli faccio segno di stare tranquilli, ho la situazione in mano, torno a guardare il ragazzo davanti a me e gli sorrido prima dolcemente poi diventa un ghigno cattivo –No. Gli rido in faccia poi mi giro e me ne vado con Cas e Lys mentre lo sento urlarmi dietro –Non finisce qua Karole! Non mi arrenderò tanto facilmente un giorno non ci saranno quei due e non ti sentirai più tanto forte e stronza! A quell’ultima parola Castiel si gira di scatto tornando in dietro, decido che forse che è meglio intervenire prima che uno dei finisca a fare qualche stronzata. Fermo Castiel per un polso e raggiungo di nuovo il ragazzino, -Cosa hai detto scusa? Lui mi guarda come a sfidarmi, -Che sei una stronza. Lo prendo per il colletto della maglia e lo tiro a me fino quasi a sfiorargli le labbra con le mie –Se oggi ti sono sembrata stronza non hai ancora visto nulla pivello. Lo spingo contro gli armadietti  e lo lascio cadere a terra –Stai attento a quello che dici piccolo, potrei  arrabbiarmi davvero la prossima volta- detto questo torno da Castiel e lui mette un braccio intorno alle mie spalle e insieme torniamo da Lysandre che ci aspetta divertito davanti alla classe, -Anche oggi hai dato spettacolo Ka- lo guardo ridendo –Entriamo che è meglio-
 
                                                                                 ***
 
Le lezioni finiscono e io e Castiel salutiamo Lysandre avviandoci alla moto, -Non pensi di aver esagerato con quel  ragazzino oggi? Mi chiede lui con un ghigno sul volto –Se non ti avessi fermato le cose sarebbero andate molto peggio. E poi ho anche io il diritto di divertirmi un po’no? Gli rispondo buttando la cicca a terra e infilandomi il casco, -Si direi che hai ragione, comunque vedo che in questi anni hai imparato bene dal sottoscritto eh? Non rispondo gli tiro un innocuo pugno sulla spalla poi saliamo entrambe sulla moto e ci dirigiamo verso casa mia.                                                                                                                                                                                              Appena arriviamo scendo e abbraccio il rosso che mi da appuntamento per quella sera da Starbucks per una cioccolata ed una sorpresa, lo guardo interrogativa e acconsento –Ci vediamo direttamente la non venitemi a prendere o delle commissioni da sbrigare-  sorrido e lo saluto con la mano chiudendomi la porta alle spalle mi tolgo giacca occhiali e zaino e butto tutto sul divano insieme al casco, salgo in camera mia e mentre mi infilo la roba da jogging recupero il telefono e gli auricolari, mi lego i capelli neri in una coda alta e esco nuovamente di casa. Dopo la scenata di sta mattina del bamboccio ho proprio bisogno di scaricare i nervi con una corsa. Corro per un’oretta passando per il parco e finendo in centro, mi fermo ed entro in un piccolo bar all’angolo della strada –Una limonata con ghiaccio, perfavore- mi siedo al bancone aspetto il mo bicchiere, quando mi sento toccare una spalla quasi salto dallo sgabello per lo spavento, -Ehiehi Karole sta tranquilla! Una voce cristallina e allegra mi raggiunge –Alexy! Che bello vederti che fai qui? Lo saluto con un abbraccio, -Stavo passeggiando e ti ho visto entrare allora mi sono detto perché non venire a salutarla? Ed eccomi qui. Prendo una golata di limonata e poi lo guardo non porta più la collana con il cuoricino spezzato che aveva diviso con il suo ragazzo probabilmente si sono..-Si ci siamo lasciati, tre mesi fa...- mi dice con un velo di tristezza nella voce e io non posso fare a meno che abbracciarlo, sicuramente mi legge nella mente è assicurato. –Ho un’idea, perché non mi aiuti a comprare qualche nuovo vestito Alexy? Magari ti tira un po’ su- non credo nemmeno io alle parole che ho detto, io Miss cubetto di ghiaccio del Dolce Amoris che chiedo ad Alexy, il mio opposto, di accompagnarmi a fare shopping? Sto impazzendo sicuramente. Anche Alexy mi guarda allibito un attimo prima di mettere su un sorriso enorme –Che bello! Sicuramente! Ma non vorrai andarci sudata e vestita da jogging?  -Ovvio che no scemo! Mi accompagni fino a casa che mi cambio e andiamo no? Poi lo trascino via per un braccio avviandomi verso casa.
Un’ora dopo sono lavata vestita e pronta per lo shopping, Alexy mi sta aspettando in salotto, lo raggiungo prendendo le chiavi dell’auto e la giacca –Andiamo caro? Gli dico prendendolo a braccetto –Certo signorina, guida lei? Mi risponde sorridendo aprendomi la porta di casa –Che domande ovvio, lei non ha nemmeno la patente. Ci avviamo ridendo entrambi verso la mia Mercedes, -Uuuh qua qualcuno lavora abbastanza da potersi permettere un Classe A nuovo di zecca eh? Mi canzona Alexy, lo spintono un po’ –Diciamo, che è un regalo suvvia- effettivamente la macchina mi era stata regalata da mia zia, mi aveva sempre viziata. –Dai sali che si fa tardi- detto questo salgo anche io e metto in moto dirigendomi verso il centro commerciale Westfield.
                                                                                 ***
 
Il pomeriggio con Alexy era stato divertente tanto quanto stancante, non la finiva più di farmi provare vestitini sgargianti e pieni di stampe che variavano dall’animalier ai fiori all’africano, il tutto si era concluso con lui che comprava un nuovo paio di cuffie qualche sciarpa e una maglia e io con qualche maglioncino un cappottino rosso, diversi paia di jeans e un nuovo paio di adidas  bianche e nere. Non potevo certo lamentarmi.  Guardai l’orologio, le sei meno venti, bene venti minuti per preparami, troppo poco avrei ritardato. Come al solito dopo tutto. Mezz’ora dopo ero pronta un pullover blu con sotto una camicia di jeans, jeans skinny strappati azzurri, le adidas nuove, caplli raccolti in una coda di cavallo fatta alla svelta, poco trucco come al solito e tanta troppa fretta, afferrai le chiavi e la giacca e corsi in macchina e guidai fino allo Starbucks vicino a scuola.
Quando arrivai trovai Castiel davanti all’entrata accompagnato da Lysandre, la cosa non mi stupii più di tanto, era normale trovare anche lui, nonostante in principio dovessimo essere solo io e il rosso. Parcheggiai, e mi affrettai a raggiungerli senza accorgermi di una pozzanghera ghiacciata sulla quale disgraziatamente scivolai, poco prima dell’impatto mi sentii afferrare da due braccia forti e delle dita affusolate, mi tirai su e mi trovai a pochi centimetri dal viso di Lys, non so per quale motivo avvampai completamente –G-grazie Lys- balbetto? Davvero Karole stai balbettando e arrossendo davanti a lui? Di tutta risposta ricevetti un sorriso di cortesia. Mi liberai subito dalle sue braccia, e mi diressi verso Castiel accendendomi una sigaretta cercando di riprendere un colorito normale, il rosso mi stava guardando con aria interrogativa –Perché sei rossa? Mi bisbigliò appena gli fui stata vicina –Non lo so Cass non lo so. Piuttosto perché stai tenendo una scatola così grande? Mi guardò ridendo –Entriamo? Lysandre si era messo tra di noi e ci stava spingendo all’entrata. –Comunque tra poco lo saprai Ka non ti preoccupare. Mi disse il rosso mentre entravamo nel locale.
 

 
 
Angolo Autrice:
Un capitolo un po’ più lungo! Complimentoni a me yaay!
Comunque spero vi piaccia almeno un pochino la mia storia se è e così allora lasciate una piccola recensione please!
Con questo è tutto al prossimo capitolo, bacinii @fooljsh
  
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