2. La recita
ha inizio
-Va
tutto bene, Makoto?- domandò Sho, vedendola strana: l'amica continuava a
sbadigliare e sembrava far fatica a tenere gli occhi aperti. –Non hai dormito
stanotte?
-Non
molto a dire la verità… Russavi troppo- replicò scherzando la compagna, anche se
dentro aveva ben poca voglia di ridere.
-Spiritosa…sicura
che non fosse Kakeru?
-Sicurissima-
proseguì lei, infilandosi il casco e saltando in sella alla Neptune. –Vado a
fare un giro: magari riesco a scoprire qual è la strada giusta per Imperial
Highland.
-D'accordo,
ma stai attenta: quelli della Squadra-X potrebbero decidere di
attaccarti.
Makoto
non rispose, mordendosi un labbro, e pedalò via veloce: se solo avessero saputo
la verità…
-Eppure…-
iniziò Ayumu, fissando la sagoma che si allontanava. –Stanotte non era nel suo
sacco a pelo…
-È
normale- gli spiegò Kakeru. –Makoto è preoccupata per suo fratello Kyoichi: non
sopporta il saperlo chissà dove, non avere idea delle sue
condizioni…
-Shido
Kyoichi non è il ragazzo soprannominato "Re del trial"? È un biker
mitico!
-Sì,
è bravo- ammise Sho di malavoglia. –Ma io lo sono di più.
-Dobbiamo
ricordarti che hai vinto grazie a uno scoiattolo?- intervenne
Osuke.
-Questa
è storia vecchia e Kyoichi ha ammesso la sua sconfitta- continuò il giovane,
punto sul vivo. –Adesso finisci la colazione, fratellino.
-Kakeru,
poi mi racconti questa storia? Come a fatto Sho a battere
Kyoichi?
-Certo.
E ti racconterò anche della tecnica Shido Special…- annunciò misterioso il
tecnico, facendo brillare gli occhi del bambino.
-La
Shido Special? Mitico!
-Sono
qui, Kyoichi.
-Bene,
non ne dubitavo- disse il fratello, in sella alla sua MB, che la giovane fissò
stupita.
-Che
fine ha fatto la Thunder Emperor?
-È
sotto la vernice: non potrei mai cambiare mountain bike, ma la Thunder Emperor
era riconoscibile. Seguimi.
I
due ragazzi raggiunsero la cima di un rilievo, potendo così ammirare l'intera
vallata.
-Quella
strada laggiù è la via per Imperial Highland: non potete sbagliare. Incontrerete
alcuni dei miei biker, tutti intenzionati a sfidare Sho per l'emblema di
platino, ma nessuno ti attaccherà.
-E
Sho si farà del male?
-No,
loro non lo feriranno. I guardiani di Imperial Highland però non saranno così
"leali"…useranno ogni mezzo per agguantare l'emblema.
Makoto
annuì, osservando la strada: avrebbe condotto il suo migliore amico dritto verso
la sfida con Kyoichi. Al torneo, Sho era riuscito a spuntarla per uno scoiattolo
che si era fermato sulla posta, costringendo il biker dagli occhi verdi ad una
brusca inchiodata. Il "Re del trial" era quasi imbattibile: veloce, preciso,
scattante…
La
sorella non gli aveva mai chiesto come avesse affrontato la sua prima gara
Idaten, ma conoscendolo non aveva provato nessuna paura: raramente ve n'era nel
suo sguardo. Non era la persona più facile con cui avere a che fare, ma lei gli
voleva bene: e se per caso avesse avuto dei dubbi sull'amore di lui, erano
svaniti nel momento stesso in cui si era buttato nel dirupo per
salvarla.
-Sei
pronta?
-Sì,
andiamo.
-Allora?
Hai trovato qualche indicazione?
-Certamente,
avevi forse dei dubbi?- si vantò la morettina. –Prendi la via a
destra.
-Se
lo dici tu- ribatté Sho, imboccando la strada laterale. –Il giro in MB ti ha
fatto bene, mi sembra.
-Già,
mi sento piena d'energia.
-Ehi,
Makoto, tu la sai fare la Shido Special?
-No,
Ayumu, quella è un'esclusiva di mio fratello. In famiglia è lui il campione di
trial…e la Shido Special è la sua tecnica preferita.
-E
poi, non sei contento di avere un campione di Idaten Bike per fratello
maggiore?- protestò il brunetto.
-Sì,
certo, ma non posso vantarmene con i miei amici: loro non sanno che X-Zone
esiste veramente.
-Prima
di arrivarci non ci credevi nemmeno tu, Ayumu.
Il
clima sereno dei ragazzi venne bruscamente interrotto dall'arrivo di quattro
biker che affiancarono il ciclowat: sulle loro MB svettava l'emblema
oscuro.
-La
Squadra-X- li riconobbe Sho, tentando di sfuggire loro.
-Yamato
Sho, sei pronto per una gara Idaten?- propose uno, tagliando la strada al
mezzo.
-Non
mi lasciate alternative. Accetto la sfida.
Pochi
minuti dopo i dispositivi di lancio erano pronti e le MB erano al loro posto: il
percorso presentava diversi ostacoli e Kakeru aveva cambiato la messa a punto
della Flame Kaiser.
-Infiammati,
Flame Kaiser! Accenditi di rosso nel calore del mio cuore che brucia!
Idaten…via!
-Vai,
Sho!- lo incitò Ayumu. –Devi vincere, fratellone!
Makoto
lo seguì con lo sguardo, pensando che Kyoichi non aveva perso tempo a inviare i
suoi tirapiedi. Governare X-Zone…solo grazie ad un emblema… Non le sembrava
vero…
Non
riusciva a credere che proprio lei stesse seguendo le orme di Gabu e Taiga.
Aveva accettato di aiutare suo fratello, ma continuava a chiedersi quando le
sarebbe stato presentato il conto di quella decisione. Forse quando avrebbe
letto l'odio sul viso di Sho…quando non le sarebbe rimasto altro che Kyoichi e
quel mondo a lei estraneo.
-Sì!
Sei grande, fratellone!
Presa
dalle sue riflessioni, non aveva prestato attenzione alla sfida che l'amico
aveva appena concluso con un trionfo: vederlo staccare l'emblema oscuro e
liberare i biker ottenebrati fu la prova evidente che ci sarebbe stata un'altra
gara, che non era ancora finita…che la sua recita doveva
continuare.
°*°*°
Kyoichi
ritoccò il teschio che aveva applicato sopra l'emblema della Thunder Emperor:
aveva di nuovo raccontato una bugia a sua sorella. O, più precisamente, non le
aveva detto tutta la verità sul periodo in cui erano rimasti
separati.
L'aveva
fatta preoccupare abbastanza, non era necessario che sapesse ogni dettaglio…che
sapesse della sua sconfitta contro la Squadra-X.
Già,
per un po' di tempo, l'emblema oscuro lo aveva ottenebrato…quando era giunto con
Arthur e le guardie della X-Tower ad Imperial Highland… In tre lo avevano
attaccato in una sfida da cui era stato un miracolo uscirne vivo…era passato
sotto il controllo delle tenebre.
Poi
aveva incontrato Yamato Takeshi, il padre di Sho e Ayumu…l'aveva sfidato e aveva
perso, liberandosi così dall'influsso malefico.
Gli
doveva la salvezza.
-Ce
la siamo vista brutta, Thunder Emperor- sussurrò, calandosi il cappuccio sul
viso. Si era ripreso il suo emblema ed era entrato nell'organizzazione,
giungendo in breve al comando: non gli piaceva quel ruolo, ma la situazione era
talmente disperata che non poteva permettersi di badare al "come" raggiungere
l'obbiettivo.
Non
sarebbero stati i suoi sottoposti a battere Sho: li mandava contro il ragazzino
solo per sottrarli all'emblema oscuro e riuscire a fare un po' di pace con la
propria coscienza. Una coscienza provata da tutte le azioni di cui si era
macchiato…i visi di quelli che aveva ottenebrato…il tormento che aveva inflitto
a Makoto…il piano che aveva ordito contro Sho…
Forse
le sue mani non sarebbero mai tornate pulite…forse stava sbagliando
tutto.
Ma
era troppo tardi per tornare indietro.