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Autore: meme_97    10/08/2015    0 recensioni
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Avete presente le classiche storie di fantasmi che infestano le case abbandonate o che si perdono in storie d'amore smielose con una persona vivente? Ecco, sono tutte bugie. I fantasmi nascono con delle abilità straordinarie, inimmaginabili. Mark è un giovane ragazzo che muore suicida per un rifiuto da parte della sua amata. Non pensiate che la storia sia così semplice, eh. Mark dovrà affrontare una prova terribile per salvare lei e il mondo intero.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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3.


Mi accorgo solo ora di quanto sono idiota. Dovevo averlo capito da un pezzo che le piaceva Hellen, ma l'amore mi aveva accecato. Avevo proprio i prosciutti sugli occhi.
Mi sono infilzato su una punta della corona della Statua della Libertà, sperando di potermi fare del male, ma non ha funzionato.
Sei un idiota. Uno stupido idiota. Ma non ti eri accorto del suo sguardo magico, a cena? Quello è lo sguardo di una donna innamorata, scemo.
Forse volare senza una meta potrebbe aiutarmi a liberare la mente. Sorvolo zigzagando i quartieri della città, senza un ordine preciso.
Passo per la colorata China Town, ancora addormentata, poi vado ad Harlem e vedo un gruppo minaccioso di afroamericani inseguire un ragazzino spaurito. Faccio un salto anche a Hoboken e mi fermo su una passerella che si estende sul fiume dalla strada alberata. Guardo la città accesa con le sue luci sgargianti, dalla parte opposta rispetto al River Café. Noto che la Freedom Tower ha l'antenna colorata con l'arcobaleno e faccio due più due. Oggi il Governo degli Stati Uniti d'America ha deliberato la legalizzazione dei matrimoni gay in tutto lo stato. Ecco perché Marianne si è fatta avanti. In realtà a New York era già possibile, ma deve essere stato un grande passo per loro.
Sono frustrato, ma al contempo sento di essere contento per lei. Però mi scoccia.
Non è giusto. Sarei dovuto nascere femmina, lo sapevo.
Fare questi discorsi ormai è inutile. Mi lascio trasportare dalla brezza della notte e attendo a occhi chiusi l'alba.
Qualche corridore fa già jogging sul lungomare, intrepido.
A un certo punto un bambinetto mi si ferma accanto.
“Bella la vista, vero?”
Sono stupito di avere trovato un solitario. O così pare.
“Spettacolare” rispondo in un fil di voce.
Il bambino sospira.
“Perché non la smettete di cercarci? Questa volta siamo noi i buoni e non lasceremo certo che qualche povero fantasma rovini il pianeta.”
Sto cercando di elaborare la serie di pensieri confusi che mi assalgono tutti insieme.
“Non capisci, Mark? Tutto quello che facciamo è per il nostro bene, per migliorare la vita alle persone.”
Fa una breve pausa.
“Dobbiamo informare l'umanità che la morte non è l'ultima destinazione. Il nostro compito è quello di aiutare gli uomini a governare al meglio il nostro pianeta. Sotto la nostra paziente guida, si estinguerebbero le guerre e nessuno soffrirebbe più la fame. Siete voi a sbagliarvi, Mark. Renditi conto.”
Lo guardo sottecchi. Sono sicuro che questo non sia un fantasma corrotto qualsiasi, ma uno importante.
“Voi volete solo diventare dei re, rendere sudditi i vivi. Lo fate per vendetta, perché provate ancora rancore.”
Lui ride, come se quello con le idee infantili fossi io.
“No, Mark. Non essere stolto. Non si possono comandare le persone, perché tutte hanno una coscienza. Siamo solo quell'aiuto disperato dall'aldilà che cercavamo quando eravamo in vita noi, quando avevamo bisogno di aiuto. Non fare l'egoista, pensa al futuro, Mark.”
Mi ha insinuato una pulce nell'orecchio e ora soppeso le sue parole.
Non dovrei farmi corrompere dai nemici, ma se quello che dice fosse vero? Se potessi aiutare le famiglie disastrate? Se in questo modo potessi riconquistare Marianne con la mia benevolenza?
No, mi dico con decisione.
Sto vaneggiando. Questo è il classico discorso che tiene il nemico supremo per convincere la squadra avversaria ad arrendersi. Ma non sarà così.
Volo via rapidamente da quel fantasma inquietante, andando verso la Grande Mela. Mi sincronizzo con tutte le radio che sento e mi lascio trascinare dal loro rumore assordante.
Trascorro diverse ore in quello stato catatonico, quando il sole si fa alto. Attraverso la luminosissima Times Square e dopo poco scorro i titoli degli spettacoli di Broadway. The Lion King, Cinderella... The Phantom of the Opera.
Rido di gusto nel vedere quell'insegna. La maschera bianca spicca vicino alla scritta e dà un'aria antica e gotica all'ingresso.
Con un sorriso curioso stampato in faccia decido di entrare e di vedere come gli umani hanno interpretato l'esistenza di un fantasma in un teatro. Lo spettacolo comincia dopo un'oretta e io mi posiziono proprio davanti al palco.
L'aria cupa e tetra sembra l'opposto dell'esplosione di luci che vediamo in realtà. La colonna sonora è fantastica e me ne innamoro. Le note risuonano potenti nella mia testa e sono incantato.
Il musical è stupendo ed è molto romantico.
Il fantasma dell'opera, innamoratosi della giovane cantante, la vuole tenera prigioniera, in modo che lei canti solo per lui.
“Christine, sing for me!” urla il fantasma mascherato dal palco.
Lei però si innamora perdutamente di un altro ragazzo, che corre a salvarla quando lo scontro si avvia al momento cruciale. Il fantasma inizialmente pensa di ucciderlo, poi lascia la decisione in mano a Christine. Lei corre dal fantasma e lo bacia. Proprio da quel bacio il carceriere capisce che lei ama solo l'uomo. Alla fine li lasca andare entrambi, in un moto di compassione disperata. Egli perciò scompare e da quel giorno nessuno ha più avuto notizia del fantasma dell'opera.
Rifletto sul messaggio lanciato dalla conclusione della storia. Forse ha ragione il brutto fantasma mascherato. Lei non mi ama, per questo devo lasciare che sia Hellen a prendersi cura di lei. Il mio orgoglio non mi permette ancora di arrendermi, ma la ragione stenta a prendere il sopravvento su un cuore ferito.
Il mio grande tormento interiore viene interrotto dallo scatenarsi improvviso di applausi fragorosi, soprattutto verso i protagonisti.
Esco, con la folla che scorre lenta dietro di me. Ho bisogno di rilassarmi, perciò vado in cima all'Empire State Building e mi appendo all'antenna come se fossi una bandiera. Lascio che le sensazioni mi invadano. Le luci si amplificano e le onde si dispiegano, diventando più chiare. Vengo trasportato lontano e mi collego a qualsiasi dispositivo elettronico della città. Improvvisamente incontro un buco esteso dal quale non sento provenire nulla. È come una sorta di singolarità, ma non capisco come sia possibile. È localizzata in una zona di Central Park, ma non saprei dire quale esattamente. Si trova nella zona laterale sinistra, ma percepisco qualcosa di strano. Raggiungo l'anomalia e mi guardo intorno, cercando di focalizzarmi sull'origine del campo. Mi impegno al massimo e giro su me stesso, voltando la testa di scatto.
Finalmente lo individuo. Mi avvicino a una montagnola rocciosa.
Si trova sotto di me.
Ho un certo timore a scendere nei meandri della terra, però in fondo è come attraversare un muro, no? Sto tentando inutilmente di prendere un po' di coraggio per questa esplorazione “al buio”, come la definisco io. Mi ero abituato a stare sincronizzato con le radio, ma ora ne sento la mancanza.
Alla fine mi do una spinta di incoraggiamento e comincio a sprofondare.
Attraverso il terreno alla massima velocità possibile perché mi sento a disagio. Sbocco quindi nelle gallerie della metropolitana, ma sento di dover andare ancora più in profondità. Mi immergo nuovamente nella gelida terra e non ho idea di quanto manchi per arrivare a destinazione. Quando penso di essermi seriamente sbagliato, mi ritrovo a levitare in uno sporco cunicolo. L'acqua verde delle fogne non è niente in confronto all'odore terrificante che emana il canale.
Che schifo! Ma chi me l'ha fatto fare?
Prendo in considerazione l'idea di levare le tende, ma poi decido di resistere. Dopo tutto questo sforzo sarebbe uno spreco.
Seguo l'intensità dell'interferenza e, dopo qualche metro, entro in una stanza enorme. Non me l'aspettavo.
All'interno sono accumulate cataste di detriti di svariato genere, ma non capisco il senso dell'esistenza di un luogo così. Sopra al cumulo più alto siede un uomo vecchissimo, con una barba folta. È magrissimo ed è talmente pallido che sembra abbia visto la morte in faccia.
Lui si gira a guardarmi e mi sorride. Ok, allora avevo ragione.
“Eccoti nella mia dimora, ragazzo. Sapevo che stavi arrivando.”
Ormai non mi stupisce più niente, però anche questo vecchio usa frasi scontate. Ah! Le nuove generazioni degradate, non c'è più religione.
“Senti, bisnonno...”
È troppo ammuffito per chiamarlo nonno.
“Come diamine fate voi a sapere sempre dell'arrivo di qualcuno? Per me la metà delle volte si tira a indovinare. Senza offesa.”
L'anziano mi guarda divertito.
“Non avrei voluto svelare il mio segreto, ma ti ho attirato qui con il giochetto delle interferenze. Ero convinto che fossi abbastanza intelligente per accorgertene.”
Alzo le sopracciglia. Riconosco che è scaltro.
“Forza, comincia la tua predica sulla vita e sulla morte che qui c'è puzza.”
Lui balza agile giù dal suo trono molto particolare e batte le mani sul sedere per togliere della polvere inesistente dalla sua tonaca romana.
“Ah!” gracchia entusiasta. “Non ne ho mai avuto la benché minima intenzione, ragazzo!”
Si sistema su un mucchio più piccolo. Dopo aver impiegato qualche secondo per sedersi comodo, riprende il discorso, sempre sorridente.
“Userò il linguaggio della tua epoca, perché non credo tu comprenda l'inglese antico.”
Beh, sempre meglio dell'aramaico.
“Ti ho chiamato qui perché nuovi tempi richiedono nuovi eroi. I fantasmi, come ben sai, vogliono distruggere l'equilibrio tra il mondo dei Morti e quello dei Vivi.”
Lo ascolto attento, ma preoccupato.
“In passato una piccola nicchia di fantasmi ignoranti cercò di fare lo stesso, anche se differentemente. Ovviamente il danno che avrebbero potuto fare era minore, ma è meglio evitare il rischio. Oggi questa setta si è fatta più potente ed è spietata. Sai già a grandi linee il loro piano, ma non conosci ancora i dettagli. Stanotte sferreranno il loro attacco e nessuno potrà impedire la catastrofe, a meno che tu non mi aiuti.”
Mi fissa intensamente negli occhi. Il suo discorso mi ha catturato, quindi aspetto che riveli tutto ciò che sa in proposito.
“Ho già detto a Joseph di radunare tutti i clan che ho formato circa un anno fa, in preparazione di questo momento cruciale. Al tramonto di questo giorno un gruppo di terroristi colpirà per la seconda volta il World Trade Center.”
Lancio un urlo.
“Cosa? Stai scherzando, vero? Prima le Torri Gemelle, poi anche la Freedom Tower? Ci riprovano un'altra volta?”
Sono in preda al panico. Non è possibile, gli islamici non possono accanirsi in questo modo violento e inutile.
Il nonno mi fa segno di placarmi e scuote la testa, come volesse fugare i miei dubbi.
“No, no. L'attacco consiste nel terrorizzare non solo gli Stati Uniti o l'America, ma tutto il mondo. Vogliono far sapere della loro esistenza e plagiare l'umanità. Saranno i nuovi sovrani immaginari. Tutto ciò non può essere sopportato dall'essere umano. Distruggerebbe la fede nelle religioni, troncherebbe ogni teoria filosofica sulla morte. Tu devi fermarli.”
“Ma come faccio, io? Sono solo uno contro molti, riesco solo a connettermi al wifi senza una password!”
“È proprio questo che ci serve. Io secoli fa uccisi un fantasma che aveva le stesse idee rivoluzionarie perché sapevo il danno che avrebbe provocato.”
Allora era lui il drago malvagio. Pensavo che il capo dei cattivi fosse lui, invece scopro che l'assassino ci ha salvati. È sorprendente.
“Ma quella fu una soluzione temporanea. Sapevo bene che non sarebbe bastata a mantenere l'equilibrio per sempre, ma lo ritenevo un compromesso sufficiente.”
Stordito e destabilizzato, biascico una breve domanda cruciale.
“E cosa serve per la stabilità definitiva?”
“C'è bisogno di una persona vivente. Sarebbe servita una persona di cui fidarsi, ma, ahimè, io non avevo nessuno.”

  
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